Canteen (1/2)
Capitolo XVIII
"Mantieni gli occhi su di me, Ti imploro di restare con lo sguardo su me soltanto".
-J.K
Qualcosa non quadrava quella mattina. Mi bagnai la fronte con l'acqua fredda, tirando indietro i capelli con le dita. La temperatura del mio corpo, stranamente bollente, un'influenza improvvisa che mi aveva colto alla sprovvista, considerando che due giorni fa stavo perfettamente bene.
-Hai provato ad andare a farti vedere in infermeria?-
Asér se ne stava in silenzio, di fianco a Drake, entrambi visibilmente preoccupati.
-Con quello lì che non aspetta altro che mettermi le mani addosso...?No, grazie -commentai disgustato.
Drake fece eco con un verso schifato.
-Avete notato anche voi? Al medico non piace la vagina!-
-E che cazzo Asér! Lo abbiamo capito tutti, non c 'è bisogno di annunciarlo ai quattro venti!-
Drake gli diede una botta in testa, con il fare di zittirlo.
Sorrisi debolmente.
-Eh chi ti dice che lo sanno tutti?- protestò lui.
-Il fatto che nessuno appunto, va in infermeria!-continuò Drake alterato.
Chiusi gli occhi per un secondo, combattendo i forti giramenti della testa.
-Ti copriamo noi Clyde! Tu resta pure in stanza a riposare-
Asér e Drake mi diedero una pacca sulla spalla prima di sparire dietro l'angolo del bagno. Mi disfai della maglietta bianca, lasciando soltanto la salopette di jeans sul torso nudo e poi mi incamminai verso la mia camerata.
Oltre a ciò, avevo avviato una ricerca sulla madre di Uriel, alcuni giorni fa; e sotto lo sguardo di Geyser avevo scoperto che Hansel era il fratello minore di Uriel. A quella rivelazione mi si era distrutto il cuore. Un pezzo di me si era frantumato alla realizzazione di tutto quello che aveva passato. Un passato spaventoso e un fratello ancor più tremendo da scoprire.
Per due giorni ero rimasto in una sottospecie di trance e non avevo fatto altro che pensare a lui. Avevo persino cercato di parlare con Ariana ma senza alcun successo.
Sadira e Galilea mi avevano detto che stava con Uriel e che non voleva essere disturbata. Un altro macigno sul cuore. Un altro motivo per stare male. Come se non bastasse dovevo scoprire che Ariana giaceva con Uriel, dormiva con lui e...
Mi morsi il labbro adirato, salendo le scale del letto a castello per poi sistemarmi sul materasso. Mi faceva più male lei che l'influenza. Più tossica di qualunque altra cosa che avrebbe potuto essere definita nociva, eppure...
Castiel sei un'idiota!
Ero solo un coglione, perché mi piaceva lo stesso, nonostante tutto.
E forse ero io quello folle, quello che aveva perso la ragione.
Mi rigirai sulla brandina, cercando di trovare una posizione comoda, tentando disperatamente di prendere sonno per non pensare a nulla.
🔸FOLLIES🔸
Infilzai la forchetta nella mano dell'uomo, che stava alla mia sinistra. Un cliente di Uriel, che durante il rinfresco aveva pensato bene di allungare la sua mano sulla mia coscia.
Pronta a sbrindellare chiunque: dall'uomo con la mano insanguinata agli altri stolti seduti attorno al tavolo. Uomini ipocriti e impertinenti, che erano convinti di sapere come funzionava il mondo intero.
Sospirai con fatica, la forchetta sporca di sangue tra le mani.
-Provaci di nuovo e la mia faccia sarà l'unica che vedrai prima di morire-
I loro occhi restarono su di me, fermi. Impauriti. Le mani composte sul grembo. Il cibo intoccato.
-Signorina Clark... Non vogliamo mancarle di rispetto ma non possiamo parlare di queste cose con una donna. Abbiamo bisogno di Uriel...-
Ancor prima che potesse finire, balzai sopra il tavolo. Incurante dei piatti o delle pietanze, arrivando con un coltello al suo collo.
-Ripetilo! Dillo di nuovo!- sibillai a denti stretti.
Gli altri sussultarono per lo spavento, cercando di fermarmi dal premere la lama sulla pelle del funzionario.
-Okay! Va bene...-
Non mi spostai di un centimetro, anzi, chinata sul tavolo, restai ferma, fissandolo dall'alto.
-Si tratta dell'esperimento...-
Socchiusi gli occhi confusa.
Esperimento?
-L'esperimento 1,999 condotto su quei gemelli... Uriel te ne avrà parlato...-
Di che diamine stavano parlando?
-Dimmi di più!-
Abbassai la lama, impaziente. Scioccata dall'idea che Uriel mi avesse tenuto nascosto un'esperimento passato. Insomma, perché rivelarmi tutto tranne quello?
-Signorina... Non possiamo parlarne qui, è un segreto di stato...-
Mi morsi il labbro, ancor più curiosa, tanto da non voler aspettare.
-Comincia a parlare!- minacciai acida.
L'uomo deglutí, cercando i suoi compagni con lo sguardo. Visibilmente nervoso e contrito.
Strinsi il coltello, decisa a scagliarlo su di lui. Seccata dalla sua voglia di perdere tempo.
-Signorina Clark!-
I portoni principali vennero improvvisamente spalancati.
Mi voltai di scatto verso la sgradita intrusione.
-Hanno avvelenato i pasti nella zona militare!-
Proccesai l'informazione a rilento, la mente ancora assorta per via dell'esperimento appena scoperto.
Fissai la cameriera con aria torva, per poi guardare di nuovo l'uomo davanti e a me.
-E quindi? Dove sta il problema? Togliete il veleno, no?- asserii infastidita, irritata per essere stata interrotta in vano. A momenti furiosa.
-Non è quello il punto Signorina Clark...- la sua voce tremante e balbuziente.
-Cosa allora?! Non vede che siamo nel bel mezzo di una riunione?!-
Stavo decisamente perdendo le staffe, ancor più arrabbiata all'idea che Uriel mi avesse nascosto qualcosa di così importante.
-La mensa non è stata avvelenata oggi, ma da circa una settimana... L'abbiamo scoperto solo addesso-
E fu solo in quel momento che unii tutti i punti del disegno, che permisi alla mia testa, di dare spazio a quella informazione ricevuta. E senza nemmeno ordignarlielo, il mio corpo si mosse dal tavolo verso l'uscita.
Castiel...!
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