ATTO TERZO
24 Dicembre 2026
La sveglia suonò due volte prima che Dave si allungasse per spegnerla.
Sembravano lontani secoli i tempi in cui bastava la prima nota della suoneria per farlo scattare in piedi, invece erano passate solo poche settimane.
Si rigirò nelle coperte e rimase nella penombra della mattina ad osservare il soffitto con nuova amarezza.
Era la mattina della vigilia di Natale, probabilmente l'ultima.
Da piccolo amava il Natale, era sempre stato un periodo dell'anno in qualche modo speciale. La neve soffice che si posava sulle case, la scuola chiusa, le luci che cambiavano completamente l'aspetto del quartiere e della città, tutto sembrava diverso e più bello. Poi le cene in famiglia al caldo, tutte le visite ed i giochi, i regali sotto l'albero nel salotto e la possibilità di andare a dormire più tardi. Aveva amato tutte quelle cose.
Crescendo aveva iniziato ad apprezzare anche le passeggiate di mattina con i compagni di scuola al parco con consueta battaglia con la neve, o le visite al bar centrale per una cioccolata calda tutti imbaccuccati fino alla punta dei capelli. Con gli anni cominciò a diventare di rito il Cinema notturno con gli amici, almeno finché non chiuse i battenti, oppure le partite di football dei Warriors al pub di Er facendo strage di pinte.
Infine gli ultimi, passati con Ellen, da fidanzati prima, da sposi poi e da genitori infine. Aveva imparato anche le difficoltà ed i sacrifici di questo periodo, ma non aveva ugualmente smesso di amarlo.
Si alzò stancamente e si preparò con la consueta precisione ed attenzione. Uscì nel corridoio tirato a lucido e si fece guidare verso la cucina dai rumori ovattati di una cena da vigilia che stava appena iniziando a prendere forma.
«Cipolle» notò immediatamente con un sorrisetto sarcastico aprendo la porta scorrevole «stasera tutti a distanza di sicurezza!»
La donna al bancone era esile, dal viso rotondo e dagli occhi vivaci. Indossava un grembiule verde scuro ed aveva dei lunghi capelli castani legati da un elastico. Dave diceva che erano del colore del gelato al caffé, paragone che la infastidiva parecchio ed al quale puntualizzava sempre paragonandosi alle pagine di un libro antico.
«Poco astuto, giovane padawan» borbottò sua moglie senza distogliere gli occhi dal tagliere dove stava sminuzzando una grossa cipolla rossa «mai fare battute ad una donna con un coltello.»
Dave si avvicinò baldanzoso al bancone forzando una risata di scherno. «Non mi fai certo paura, perché ho come me un temibilissimo...» si pavoneggiò infilando una mano nel cassettone ed estraendo il primo oggetto metallico che riuscì ad afferare «...cucchiaio! Trema!»
«Oh no, un cucchiaio!» rispose fingendosi spaventata «potresti quasi uccidermi dal ridere!»
«Chi ti dice che non sia questo il mio grande piano malvagio?» rise tirandola a se e baciandola sul lato della testa. «Ti posso dare una mano?» aggiunse appena sciolto il rapido abbraccio. Sul fuoco lento del piano cottura si vedeva carne di maiale e manzo cuocere nella passata di pomodoro, mentre sul bancone la grande quantità di cipolle finemente tagliate attendeva di raggiungere altra carne in una grossa pentola. «Dimmi solo che cosa devo fare.»
La donna lo guardò con occhi pensierosi portandosi l'indice alle labbra, come faceva sempre quando le rotelline giravano. Poi si girò ed andò ad aprire il fornetto elettrico sul muretto a destra.
«Tieni» gli porse amorevolmente un bel cornetto ancora tiepido, sistemandosi il ciuffo ribelle vicino l'orecchio sinistro.
«Cosa significa?» chiese perplesso osservando la mezzaluna di pasta sfoglia tra le dita affusolate della donna.
«Se vuoi aiutarmi, mangia questo e togliti dai piedi» rise di gusto davanti lo sguardo smarrito del compagno «faccio prima se non devo riparare ai tuoi danni!»
Dave alzò le mani in segno di resa ed, infilandosi il cornetto in bocca, lasciò Ellen lavorare in pace. Rimase tuttavia per un po' ad osservarla muoversi con sicurezza tra le varie pentole ed impasti, aveva sempre ammirato la sua capacità di gestire senza problema mille cose contemporaneamente. Così indaffarata, senza trucco, con il ciuffo ribelle che continuava a sfuggire ad ogni tentativo di controllo e le rughette che le uscivano sulla fronte quando era concentrata, le sembrava ora più che mai bellissima.
