~La storia degli Elementi~
Freddo.
Fu la prima cosa che percepì, poi si rese conto che in realtà era solo la mancanza del fuoco nelle vene.
Aprì lentamente gli occhi e vide una parete bianca davanti a sé, ci mise un po', poiché era ancora mezza stonata, ma alla fine capì che quello era solo il soffitto.
Lentamente si mise a sedere e notò che la stanza in cui si trovava somigliava alla camera di un college: c'erano due letti, uno dei quali era vuoto l'altro occupato da lei, due scrivanie, due armadi, e una finestra. La stanza però era spoglia, non c'era niente nell'armadio, nella scrivania o sui muri.
Si accorse, inoltre, che i vestiti che indossava non erano suoni. Il vestito nero che aveva messo la sera prima non c'era più, al suo posto c'erano un pantalone della tuta nera e una felpa grigia. Chiunque l'avesse trovata, l'aveva spogliata e cambiata e questo di certo non la tranquillizzava affatto.
Non ricordava quasi nulla della sera prima, aveva solo alcuni flash: gli amici di Luisa, la discoteca, l'alcool, la scheggia rossa e il calore intenso che aveva sentito.
Sulla scrivania di fronte a lei c'era una specchio che prima non aveva notato, e sgranò gli occhi sorpresa, ma a sorprenderla non era stata la sua pelle pallida, le occhiaie, il viso stanco, o i capelli totalmente in disordine, ma quello che aveva intorno al collo: un laccio nero che come ciondolo aveva la scheggia rossa della sera prima.
Non brillava più, ma rimaneva comunque splendida, aveva lo stesso colore delle fiamme. Rimase ad ammirarla per qualche secondo, poi cercò di toglierla. Non riuscendoci, però, decise che l'avrebbe tolta in un altro momento, adesso doveva fare una cosa molto più importante: scappare.
Arrivò davanti alla porta e nello stesso momento in cui appoggiò la mano sulla maniglia la porta di fronte a lei si aprì.
La ragazza si allontanò di scatto.
Entrarono una ragazza e un ragazzo, e Scarlett li osservò attentamente.
La ragazza, che le stava sorridendo felicissima mostrando i suoi denti assolutamente perfetti, era piuttosto alta, con lunghi, lisci e all'apparenza morbidi capelli color grano. Gli occhi, truccati con eyeliner e molto mascara, erano grandi e di un intenso azzurro. Le sue labbra erano colorate di rosa, un colore che di norma Scarlett odiava, ma che forse, su quella ragazza, poteva anche andare bene. I jeans, che le fasciavano le gambe perfette, erano dello stesso colore degli occhi, la maglietta invece era bianca e il seno era piuttosto prosperoso, infine notò che non aveva un filo di grasso in più.
Questa cosa fece leggermente arrabbiare Scarlett, non sopportava le ragazze così tanto magre e perfette.
Quella ragazza era perfetta, non trovava un difetto.
Eppure c'era qualcosa che le ricordava Betty Cooper di Riverdale, e lei di certo non era il massimo della sanità.
Spostò lo sguardo verso il ragazzo e fece una smorfia nel contrastare che anche lui sembrava prefetto.
I suoi capelli erano scombinati ma a lui stavano bene, poco più scuri di quelli dell'altra ragazza. La sua pelle era liscia, senza un filo di barba, i muscoli si vedevano bene anche se coperti da una maglietta altrettanto bianca.
'Mh, deve piacere il bianco a questi due'
Insomma aveva due ragazzi che sembravano la reincarnazione della perfezione davanti a sé, motivo per cui già le stavano antipatici.
«Non mi aspettavo che ti saresti svegliata così presto! Di solito ci vuole qualche giorno, meglio così però.»
La ragazza sembrava così piena di entusiasmo che lasciò Scarlett senza parole: che diavolo di problema aveva?
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, poi guardò di nuovo Scarlett, e lei questa volta non riuscì a trattenersi.
