~Nuove scoperte~
Quando suonò la campanella dell'ultima ora, Scarlett scattò in piedi, mise le cose nel suo zaino e andò via.
Aveva sempre odiato la scuola, ma almeno era stata la cosa più normale che avesse visto da quando era arrivata. La sua compagna di banco non le aveva parlato per niente e lei non aveva preso parola, quindi aveva passato cinque ore di silenzio totale, non che le dispiacesse, ma non poteva avere una compagna di banco sociale e carina con lei?
Sbuffò e iniziò a camminare verso la mensa. Ogni passo che faceva verso la mensa, e quindi verso il tavolo di Allison e Audley, sentiva sempre di più il senso di colpa. Nicolas le aveva detto di non preoccuparsi, che poteva capitare, ma lei non poteva non sentirsi in colpa.
Entrò e vide Allison insieme agli altri, c'era anche Audley che a quanto pare si era ripreso.
Piano piano si avvicinò e si sedette vicino a Nicolas ed Allison. Il primo la guardò sorridendo, la seconda le fece un sorrisetto - forzato - Audley le lanciò un'occhiata senza parlare, totalmente impassibile.
Doveva scusarsi, doveva farlo.
«Audley, mi dispiace per quello che ti ho fatto, non ho ancora il controllo del mio elemento e tu mi hai fatto arrabbiare» esclamò zittendo Helen che stava parlando con Alison.
«Ti ho fatto arrabbiare solo perché ti ho chiamato piccola? Continuerò a farlo allora» la guardò con sfida.
«Audley...» Gli sussurrò la sorella.
Scarlett strinse gli occhi e lo guardò male.
«Vuoi farmi arrabbiare così che ti faccio fuori una volta per tutte?»
«Non saresti in grado... piccola» le rivolse un sorrisetto di sfida. Quel ragazzo voleva morire, aveva istinti suicidi, quasi quanto Jace Dai-mille-cognomi.
«Tu vuoi morire» diede voce ai suoi pensieri Nicolas guardandolo male.
Sentì qualcosa avvolgerle il polso.
«Ehi Scarlett, guarda me, calmati, non fare niente di cui potresti pentirti» la voce del riccio era così calma e rassicurante.
«Ehi ragazzi! Scusate il ritardo, ma c'è una fila tremenda, scusate ma... Che sta succedendo qui?» Chiese Jenny vedendo gli sguardi di fuoco tra Audley e Scarlett.
Continuavano a fissarsi negli occhi, sfidando l'altro ad abbassare lo sguardo per primo, ma nessuno dei due sembrava intenzionato a perdere.
Nicolas sospirò. «Audley si comporta male con Scarlett, direi che mettergli una museruole sarebbe l'ideale.»
Allison lo fulminò con lo sguardo, poi tornò a guardare suo fratello.
«Audley smettila, non ne vale la pena, stai dando troppo spettacolo e ti arrabbi per niente, Scarlett non ti ha fatto niente quindi... POTRESTI DEGNARMI DELLA TUA ATTENZIONE?»
Audley però continuava a guardare malissimo Scarlett, era come se volesse farla a pezzi con lo sguardo.
Per mettere fine a tutto ciò, Allison diede un colpo in testa al fratello.
Audley la guardò male, per poi lanciare un'ultima occhiata a Scarlett.
«Hai ragione, non vale la pena perdere tempo con delle ragazzine.»
Scarlett strinse il bordo del tavolo con le mani. Non lo sopportava!
Audley si alzò e se ne andò, lasciando tutti a bocca aperta.
Alla fine, Scarlett, si mise seduta, iniziando a mangiare in silenzio. Anche se Audley se ne era andato, Allison non gli era corsa dietro.
I ragazzi iniziarono a parlare mentre Scarlett si perdeva nei suoi pensieri.
Ad un certo punto vide una ragazza familiare sedersi ad un tavolo, da sola, poco lontano dal loro.
«Ragazzi, sapete chi è lei?» Chiese facendo un cenno verso di lei.
Nicholas guardò la diretta interessata.
«Lei è Ilenia» disse semplicemente, come se un nome dovesse spiegare tutto.
«Lei è Ilenia Williams, arrivata qui due anni fa, figlia dell'acqua. Specializzata nel far sentire a disagio chiunque, rappresenta a pieno il suo elemento, soprattutto nello stato solito»
risposte Allison distratta mentre continuava a mangiare.
«È sempre sola, un po' mi dispiace.» Helen si morse il labbro guardando Ilenia.
«Avete provato a parlarle?» Chiese Scarlett con gli occhi attaccati a lei.
«Certo che sì, ma sai com'è, non vuole nessuno accanto» disse Helen sospirando tristemente.
Jenny, che nel frattempo non aveva fatto altro che mangiare in silenzio, prese finalmente parola.
«Abbiamo provato a parlarle, a diventare sue amiche, ci abbiamo provato davvero, ma ha un carattere orrendo e quindi vaffanculo, se vuole stare sola sta sola.»
«Jenny potresti smettere di essere così insensibile? Se lei è così ci sarà un perché»
disse Helen guardandola male.
«Ciò non vuol dire che deve rompere i coglioni a tutti quelli che ha intorno.»
«Ha una brutta storia alle spalle. So che prima di venire qui non viveva nelle migliori delle condizioni, credo che questo posto l'abbia salvata dal fare una brutta fine» li informò Allison, ancora distratta.
«Come mai ti interessa?» Chiese Nicolas.
«È la mia compagna di banco.»
