~Luke~

Quando si risvegliò la prima cosa che vide fu una massa di capelli rosso - castano. si sentiva ancora un po' stonata e vedeva tutto sfocato. Solo in seguito capì che quella massa di capelli apparteneva a Nicolas.

Il ragazzo era accanto a lei, seduto su un lettino e Scarlett si guardò intorno e capì di essere in infermeria. Di nuovo.

«Ehi! Finalmente ti sei svegliata. Come stai?»

Scarlett sentiva la testa che le rimbombava. Aveva sprazzi di ricordi su cosa era successo e si stava agitando sempre di più.

«Scarlett...»

La ragazza, ricordando finalmente con chiarezza tutto quello che era successo, si alzò di scatto dal letto.

«Dov'è quel ragazzo? E Ilenia? Le ha fatto del male?»

«Ehi, calmati» disse gentilmente il riccio.
La fece distende di nuovo sul letto, si accomodo meglio e la guardò spaesato.

«Mi puoi spiegare che sta succedendo? Ti abbiamo trovata davanti alla scuola, priva sensi. sembravi morta!» fece un gesto con le mani.
«E ilenia che c'entra con tutto questo? E chi è questo ragazzo di cui parli?»

Scarlett lo guardò. «Tu non sai niente?»

Non sapeva perché ma pensava che Nicolas ne fosse al corrente, così come Audley, Allison e il resto del gruppo, ma effettivamente come potevano saperlo? A meno che il ragazzo non fosse andato direttamente da loro a spiegare la situazione. Cosa di cui Scarlett dubitava fortemente.

Così si mise seduta sul letto in modo da arrivare alla sua altezza, e gli raccontò tutto.
Gli raccontò di aver visto una ragazza e un ragazzo parlare fuori, di notte. Gli raccontò del ragazzo che aveva provato a strangolarla, di Ilenia che era sempre scontrosa, e dell'ultimo incontro.

Nicolas ascoltava il tutto senza interromperla. Sul suo viso passavano diverse emozioni e Scarlett riuscì a leggerle quasi tutte.

Confusione, sorpresa e infine rassegnazione.

Alla fine Nicolas la fissava senza vederla davvero. Era immerso nei suoi pensieri.

«Potresti descrivermi questo ragazzo?» Disse poi.

Scarlett provò a ricordare quel poco che aveva visto.
«È alto, vestito di nero - o almeno, io l'ho sempre visto vestito di nero - ha i capelli dello stesso colore, e gli occhi... credo chiari, ma non ne sono sicura, sai com'è, ero occupata a salvarmi la vita.»

Nicolas continuava a guardarla con quell'espressione pensierosa. «Ed è un figlio dell'elemento dell'aria, giusto?»

Scarlett annuì lentamente. Cosa avrebbe dato per vedere cosa frullava in testa.

Nicolas alla fine annuì, con una strana espressione, sembrava quasi preoccupato.

Si alzò velocemente dal letto.
«Va bene, rimani qua, beh è ovvio che rimani qui, dove potresti andare? Io devo... andare a fare una cosa, tornerò oggi pomeriggio.»
Si abbassò per darle un bacio sulla fronte, cosa che fece arrossire leggermente Scarlett, e dopo andò via.

La figlia del fuoco guardò la finestra. Il sole era alto nel cielo, era già mattina e capì che aveva perso un giorno di scuola.
Perché capitavano tutte a lei?

Ripensò a quel ragazzo. A quel strano sorriso che aveva fatto prima di far sparire tutta l'aria dai suoi polmoni. Si ricordò del suo sguardo, quello sguardo che sembrava deriderla, che sembrava dire che qualsiasi cosa Scarlett avesse fatto avrebbe vinto lui.

Tutto ciò le dava i brividi.
Si ricordò che quando aveva chiuso il pungo e usato il suo potere, la sua pelle era diventata ancora più chiara, quasi invisibile. Era qualcosa dovuto al fatto che ormai era un tutt'uno con il proprio elemento?

