Slow Down
"Spero tu sappia che il tuo momento sta per giungere. E che non arriverai viva a fine giornata". Dire che ce l'ho a morte con questa traditrice è poco; questa qui si farebbe chiamare l'AntiCupido in persona? Semmai l'Agnese! Questa, in realtà, è una sottospecie di ragazza con una doppia faccia: al momento del bisogno si trasforma in cuori e amori, guardala!
"Shhh, va tutto bene gattino, non brontolare". Mi rimbrotta lei, in uno stato di completa tranquillità. Un Mjolnir! O, per dirla in termini terrestri, un corno. Tranquilla, un corno! Anche se il primo è il martello di Thor, e non ha alcuna similitudine con un corno, comunque... un corno! Sto andando in tilt. E corno è la parola sbagliata per andare in tilt.
"Oh, ma andiamo!". Alzo le mani in un gesto di frustrazione.
"Alzare mani, occhi e tutto ciò che si può alzare senza che la situazione diventi scabrosa e sconcia, è una mia prerogativa cara". Le lancio una vera occhiataccia. Una di quelle che fucilano, stendono e ti fanno risorgere per stordirti nuovamente.
Lei porta le mani al cuore e si finge morta; di certo le risate di Sara non aiutano. Per niente.
"Tesoro, le tue occhiatacce funzionano solo quando non vorresti interiormente ringraziarmi di cuore. Lo so che in realtà mi ami. Prego, comunque". Finisce, portandosi indietro i capelli come una di quelle tante spocchiose ragazze che fanno vedere nelle serie tv. Ah!
"La mia interiorità mi sta dicendo di ucciderti, al momento". Lei mi liquida con una sventolata di mano e un sospiro che la dice lunga. Uno di quelli da -prima o poi se ne dovrà pur rendere conto-.
Sara intanto ha finalmente smesso di ridere, ma non le risparmio le occhiatacce.
"Cosa farai quindi?". Mi chiede divertita.
"Non ci andrò!". Piuttosto salverei Thanos. Che la dice lunga. Che poi... cioè poteva trasferire metà della popolazione su un altro pianeta comunque; certo, famiglie separate, cuori spezzati, ma almeno non erano morti! Sarebbero stati felicemente in vita su uno dei trilioni di pianeti inabitati ma ospitali dell'universo. E... no.
Niente. No no no. Cioè in quel caso se succedesse nella nostra realtà potrebbe toccarmi la metà senza le mie persone preferite. Cioè, non ci sarebbe quel gran figo di Tom Holland! E Orly, anche! Il mitico Orlando Bloom dai bei capelli. No no no. Mi sta bene far sparire metà della popolazione per poi fare il culo a Thanos e portarla indietro.
Anche se, anche lì, se fossi vissuta in quella realtà sarei stata cinque anni senza Peter Parker o cinque anni con lui da un'altra parte? Diciamoci la verità, tutto quel tempo e loro sono semplicemente scomparsi? No.
Non è possibile. Deve essere successo qualcosa in quel lasso temporale che nessuno ricorda. Come se fossero stati in una realtà alternativa ma nessuno lo sapesse. E se fossero stati mandati nel Regno Quantico? Uh, sarebbe figo.
"Ma sbaglio o ha detto che ti aspetta qui fuori?". Mariachiara, concentrazione. Hai un problema da risolvere, peggiore di quanto possa essere metà della popolazione blippata.
"Si, l'ha detto eccome". Afferma Gaia. Ho capito che il suo nome vuol dire letteralmente gaio, gioioso, ma lo deve essere proprio in questa situazione?! Ed in questo modo? Tenga la sua esagerazione napoletana a casa, grazie!
"Tu, smettila! E lui non sa da quale parte esca, no?- Gaia prende il telefono- Ferma! Non ci provare, tu non glielo dirai. Io davvero non voglio uscire con lui, non lo conosco nemmeno!".
"Carissima, si chiamano appuntamenti proprio perché ti da una data e un'ora in cui uscite e una volta andata lì parlate, vi ascoltate e iniziate a conoscervi". Spiega lei, con una logica quasi imbattibile. Quasi.
"Ma è questo il punto! Io non voglio conoscerlo!". Sara si avvicina e mi mette una mano sulla spalla.
"Come dice lei, carissima, continua a ripetertelo...". Inizia la traditrice.
"... ma mentre ti scervelli prendi a braccetto il destino e vai a mangiare con questo tizio!". Finisce la compare. Ora sono due le vittime nella mia testa.
"Tizio! Appunto! Non so nemmeno come si chiami". Cerco di sottolineare l'ovvio, rendendo ancora più significative le mie ragioni; come se ce ne fosse bisogno. Dovrebbero essere a tutti palesi. E poi è inglese. Ci capiremmo la metà del tempo se tutto va bene.
Ma no! L'abbiamo escluso. È un'eventualità che non può accadere. Concentrazione, Mary, concentrazione!