«Si può sapere chi diavolo siete voi? Chi ha osato spogliarmi? E dov'è il mio vestito? Quel vestito era di mia madre quando era giovane, giuro che se l'avete rovinato io...»
Ma la ragazza bionda scoppiò a ridere interrompendola.
«Ti ho cambiata io, sta tranquilla. Il tuo vestito è intatto, ma pensavo potesse essere scomodo, quindi ti ho prestato qualcosa di mio. Per le altre domande, beh...»
Guardò il ragazzo accanto a sé e lui sospirò.
«Dobbiamo raccontarti un paio di cosette» continuò lei.
Il ragazzo chiuse la porta alle sue spalle, si avvicinò al letto di fronte a quello di Scarlett e si sedette.
Forse avrebbero voluto che anche lei si sedesse, ma Scarlett non aveva intenzione di abbassare la guardia.
Potevano essere dei pazzi.
Scarlett guardò i due ragazzi con un'espressione interrogativa.
La sua curiosità non aveva limiti, ma era ancora sospettosa.
Il ragazzo indicò il letto di fronte al suo, ovvero il letto in cui Scarlett si era risvegliata.
Lei, sempre osservandoli, si sedette lentamente. Era pronta a scattare se fosse successo qualcosa.
Che dovevano dirle? L'avevano rapita forse? Però, se così fosse, non l'avrebbero fatta dormire su un letto, ma sul pavimento, legata e con qualcosa in bocca per non farla urlare, oppure facevano parte di qualche setta...
Guardandoli non l'avrebbe mai pensato, ma l'apparenza inganna, no?
La bionda poteva essere pazza e il ragazzo un assassino, o viceversa. La perfezione non esiste e loro erano troppo perfetti, c'era sicuramente qualcosa sotto.
«So che sembra assurdo, ma devi ascoltarmi in silenzio fino a quando non ho finito, non interrompermi perché odio quando lo fanno» continuò il ragazzo fissandola.
Scarlett annuì in silenzio, mentre il suo sguardo continuava ad andare sulla bionda seduta sulla scrivania.
E se erano dei pazzi che rapivano gente a caso per torturarla? E se mentre lui parlava, lei si distraeva e la bionda la strangolava? Sapeva che stava esagerando, ma non le piaceva stare lì da sola con quei due sconosciuti.
Il ragazzo fece un respiro profondo e iniziò il discorso.
«Hai presente il Big Bang? Bene, nessuno sa cosa ci fosse prima, tranne noi.
Prima del famoso Big Bang l'intera via Lattea era abitata dagli esseri umani, ogni pianeta esistente era popolata dagli esseri umani. Ognuno di loro viveva una vita agiata e tranquilla, molto meglio di quella di adesso, e il merito era dei Guardiani degli Elementi.
I Guardiani erano quattro, ognuno di loro rappresentava un elemento e i loro poteri erano racchiusi in una gemma: Il Guardino del fuoco portava un rubino rosso, il Guardino dell'acqua uno zaffiro blu, il Guardino della terra un onice nera e infine il Guardiano dell'aria un diamante bianco.
Era solo grazie a loro se tutto andava bene.
Ma niente può andare per sempre bene, dopo qualche secolo si fece avanti Etere.»
Scarlett aggrottò le sopracciglia: aveva già sentito quel nome, ma non sapeva dove.
Il ragazzo continuò. «Vedi, Etere era il Guardiano di tutti gli elementi, ma non era riconosciuto dagli umani, perché lui era estremamente debole in confronto agli altri.
Aveva solo il 25% di ogni elemento, mentre gli altri Guardiani avevano il 100%, questo lo rendeva quasi inutile.
Etere, però, voleva essere riconosciuto, voleva governare insieme ai suoi fratelli, voleva essere considerato.
Si allenò, provò a migliorare, ma non ce la fece, quindi optò per la soluzione che lui pensava fosse la migliore: ucciderli.»
