Capitolo 7: Tempus

Jungkook e Taehyung avevano continuato a camminare stringendosi la mano, ancora incapaci di lasciarsi, presi da quell'irrefrenabile attrazione, che nessuno dei due ancora riusciva a spiegarsi. Ma infondo... come potevano farlo? Tutta quella situazione era già strana per sé... erano tutti nella loro stessa situazione... giusto?

Le dita di Jungkook accarezzavano distrattamente il dorso della mano del maggiore. Lo faceva in modo sistematico e quasi... naturale. Passava il pollice sulla pelle, in un movimento circolare, per poi stringergli la mano e rifare la stessa cosa... quasi fosse un mantra. Il bello era che non se ne rendeva nemmeno conto... lo faceva in modo disinteressato, quasi come se le sue dita si muovessero da sole.

Taehyung, invece, se ne accorgeva e come... Le dita dell'altro gli stavano rendendo difficile anche solo formulare un pensiero. La sua pelle era calda e i suoi occhi faticavano a rimanere normali. Sudava leggermente e deglutiva ogni cinque passi, quasi come se stesse facendo una sfilata tribale. Se quella era la sua reazione ad una semplice stretta di mano... se si fossero baciati cosa sarebbe successo?

Entrambi mantenevano un religioso silenzio, anche perché nessuno dei due sapeva come affrontare la situazione, quindi preferivano non parlarne affatto. Ma sapevano che prima o poi avrebbero dovuto farlo, perché quell'attrazione stava diventando sempre più forte, ogni minuto che passava e sarebbe esplosa... molto presto.

Arrivarono davanti al parco indicatogli da Namjoon e si girarono intorno, alla ricerca del ragazzo che avrebbe dovuto indicargli il palazzo. I loro occhi scrutavano ogni angolo dei marciapiedi adiacenti alla strada, guardando entrambi in direzioni diverse, senza però mai staccarsi l'uno dall'altro.

Un ragazzo dai capelli scuri come la pece stava anche lui spostando gli occhi lungo il piazzale, alla ricerca dei ragazzi. Non li aveva mai visti prima ma sapeva che li avrebbe riconosciuti. Ed infatti ecco che vide i due tenersi per mano e subito alzò la sua, muovendola in segno di saluto, per fargli capire dove si trovassero.

I due inizialmente non lo videro ma poi si accorsero di quella piccola mano pallida che li incitava ad andare da quella parte. La loro prima impressione di quel ragazzo fu più o meno la stessa: quel tipo è strano.

Hoseok sorrideva ma era come se... come se fosse avvolto da una cupa aurea oscura che rendeva anche il suo sorriso smagliante... inquietante.

Taehyung rimase fermo sul posto, incapace di muoversi. Non conosceva quel tizio e sinceramente non aveva nessuna intenzione di fare la sua amichevole conoscenza. Jungkook, invece, sorrise di rimando al ragazzo all'altra parte della strada e trascinò con sé il maggiore, tirandolo sul marciapiede.

Quando arrivarono difronte al corvino, Jungkook porse subito la sua mano, sorridendogli amichevolmente anche se si poteva percepire il suo nervosismo.

"Ciao... io sono Jungkook. Rappresento l'acqua, molto piacere." Il sorriso del ragazzo dagli occhi azzurri era decisamente incoraggiante e fiducioso. In un certo senso, il minore tra i tre percepiva che quell'aurea era dovuta all'elemento del ragazzo e non al suo animo. Poteva vedere attraverso i suoi occhi che in realtà il corvino fosse una persona dall'animo buono e quasi sentiva la sua... dolorosa solitudine.

L'altro ragazzo ricambiò la sua stretta di mano, mantenendo quel sorriso luminoso, contento che non lo stesse allontanando. "Io sono Hoseok... ma potete chiamarmi Hobi. Piacere di conoscerti."

Taehyung restava, invece, sulle sue, guardando il nuovo arrivato con diffidenza e timore. Jungkook si voltò a guardarlo per vedere perché non stesse salutando e accorgendosi della sua espressione di pura indignazione, gli colpì gli stinchi con il gomito.