I suoi pensieri però dovevano essere in qualche modo piuttosto rumorosi poiché fu scacciato quasi subito con ampi gestacci dalla donna che mal sopportava essere guardata mentre faceva qualcosa poiché, testuali parole, "mi fai sbagliare".
Al secondo "sciò" da parte sua, Dave si recò nel suo studio ed attaccò il tablet allo stand fisso con tastiera per controllare notizie e posta come ogni mattina.
Tra le varie pubblicità, newsletter e volantini elettronici fu colpito da una mail proveniente dal CEO dell'azienda cliente che aveva visitato per lavoro la settimana precedente. Inizialmente si preoccupò, temendo di aver fatto un errore di qualche tipo, ma in quel caso il reclamo sarebbe arrivato direttamente in società. Inoltre, non aveva certamente lasciato il proprio indirizzo personale alla reception per l'autenticazione da ospite, quindi aprì curioso la missiva elettronica.
Dave osservò la mail perplesso. Cosa voleva dire?
Ricordava della discussione avuta a lavoro ultimato: era rimasto con il signor Azari, che aveva l'accesso completo al sistema aziendale, per tutto il giorno, cercando di risolvere la falla nella sicurezza. Quando ci riuscirono, l'amministratore delegato, fuori di sé dalla gioia, disse che se quel problema fosse esploso li avrebbe fatti chiudere sicuramente. Probabilmente aveva ragione.
Quella sera, distrutti, andarono a prendere un caffè alle macchinette al piano dei dipendenti e rimasero a parlare lì nella sala comune.
Non seppe esattamente perché, ma finì per raccontare a quell'alto dirigente per il quale aveva appena finito di lavorare tutta la sua situazione dell'ultimo anno. Forse aveva solo bisogno di sfogarsi sull'argomento visto che a casa il discorso sulla sua salute generava numerose tensioni.
Non credeva che questa storia sarebbe tornata a mordergli i talloni.
Si alzò ed andò nell'atrio a mettersi il cappotto per raggiungere la buca delle lettere, ancora dubbioso sul reale contenuto della mail che aveva appena letto. Al suo interno trovò una lettera chiusa senza affrancatura e senza mittente, decisamente non consegnata dalle poste. Di vigilia poi, sarebbe stato impossibile.
Tornò in casa, posò le chiavi sul mobile a cassettoni all'ingresso e si diresse subito in salotto verso la sua poltrona accanto al camino, scartando la busta misteriosa.
Lesse velocemente il contenuto rimanendo stupito da esso, cercando inutilmente nella busta e sul retro altre informazioni.
«Davey, tutto bene?» arrivò la voce dolce dalla cucina «cosa stai trafficando?»
«Sì Elly, tutto ok» rispose lapidario nascondendo istintivamente la missiva in tasca. «Mi sembrava di aver visto qualcosa in giardino, adesso sono a riscaldarmi in salotto.»
«Va bene, comunque non dimenticare le pillole o stasera starai uno straccio» disse, ma Dave rimase per un attimo perso nei suoi pensieri. Il contenuto della lettera gli ronzava nella testa come uno sciame di api. «E vai a dare un'occhiata a Dean, di solito a quest'ora si sveglia. Capito?»
«Sì tesoro, vado subito» confermò tirandosi in piedi, guardandosi attorno alla ricerca di un'idea di qualche tipo.
Il suo sguardo si posò sulla libreria e scorse velocemente i tomi con lo sguardo. Usavano quelle mensolette sul fondo del salotto per bellezza, non erano edizioni di libri da usare per la lettura.
Tirò fuori la lettera e la nascose nell'Inferno di Dante, avendo cura di non essere notato. Poi, dopo essersi assicurato di averlo riposto nella stessa identica posizione di prima, lasciò la stanza.
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Ciao a tutti cari enigmisti, benvenuti al terzo atto! Adesso le cose si fanno realmente interessanti, la trama procede spedita verso il finale! I misteri saranno svelati e verità verrà a galla, siete pronti?
Prima di tutto però fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, vi è piaciuto? Dovreste aver intuito una cosa o due o comunque aver dato fondamento ad alcune teorie, ma non temete, sono in arrivo sorprese, eccome!
Per chi di voi è in astinenza da enigmi vi rassicuro del fatto che arriverà presto, del resto ci sono due step ancora da superare ed il nostro Dave ha bisogno del vostro aiuto!
Vi lascio il salotto come al solito, buon divertimento!
PS: non dimenticatevi di votare il capitolo se è stato di vostro gradimento, è una gratificazione per me ed un modo per far crescere il libro. Grazie mille!
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