Le Accademie degli Elementi esistevano per questo, per far diventare i figli degli elementi un tutt'uno con il proprio elemento.

La cosa brutta era che avrebbero una piccola parte della loro umanità.
Non avevano scelta, se non imparavano a controllarlo rischiavano di rimanere vittima del proprio elemento e per quello che Scarlett era riuscita ad ascoltare durante le lezioni, era già successo 300 anni prima.

«Si chiamava Elise Olsen.»
Il professore scrisse il suo nome sulla lavagna a lettere grandi.
«Elise era una figlia degli elementi» posò il gesto.
«Viveva in condizioni molto povere in Norvegia» si girò verso i suoi alunni.
«A soli 10 anni trovò la sua scheggia. Onice. terra.»
Fece il giro e si sedette sulla cattedra.
«Elise non era una semplice figlia degli elementi. Elise era un'assoluta. Le assolute hanno un grande percentuale del proprio elemento. All'epoca le accademia non erano come ora, Elise non arrivò in una accademia ma rimase nel villaggio dove viveva. Elise non aveva controllo, nessuno che le dicesse cosa stava succedendo, cosa avrebbe dovuto fare. Un giorno, in un impeto di ira, fece sprofondare l'intero villaggio.» fece un respiro profondo «Morirono tutti. Inclusa lei.»
«Voi non siete assoluti, certo, ma un figlio degli elementi se non sa controllarsi creerà grandi danni.»

Ciò non tranquillizzava affatto Scarlett.
Sapere di poter morire bruciata per un eccesso di rabbia la terrorizzava, soprattutto perché adesso era molto più irritabile di prima.

A interrompere le sue riflessioni furono dei passi.
Scarlett voltò la testa verso la porta e vide, con sua grande sorpresa, Ilenia

'È qui per uccidermi, mi finirà, addio mondo crudele'
Pensò tra il divertita e la spaventata.

Ilenia aveva i capelli perfettamente pettinati, i grandi occhi azzurri erano contornati da matita e mascara, ma nel resto del viso non c'era traccia di trucco. Indossava dei jeans con sopra una maglietta grigia e una giacca blu notte.
La sua espressione era seria, neutrale, Scarlett iniziava a odiare tutto ciò.

Ilenia si avvicinò e Scarlett, istintivamente, si alzò come per essere pronta a scattare via al primo passo falso.

Ilenia sorrise leggermente, come se trovasse divertente il tutto.
Si avvicinò al letto della figlia del fuoco, mentre l'altra la guardava sospettosa.

«Volevo... scusarmi, sai per quello che è successo, non volevo che andassi a finire in infermeria, davvero, ma quel ragazzo non è amico mio, lo giuro, neanche lo conosco, ma so che è un tantino irritante e so che basta poco per farlo arrabbiare e lui è un tipo che ama il proprio elemento e si diverte a usarlo, per questo ti ho detto di stare attenta.»

«Beh si, l'ho notato» disse Scarlett continuando a guardarla in quel modo.

Ilenia era a disagio, parlava velocemente, forse non era abituata a chiedere scusa, chissà cosa l'aveva convinta ad andare lì.

«Chi è lui?» Chiese poi Scarlett.

Ilenia la guardò dritta negli occhi e Scarlett rivide la ragazza che qualche giorno prima l'aveva mandata a quel paese.

«Come già ti ho detto: la curiosità uccide il gatto. Davvero Scarlett, meno ne sai meglio è, questa volta ti è andata bene ma non sarà sempre così.»

La voce era tornata una scheggia di ghiaccio, così come lo sguardo che le lanciò, poi girò le spalle e se ne andò.

«ILENIA NON PUOI FARE COSI!» Urlò inutilmente Scarlett ma Ilenia se ne era già andata. Per la rabbia prese la prima cosa che c'era sul comodino vicino a lei, cioè uno specchietto, e lo lanciò contro il muro di fronte, rompendolo.

