Angel With A Shotgun

Ho sempre pensato che una vita ordinaria fosse molto noiosa e, come non so quante altre persone, ho desiderato che vi entrasse qualcosa di più speciale.

Se non ricordo male era Wilde a dire di stare attenti a ciò che si desidera, perché lo si potrebbe ottenere: parole sante.

Negli ultimi mesi la mia vita è stata fin troppo movimentata, tra litigate, salvatori, rapinatori e persone misteriose; la specialità che tanto cercavo mi ha raggiunto, sfinendomi.

Mi sembra di essere perennemente fuori posto, come se la fortuna avesse sbagliato a venire da me e ora fosse in contesa con la sua controparte, facendomi rimanere perennemente in bilico tra situazioni brutte e cattive.

È comunque tutto così assurdo; sto in questa macchina da mezz'ora e mi devo ancora rendere conto della situazione... insomma, come... non siamo mica in un film!

Anzi, la mia vita è già stata troppo scombussolata da personaggi del cinema; quindi, come può anche lei essere qui alla guida?

Deve essere un sogno, devo essermi addormentata durante il film per il troppo stress accumulato; giusto per sicurezza, mi ridò un pizzicotto ma sento lo stesso dolore provato quando l'ho vista alla porta poco fa.

Insomma... sono forse impazzita? Come può essere vero?

Zendaya ha bussato a casa mia.

Come? Perché? Chi lo sa?! Non ha voluto dare spiegazioni, ha solo detto che Tom mi stava aspettando e che avrei dovuto seguirla.

La mia mente, già profondamente scombussolata da quel ragazzo e le sue azioni, o per meglio dire la nullità di esse negli ultimi giorni, lascia un attimo da parte il problema Tom per concentrarsi sulla nuova arrivata.

La situazione mi è completamente sfuggita di mano da quando lei ha aperto bocca; anzi, forse ancora prima, appena l'ho vista. Voglio dire, la sua personalità esuberante mi ha colpito in pieno da subito e, vedendomi un attimo sopraffatta da questo, ha velocemente preso in mano le redini ed iniziato una conversazione a senso unico.

"Hi. Are you Mary, right? Right, anyway usually I'm not wrong. I'm Zen... Zendaya". Ha detto lei, inclinando la testa di lato per guardarmi meglio, la mascherina nera ancora alzata ma i tratti del suo viso così indistinguibili.

Forse questo shock è stato totalmente normale, forse lo avrei avuto anche con Tom, se la scoperta della sua identità non fosse stata più graduale ed in qualche modo già lo conoscessi come Stranger. Lei invece è comparsa in questa tuta nera, con cappuccio alzato e mascherina anch'essa nera, giusto per non attirare l'attenzione; ha una massa di capelli così riccia che quando me la sono ritrovata di fronte la prima cosa che ho notato, prima ancora degli occhi e dei lineamenti, erano le ciocche riccioline che uscivano dal cappuccio. Eppure sempre bellissima rimane.

"I'm sure this is the house Tom signalled me... so, can I come in? I mean... do you understand, English, right? From what I know...".

Non so come, ma la mia testa a quel punto è riuscita ad abbassarsi ed alzarsi in un fortuito cenno d'assenso. E, quando ha iniziato ad insistere che andassi con lei da Tom, sono sbucati i miei amici, benedetta sia la loro curiosità, dal corridoio. Inizialmente non hanno capito per niente la situazione.

Miguel specialmente, si è frapposto fra me e la figura in nero, senza nemmeno guardarla in viso, chiedendomi come stessi; insomma, l'ha totalmente ignorata, dandole addirittura le spalle.

E dire che se fosse stata una situazione normale avrebbe fatto i salti di gioia a trovare la sua attrice preferita, prima nella sua classifica personale a contendersi il posto con la Watson, davanti a lui.

Lo guardo, ma ha ancora le mani a reggersi la testa riccioluta mentre si nasconde più che può dietro il sedile del guidatore, evitando di incrociare gli occhi della star nello specchietto retrovisore. Diciamo che invece non ha fatto proprio una bella figura.

Ha iniziato a gridarle contro che una cosa del genere, l'aggressione, era un gesto spregevole, e pretendeva delle scuse per me. Non so se pensasse che fosse un ladro o boh, so solo che si è notevolmente sbagliato. Insomma, credo che alla fine della giornata vorrà solo scavare una fossa nel suo giardino e diventare una talpa.

