Epilogue: Outcome (2/2)
Capitolo LXIV
"E a modo mio, so bene quanta fantasia ci vuole, per partire.
Si ritorna solo andando via".
-L. Pausini
I tre giorni passarono prima del previsto, e tra rimpianti e insicurezze, mi trovai all'aeroporto. Accompagnato da mio padre e dalla signora Clark, camuffata come una donna orientale, nel tentativo di nascondersi da possibili occhi scrutatori.
Il mio volo doveva decollare a breve. E portavo con me solo una piccola valigia, contenente il necessario. I documenti falsificati sotto un altro nome.
Non potevo mica entrare nella reggia, mantenendo il mio nome.
E quindi avevo optato per il nome di mio nonno e il cognome di mia madre.
"Clyde Cyrus."
-Castiel...- mio padre mi chiamò, appoggiando le sue mani sulle mie spalle.
-Non farmi pentire di averti mandato lì. E non devastare il cuore di tua madre. Torna tutto intero.-
Annuii con un cenno della testa. Mio padre voleva dirmi di più, ma non sapeva come esprimersi. E questo perché non era mai stato un tipo sdolcinato. Eppure, le parole nei suoi occhi erano molte.
-La missione dura due mesi. Ti giuro...-
Si fermò di nuovo, stringendo la mascella. Le mani schiacciate contro le ossa delle mie spalle.
-...Castiel, se entro due mesi io non ti vedo, ti vengo a prendere mi hai capito? Non farti ammazzare. E smettila di camminare a braccetto con il pericolo!-
Annuii di nuovo, i miei occhi fermi nei suoi.
Mio padre sospirò con amarezza. L'espressione angustiata.
-Diana se succede qualcosa a mio figlio ti riterrò responsabile! Anche a costo di regalarti una pena di morte-
Strabuzzai gli occhi per quanto fosse serio.
Sbaglio o l'aveva appena minacciata di morte?
-Papa!-
Lui si ricompose facendo finta di niente. Sotto lo sguardo stupito della signora Clark.
L'altoparlante si risvegliò proprio in quel momento, trascinando le nostre attenzioni verso l'annuncio.
"I passeggeri possono cominciare a dirigersi verso l'aereo".
Era giunta l'ora.
-Buona fortuna Castiel, so che sei una persona in gamba. Non come tuo padre che pensa solo a essere pessimista!-
Mio padre sbottò qualcosa sottovoce, digrignando i denti con irritazione.
Lui non amava scene drammatiche né troppo sentimentali. E mi chiedevo come avesse fatto mia madre a conquistarlo dato che lei era l'esatto opposto.
Mi incamminai verso di lui, dandogli una pacca sulla schiena, e con mia sorpresa, mi tirò dentro in un abbraccio stritolante.
A volte si dimenticava della troppa forza che aveva nelle braccia.
-Okay papà, allora vado-
Mi guardò per qualche secondo e poi fece un cenno militare. La mano destra alzata sulla fronte.
Alzai la mano anch'io, ricambiando il suo saluto militare. Un sorriso a fior di labbra.
Ora mi sembrava veramente di andare in guerra.
-Grazie tante Detective Castiel Smith-
-Grazie a lei Signora Clark-
E con un cenno, voltai loro la schiena, disperdendomi tra le moltitudini.
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