Il ragazzo dai capelli biondi mugolò dal dolore, portando entrambe le mani sotto il suo costato. "Ma andiamo!"

Il castano lo guardò con rimprovero, indicandogli Hoseok, lasciando la mano del ragazzo in questione. "Muoviti." Gli sussurrò severo.

Guarda te questo ragazzino!

Sul volto di Taehyung si dipinse un'espressione infastidita, quella tipica dei bambini che venivano rimproverati dalla mamma e non volevano ricevere la meritata punizione. Sbuffò leggermente, per poi stringere la mano del corvino, evitando anche di guardarlo.

"Taehyung, fuoco, piacere."

Una volta concluse le presentazioni, Hoseok gli sorrise, anche se aveva notato il loro leggero nervosismo e sospirando gli fece strada all'interno del palazzo, guidandoli su per due rampe di scale, fino alla porta dell'appartamento di Jin. L'ingresso era davvero molto accogliente... tutto l'ambiente emanava calore... ma non perché ci fosse una temperatura più elevata del normale. Era un calore diverso... quel tepore tipico di un abbraccio ricevuto dalla persona di cui più ti fidi al mondo... tipico di un abbraccio materno.

L'intera casa era semplice, illuminata e piena di fiori rigogliosi... A Jin doveva piacere molto il giardinaggio...

I tre ragazzi non proferirono parola lungo il tragitto, troppo imbarazzati ed impacciati per intraprendere una conversazione o chiedere effettivamente qualcosa sull'accaduto che era ancora un mistero ai due appena arrivati.

La loro confusione aumentò nel momento in cui entrarono nel salotto: la stanza era illuminata da delle lampade a muro che percorrevano la parete opposta a quella d'entrata. Il pavimento era caratterizzato da piastre bianche, al centro coperte da un tappeto persiano dai colori caldi tendenti al rosa, sul quale era posto un tavolino da caffè di legno chiaro, posizionato difronte al divano dalle tonalità beige, sul quale il corpo di Seokjin era adagiato. Sembrava dormisse... ma i ragazzi avevano la netta sensazione che non fosse proprio così. Al fianco del maggiore fra tutti, c'era Namjoon che osservava il suo volto preoccupato e leggermente confuso, come se stesse tentando di fargli una risonanza magnetica con lo sguardo.

Jungkook sciolse la presa sulla mano di Taehyung per la prima volta da quel pomeriggio e subito un senso di vuoto gli percorse il petto. Era come se dopo una settimana che rimani in casa senza uscire, decidi di prendere una boccata d'aria. Senti sempre quel vuoto... quella sensazione strana, quel nodo allo stomaco che ti avverte di un cambiamento... solo che quello non era piacevole. Invece di darti aria nei polmoni, sembrava risucchiarla via.

Sto impazzendo decisamente.

Anche Taehyung aveva percepito quell'esatta sensazione e la sua mano si era mossa di riflesso per raggiungere di nuovo quella dell'altro, ma si fermò in tempo, riportando il braccio lungo il suo fianco. Non poteva assecondare quella sua strana dipendenza... doveva domarla... in un modo o nell'altro.

Namjoon che fino a quel momento sembrava non essersi accorto della loro presenza, si voltò di scatto verso di loro, rimanendo comunque vicino a Jin. Sembrava molto preoccupato e decisamente tormentato. Infondo era successo tutto così in fretta e loro non avevano avuto nemmeno il tempo di metabolizzare l'intera situazione.

"Ragazzi... finalmente siete qui!" Disse Namjoon un tantino più sollevato.

"Nam... cosa gli è successo?" Chiese Jungkook, indicando Jin, leggermente confuso e preoccupato.

"Non lo so... eravamo appena arrivati davanti al cancello quando... quando è arrivato lui." Rispose il maggiore, indicando Hoseok che al sentirsi preso in causa si strinse nelle spalle, cerando di farsi il più piccolo possibile. Il corvino si sentiva in colpa per quello che era successo anche se non capiva la relazione tra sé e quel ragazzo che ora riposava sul divano.

