Canteen (2/2)

Capitolo XIV

" Oh per queste spoglie che abbandono, per il manto di cui mi assolvo, rimembra tu il sacrificio adempiuto. Il giorno nella quale ho indossato la tua presenza e fatto dell'anima tua, la mia essenza."

-J.Kai-


Era salvo dire, che alla fine della giornata, il riposo non mi era concesso. E così nemmeno la pace dell'anima.
Non potevo starmene tranquilla, e il mio cuore non poteva sperare in qualcosa di migliore.
Un organo sordo che ogni tanto riprendeva a far rumore. E le poche volte in cui esso poteva suonare, non era mai per amore, se non per dolore. Un qualcosa d'infausto e straziante; di condannevole e sempiterno.
Alle parole della cameriera mi ero catapultata verso l'uscita, nella speranza di poter giungere verso la mia arte bianca. Verso il sollievo che colmava il mio spirito, l'antidoto che ripristinava la mia sanità mentale, eppure...
Trovai Uriel e Nairobi fermi sull'uscio dei portoni, intenti ad attendermi come guardiani di una prigione desolata.
Un sorriso disonesto sulle labbra della sorella, un'espressione cupa sul volto di lui.
E quello fu sufficiente per farmi capire che avevano orchestrato tutto. E Nairobi mi aveva fregata.
Socchiusi gli occhi liberando lunghi sospiri faticosi. L'adrenalina a mille, il cuore ribelle e l'ansia fuori controllo.
-Per favore... Permettimi di vedere come sta...-
Era raro vedermi supplicare, anzi, non supplicavo mai nessuno di solito. Tuttavia, si parlava di Castiel. Non potevano toglierlo dalle mie mani in quel modo. Non potevano derubarmi di ciò che era mio in una maniera così infame.
-Sapevi che era qui tutto questo tempo... Non è così?-
Il tono di Uriel venne gelido come la notte, un tono completamente sporco di veleno. Minaccioso e pungente. E giunti a questo punto non potevo più mentire.
Annuii piano, consapevole di quanto fosse adirato. Un'ira scottante, un'espressione feroce.
-Nairobi uccidilo-
Sgranai gli occhi, basita.
-No! Nairobi Giuro che se lo tocchi...-
Strinsi i pugni, facendomi avanti. Una stretta violenta al cuore. Un male nello stomaco.
-Che cosa farai?-
Lei mi scherní allargando il ghigno già entusiasmato.
Il tono altezzoso, l'atteggiamento da superiore.
Mi morsi la lingua, cercando di tenere a bada le emozioni contrastanti.
-Ti troverò... Ti ucciderò, e ti prometto che sarà l'ultima cosa che farò. E solo Dio sa se non lo farò...-
Lo dissi con estrema fluidità. Senza alcuna paura. E questo dal momento che persino Follies lo desiderava da molto tempo.
-Toccalo e finiremo agli inferi insieme. Tu, io e Uriel-
Al suono del suo nome si accigliò, quasi sorpreso alla sfrontatezza della mia confessione. Forse anche ferito, ma poco mi importava in quel momento.
-Saresti disposta a togliermi la vita...?-
Uriel si incamminò verso di me, fermandosi davanti alla mia figura.
-Sceglieresti tu, di cancellarmi dalla faccia della terra per un soggetto mediocre come quello?-
L'ira saliva dal fondo della sua gola, distorcendo il suono delle sue parole in versi ringhiosi.
-Sì-
Un manrovescio mi arrivò sul viso, facendomi barcollare. E per poco perdere l'equilibrio.
-Valgo così poco per te?!-
Uriel andò avanti a inveire su di me, braccando i miei polsi nelle sue mani. Il suo viso a un centimetro dal mio.
-Guardami stronza!-
Le fiamme nei suoi occhi roventi, l'ira nel respiro. Un uomo in procinto d'impazzire. Un essere fuori controllo.
-Guardami in faccia, e dimmi che lui vale più di me!-


TO BE CONTINUED...

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