«Un comportamento davvero maturo» ridacchiò la ragazza.
Lui le lanciò un'occhiataccia, ma non disse niente e riprese il discorso.
«Non fu facile per lui, dal momento che era debole, ma era anche molto astuto e riuscì a distruggere le loro pietre.
Il loro potere si disperse in tante piccole schegge, i Guardiani morirono o per meglio dire, scomparirono. Etere aveva avuto ciò che voleva, ma adesso gli elementi erano sotto la sua responsabilità. Etere era troppo stanco e troppo debole per potercela fare, morì e gli elementi caddero.
Senza aria, fuoco, acqua e terra l'intera popolazione umana morì dopo poco.»
La bionda ridacchiò ancora, mentre li osservava e dondolava le gambe come una bambina.
Il ragazzo sospirò e continuò.
«Hai presente il Big Bang? Ecco, fu la fine della guerra degli elementi, in cui Etere sconfisse i Guardiani, quello è il famoso "Big Bang".»
Scarlett sgranò gli occhi sconvolta e confusa, ma il ragazzo non le lasciò il tempo di parlare.
«Era tutto morto, finché due discendenti di Etere -ti prego, non chiedermi come un Guardiano fa i figli- arrivarono nella Via Lattea e la trovarono deserta, scelsero di far tornare in vita un pianeta solo: la Terra. Trovarono due schegge, una bianca e l'altra nera, facevano parte dell'onice e del diamante in cui era racchiuso l'elemento dell'aria e della terra. Una volta in possesso di quelle schegge, fecero in modo che l'aria tornò a circolare e la terra tornò in vita.
Fecero dei figli, un po' come Adamo ed Eva, questi figli trovarono altre schegge e riportarono il pianeta di nuovo in vita.
Tutto andò bene, per un po', salvo complicazioni come i dinosauri che fecero estinguere per necessità.»
«Mi pare più che ovvio! Avevano distrutto la famiglia» disse la ragazza in tono scherzoso.
«Si si, in ogni caso, tutto andò bene, le generazioni trovarono sempre le schegge, il mondo migliorava sempre di più.
La vita iniziò a svilupparsi di più, arrivarono le scimmie che si evolsero fino a diventare uomini veri e propri.
In principio c'erano i figli degli elementi discendenti di Etere, grazie ai quali la Terra era di nuovo in vita, e i veri uomini, discendenti dalle scimmie.»
La voce squillante della bionda interruppe il ragazzo, per la milionesima volta.
«Questo finché una figlia degli elementi non si innamorò di un discendente delle scimmie, i quali ebbero figli ibridi, che decisero di mescolarsi ancora con i figli degli elementi, ad un certo punto non si capì più chi era chi.»
«Ti avevo detto di non interrompermi!» il ragazzo alzò la voce guardandola male. La bionda sollevò le spalle, indifferente.
Lui ritornò a guardare Scarlett, che era cosi sconvolta da non riuscire a parlare.
«Decisero di tenere questa cosa segreta poiché non tutti potevano controllare un elemento, non a questo punto che era difficilissimo capire chi era figlio degli elementi e chi vero essere umano.
Aprirono delle scuole segrete in cui insegnavano ai figli degli elementi come controllare i loro poteri. Si scoprì che le schegge erano vive, in un certo senso, sapevano quando una persona era pronta e si facevano trovare nel momento migliore. Di solito si trovano le schegge nell'adolescenza, ma in casi rari si possono trovare anche fino ai venticinque anni.»
Si fermò ancora una volta, e Scarlett capì che erano arrivati alla fine.
«Ogni essere umano si rispecchia in un elemento: chi è istintivo nel fuoco, chi è determinato nella terra, chi è allegro nell'aria e chi è calmo nell'acqua, non sempre è così, ma nella maggior parte dei casi sì.
Scarlett, credo che tu l'abbia capito, ma te lo dirò chiaro e tondo: Tu sei una figlia degli elementi, una figlia del fuoco.»
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