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24 Dicembre
Il sole filtrava dalla stanza, ma Albus era già sveglio. Da un po', tanto che quando Teddy bussò alla porta per entrare, lui si era appena finito di dare una parvenza decente ai propri capelli.

"Ehi, Al? Tu madre dice di scendere giù che ha un grande bisogno di aiuto."

"È una cosa che fa tutti gli anni," Albus accennò un sorriso, sistemando il pigiama sotto il cuscino. "Esagera comunque, ricordi l'ultimo anno?"

Teddy non si fermo a ricordarlo, e Albus smise di farlo notando la sua espressione.
Al era riuscito in silenzio e senza volerlo a far affiorare i ricordi dell'ultimo Natale insieme, un paio di mesi prima che Teddy sparisse chissà dove.
Aveva detto Europa. Dai discorsi con sua madre forse Francia, o addirittura più giù delle Alpi.

"Alla fine?" Mormorò Teddy, richiudendosi la porta dietro.
Albus abbassò lo sguardo.
Erano le 9.37 am.
Poi subito dopo le 9.38 am.

Teddy lo fissava ancora, quando il moro alzò lo sguardo.

"Ancora confuso, credo. Solo confuso."

"Sono passati comunque quattro anni, Al. Avresti dovuto capirlo."
Il moro si abbandonò seduto sul bordo letto, corrugando la fronte.

"Pensavo... fosse l'entusiasmo del momento. Periodo, quel che è. Il mio migliore amico si rivela gay, tu quasi e..."

"Ma è passato un sacco di tempo, Al. Ti sarebbe passato, come minimo." Il ragazzo si avvicinò, ma lo sguardo verde-smeraldo del ragazzo gli sfuggiva di continuo.

"Scorpius... ieri ha accennato al fatto che se fossi gay a lui non dispiacerebbe o-"

"E tu cosa hai detto?"
La serpe si strinse nelle spalle.

"Nulla." Tirò su con il naso, sospirando. "Perchè dovrei dire qualcosa? Dirgli che forse mi piace, ma ancora non so se io sia gay o meno?"

"Al..."

"Se te lo stessi chiedendo no, Ted. Non ho concluso nulla, da quattro anni."

"Non ti ha aiutato neanche...?"

"No, neanche quel dannato bacio." Il moro si alzò, di scatto, poi socchiuse per un attimo gli occhi. "Non ha aiutato il fatto che tu sparissi prima di andartene."

"Non ti sarei stato comunque accanto, Albus. Non... non sono la persona giusta per te neanche lontano un miglio."

"Sembra che tu scelga continuamente persone sbagliate." Con un sorriso amaro, Albus puntò gli occhi in quelli di Ted -più chiari di quando era entrato. "Mia cugina. Me."

"Non ho detto-"

"Non aiuti neanche ora, comunque." Albus fece un sorriso storto, poi si girò verso la scrivania. Fece finta di sistemare il libro di latino, con tutti gli appunti, non mischiandoli con quelli di storia.
"Puoi andare?"

"Sei arrabbiato."

"No."

"Offeso."

"Non lo so." Sentì le braccia di Ted poggiarsi sulle sue spalle, poi scivolare sulle braccia fino ai gomiti; appiattì i palmi contro il suo petto, appena un ventre, e poi lo strinse.
Lo strinse fin quando la sua schiena non combaciò perfettamente il proprio busto, e Albus trattenne il fiato. In apnea.
Lasciò che il libro ricadesse con un tonfo sulla superficie ruvida della scrivania.

"Non voglio farmi odiare." Sussurrò Teddy, la fronte contro la sua nuca. Il fiato caldo sul collo della serpe che 'allonati ora o sei fritto' è tutto ciò che di razionale era riuscito a raccimolare dalla sua forza di volontà.
"Non anche da te."

E invece "non ti odio. Non io."

E Ted non si allontanò mentre "ti prego, sii sincero."

E Albus girò appena il viso verso di lui, ripetendo "non ti odio, sul serio".

Quando le labbra di Ted sfiorarono le sue il moro serrò gli occhi di scatto. Non si mosse, e non lo fese neanche Ted. Rimasero qualche minuto -secondo? Albus non aveva controllato l'orologio- così, che da un leggero contatto partivano milioni di brividi.