Sempre meglio che trafiggersi gli occhi con la spilla della propria madre suicida come aveva fatto Edipo per punirsi; ma forse in questo momento nella testa di Miguel ci sono ben poche cose peggiori di quello che sta passando lui, anche dell'incesto.

Quando, dopo aver sprecato uno o due minuti ad urlarle contro parole pesanti continuando a mettersi tra lei e Mary, Zendaya ha deciso di togliersi la mascherina, per poco non è svenuto dallo spavento.

Se non fossi stata come gli altri sotto shock, ci saremmo messi a ridere tutti quanti, lo so.

"Oh! Are you okay?". Ha esclamato Zendaya, completamente all'oscuro di ciò che le aveva urlato in italiano Miguel.

Dopo aver controllato che il nostro amico stesse bene, è intervenutq Sara.

"Che ci fa lei qui?".

"Non lo so". Ho sussurrato.

"I can't speaking Italian, so...". Ha fatto Zendaya, probabilmente volendo partecipare alla conversazione.

"Why are you...". Ho provato a chiedere.

"I told you! Tom. He wants to talk to you". In quel momento il mio cervello si è messo in moto ed ho finalmente assimilato le sue parole.

"È... I mean, is he in Italy?".

"Yes!".

"And wants to talk to me".

"Yeah, so come on!".

"Wait, wait. We're going with her". Si è intromessa poi Gaia, uno sguardo che sospettoso è dire poco.

"I mean...- la ragazza famosa di è indicata con la mano- I'm Zendaya, alright? I'm reliable, girl".

A quel punto Gaia mi ha guardato confusa e sillabato con le labbra la parola reliable, al che le ho detto sotto voce il significato. Lei ha alzato prevedibilmente gli occhi al cielo.

"You could also be the Queen, alright?- ha cominciato lei, imitando il tono dell'altra- But I don't like your very cowardly friend, so we let's go with you. Or nothing". Dopo aver incrociato le braccia alzando il sopracciglio, Zendaya si è messa nella stessa posizione ed hanno aspettato. Guardandosi. In modo molto inquietante.

Però, il risultato direi che è abbastanza ovvio. Loro sono venuti con me, in quest'auto blu oceano che, secondo la suddetta guidatrice, è perfetta per non farsi notare troppo, visto che il nome richiama l'Italia; è la Ferrari Roma. Una Ferrari. Con vicino il nome della capitale italiana, ma sempre una Ferrari resta.

Non dico altro.

Quando siamo dovuti entrare in macchina, abbiamo dovuto decidere chi si sarebbe messo accanto al guidatore, nel posto davanti, ma al contrario della corsa che mi aspettavo per averlo, gli altri si sono fiondati subito dietro, borbottando qualcosa come buona fortuna.

In realtà fino ad ora non abbiamo parlato molto; insomma, dopo cinque minuti il silenzio è diventato così pesante che ha messo un po' di musica; pur essendo famosa, sentire come i suoi gusti musicali siano comuni me l'ha fatta vedere sotto una luce diversa, meno... da stella lontana trilioni di anni luce da noi.

Insomma, la sua playlist va da 2Pac a Michael Jackson e da quanto ho capito il genere che preferisce sembra essere proprio il pop. Mentre risuona la cover di Smooth Criminal, cantata a suo dire da Naya Rivera e Grant Gustin e suonata dai 2Cellos, mi giro a dare l'ennesima occhiata ai miei amici. C'è Miguel che ora continua ad alzare lo sguardo verso la testa riccioluta della star, e ad abbassarlo, mentre Gaia e Sara lo guardano alzando gli occhi al cielo.

Si capisce benissimo quanto stia morendo dalla voglia di farle un milione di domande, ma la figuraccia fatta sembra ancora frenarlo. Quando guardo verso Gaia, lei mima con le labbra:

"Chiedile qualcosa prima che impazzisca".

"Fallo tu".

"Tu. Hai. Il. Posto. D'onore". Stavolta mima anche con le mani ogni singola parola, per aggiungere enfasi, ed io non posso fare a meno di lanciarle un'occhiataccia. Maccome, dov'è la carta Jolly del gruppo che usiamo sempre quando siamo imbarazzati?