"Questo potrebbe essere, lo ammetto, un po' sinistro e troppo strano... quindi perché non accompagnarla?". Guarda Sara in cerca di sostegno, ma lei alza subito le mani in alto, fermando le sue pericolose idee.
"Ah, non cercare aiuto da questa parte. Questa ragazza ha un appuntamento con lo studio e poi deve andare a kick". Dice, indicandosi. Io, invece, guardando gli occhi sogghignanti della mia amica capisco che questo era il suo piano sin dall'inizio: non è così sprovveduta da mandarmi da sola incontro ad uno sconosciuto senza un minimo di indagine. Sui social, quantomeno.
D'altra parte, però, questo ragazzo sembra aver passato appieno i primi step di Gaia alla prima occhiata, in quanto a fisico e first impression. Dunque per lei va già bene che io provi ad uscirci una volta o due. Ed intanto, se esce con noi, potrà vedere se supera altre fasi. Quant'è preoccupante che riesca a capire così bene la sua mente contorta?
Le do un'occhiata. Come lei riesce a capire la mia. Quindi tanto.
"Beh, allora... Mig!- agguanta il poveretto per una spalla- Ti va di fingere di fare da cavaliere a due povere, indifese ragazze?".
"Indifese?". Esclamiamo in coro io e Sara.
"Oh, a volte i secoli di patriarcato che abbiamo alle spalle sono utili a noi povere donne. Dunque? Vuoi farci l'onore di essere il nostro Agilulfo?". Continua, ponendo la mano sul cuore. Dalla parte sbagliata. Appena se ne accorge, la sua mano fa un salto sul lato sinistro, comunque abbastanza centrale; dai, per una che pensa di iscriversi a medicina, almeno sa dove si trova uno dei suoi organi fondamentali.
"Quello poi scompare". Le fa notare Sara.
"Rambaldo?". Si corregge lei. Ma la situazione può diventare più assurda di così?
"Certo care donzelle, ne sarei più che onorato. Non ho neanche impegni di vendetta. A quando l'incontro?".
Ecco. Non dovevo dirlo. Sapevo che non dovevo dirlo. Quando si dice, gli ultimi pensieri famosi...
"Al volger del tramonto della scuola, sul piazzale qui dinanzi oh cavalier dalla scintillante... maglietta Avengers". Per quanto continuerà questa pazzia? Per quanto?
"Tradotto: subito dopo scuola qui fuori e devi avere i soldi per il pranzo". Ribatte Sara.
"Ma qui qualcuno vuole sapere la mia opinione al riguardo?!". Alzo nuovamente le mani al cielo, ringraziando al contempo la mascherina che non mostra il mio divertimento. Facciamo mezzo. Un quarto di divertimento per questa situazione.
"Ripeto, quelle sono una mia prerogativa. E, carissima, ti vedo muovere le labbra, ma non sento niente. Nella mia testa c'è solo il modo in cui lo guardavi stamattina".
"Quindi, quella è la tua opinione". Continua Mig.
"Oh, ma ti ci metti pure tu?". Lui alza le spalle.
"Beh, se si deve giocare...". Suona la campanella di fine ricreazione; finalmente una materia che adoro: la storia.
"Meglio farlo in una casa materasso, ma anche a pranzo va bene!". Urla Gaia e poi i tre scappano ognuno al proprio posto sotto il mio sguardo infuriato.
"Usare i miei sogni contro di me non ti aiuterà ad uscire viva da qui, oggi!". Esclamo e mi siedo sbuffando.
Appena mi giro, però, vedo il professore sull'ingresso della porta, che mi guarda abbastanza confuso.
"Questa tua dote omicida mi era sconosciuta". E giù la classe a ridere.
Ah ah ah. Proprio divertente. Quei tre, poi, non la finiscono più e stanno quasi ululando dal ridere.
Rendendosi conto di essere appena entrato ed aver già fatto scalmanare la classe intera, però, il professore cerca di riportarli all'ordine. Loro. Io sono quella più calma, qui.
"Ecco... Sai chi era accompagnata da una leggenda nera nella Francia del sedicesimo secolo? Caterina de Medici. La consorte di re Enrico II non fu ben accetta alla corte francese, perché di rango inferiore. Perché fu . Fu il massacro della notte di San Bartolomeo ad alimentare però la leggenda nera che perseguì il suo personaggio nei secoli a venire...". Ringrazio mentalmente il professore di aver lasciato perdere le mie parole ed aver iniziato a spiegare. Un'ottima deviazione dal momento di imbarazzo.
Sia Gaia che Sara sono felicissime, perché questa è una delle tante parti della storia che tanto adorano. A Miguel e il resto della classe non sembra importare così tanto invece, ma piano piano iniziano ad interessarsi all'argomento, anche tramite i pettegolezzi di corte tramandati sino a noi che il nostro professore ama mettere nelle sue lezioni. Tra pochi sbuffi e molte riflessioni e domande, le due ore con il nostro appassionato di storia passano piuttosto in fretta, con mio grande dispiacere.
