Capitolo 11
Esco da scuola, mi sento un po' strana, forse è l'agitazione, oggi pomeriggio vado in prigione a trovare il padre di Giulia. Mi manca, al contrario di mio padre, lui è una persona buona, a qui è stata fatta una cosa cattiva, e spero che riaprendo il caso di mia madre tutto andrà per il verso giusto.
Davanti al cancello, ci sono tantissime ragazze, ma che succede? Mi avvicino, ma non riesco vedere niente, solo tante voci.
<<Permesso...Grazie...sto cercando una persona>> la sua voce, mi si blocca il respiro, starà cercando me? No, impossibile, tra tutte queste ragazze che gli stanno sbavando dietro, viene a cercare una come me? No.
Mi sposto, vado sulla grande scalinata davanti la scuola e mi siedo. Mi metto le cuffie, non voglio vedere chi sta cercando, uno perché ci sono possibilità che mi piaccia, quindi la gelosia prenderebbe il sopravvento; secondo, no ci voglio stare male. Così prendo il cellulare ed inizio a girovagare sui social.
Dopo un po' qualcuno mi toglie una cuffia, mi giro di scatto, i suoi occhi. Mi osserva attentamente sorridendo, mi appoggia una mano sulla schiena e comincia ad accarezzare i miei lunghi capelli castani. Un brivido mi attraversa tutto il corpo.
Mi sposto, appoggiando la schiena al muro, e mettendomi, a gambe incrociate verso di lui, sì, magari mi piace, ma di certo non voglio che creda che sia facile conquistarmi. Non voglio che creda, che, se mi chiederà di essere la sua ragazza, sarà un "sì" sicuro. Voglio pensarci prima, pensarci a lungo. Solo adesso noto che ci sono le ragazze, di prima che ci stanno guardando con uno sguardo assassino, mamma mia! Non si può nemmeno parlare con qualcuno adesso?
<<Ti va di uscire oggi pomeriggio?>> mi volto di scatto, mi ha chiesto davvero di uscire? Il mio cuore sta facendo le capriole dalla gioia, ma non posso...
<<No>>Rispondo secca.
<<Perché?>>
<<Perché non posso>>
<<Cos'hai di meglio da fare?>>
<<Una cosa>>
<<Cosa?>> quanto è ottuso questo ragazzo!
<<Una cosa che non ti deve interessare>> non voglio di certo andargli a raccontare tutto, non lo conosco ancora abbastanza.
<<Uffa!>> sbuffa, mi viene da riedere, cosa credeva, che non faccio mai niente durante il giorno, sono una ragazza impegnata io.
<<Domani?>> nemmeno domani posso, è mercoledì e devo tenere Thomas.
<<No>> sorrido, bisogna impegnarsi con Gaia Castelli!
<<Cosa fai di così impegnativo?>> si avvicina, col corpo, mentre io, cerco di andare sempre più verso il muro.
<<Beh, domani faccio la babysitter>> continuo a sorridere, non si arrende mai.
<<Posso venire ad aiutarti?>> Woooo, non si dà per vinto mai eh? Non vedo cosa ci sia di male, tanto, Giulia torna alle 20:00, basta che se ne vada prima.
<<Ok>> Dico, convinta.
<<Domani alle 15:00 sono da te>> e se ne va.
Rimango spiazzata dal suo comportamento, nemmeno un "Ciao", appena esce dal cancello, tutte le ragazze, si girano e mi guardano come per dire "Osa avvicinarti a lui che fai una bruta fine" meglio che torno a casa, Giulia mi starà aspettando, ha dovuto spostare il turno del pomeriggio, per andare con me in prigione, però dopo esserci stare deve passare ad una agenzia per il lavoro, vuole cambiare. Lavora dalla mattina alla sera, al supermercato, la pagano miseramente e non le contano gli straordinari che ogni tanto fa nel weekend; così non riusciamo ad andare avanti. Vorrebbe fare un lavoro in qui sono coinvolti i bambini, ma non essendo laureata, non può fare la maestra, come aveva sempre sognato. Le ho proposto più volte di cominciare a fare un corso di studio universitario individuale, che l'avrei aiutata io, ma non c'è stato verso di farle cambiare idea.
