Capitolo 9

<<Cosa?>> quasi urla, è senza parole.
<<Quando ho conosciuto Leonardo, mi ha detto che gli ricordavo una ragazza, l'ex ragazza di suo fratello, una certa Giulia Castelli>> non riesce a crederci.  Resta per un po' in silenzio, il tempo di calmarsi.

<<E com'è?>> ora sono io che non capisco.

<<Chi?>>

<<Leonardo, chi se no?>> sembra, che le stia tornando il buon umore.

<<Lui è... non so... è... è dolce, gentile, bellissimo, gli piace il calcio, e anche la chimica!>>

<<Hai una foto?>>

<<No>>

Si sente il suo cellulare che squilla e corre a rispondere. Io vado a farmi una bella doccia, senza mai smettere di pensare a lui ed a cosa starà pensando Giulia. Mangiamo in totale silenzio, molto strano, voglio lasciarle elaborale la cosa, magari in questo modo, la prenderà il meglio possibile. Dopo cena, vado direttamente a dormire, che giornata intensa!

Mi sveglio di colpo con forti dolori alla pancia e alla testa, mi alzo dal letto, e cerco l'interruttore, appena si accende la luce sbatto leggermente gli occhi, guardo l'ora, le 3:27, esco dalla stanza e vado verso il bagno; ho il ciclo! Cavolo! Al contrario di certe ragazze, quando io sono in questo periodo, ho molto, ma molto male! Appena esco mi trovo davanti Giulia, con un bicchiere d'acqua e un buscofen in mano, ha già previsto tutto.

<<Tutto bene?>> 

Con uno sguardo capisce tutto, e me li porge. Io aspetto a prenderli, vado dritta in camera e mi siedo sul letto, le fitte sono sempre più forti.

<<Tanto male?>>

Annuisco, e prendo il medicinale, mi stendo sul letto accoccolandomi sotto alle coperte. Giulia spegne la luce, e torna a dormire.

Suona la sveglia, nooooooo, vi prego ditemi che non devo andare a scuola! Il dolore non sembra essermi passato, anzi mi ha quasi più male di prima! La sveglia continua a suonare, ma io non mi alzo, sono stanchissima!

Sento la porta aprirsi.

<<Come stai?>> la voce di Giulia, rimbomba nella stanza.

<<Male, il dolore è perfino peggiorato.>>

<<Rimani a casa oggi, ma domani vai a scuola>>

Una cosa che sa fare mia sorella, è capirmi sempre, sarà che è giovane, o che è mia sorella, ma riesce a capirmi!

Spegne la luce e deduco, vada a prepararsi.

Prendo il telefono e mando un messaggio ad Emma, per spiegarle le circostanze. In questo periodo, ho legato molto con lei, non so se posso già definirla la mia migliore amica, ma devo dire che stiamo costruendo un legame molto forte, al contrario delle altre ragazze, che invece sto conoscendo con più calma. Diciamo che, non siamo molto simili, lei ha tutti i ragazzi che le cascano ai piedi, sia perché è bella sia perché ha poca pazienza e se le parli male, lei ti risponde a tono, senza preoccuparsi di chi sei, credo siano aspetti che piacciono molto ai ragazzi. Lei però non è il tipo di ragazza che va con tutta la scuola, lei dei ragazzi non gliene frega niente, li ignora semplicemente.

Spengo il telefono e mi rimetto a dormire, spero che il male finisca presto.

Sento il campanello suonare in continuazione, chi viene a disturbare il mio sonnellino?

Mi alzo con tutta la calma del mondo, e trascinando le mie grandi pantofole, mi dirigo davanti alla porta, chi mi posso trovare davanti se non Emma?

<<Che ci fai qui?>>

<<Tu, cosa ci fai ancora in pigiama?>> non capisco, io ero beatamente a dormire, mentre lei dovrebbe essere scuola.

<<Gaia Castelli, ma sai che ore sono?>> Scuoto la testa e prendo il mio telefono, cavolo! Sono le 13.15! Ho dormito tantissimo!

<<Ma tu che ci fai qui?>> dico, facendola entrare in casa.

<<La mia migliore amica non si sente bene ed io devo lasciarla da sola tutto il pomeriggio? Non se ne parla nemmeno!>> sorrido, sono la sua migliore amica, credo che questo è mettere le cose in chiaro, credo che tra poco potrò anch'io definirla tale.

<<Ah, e ti ho recuperato la posta>> la ringrazio e predo le buste, Emma diciamo che non si fa mai i fatti suoi, non lo fa apposta, diciamo che fa parte del suo carattere, lo fa con gentilezza. Guardo le carte arrivate, una bolletta, un' amica di Giulia, le ha andato una cartolina, si sta passando un mese, girando il mondo, ora è in Africa. Poi c'è una busta, c'è scritto che è dal tribunale.

<<Perché, hai una lettera dal tribunale?>>ecco, mentre saliva, la sua curiosità non si è fermata.

<<Credo sia il tribunale dei minori. Diciamo, che io essendo affidata a mia sorella, e non ai miei genitori, gli assistenti sociali, devono tenere sotto controllo la situazione. Ogni anno, il tribunale che si occupa di noi minorenni, manda, gli assistenti sociali a fare dei controlli, per assicurarsi che sia tutto apposto.>> dico posando la posta sul tavolo.

<<E in cosa consistono questi controlli?>> si siede sulla sedia del tavolo ed ascolta attentamente.

<<Vengono qui, fanno un veloce giro della casa, facendo delle semplici domande, che di sicuro avranno scritto nella nostra cartella, uno/due incontri con uno psicologo e basta>> <<Ah, mangi qui con me?>> mi annuisce, così prendo una pentola e la riempio d'acqua, per poi metterla sul fuoco.

<<E ti piace fare questi controlli?>>

<<Beh, è noioso, anche perché noi non nascondiamo niente, mia sorella mi tratta come se fossi sua figlia.>>

<<Ah>> abbassa lo sguardo, qualcosa la turba.

<<Emma, devi dirmi qualcosa?>> chiedo sedendomi davanti a lei.

<<Posso farti una domanda personale?>> è titubate, cosa sarà di così brutto? Emma di solito e sicura di se, ti dice le cose in faccia senza preoccuparsi minimamente, di come si può sentire la persona.

<<Certo>>

<<Tu come ti senti, quando, vedi persone con la loro famiglia, nel senso...quando vedi...magari, mamma, papà e bambino, tutti felici, cosa provi?>>

<<Intendi quando, vedo, persone con i propri genitori, nei momenti, genitore-figli?>>

<<Si>>


Autrice:
Ciaooooooo, come va???
Ecco un nuovo capitolo tutto per voiiiiii!
Spero vi piaccia, e se avete delle domande, non abbiate paura di chiedere.
Ciaoooooo.

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