Credo che questa sia davvero la materia che preferisco. Non è solo il modo di spiegare dell'insegnante, che coinvolge con il suo entusiasmo molti di noi: sono proprio gli avvenimenti. Insomma, senza la storia non si avrebbe un passato su cui riflettere e un futuro cui aspirare; mi piace vedere come tutto riesca a collegarsi, alla fine. E poi è bellissimo pensare che personaggi grandiosi come Cesare fossero semplici umani; insomma, sono noi! Ed chissà, se l'epoca fosse stata differente saremmo potuti essere noi.
E se tra qualche secolo ci fosse qualcuno che penserà di essere la reincarnazione di Tom Holland, Johnny Deep o del neo presidente americano Biden? Chi lo può sapere, in fondo?
"A cosa stai pensando?". Il mio compagno di banco si sarà scocciato di rimanere in silenzio; a causa del Covid, possiamo alzarci dal posto solo per andare in bagno o durante la ricreazione. Ed io alla toilette ci vado davvero poco, vista la mia pigrizia nel compilare il modulo aggiuntivo che hanno messo su tutte le cattedre della scuola, in vista di questi nuovi tempi pandemici. Insomma, solo perché mi scappa dovrei anche arrivare fino alla cattedra, addirittura fare lo sforzo di piegarmi e con la mia penna tra le mani mettere una firma che contrassegni la mia uscita? Troppo lontano, troppa fatica e nah, grazie.
Oltre la ricreazione non abbiamo altre pause significative; nel cambio dell'ora siamo costretti qui, e per sua sfortuna la maggior parte del tempo disegno sul diario o do il via a riflessioni mentali particolarmente ardue.
Stranamente stavolta non comprendevano muscoli né una parola che inizia con T e finisce con 'omizazzione'. Forse la sua interruzione non me ne ha dato il tempo.
"Alla storia. In generale, sai... quanto mi piaccia insomma". Gli rispondo, prendendo come spunto i pensieri di poco fa. Si, meglio non comunicargli della mia fissazione per un certo attore.
"Ti piace la storia?".
Ma. Sarò stupida io, eh. Non l'ho appena detto?
"Si. Si, mi piace la storia". Gli do la conferma che tanto aspettava e lui s'illumina.
"Hai mai visto Monuments Man? È un film sulla seconda guerra mondiale con-".
"George Clooney che interpreta Frank Stokes! Raffaele, scherzi? È uno dei film che preferisco, è fantastico! Accuratezza storica, anche se non al cento per cento ovviamente, musiche belle, effetti speciali fantastici e non esagerati". Elenco sulle dita.
"Si, è vero. A volte fanno film solo per mostrare effetti speciali, o almeno così sembra". Fa una piccola smorfia per dimostrare il suo dissenso e io scoppio a ridere.
"Infatti! Qui no, invece. Anche la trama, avvincente e allo stesso tempo profonda. Non ti lascia il tempo di staccarti dallo schermo, è semplicemente... wow".
"Deduco che ti piaccia- ride lui- Sai, non ti facevo così appassionata di storia... né di cinematografia".
"Beh, forse non mi conosci così bene come credi". Alzo le spalle. In effetti neanche io lo conosco molto per essere un mio compagno di classe.
"Sai che avevo sentito dell'uscita di un nuovo film ambientato durante il... se non sbaglio nel periodo Romano, ma potrei ricordare male- gli faccio segno di non sapere di cosa stia parlando- Beh, comunque lo ritrovo e ti mando il titolo. Se ti piace potremmo andare a vederlo appena esce".
Faccio nuovamente spallucce.
"Vediamo prima di cosa si tratta. Nel caso, per me andrebbe bene. Adoro quel periodo".
"Ah, fantastico!". Riesco a vedere il sorrisone nonostante la mascherina e in quel momento, anche se un po' in ritardo, la professoressa di inglese arriva.
Le sue lezioni in generale mi annoiano, ma oggi sembra volare manco fosse Trilli. Una fatina con vestiti abbastanza stravaganti ed un'età tutta da immaginare, ma comunque. Sarà perché sono un poco in ansia per l'appuntamento di dopo, o le lancette dell'orologio hanno davvero messo il turbo?
Sono troppo veloci. Davvero, davvero troppo veloci.
In men che non si dica arriva la fatidica ora finale di arte, l'ultima campanella suona e Gaia si fionda al mio banco, seguita da un Mig un po' assonnato.
Ci scommetto che avrà dormito durante il filmino sulla mostra di Ariosto e i pittori del cinquecento. La combina-appuntamenti qui presente invece sembra in fribillazione: non riesce a stare ferma un attimo.
"Dai dai! Su, dai. Dai!". Il suo tono passa da alti e bassi in continuazione mentre ci incita a darci una mossa e, appena finisco di mettere la roba nello zaino, a stento me lo lascia chiudere che subito inizia a trascinarmi verso l'uscita.
Oh grande Grogu, proteggimi tu. Dovresti bastare, in teoria.
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