"E cosa è successo esattamente?" Chiese Taehyung, facendo un passo avanti, affiancando Jungkook, guardando il castano con la fronte corrucciata dalla curiosità.

"Niente... ha incominciato a tremare e ha... ha detto "metus"... ed è svenuto." Concluse Namjoon, ritornando a guardare il volto di Jin.

"Metus?" Chiese ancora più confuso Taehyung. "Che diamine vuol dire?"

"È una locuzione latina." Intervenne Jungkook, rivolgendosi al biondo al suo fianco. "Significa terrore... incubo... paura." concluse, rivolgendosi con lo sguardo ad Hoseok mentre pronunciava l'ultima parola.

Il corvino distolse subito lo sguardo da quelle iridi azzurre che sembravano aver capito fin troppo. Si sentiva nudo... quasi come se quel ragazzo sapesse cose di lui di cui neanche egli stesso era a conoscenza.

"Sei tu, non è vero?" Chiese Jungkook, continuando a guardarlo. "Prima non ci hai detto il tuo elemento... ne sei spaventato anche tu, non è così?" Continuò il castano, abbassando lo sguardo sulla sua mano destra, alla ricerca della cicatrice e non fu stupito nel vederla coperta da un guanto di pelle nera. "Tu sei la paura..."

Hoseok tirò su con il naso, voltandosi in un sussulto, come se fosse rimasto scottato da quelle parole. Il ragazzo aveva centrato in pieno... lui era la paura... ed era tremendamente spaventato.

Taehyung guardò prima il ragazzo e poi Jungkook, capendo che il castano aveva ragione, per poi guardare di nuovo Jin. "Ma... Jin come faceva a saperlo? E perché è svenuto?" Chiese confuso.

Jungkook ignorò la sua domanda, avvicinandosi piano ad Hoseok che era rimasto di spalle mentre il suo corpo veniva percorso da tremori. Poggiò la mano tra le sue scapole, cercando di immettergli fiducia.

"Hoseok... non avere paura di ciò che sei... anche noi siamo spaventati da questa situazione ma... ci siamo noi ora. Noi resteremo con te e ti aiuteremo a capire..." disse guardandolo, prima di piazzarsi davanti a lui e sollevargli il volto. "Non sei un mostro Hobi... e non sei più solo."

A quelle parole il corvino scoppiò in lacrime, guardando il ragazzo negli occhi, prima di abbracciarlo, poggiando il volto sulla sua spalla. "G-grazie... grazie infinite."

Jungkook sorrise alla tenerezza del ragazzo, ricambiando il suo abbraccio, dandogli pacche amichevoli sula schiena, alzando gli occhi nelle iridi di Taehyung. Il biondo ricambiò lo sguardo, sorridendogli, anche se il suo stomaco aveva fatto una capriola a vederlo abbracciare una persona che non fosse lui. Diamine Taehyung... non dirmi che sei geloso. Si... sto impazzendo.

Quando i due sciolsero quell'abbraccio, Jungkook sospirò, facendo un sorriso di incoraggiamento ad Hoseok, per poi voltarsi verso Jin.

"Okay... vediamo se riusciamo a svegliarlo." Disse facendo un passo in avanti verso il divano.

Namjoon sgranò gli occhi, portando una mano davanti, cercando di intimargli di rimanere dov'era. "No Jungkook! Fermo!"

Non fece in tempo a terminare la frase che un campo di forza avvolse i corpi di Jin e Namjoon, rinchiudendoli in una bolla e Jungkook fu sbalzato in aria, arrivando a colpire il muro antistante a lui con la schiena, cadendo sul pavimento.

"Jungkook!" Urlò Taehyung, avvicinandosi immediatamente a lui, inginocchiandosi al suo fianco. Fortunatamente il castano era sveglio anche se leggermente dolorante.

"C-cosa... cosa diamine era?" Chiese Jungkook, portandosi una mano dietro al capo, dando la mano a Taehyug che subito gliela strinse.

