Prologo

3 Giugno 2016

Elizabeth's P.O.V

Guardo le due linette su quel dannatissimo test.

Non può essere vero.
Non sta succedendo davvero a me.

Mi porto la testa tra le mani ed espiro bruscamente, rannicchiandomi sul pavimento di quel lurido bagno della farmacia.
Una lacrima solitaria mi bagna il viso, seguita poi da un'altra e un'altra ancora.
Cerco di soffocare i miei singhiozzi, nel vano tentativo di darmi un contegno, ma con scarsi risultati.

Cosa ne sarà adesso della mia vita?
Dei miei progetti?
Del mio sogno di diventare violinista?
Tante domande mi frullano per la testa, ma ben poche sono le risposte.
È tutto così confuso, tutto così incerto.

Potrei chiamare tante persone, eppure le mie dita si trovano a digitare quelle 10 cofre con un nodo in gola.
Non vorrei chiamarlo.
Non dopo come mi ha ridotta.
Eppure merita di saperlo.
Infondo lui è il padre di quello che sta crescendo dentro di me.
Conterà pur qualcosa.

                         🥀🥀🥀🥀

24 giugno 2016

Sembrano passati mesi da quel giorno.
Eppure sono passate solo tre settimane.
Sono state settimane così movimentate.
E così difficili.
Già, perché questa "cosa" non ha trovato una strada facile dinanzi a sé.
I miei genitori hanno chiarito fin troppo bene la situazione sbattendomi fuori di casa.
Li ho odiati e forse li odio ancora un pò, ma forse, infondo hanno ragione.
Sono troppo piccola per badare ad un bambino.

Forse è meglio così.
Forse non sarebbe mai stato adatto alla vita.
Continuo a ripetermi queste parole nella testa sperando di riuscirmene a convincere. 
Devo farcela.
Anche se una parte di me avrebbe voluto tenerlo.
Avrebbe voluto amarlo.
Avrebbe voluto sentire il suo piccolo corpocino, stringendolo tra le braccia.
In un'altra vita piccolino.

                         🥀🥀🥀🥀
30 giugno 2016

Stanotte non ho dormito.
Come avrei potuto.
Il pensiero che l'indomani sarebbe finito tutto mi attanagliava la mente e ingarbugliava i pensieri.
Sono seduta da quelli che sembrano millenni in questa sala d'attesa sperando che annuncino il più in fretta possibile il mio nome.
Il reparto di ginecologia e ostetricia è così strano.
Si dice che sia il reparto della vita, ma se lo si guarda con occhi più attenti, ci si rende conto è molto più complesso di questo.
Ci sono così tante storie da raccontare in un edificio così piccolo.
E tra tante storie c'è anche la mia.
Quella di una ragazzina che ha fatto solo un gran casino e sta cercando di porvi rimedio.

A pochi metri da me una signora si tocca la pancia con occhi pieni di amore.
La guardo.
Un sorriso triste e una lacrima salata bagna la mia guancia.
La asciugo velocemente e distolgo lo sguardo.

Ho la gola secca.
Mi tremano le mani.
Non posso pensarci.
Non devo.
Perché più ci penso, più mi fa male.
È come una coltellata che si irradia dal petto ad ogni singola cellula del mio essere.

Il voriticare impazzito dei miei pensieri viene intterrotto dalla voce di una donna che comincia poi a fissarmi. Alzo lo sguardo, terrorizzata.

"Signorina Lancaster, è il suo turno, si accomodi."

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top