Quando Ted si allontanò, Albus cercò il suo sguardo, in cerca di una risposta chiara.
"Sono ancora la persona sbagliata?"

Ted non disse nulla, forse il suo leggero scuotere la testa fu un segno di negazione. Gli sorrise dolce, Albus sentì il cuore accellerare.

Non era giusto?
Avrebbe ancora dovuto odiare Ted?

Eppure tra le sue braccia stava sognando, come se quattro anni si fossero volatilizzati via in un secondo. Nell'esatto secondo in cui l'aveva sentito accanto, sincero.

"Ci vediamo dopo." Mormorò soltanto, poi scese le scale, lasciando la porta socchiusa.
Al fissò un punto precisato, incantato, fin quando suo fratello non fece irruzione, cantanto qualcosa che Albus ignorò.
Da bravo attore, finse una stanchezza e scocciatura da prima mattina. Ma sorrise quando scese le scale, quando neanche James poteva vederlo.

🎄

"Non so ancora cosa-"

"Mi ha baciato." Lo interruppe Albus, sorridendo ampiamente.
Scorpius, la fronte corrugata, lo fissava.

"Ted. Mi ha baciato. Stamattina." Ripetè. Cercò di non sorridere molto, ma il biondo lo fissava ancora appena accigliato, forse confuso.

"Non so cosa siamo ora ma... mi guarda, mi sorride, non lo so ma-"

"Sei gay." Disse solamente il biondino, in un sussurro. Albus si bloccò.

"Si...?"

"E non me lo hai detto."

"Credo di averlo scoperto ora...?" Fece, perplesso dal comportamento dell'amico. Non era contento? Gli aveva detto che sarebbe stato okay, no?

"Sì ma... non un dubbio? Di colpo? Perchè non mi hai parlato di... che so, di ciò che provavi o..."

"Non capisco perchè ti dia tanto fastidio." Lo interruppe Albus, poggiando le mani sul bordo del tavolo. Di colpo il pranzo ancora intatto sulla tavola gli faceva una certa nausea. Gli si era chiuso lo stomaco, ma questo già da stamattina.

"Beh, sono il tuo migliore amico."

"Beh, sei il primo a cui l'ho detto. Nè James, nè Rose."

"Avresti dovuto farlo, invece. Chissà, loro ti sanno consigliare meglio?"

"Dimostrami che lo sai fare anche tu!" Sbottò il Potter, raddrizzando la schiena. Scorpius aveva le labbra serrate, e lo guardava male oltre la frangia bionda che gli ricadeva sui capelli.

"Sai che c'è? Vai a quel paese, Al." Il Malfoy si alzò, spostando il vassoio. Il succo di Zucca si versò nel vassoio, impregnando il tovagliolo e l'hamburger.
Nessuno dei due ci fece troppo caso.

"Divertiti con il tuo nuovo fidanzato. Non piangere quando ti mollerà."
Fu Albus ad alzarsi, ora.

"Cosa stai dicendo? Ma te ne rendi conto?"

"Ha già fatto soffrire sia tuo fratello che te. Le persone non cambiano Al, mai."

"E allora chi andrebbe bene per me, di grazia?" Chiese, forse retorico, incrociando le braccia.
Scorpius fece un passo indietro, come se avesse accusato il colpo in silenzio.
Colpo che Albus non credeva di aver dato con tale determinazione.

"Non io, vero?"

Gli occhi smeraldo del più piccolo si spalancarono.

"Scorp, non..."

"Non lo dirò. Non è giusto." Scappò prima che Albus potesse accorgersene.
E l'altro rimase fermo, in piedi, con due pranzi andati in fumo e impregnati di succo, con l'orologio che faceva il bip-bip delle 13.00 pm. e il senso di smarrimento che man mano lo invadeva.

Sbagliato, sbagliato, perchè doveva essere tutto così?

È complicato, fa schifo, e mi sto rendendo conto che ogni capitolo è peggio dell'altro.
Ma sto facendo una corsa contro il tempo per scrivere.
Mh.
-S. Claus.

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