"Non lo sappiamo." Disse Hoseok, intervenendo, spostando lo sguardo dal castano a terra a Jin sul divano. "Nessuno può avvicinarsi a lui..."

"Nessuno tranne me." Disse Namjoon, rimanendo a fissare il volto di Jin.

~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~

Yoongi era seduto sul sedile del passeggero nell'auto di Jimin, che intanto aveva le piccole mani sul volante e gli occhi attenti sulla strada. Aveva ricevuto un messaggio da Namjoon che gli diceva di incontrarsi a casa di Jin, con allegato l'indirizzo di quest'ultimo. I due non avevano parlato molto, erano ancora scombussolati da ciò che avevano visto. Non sapevano come fosse possibile e da dove provenissero quei ricordi e ne erano leggermente spaventati. Infondo erano legati da un sentimento che sembrava averli accompagnati fin dalla nascita ma... ma non si conoscevano neppure. Come poteva essere possibile? Ma infondo, tuta quella situazione era strana quindi che senso aveva porsi altre domande?

Yoongi osservò le mani di Jimin strette al voltante, percorrendo con gli occhi la sua cicatrice, per poi soffermarsi sulle sue dita piccole e tozze e sui vari anelli che il più piccolo indossava. Tra i tanti ce ne era uno che colpì il corvino come un fulmine a ciel sereno...

Come diamine è possibile?

Non ebbe il tempo di porsi altre domande che fu risucchiato nella sua testa, via da quell'auto, via da quel... tempo.

##

"Te lo prometto Yoongi..." un sorriso occupò la mente del corvino. Era un sorriso dolce, luminoso... bellissimo.

Un calore gli attanagliava il petto... riusciva a percepirlo... riusciva a percepire le loro mani unite, le loro bocche che si incontravano, le loro lingue che danzavano insieme. Riusciva a sentire il sudore sulla sua pelle a contatto con quella dell'altro... riusciva ad inquadrare il bianco delle lenzuola che avvolgeva i loro corpi.

"Jimin... te lo prometto anche io."

Argento... freddo come il ghiaccio... erano anelli... le loro dita ci scivolavano dentro come se fossero stati forgiati apposta per loro.

"Tu mio... io tuo..."

Amore... gioia... paura... rabbia... rancore... tutto lo colpì come se gli fosse crollato un macigno sulle spalle.

Urla e pianti... gemiti e ansimi... strette e baci... coltelli e sangue.

##

Yoongi sbattette le palpebre, risvegliandosi da quello strano stato di sogno ad occhi aperti. Jimin sembrava non aver notato nulla e continuava a guidare, rimanendo attento alla strada.

Perché non riusciva a vedere chiaramente? Perché quelle immagini arrivavano in modo così confuso e disordinato? Ma soprattutto... cosa diamine erano quelle immagini.

Il maggiore sospirò, calando lo sguardo sull'anello che aveva indosso all'anulare sinistro... per poi tornare a guardare quello di Jimin... sono uguali.

Rimase comunque in silenzio, continuando a guardare fuori dal finestrino, anche se aveva un leggero nodo allo stomaco. Non sapeva troppe cose... e lui odiava non sapere. Tutta quella situazione era un enorme punto interrogativo e lui... lui non sapeva come affrontarla. Era la prima volta che Min Yoongi si trovava impreparato... fin da quando era piccolo aveva sempre avuto la risposta pronta e la maturità per affrontare qualsiasi tipo di situazione. Il bambino prodigio... il genio... lui era sempre stato il trofeo dei suoi genitori, da esibire in ogni occasione. Era come se fosse il loro asso nella manica e a Yoongi non era mai dispiaciuto quel ruolo. Eppure adesso... il genio si trovava completamente preso alla sprovvista e si sentiva addirittura sperduto... e quello non andava bene.

