Capitolo 4
Hannah's Pov
Dopo aver posato il telefono in tasca, continuo a correre sperando di ritrovare casa mia.
Corro su di un marciapiede che contiene tutte case uguali!
Mi guardo in torno ma non riesco a capire dove devo andare.
«Hannah! Fermati!» urla qualcuno alle mie spalle. In modo automatico mi volto e vedo che dietro di me c'è Alex che mi sta raggiungendo a corsa.
Perfetto, sono nei casini!
Lui mi raggiunge e riprende fiato.
«Si può sapere che stavi facendo prima?» domanda con un tono di rabbia.
Il mio battito cardiaco aumenta velocemente e sono sicura che se rispondessi balbetterei.
«Ehm... Niente! Passavo di lì e un signore mi ha spaventata perché é sbucato dal nulla» rispondo dicendo la prima cosa che mi passa per la testa.
Lui alza un sopracciglio e incrocia le braccia al petto.
«Stavi origliando, vero?»
Quest'affermazione mi coglie di sorpresa spingendomi ad indietreggiare e inventare qualcosa.
«Origliare, io!? Sei sicuro di non aver bisogno di uno psicologo?» sbotto alzando gli occhi al cielo.
Lui si avvicina con il solito sorrisetto sornione e gli occhi arroganti.
«So benissimo che muori dalla voglia di sapere di più su di me. Ma quelle conversazioni non sono uno scherzo»
Al suono di quelle parole mi viene spontaneo ridacchiare, e la parte più ribelle e nervosa di me, su fa viva.
Mi avvicino a lui con nonchalance e lo guardo dritto negli occhi.
«Il mondo non gira attorno a te, Cavaliere senza testa»
Lui si avvicina di più «Credimi, il mondo gira intorno a entrambi. Noi siamo così simili, Hannah» sussurra vicino al mio orecchio con voce profonda.
Istintivamente mi allontano e faccio finta di dover rispondere a telefono.
«Pronto, Meli» dico improvvisando una conversazione mentre inizio a camminare.
Improvvisamente sento la suoneria del mio telefono.
O cavolo sono messa male.
«Melissa!» esclamo imbarazzata.
Sento Alex portarsi una mano sulla fronte come per dire "é un caso perso".
«Hannah! Se il tuo intento é quello di andartene a casa, sappi che stai sbagliando strada!» esclama Alex dietro di me.
Io mi volto, ignorando quello che sta dicendo Melissa al telefono «E dove dovrei andare?»
«Con chi parli?» domanda Melissa ma io sono troppo impegnata con Alex per risponderle.
«Vieni ti accompagno io. Dobbiamo fare la stessa strada, no?» dice lui spostando di poco la testa in modo laterale.
«Han mi spieghi cosa succede?» domanda Melissa.
«Scusa Melissa, devo andare ci sentiamo stasera, e ti racconterò tutto» stacco la chiamata e vado da Alex senza far notare alcun sentimento.
Lo sorpasso e mi accorgo che lui ha un volto sorpreso e poi viene vicino a me.
«Domani verrai a scuola?» domanda per iniziare un discorso.
Io lo guardo negli occhi e mi viene l'istinto di dire una stupidaggine «No, guarda, devo andare a fare un escursione al Polo Nord con Babbo Natale e gli elfi»
Lui scoppia a ridere e non so per quale motivo mi contagia. Sembra così manipolatore...
Non capisco se questo sia un bene o un male.
«Credimi se non avessi detto Babbo Natale e gli elfi, io ci avrei creduto» dice mostrandomi un sorriso perfetto.
Ed ora che lo vedo meglio mi ricorda così tanto quello di Cody.
«Hey! Terra chiama Hannah! Capisco che sono bello ma così mi sciupi» ridacchia sventolandomi una mano davanti il viso.
(Terza Persona)
«Guarda é quella ragazza! E con lei c'é Alex!» esclama la mora con rabbia.
Si trovavano tutti nel vicolo mentre aspettano il ritorno di Alex ma si sorprendono nel vederlo insieme a quella misteriosa ragazza.
«Cavolo! Le prende tutte lui quelle belle» sospira il moro osservando la scena con gli occhi persi nei suoi sogni strani e irrealizzabili.
Le due ragazze si voltano verso di lui con rabbia e gelosia.
«Idiota!» sbuffano all'unisono.
Hannah's Pov
«Grazie per avermi accompagnata» dico sorridendogli in modo gentile.
No, Hannah, ma che fai tu non lo sopporti non puoi sorridere.
Mi trovo davanti il cancelletto di casa mia. Alex ha le mani nelle tasche del pantalone e ovviamente non può mancare il suo sguardo arrogante.
«A quanto pare sto riuscendo ad entrare nel tuo cuore in fiamme» Si avvicina a me con passo lento e ormai credo di essere abituata a questa vicinanza.
«A quanto pare la tua arroganza non sa stare troppo tempo senza di te» dico facendo un passo sicuro avanti.
Lui si avvicina ancora pronto a dire qualcos'altro, o a fare qualcos'altro.
Quando vedo che si sta per avvicinare ancora faccio uno scatto all'indietro e apro il cancelletto.
«Ci vediamo a scuola»
Chiudo il cancelletto e cammino verso casa.
C'é un'altra cosa di cui mi devo occupare...
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