La sosta
Sapete cosa fare: cliccate e rilassatevi.
Aurora e Robert si erano concessi una sosta al piccolo ruscello che scorreva vicino al sentiero per il rifugio, cercando di rilassarsi sotto il caldo torrido che pressava le persone.
La ragazza era scomodamente seduta sui ciottoli lungo la riva, i piedi nudi immersi nella corrente gelida del ruscello riscuotevano brividi in tutto il corpo.
Fissava la vegetazione oltre il corso d'acqua, il chiarore dei suoi occhi perfettamente abbinato al blu pastello del cielo immenso e dominante sopra le loro teste.
Robert era seduto vicino a lei, lanciando dei sassi nel ruscello per distrarsi.
Erano stranamente silenziosi quei due, improvvisamente chiusi dentro i loro corpi senza aprire i cancelli alle loro emozioni che spesso uscivano allo scoperto.
Rob iniziò a far saltare i sassi sulla superficie ondulata del ruscello, cercando di farli arrivare alla sponda opposta. Aurora non si lamentò del rumore incessante di sassi affogati dentro l'acqua, era completamente rapita dal verde bosco degli alberi davanti a se.
Sulla costa c'erano pochissimi alberi, o almeno, c'era qualche pino marittimo sparso lungo la passeggiata sul mare, ma i gli abeti della montagna rapinano più sguardi.
Il silenzio cessò quando l'ennesima pietra lanciata da Robert riuscì a raggiungere l'altra sponda con un tonfo secco.
-Vuoi fare il bagno?
Chiese lui, girando la faccia verso lei.
Aurora staccò gli occhi dal verde bosco per poi immergersi nell'ambra più pura e rara.
-No.
Sinceramente stava bene così, con il sudore addosso, ma rilassata dallo scrosciio del ruscello che levigava le rocce su cui passava.
Robert fu d'accordo e si stese a pancia in su sui ciottoli, guardando il cielo con le mani intrecciate sotto il capo, seguito a ruota dalla rosa.
Tutto il resto era noia.
Tra il cinguettio degli uccellini, il sussurrare incessante delle foglie quando venivano scosse dal vento e il ruscello che scivolava sopra un mantello di sassi, il relax assoluto era una garanzia.
Il silenzio stava chiamando e infatti loro risposero, tenendo la bocca e occhi chiusi finché la tranquillità navigava.
Quella purezza istantanea che inspiravano era un vero toccasana per Robert, abituato all'aria della città degli angeli.
Tutto era in bilico su un equilibrio instabile che barcollò non appena la luce arancio e rossa del tramonto sollevò fastidiosamente le palpebre dei due protagonisti.
Si alzarono lentamente, cercando di restare abbracciati al silenzio ancora un po'.
Robert si chinò per lanciare l'ultimo sasso, ma contemporaneamente la stessa intenzione attraversò Aurora e la sua mano fu sopra quella dell'uomo che si era appoggiata sopra un ciottolo.
Alzarono di scatto la testa, trovandosi ad un soffio di distanza l'uno dall'altro.
Robert era caduto in quei due pozzi cristallini e lei era affogata in quelle due nocciole.
I loro respiri si limitavano a fondersi, il sapore di entrambi iniziò ad avvolgerli, scoprendosi in ogni differenza.
Lentamente iniziarono ad accorciare quella breve distanza, gli occhi di Robert fissi sulle labbra di Aurora.
*siete ancora svegli? Domani arriva un'altra storia sulla nostra anatra preferita. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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