Si sporge in avanti, per sussurrarmi:

"Io Ariete, lei Vergine. Sai che cosa succede se continuiamo a parlarci? Scontro aperto, ragazza. Non so se potremo sopravvivere a questo".

Mi sta prendendo in giro? Mette in mezzo la sua fissa per i segni zodiacali, ora?

"What are you guys saying?". Solo ora mi accorgo che la musica è stata spenta e Zendaya mi guarda a tratti curiosa, alternando lo sguardo da me alla strada.

"Oh, nothing".

"Anyway, you know, you're accent is really beautiful". Fa lei, ora sovrappensiero; chissà, forse dopo questa storia vorrà venire in Italia più spesso. In questo caso, i fan della penisola dovranno ringraziarci e farci dei santini, prego.

"Cute". Si lascia scappare Miguel con un sorriso ebete, e subito si mette la mano sulla bocca per tapparsela. Il sorriso della ragazza dalle gambe chilometriche mi fa capire che ha sentito, e bene anche, ma non dice niente, probabilmente per non far aumentare l'imbarazzo del mio amico.

Anche per cambiare argomento, inizio a fare domande sporadiche sui suoi gusti musicali, confermando le mie teorie sulla passione per il pop e sui prossimi progetti cui ha in mente di partecipare. Ovviamente, la conversazione finisce sul rilascio del trailer di No Way Home, e cerchiamo di farci dire la data di uscita almeno di quello.

Solo che lei non è Tom 'spiffero tutto e nel mentre rompo anche un tablet' Holland.

"No, guys. It's a surprise".

"It will come out on Tom's birthday, right?".

Ma l'attrice fa finta di cucirsi le labbra con la mano e con un sorrisetto parcheggia vicino ad un grande hotel.

Ma questo... è quello vicino al lago di Garda, o sbaglio?

Quando esco dalla macchina quasi non riesco a credere che sto per rivedere Tom, dopo tutto questo tempo. Mi è mancato, e parecchio, per quanto possa essere incavolata nera.

Zendaya non mi da neanche il tempo di esitare ed entra nella hall come se ne fosse la padrona, costringendoci a seguirla per non perderci. Quando prendiamo l'ascensore, stranamente non preme l'ultimo piano ma uno di quelli di mezzo.

"See? So we can keep it unnoticed". Sembra esserne davvero convinta, la ragazza.

Ci fermiamo davanti una porta e, mentre cerca la chiave elettronica nella sua grande borsa, rilascio un enorme sospiro.

Ok. È il momento.

Se della rabbia, della delusione o della semplice gioia, questo si vedrà.

Appena entro il mio sguardo viene catturato dal ragazzo seduto sul grande divano bianco nel bel mezzo del soggiorno. Tom è lì davanti a me, e sta bene.

Quando alza la testa, distolgo subito lo sguardo.

Che cavolo.

Sta benissimo.

Sta bene e non mi ha voluto rispondere, facendomi stare preoccupata per tutto il tempo. Insomma, avrebbe potuto semplicemente dirmi che stava bene. Neanche una chiamata, un mess. Una storia su Instagram per i suoi fan. Niente invece!

Ora capisco la nullità di notizie: non c'erano da riferirne.

"Mary". Dice lui, e finalmente alzo la testa, un consapevole sguardo di fuoco negli occhi.

"Tom. Stai bene a quanto vedo". Non sto usando un accento sarcastico e non sto pensando ai modi migliori per farlo cadere da quel divano, no.

"Ehm... yes". Lo vedo abbastanza confuso; che si aspettava, che dopo avermi ignorato così a lungo gli saltassi tutta contenta con le braccia al collo per avermi dato il permesso di rivederlo?

"E quindi...". Si gira completamente verso di me, ed io lascio la frase in sospeso. Ha una grossa benda sulla parte destra del collo, che continua sulla spalla e scende oltre il contrino della maglietta.

Mi avvicino velocemente, dimenticando di dover difendere il mio orgoglio e la mia dignità.

"Che ti sei fatto?!". Chiedo, allarmata. Quindi c'era all'attentato, quindi si è fatto male... e se fosse stato ricoverato a lungo? Perché non mi ha detto niente? Perché fa sempre di testa sua e mi nasconde le cose in questo modo? Credeva che non mi sarei preoccupata così? Mi sono preoccupata il doppio, anzi il triplo.

O forse stava così male da non poter neanche avvertire? In questo caso non potrei prendermela nemmeno con lui: non avrei nessuno su cui sfogare tutte le ansie degli ultimi giorni.