Jimin, invece, pensava a tutto e niente. Non aveva la più pallida idea di cosa stesse succedendo e sinceramente sapeva che non poteva capire ancora... era consapevole che quello andava oltre le sue capacità e non si tormentava più di tanto. Immaginava che prima o poi una spiegazione ragionevole sarebbero riusciti a darsela... tutti e sette insieme. L'unica cosa che gli dava preoccupazione era il ragazzo che ora sedeva al suo fianco. Il suo inspiegabile legame con lui lo preoccupava e non negava di averne addirittura paura. Infondo, lui era sempre stato allontanato da tutti e non aveva mai avuto modo di relazionarsi con un altro individuo della sua età, figuriamoci con Min sono il genio dell'istituto Yoongi.

Quando dopo qualche minuto l'auto si fermò difronte al palazzo indicatogli dal navigatore, Jimin parcheggiò e fece per uscire dall'auto ma Yoongi, richiuse subito la portiera e rimise la sicura.

Il biondo si voltò verso il maggiore confuso e leggermente irritato, prima di bloccarsi alla vista delle sue effettive condizioni. Yoongi era leggermente sudato, con il respiro accelerato e i capelli leggermente scompigliati.

"Y-yoon... cosa succede?" Chiese Jimin preoccupato, togliendosi la cintura.

Il corvino non rispose. Prese la sua mano sinistra con la propria, osservando il suo anello. Non è possibile... non è possibile.

"Yoongi..." lo chiamò di nuovo il minore, osservandolo confuso. "Cosa ti prende?"

Il corvino gli mostrò la sua mano con lo stesso identico anello, infilato all'anulare sinistro. Jimin sgranò gli occhi e anche lui fu risucchiato all'interno di quel tornado.

##

"Non togliertelo... non toglierlo mai."

Una voce calda gli occupava la testa. Era profonda e leggermente roca... gli sembrava così familiare che Jimin non potette non sorridere all'udirla.

"Non lo farò Yoon... te lo prometto... Ma anche tu non devi togliere il tuo. Guarda che ti osservo." Era la sua voce quella... era lui...

Jimin si sforzò di focalizzare l'immagine, strizzando gli occhi. C'era luce... tanta luce... ma non riusciva a chiarire bene il luogo.

"Mi osservi?" Chiese l'altra voce ridacchiando.

Dove diamine sono...

"Si... sei mio Min Yoongi..." e di nuovo la sua voce... non poteva essere... lui non aveva vissuto niente di tutto quello.

"Tu mio... io tuo..."

##

Jimin scosse la testa, guardando Yoongi negli occhi, finalmente tornato alla realtà. "C-che... che cosa è successo?"

Yoongi scosse il capo, chiudendo le palpebre, sospirando. "Non lo so... non lo so, Jimin... Mi sta esplodendo il cervello!"

Il biondo tornò a guardare i due anelli, completamente confuso e strabiliato allo stesso tempo. Non sapeva cosa stesse succedendo ma... ma in un certo senso quella situazione lo stupiva... e lo rendeva quasi... felice.

D'impulso intrecciò le sue dita a quelle di Yoongi, guardando i due anelli insieme. Due copie perfette... erano delle piccole fasce d'argento e sopra erano incisi una piccola mezzaluna circondata da nuvole. Jimin ce l'aveva da quando ne aveva memoria. Sua madre gli aveva detto che era un cimelio di famiglia e che passava da generazione in generazione ai primogeniti maschi. Ma non poteva immaginare che ce ne fosse uno identico al dito di Min Yoongi...

"Sono uguali... come... come è possibile?" Chiese corrucciando la fronte il biondo, ancora del tutto meravigliato.

"Ti prego... dimmi che non hanno detto anche a te che è un cimelio di famiglia." Disse Yoongi, guardandolo implorante.

Purtroppo il silenzio di Jimin confermò le ipotesi del corvino che, staccando la propria mano da quella del minore, se le portò entrambe trai capelli.

"Dio santissimo... questo non sta succedendo davvero." Andava contro ogni logica... tutto quello era inspiegabile e non faceva altro che far innervosire Yoongi ancora di più.

"Okay... non perdiamo la calma, va bene?" Disse Jimin, poggiando una mano sulla sua spalla. "Sono sicuro che troveremo delle risposte... dobbiamo solo continuare a cercare e... e vedere cosa succede."