O questo o dava fuoco alle lenzuola.

Tornò a distendersi sul letto. Perché, si chiedeva, perché non poteva avere una vita normale? E dire che un mese prima avrebbe fatto di tutto per avere una vita più movimentata, adesso invece voleva di nuovo la sua vita monotona.
Viva la monotonia!

Com un sospiro chiuse gli occhi e neanche due secondi dopo si addormentò.

Quando riaprì gli occhi c'era di nuovo Nicholas con lei, però questa volta non era nel letto vicino, ma sul pavimento intento a raccogliere i pezzi di vetro, metterli in una busta e dargli fuoco.

«Gli hai dato fuoco?»

Nicholas sobbalzò per la sorpresa. «Sei sveglia?»

Poi sorrise, spense le fiamme e si avvicinò a Scarlett.
«Beh si, a volte lo faccio per risparmiare tempo. Ma non dirlo a nessuno, dovrebbe essere contro le regole e se lo viene a sapere Allison chi la sentirà?»

«Beh effettivamente è insopportabile» sbadigliò.

«Come mai sei qui?» Chiese guardandolo. Lui prese qualcosa dallo zaino che aveva sulle spalle e le mostrò una fotografia.

«Il ragazzo di cui parlavi oggi è questo?»

La fotografia mostrava una serie di ragazzi. Era una di quelle fotografie che si facevano a scuola, con tutta la classe. Era datata 2016 e Nicolas indicò un ragazzo.

Il ragazzo in questione aveva i capelli neri uguali a quelli del ragazzo che l'aveva quasi strangolata ma più corti, gli occhi verdi erano luminosi e sorrideva felice. Sembrava un po' più piccolo, e aveva un braccio intorno alle spalle di una ragazza, anche lei sembrava molto felice.

«Sembra lui, ma è... diverso.»

Nicolas guardò a sua volta la foto. «Lui è Luke Arfirst. Aveva diciassette anni in quella foto, due settimane dopo c'è stato il suo diciottesimo compleanno. Era uno studente abbastanza bravo, anzi era bravissimo, ma stava sempre per i fatti suoi, era un tipo introverso, figlio dell'elemento dell'aria.
Aveva un bel po' di potenziale. Quando l'anno dopo finì la scuola se ne andò in un paesino dove vivono i figli degli elementi. Un paese del New Jersey mi pare.
Sapevo che era andato lì, ma non sapevo che fosse tornato.»

«Un paesino dove vivono i figli degli elementi?» Chiese confusa. Non ne aveva mai sentito parlare.

«Si, a volte si riuniscono e vanno ad abitare in questi paesini dimenticati da Dio per poter vivere in pace, altre volte invece preferiscono vivere tra gli umani.»
Scarlett annuì e andò con la domanda successiva, quella che le premeva di più.

«Quindi tu lo conosci?»

«Ah non sai quanto» la voce bassa e lo sguardo di nuovo perso tra i ricordi. «Ma sai, come ho detto prima non era molto amico con nessuno.»

«E la ragazza che aveva accanto?»

Nicolas sospirò tristemente.
«Beh lei... È tutta un'altra storia...»

Si alzò dal letto.
«Non è venuto nessuno perché ho detto a tutti che volevi riposare.
Allison ha detto che non le importava e quindi sarebbe passata, ma poi sua madre l'ha chiamata e non è più potuta venire. Dovrai rimanere qua un altro giorno, domani potrai uscire.»

Si diresse verso la porta. Aveva improvvisamente cambiato umore.

«Ma io mi sento bene!» Protestò Scarlett.

Il rosso si girò e le sorrise anche se era solo un sorriso forzato. «Meglio prevenire che curare no?»

Poi si girò e se ne andò, lasciandola sola con i suoi pensieri.

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