Lo guardo in attesa di una sua risposta, ma lui, fregandosene delle mie preoccupazioni e degli altri presenti, mi abbraccia improvvisamente. Ed io rimango così, ferma come un pesce lesso, le mani alzate manco fossi un vigile stradale che da lo stop.

Wait a minute. That's illegal.

Non può sorprendermi in questo modo! E poi davanti agli altri! Che imbarazzo... abbasso lentamente le mani, per poter ricambiare l'abbraccio e subito spingermi via, ma mi stringe più forte.

"I miss you, Italian girl". Sussurra, e sono sicura che le sinapsi del mio cervello abbiano dato l'allarme e chiamato un'ambulanza per l'arresto cardiaco e i pompieri per le guance in fiamme. Prima che possa fare qualunque altro movimento, emette un piccolo verso di dolore e si allontana.

Guardo il fianco che si sta tenendo con la mano, passando da lì alla benda sul collo, al suo viso con un sorrisetto che dovrebbe essere confortante. Dovrebbe.

"Non è pesante, è successo sul set". Spiega lui, probabilmente confondendo 'pesante' con 'grave'. Certo. Non lo è. Ma stavolta non ho proprio intenzione di far finta di crederci.

"La smetti di mentirmi? Credi davvero che sia così stupida, o debole di cuore? Per favore, stop lying!". Pur volendo spingerlo via, mi ricordo delle sue ferite e mi sposto piano, facendo attenzione a non farlo male.

Cretino.

Poteva almeno tornare tutto intero. Non è stata la bomba carta ma la sua passione per la recitazione a ridurlo così; ironico.

"Sorry... I'm really sorry, but... I thought to protect you. You want the truth?- sospira e si passa una mano tra i capelli, ma subito una smorfia gli dipinge il volto e si tocca il collo- In the last letter, there was your name. Your full name, difficult to pronunce".

"Mariachiara?".

"Yes, that name. I panicked and so I lied, and I'm really sorry, but... Ora ho deciso. So cosa fare. I'll reveal everything on this stalker in an interview. I have already released it, I am waiting for it to be sent on the air... so we will see. If it was just me... but she put my family... and you in the middle. I'm not in it".

Alzo gli occhi al cielo pensando a come dovrebbe preoccuparsi di più per se stesso. Eppure si ostina a fare il guerriero solitario; ma so che sarebbe inutile tirare fuori quest'argomento adesso, quindi lascio perdere.

"Hai fatto bene, no?". Mi giro verso i miei amici, che fanno cenno di si.

Ho anche io paura per questa situazione è per esserci finita in mezzo, ho paura che una persona che arriva a far esplodere una bomba e provocare una morte sia diventata la nostra stalker, ho paura e basta. Ma come Tom cerca di mostrarsi in grado di gestire la situazione, così io non posso essere da meno, per stare al suo fianco.

"E la bomba?". Cerco di chiedere, il più tranquillamente possibile.

Se voglio che la smetta di mentirmi per il mio bene, devo nascondere la mia paura, almeno a lui.

"It was a message to me. It's close at the bomb that the other letter, that with you name, was founded".

Sentiamo la porta riaprirsi e, sorprendentemente, a comparire è un volto che pure conosco bene: Harry, il fratello minore di Tom. Non credevo di conoscerlo in questo modo, anzi, non credevo di poterlo conoscere affatto.

"Ciao". Prova a dire con un accento davvero orribile.

"She is Mary, and that's are our friend". Ci presenta Tom. L'espressione sul volto del fratello cambia incredibilmente, tanto che sembra essere entrato il Polo Nord nella stanza.

Senza aggiungere altre parole, si appoggia al muro e si mette a guardare fuori dalla finestra. Giusto, è stato lui il primo a sospettare di me ed insistere per farmi fare le analisi.

Per un attimo distratta dall'atteggiamento di Harry, non mi accorgo del guaio che sta arrivando verso di noi, come un tornado improvviso. Quando mi giro e vedo il trio dei miei amici di fronte a Tom, è ormai troppo tardi.

"We have to talk. In private". Dice Gaia, e subito spalanco gli occhi.

"Non credo proprio che sia una buona idea...". Provo a rispondere io, ma vengo subito interrotta dallo stesso Tom.