Yoongi annuì sospirando. Annuiva non perché fosse d'accordo con le parole di Jimin, ma perché aveva bisogno di tranquillizzarsi e credere a qualcosa per poterlo fare e in quel momento l'idea del ragazzo sembrava la più sensata.

Jimin gli accarezzò piano la schiena, osservando le proprie dita scivolare sul tessuto della camicia dell'altro. Perché toccarlo mi rende così calmo? Perché sento che le mie dita sono fatte per stare a contatto con la sua pelle? Perché sento di essere così... così suo?

I pensieri del ragazzo furono interrotti da Yoongi che, quando sentì le mani del ragazzo sulla sua schiena, si irrigidì, aprendo la portiera e scendendo.

Il minore sospirò, uscendo anche lui dall'auto e inserendo la sicura, per poi rimanere a guardare Yoongi che invece non aveva il coraggio di alzare lo sguardo su di lui.

Rimasero in silenzio, in quella posizione, per minuti interi, prima che Yoongi decidesse di muoversi e dirigersi verso il portone del palazzo sussurrando un piccolo "Andiamo."

~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~

Nel frattempo i ragazzi erano rimasti nella stessa situazione. Nessuno riusciva a capire come svegliare Jin e dal momento che solo Namjoon poteva avvicinarsi al castano, nessuno aveva provato metodi alternativi per farlo.

Jungkook era rimasto seduto sul pavimento, ancora leggermente dolorante per l'impatto avuto con la parete e Taehyung si era seduto al suo fianco, tenendo le dita intrecciate alle sue, poggiando il capo sulla sua spalla.

Hoseok si era seduto sulla poltrona, osservando la sua cicatrice dopo essersi tolto con coraggio in guanto. Namjoon, invece, era rimasto a guardare Jin che ancora riposava.

La terra non sapeva cosa provasse per quel ragazzo... ma sapeva che lui era diverso. C'era quello strano magnetismo tra loro due che li rendeva assuefatti dalla presenza l'uno dell'altra. Anche in quel momento non poteva fare a meno di restare al suo fianco, pensando a mille modi per poterlo svegliare.

Quella situazione di stallo totale fu sbloccata dal suono del citofono che fece scattare in piedi Hoseok e correre ad aprire. Quando il ragazzo tornò in salotto, guardò i ragazzi leggermente confuso. "Sono Jimin e... e Yoongi."

"Yoongi?" Chiese Taehyung, confuso. "Ma non era il ragazzo di cui il nano parlava in caffetteria?"

"Infatti." Intervenne Jungkook. "Allora... aveva ragione." Continuò il corvino, sorridendogli. "Hai perso Hyung." Disse porgendogli la mano con fare soddisfatto.

"Non vorrai sul serio..." Chiese Taehyung allibito, ma l'espressione sul volto di Jungkook non cambiò e la sua mano non accennava ad abbassarsi.

"Ma guarda un pò tu..." borbottò il ragazzo, prendendo il suo portafogli, dandogli mille won.

"Una scommessa è un scommessa." Disse Jungkook divertito, intascando la banconota, facendo sbuffare il ragazzo affianco a lui.

"Ciao a tutti ragazzi."

Ed ecco che dalla porta entrarono i due elementi mancanti. Jimin aveva uno sguardo confuso alla vista di Jin steso sul divano e il corvino al suo fianco invece era leggermene spaesato.

"Lui... lui è Yoongi." Continuò Jimin, indicandolo e invitandolo a presentarsi.

Il corvino alzò una mano in segno di saluto, non accennando ad un cambio di espressione. "Si.. ehm... sono l'anima." Continuò anche se quello che aveva appena detto risultava ancora un pò strano alle sue orecchie.

Hoseok alzò la mano, guardandoli sorridendo. "Sono Hoseok, rappresento la paura. Molto piacere."

"Taehyung, fuoco." Proferì poi lui, alzando una mano.

"Jungkook, acqua." Lo imitò il castano, seduto al suo fianco.