Mentre cammino, mi sale già l'agitazione, spero, andrà tutto bene...
Entro nel gigantesco edificio grigio davanti a me, mi ha sempre messo un po' d'ansia entrarci, ma è l'unico modo per incontrare Antonio, il padre di mia sorella.. Per andare a trovare i detenuti, bisogna, mostrare i documenti e riporre tutti gli oggetti che si possiedono. Appena esce dalla stanza Giulia, entro io, le guardie mi aprono la porta, ed io varco la soglia, salutando cortesemente le altre due dentro la stanza. Appena Antonio alza lo sguardo, gli si illuminano gli occhi.
<<Lo sapevo che le promesse le mantieni sempre>> sorride con un sorriso gigantesco, mentre io mi siedo davanti a lui, appoggiando i gomiti sul tavolo che ci divide. Lui è ammanettato, per sicurezza, hanno paura possa dare di matto, e farmi del male, come ha fatto con mia madre, ma non è vero... Lui è un brav'uomo, non farebbe male ad un mosca, io so chi l'ha uccisa.
<<Ciao>> dico imbarazzata.
<<Sei cresciuta molto dall'ultima volta che ti ho visto>> annuisco.
<<Perché mi credi>> dice dopo un po' di silenzio. Io ovviamente, come al solito, non capisco.
<<Perché credi a me, e non a lui?>> lo osservo, ormai, si notano le rughe dell'età, sembra stanco, dimagrito, dimostra 80 anni, anche se in realtà ne ha solo 70, questo posto lo ste rovinando. Lo fisso negli occhi, anche se invecchiato, stanco e dimagrito, i suoi occhi fanno vedere, quella persona dolce e comprensiva che è in realtà.
<<Perché mio padre, non mi è mai sembrato un brav'uomo come te, in più l'atteggiamento che Giulia ha nei suoi confronti, mi ha fatto sempre riflettere.>>
<<Con tutto quello, che le ha fatto>> borbotta abbassando la testa e stringendo i pugni.
<<Le ha ucciso la madre>> dico io.
<<Oh tesoro, vorrei fosse solo quello>> scuote la nuca e vedo ce gli occhi gli si fanno lucidi.
<<Come?!>> mi avvicino di poco, come non è solo quello! Che cosa ha fatto quel essere?!
<<Ti sei mai chiesta del perché da me e Giulia, invece di stare con tuo padre? Del perché tuo padre, che avrebbe il diritto, essendo tuo padre, di accudirti, invece lo incontravi solo una volta al mese? Te lo sei mai chiesto?>> dir la verità , no, mi sembrava normale che dovesse essere così.
D'un tratto, mi viene in mente una cosa.
<<Giulia, ha nascosto un cosa in un cassetto, i camera sua, e mi ha detto che non dovevo mai aprirlo. Tu sai cos'è?>>
<<Forse è l'album>>
<<Che album?>>
<<Tempo scaduto>> dice una guardia avvicinandosi. Ne entrano altre due che prendono Antonio e cercano di portarlo via, ma lui dimenandosi, gli fa segno di aspettare un secondo.
<<Io se fossi in te, andrei affondo di questa storia>>
E se ne va.
Autrice:
Ciaoooo, come state??? Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Scusate se non ho aggiornato, ma sono stata molto impegnata.
Tra poco ricomincia la scuola! Voi cosa ne pensate??? Io sinceramente ho voglia di tornare a scuola e dare il meglio di me, e fare sempre un passo in più per realizzare il mio sogno nel cassetto. Se volete, commentate, fatemi sapere cosa ne pensate, vorrei conoscere meglio le persone a cui piace il mio libro. Ma se non so chi siete, come faccio a farlo???
Quindi, spero che stiate bene, anche se non ci conosciamo, una chiacchierata si può sempre fare, non credo di essere una cattiva amica🤷♀️.
Ciaoooooooo.
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