«Oh, povera te» sospirò Jenny in modo teatrale.
«Jenny!» Helen gli lanciò una patatina.
«Che c'è?» Jenny prese al volo la patatine e se la mangiò.
«Sei impossibile» la ragazza bionda si abbandonò ad un sospiro.
Dopo un' ora si alzarono e andarono ognuno al proprio corso.
Le stanze per le lezioni del controllo degli elementi si trovavano nello stesso piano delle lezioni normali, quindi Scarlett entrò in ascensore e andò al quinto piano.
Guardò i tanti corridoi e classi che aveva davanti, prese la mappa, che per fortuna aveva portato con sé, e riuscì a trovare la propria classe.
Si trovava nel seconda corridoio, le pareti erano arancioni, il soffitto invece rosso scuro. Sulle pareti si potevano ammirare diversi disegni di fiamme alte, alcune cosi alte da sfiorare il soffitto, le fiamme andavano dal rosso scuro all'arancione più chiaro ed erano semplicemente meravigliosi.
C'erano almeno 14 classi a corridoio, due prime, due seconde, due terze e così via.
La sua era la IA.
Quando entrò vide alcuni ragazzi in piedi, altri già seduti, alcuni parlavano e altri sistemavano le cose sul proprio banco.
Scarlett cercò un posto libero e lo trovò accanto alla finestra, si avvicinò e si sedette iniziando a sistemare l'astuccio e i libri sul tavolo. Si ricordava che Allison le aveva detto che all'inizio avrebbero fatto solo teoria, per qualche giorno, e solo dopo avrebbero iniziato ad allenarsi, allenarsi davvero. La stanza in cui si trovavano sembrava una normale classe eppure i muri, il soffitto, persino il pavimento, avevano un qualcosa di strano.
Scarlett toccò le pareti con un dito. Non era un muro normale, era fatto con qualche altro materiale che non riusciva a identificare.
Sentì la sedia accanto a lei spostarsi, si girò e vide una ragazza che stava mettendo un quaderno sopra il banco. Aveva dei capelli rosso fuoco molto probabilmente finti e occhi cerchiati di nero, riusciva anche ad intravedere un piercing sul labbro.
Improvvisamente sentì una voce.
«Bene ragazzi, sono contento di conoscervi.»
Il professore che stava davanti alla cattedra guardò l'intera classe.
«Piacere di conoscervi, io sono il professore Forbes. Presentatevi pure.»
Gli alunni iniziarono ad alzarsi e a dire i propri nomi, quando arrivò il turno di Scarlett, lei si alzò e si presentò esattamente come gli altri. Il professore la guardò in modo parecchio strano e subito Scarlett si preoccupò. Aveva fatto qualcosa di sbagliato?
Ma il professore spostò lo sguardo, guardò gli altri e iniziò a parlare.
«Bene, come già saprete per i primi tre giorni faremo solo teoria, poi inizieremo a esercitarci con il nostro elemento.»
Scarlett avrebbe voluto così tanto iniziare subito a saper controllare il suo elemento per non rischiare di dar fuoco ad altre persone o ad altre cose.
«Il fuoco è l'effetto di una combustione in cui si creano le fiamme, nello stesso momento vengono rilasciate grandi quantità di calore e gas.»
L'ora passo velocemente, purtroppo, e quando la campanella suonò tutti i ragazzi si alzarono velocemente e se ne andarono. Scarlett mise tutto nello zaino con calma, non aveva nessuna voglia di correre, anche se avrebbe così tanto voluto buttarsi sul letto e dormire.
Si mise lo zaino sulle spalle e andò verso la porta, ma il professore la fermò.
«Scusa, tu sei Scarlett Reid, giusto?»
La ragazza si girò.
«Si, sono io.»
Il professore si avvicinò. Era più giovane dei professori che aveva avuto in passato, poteva avere sui trent'anni circa.
Lui la guardò qualche secondo. «Stamattina hai quasi ucciso Audley Harvey, il figlio della preside.»
I sensi di colpa tornarono, ma appena ricordò le parole di Audley alla mensa scomparirono.
«Si, mi dispiace, non mi era mai successo.»
«Lui ti ha provocata, ha giocato con il fuoco e si è bruciato.
Per caso, hai avuto un'infanzia difficile?»
Ripensò alla sua infanzia. Alle litigate continue dei genitori, alla sorella maggiore che sembrava non esistesse, alla sorella minore che era troppo piccola per capire. Le prese in giro, i pianti, la voglia di sparire dal mondo.
«Si, abbastanza» ammise alla fine.
Il professore sospirò. «Devi stare attenta, le persone come te hanno troppa rabbia dentro. Devi davvero cercare di stare attenta perché rischi non solo di fare del male alle persone intorno a te, ma anche a te stessa, il fuoco potrebbe prendere il controllo e...»
Lasciò la frase a metà, ma Scarlett capì perfettamente.
«Lo so... c'è qualcos'altro che mi deve dire?»
Il professore scosse la testa. «No, solo... sta attenta.»
Scarlett girò le spalle e uscì dalla classe con ancora in mente le parole del professore.
Doveva stare attenta, ma come poteva stare attenta se lei era la prima sapere così poco sul suo elemento e su come controllarlo?
In passato quando qualcuno le diceva qualcosa di brutto, lei non si arrabbiava, ci rimaneva male, era triste ma non si arrabbiava, adesso invece si arrabbiava in davvero pochi secondi e non riusciva più a prendere il controllo di se stessa.
Si sentiva come una bomba pronta a scoppiare.
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