"Namjoon, terra." Continuò la catena il ragazzo seduto sul divano.

"Jimin, aria." Disse il biondo, rivolgendosi ad Hoesok che era l'unico che ancora non aveva fatto la sua conoscenza.

"E lui... lui è Seokjin." Intervenne Namjoon, guardando Jin steso sul divano. "Ed è l'amore."

Erano tutti e sette lì... per la prima volta erano tutti riuniti e tutti si sentivano... a casa. Era un sentimento a loro estraneo ma pur sempre piacevole. A quei sette ragazzi era sempre mancato qualcosa... chi più chi meno avevano avuto delle mancanze nella loro vita. Si erano sentiti soli, emarginati, rifiutati... si erano sentiti strani, diversi... mostri. E ora... ora non potevano fare altro che sentirsi giusti mentre erano lì... finalmente insieme, finalmente uniti.

Ora c'era un piccolo problemino da risolvere... bisognava svegliare Jin... in un modo o nell'altro.

Tutti incominciarono ad avanzare delle proposte e la stanza iniziò a riempirsi di caos. Chi voleva gettargli l'acqua in faccia, chi voleva colpirlo, chi voleva fargli respirare un odore forte ma nessuna di quelle considerazioni attirava l'approvazione di Namjoon che era l'unico a potersi avvicinare a lui.

Yoongi era l'unico che rimaneva in silenzio e stava riflettendo sulla cosa. Da ciò che gli aveva raccontato la terra, i due elementi avevano un legame particolare... quindi doveva per forza esserci un modo per sfruttare quel legame e aiutare Jin. Ma cosa?

Ci pensò intensamente finché non gli venne in mente una strampalata ma stranamente sensata idea.

"Bacialo." Disse improvvisamente il corvino, zittendo tutti.

"Cosa?" Chiese Namjoon, guardandolo scioccato. Non posso farlo... non qui davanti a tutti.

Tutti rimasero leggermente scombussolati da quelli idea ma, a parte Namjoon, nessuno aveva da ridire. Infondo, Jin era l'amore e il suo elemento si era espresso proprio baciando Nam... quindi perché non provarci?

"Mi sembra un'ottima idea." Disse Hoseok, guardando i due sul divano. "Non avevi detto che ti aveva baciato la prima volta che vi siete vesti?"

"Si... infondo lui è l'amore quindi è la cosa più sensata." Si intromise Jungkook, annuendo.

Namjoon li guardò, cercando di capire se fossero seri o meno e purtroppo tutti sembravano essere d'accordo su quell'idea. Dio dammi la forza...

Il ragazzo si mise seduto meglio sul divano, guardando il voto di Jin. "Okay..." disse con voce esitante, prendendo ad avvicinarsi lentamente a lui. Si sentiva tremendamente osservato e leggermente in ansia. Un nodo allo stomaco lo opprimeva e non ce la faceva in quel modo.

"Potreste..." chiese fermandosi, chiudendo gli occhi, sospirando. "Potreste non guardarmi, per favore?"

Tutti si guardarono leggermente spaesati, prima di annuire e voltarsi contemporaneamente. Che cosa inquietante. Penso Namjoon, prima di riprendere ad avvicinarsi al ragazzo addormentato, sospirando.

Quando le sue labbra toccarono quelle dell'altro sentì il solito calore invaderlo. Portò le mani sulle sue guance, pressando maggiormente la sua bocca sulla propria, prima di staccarsi e guardarlo in volto... niente...

"Ragazzi... non ha funzionato..." disse sospirando, facendo girare gli altri che sospirarono delusi.

Rimasero a guardarli, pensierosi. Come potevano fare? Non sapevano nemmeno cosa gli fosse preso.

"E se..." intervenne Jimin ma subito ritornò in silenzio, scuotendo il capo. Nah... pessima idea.

"E se cosa?" Chiese Taehyung, guardandolo. "Qualsiasi idea va presa in considerazione, anche se stupida nanetto."

"Ehi! Smettila di chiamarmi nano! Non sono così basso!" Disse Jimin, gonfiando le guance.