"For me there isn't problem. Let's go". Dice lui, portandoli in un'altra stanza.

"Stai attento". Lancio un ultimo avvertimento, preoccupata di cosa possa fare specialmente Gaia; per fortuna, quei due dovrebbero trattenerla un po', perlomeno.

Un silenzio quasi lugubre cala sulla stanza e non ho il coraggio di girarmi verso Harry, che sento iniziare a muoversi a passo lento in questo ristretto perimetro.

Dopo un po' di questo pesante silenzio, e sentendo a tratti le risate e le esclamazioni che provengono dall'altra stanza, Harry si decide a prendere parola, in un ex abrupto che mi colpisce in pieno.

"I don't trust you. And I'll never do it".

"Harry, stop it". Zendaya subito s'infuoca e fa un passo avanti, ma Harry le rivolge quel suo sguardo glaciale.

"Why? Who are she? Where do she came from? She's a stranger and doesn't deserve confidence, for me".

"If you continue like this, you know how Tom get angry".

"I can repeat indefinitely. Why? She's. A. Stranger. Ok?". Alza ancora di più la voce e non ne posso più.

"Ora basta". Dico, cercando di non urlare a mia volta.

"What?".

"Enough!". Ripeto.

"Do you really think that this 'enough' is enough to close the matter?- si passa la mano tra i capelli, buttando fuori un sospiro arrabbiato- I'm his brother, and I need to protect him from the people like you!".

"Like me? People like me? And what person would I be, for you?". Toglie la mano dalla testa e si avvicina, a passo lento.

"Crazy, if you think your relationship can work".

Per qualche istante rimaniamo entrambi in silenzio, guardandoci a vicenda e vedendo la rabbia negli occhi l'uno dell'altro. Di certo non credevo che se avessi mai conosciuto i suoi fratelli l'incontro sarebbe stato così brutale.

Ma mi sono scocciata. Perché devono mettere tutti bocca sulla nostra amicizia? Perché non possiamo semplicemente goderci i nostri momenti felici?

Sono la prima che voleva abbandonarlo, per come, consapevole o meno, ha giocato con le mie emozioni, rivelandomi mezze verità uguali a bugie e non facendo altro che ascoltare gli altri piuttosto che me. E siamo i primi a non fidarci davvero a vicenda, a mettere in crisi il nostro rapporto, a rovinare le cose.

Harry crede davvero che ci sia bisogno del suo aiuto per rendere la situazione ancora più incasinata?

"No. You're crazy, if you think I'll just let it be because you don't trust anyone. I like being with him and this won't change". Si avvicina di un altro passo, la mia mente impegnata a trattenere la rabbia e non sbagliare le frasi in inglese.

"But is, just being with him, is enough?". Mi sussurra, ed io spalanco gli occhi. Non può averlo capito... che mi piace. Non di già.

Una mano sbuca all'improvviso e s'intreccia alla mia, per poi trascinarmi verso la porta. Tom è infuriato.

"Enough". Ripete, come me, ma con un tono molto più minaccioso. Poi, non so se sia per quello che gli hanno detto i miei amici o per il fratello, ma mi porta fuori senza aggiungere altre parole.

Mentre usciamo, sento la Gaia gridare qualcosa come:

"Ricorda!". Oddio, ora ho paura di quel che può aver detto. Anche prima in realtà, ma ora ancora di più.

Quando giungiamo nella hall, finalmente si ferma un attimo.

"Dove stiamo andando?". Chiedo, completamente in balia delle sue di emozioni, stavolta.

Ma lui fa un semplice sorrisetto, parte della rabbia sbollita durante il viaggio in ascensore, e mi guarda, misterioso.

"Brava. Per difendere noi". Quando capisco che non mi dirà niente, mentre usciamo fuori, cambio argomento.

"Cosa ti hanno detto i miei amici?". Chiedo curiosa, ma scoppia a ridere.

"Voglio vivere, non morire". E, come Zendaya poco fa, mima il gesto di cucirsi le labbra. Poi mi riprende per mano.

Io guardo le nostre mani intrecciate e, finalmente, rilascio un sospiro di sollievo.

Sta bene. Un po' acciaccato, ma sta bene. Ed è qui con me.

Per ora, mi basta questo, proprio come a Sparrow basta la vicinanza della Perla Nera per sentirsi bene; e chi può contraddire il più grande capitano dei sette mari?

Di certo non io.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top