Capitolo 4

<<Dai, ora mangiamo>> dico staccandomi dal nostro abbraccio.
<<Va bene>> dice avvicinandosi al tavolo.
Dopo cena le mostro il film che le ho preso.
<<Aldilà dei sogni!>> dice meravigliata, guardando il dvd che ho in mano.
Inseriamo il film nel computer, prendiamo delle coperte e ci accomodiamo sul divano del salotto.

<<Come mai è il tuo film preferito?>> chiedo guardandola con uno sguardo interrogativo alla fine del film.

<<Quando ero giovane, mi sono innamorata di un ragazzo, Augusto Smit, ci amavamo molto, anzi tantissimo, niente poteva separarci, ne abbiamo passate tante insieme, molti ci considerano la coppia perfetta, poi abbiamo avuto un momento "buio", ma si è risolto tutto, poi, però un giorno ha avuto un incidente...>>Si blocca, le scende una lacrima, fa un lungo respiro e continua.
Nel mentre io rimango zitta, sono come ipnotizzata dalle sue parole.

<<Non ce l'ha fatta, ma ancora c'è come un filo che ci collega, anche se non c'è più, io lo sento ancora vicino, come se vegliasse su di me. Come i personaggi del film.>> abbozza un sorriso.
<<Vuol dire che lui la sù ti ama ancora e aspetta solo di rincontrarti.>> dico sorridendole.
Lei mi abbraccia, e poi ci dirigiamo ognuna nella propria camera.
Entro nella mia stanza mi infilo il mio comodissimo pigiama e vado davanti alla finestra che dà sulla strada davanti al palazzo.
Non c'è nessuno, nessuna macchina che passa, nessun'anima viva; solo il buio autunnale. Le nuvole scure mi fanno pensare ad un probabile temporale, i temporali che rendono tutti tristi, tutti tranne me. Sarà una cosa strana ma a me da un senso di protezione. La protezione che mi dà Giulia quando mi sta accanto. Tutto d'un tratto sento dei singhiozzi provenire dalla stanza di mia sorella; esco velocemente , cammino facendo meno rumore possibile verso la camera affianco, apro delicatamente la porta e noto Giulia affacciata alla finestra che piange. Decido di lasciarla sfogare, non so perché stia piangendo, ma non mi interessa saperlo, non voglio impicciarmi troppo in questa faccenda. Richiudo la porta e sgattaiolo dritta verso la mia camera e mi infilo sotto le coperte.

Torno a casa da una faticosa giornata di scuola, sono stanchissima m, non vedo l'ora di sdraiarmi sul letto e dormire. Apro la porta, butti sul divano lo zaino e mi siedo a tavola. Alzo di poco lo sguardo e trovo una donna, non le vedo il viso, solo il corpo, ma a quel punto corro subito ad abbracciarla forte.
<<Ti voglio bene tesoro>> dice la donna tra i miei capelli.
<<Ti voglio bene mamma>> mi scende una lacrima di gioia.

Mi sveglio di colpo, un'altra volta quel sogno, quel sogno che mi viene a far visita da anni ormai e che mi fa riflettere per giorni; mia madre? Chi era mia madre? Giulia la racconta come una donna molto acculturata, molto intelligente, che adorava vedere il mondo in diverse prospettive. Non mi rimane niente di lei, non so se mia sorella ha delle foto o cose del genere, ma io non ho niente.
Prendo il telefono per guardare l'ora, sono le 10 del mattino, non mi sento benissimo, per poco non ho nemmeno la forza di alzarmi dal letto. Decido di avvisare mia sorella.
<<Giuliaaaa non mi sento bene>>urlo dalla mia camera. In un millesimo di secondo mia sorella irrompe nella stanza col termometro in mano; senza dirmi una parola me lo da.

<<Come ti senti?>> mi chiede con uno sguardo preoccupatissimo.
<<Ho nausea e giramenti di testa>> mi fa quasi ridere, sembra che stia morendo.
<<Ok, allora ti misurati la febbre mentre io vado a prepararti un thè, va bene?>> dice correndo in cucina; mi viene una leggera risata, mia sorella appena non mi sento bene cade sempre in un'agitazione estrema.

Cinque minuti dopo si presenta davanti a me per vedere il termometro. Glielo porgo e lei sbianca.
<<Hai 38 di febbre!>> quasi urla.
Mi prende delicatamente e mi fa sdraiare sul divano per avermi sott'occhio tutta la giornata.
Nel basso tavolino davanti al divano c'è già una bella tazza di thè e di fianco un bicchiere di acqua e una bustina di tachipirina. Prendo la medicina e bevo la mia bevanda calda, poi mi metto a dormire un'altra volta come un ghiro.
Passo il giorno tra piccoli pisolini, film di Harry Potter e chiacchiere.

<<36,5>> dice Giulia facendo un sorriso si sollievo.
<<Grazie>> dico guardandola.
<<Di cosa?>> sembra perplessa, ma non capisce?
<<Di esistere>>

Autrice:
Ciaoooo,
Cosa ne pensate del sogno di Gaia???
E di Augusto Smit???
Ecco nuovo capitolo, lo so, non è un gran che, spero che però vi piaccia lo stesso. Votate, commentate, fate come volete, anzi, sono sorpresa di avere già una trentina di letture, non mi ritengo una scrittrice eccellente, ma sono una normale ragazza a cui piace scrivere, semplicemente quello, ma mi si riempie il cuore di gioia a sapere che usate il vostro tempo anche per il mio libro, per questo vi ringrazio molto😘.
Ciaooooo.

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