Yoongi a quella vista sorrise impulsivamente, intenerito. Che carino... Dio, ma che cosa sto pensando!

"Dicevi?" Continuò Jungkook, incitando Jimin a parlare.

Il biondo spostò lo sguardo su di lui, sospirando. "Forse è un'idea stupida... ma stavo pensando che... se lui è l'amore, forse va toccato nel suo punto focale." Parlò il ragazzo, rivolgendosi di nuovo a Namjoon.

"Punto focale?" Chiese Hoseok confuso. "E quale sarebbe il punto focale dell'amore?"

Jimin fece per parlare ma fu anticipato da Yoongi che disse: "Il cuore..."

I due ragazzi si guardarono negli occhi: Jimin aveva le guance rosse e gli sorrise per averlo capito mentre Yoongi lo guardava con adorazione che fu subito sostituita da consapevolezza che lo portò a distogliere lo sguardo.

"Pr-prova... prova a baciarlo sul cuore." Disse infine Jimin, abbassando lo sguardo sul tappeto che sottostava i suoi piedi.

Namjoon li guardò entrambi per poi ritornare a guardare Jin, sospirando. Se faccio questa cosa e non funziona, giuro che mi sotterro.

Si avvicinò piano al petto del ragazzo, poggiando lentamente le labbra sul punto in cui si sarebbe dovuto trovare il cuore e tutto... tutto sembrò muoversi lentamente.

##

Jin era fermo in una coltre di nebbia... si stava girando intorno in cerca di qualcosa. Dov'è... dov'è... dove diamine è?

Il suo capo si voltava in tutte le direzioni, mentre davanti ai suoi occhi vedeva scivolare via alcuni momenti della sua vita che però non ricordava di aver vissuto: baci, carezze e risate ma anche sangue, sudore e lacrime.

Tutto sembrava muoversi velocemente, tutto sembrava correre all'impazzata contro di lui, sbattendo contro il suo corpo con tale forza da spostarlo di qualche metro. E all'improvviso... tutto si fermò... tutto si fece immobile... fermo... calmo... ma non era una calma tranquillizzante... era una calma lugubre... lacerante.

E poi tutto riprese a muoversi sempre più velocemente nella direzione contraria a quella precedente ed... eccolo lì... scintillante... nero... cupo... minaccioso.

##

Jin spalancò gli occhi, aggrappandosi alle spalle di Namjoon con le mani, alzando il busto velocemente. Il suo respiro ero veloce e il suo corpo sudato mentre si guardava intorno terrorizzato.

"Sta arrivando... sta arrivando..."

I ragazzi sussultarono a quell'improvviso gesto, cercando di capire cosa fosse preso al maggiore che continuava a stringere la maglia di Namjoon tra i pugni.

"Jin... ehi... chi sta arrivando?" Chiese la terra, cercando di calmarlo.

"No no no no! Dobbiamo andarcene! Siamo in pericolo! Lui sta tornando... sta tornando!" Jin era in preda al panico e non sembrava volersi calmare.

"Chi?" Chiese Yoongi, rimanendo inaspettatamente calmo.

Jin continuava ad agitarsi, stringendosi a Namjoon, prima di urlare e far pietrificare tutti i presenti.

"Il tempo... il tempo... arriva."

Angolo autrice:

Finalmente sono tornata! Il mio esame di stato è finito e quindi posso tornare a scrivere. Mi siete mancati un sacco! Spero che siate ancora qui! So di avervi fatto aspettare molto ma davvero il tempo di scrivere non ce l'ho avuto. Ora che il mio esame di maturità è finito e risolti alcuni problemi di percorso sono tutta per voi!

Eccoci al settimo capitolo! Cosa ve ne pare? Mi piacerebbe davvero conoscere le vostre opinioni quindi lasciatemi un bel commentino! Anche con delle critiche, basta che siano costruttive e rispettose!

Se il capitolo vi è piaciuto lasciatemi una stellina!

Ci sentiamo al prossimo capitolo che questa volta per davvero, arriverà molto presto!

Alla prossima,

Step.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top