Capitolo 5
Una settimana dopo
Rubino Pov.
"Sì, hai proprio ragione." Mi dice Zaffiro ridendo.
Stiamo guardando un film a casa sua ed io ho fatto una battuta su uno dei personaggi.
Siamo sdraiate sul letto in camera sua.
"Avete bisogno di qualcosa ragazze?" Ci chiede la mamma di Zaffiro entrando in camera.
"Sì mamma. Perfavore, ci prepareresti altri pop corn?" Chiede lei.
Sua mamma annuisce ed esce dalla camera.
Dopo qualche minuto mi alzo dal letto.
"Scusa Zaffiro, dovrei andare in bagno. Mi sai dire dov'è?" Le chiedo.
"Certo. È accanto alla camera mi mia mamma, vicino alla cucina. Metto in pausa il film"
"Ok, grazie mille."
Zaffiro è molto simpatica.
Trovo subito il bagno.
Lo uso e subito dopo mi lavo le mani.
Mentre esco vedo la mamma di Zaffiro mettere i pop corn in una ciotola.
Mi avvicino a lei.
"Scusami Acquamarina, vuoi che porti io i pop corn in camera?" Le chiedo.
"Grazie mille Rubino, sei gentilissima." Dice lei.
La madre di Zaffiro si chiama Acquamarina, ed è bassa come noi.
Devo dire che sembra una brava donna.
Entro in camera con i pop corn e finiamo di vedere il film.
Una volta finito iniziamo a parlare tra di noi.
"Comunque, sai che non conosco tuo padre, mi dici qualcosa su di lui?" Le chiedo.
"I miei genitori hanno divorziato qualche anno fa, ed ora lui abita dall'altra parte della città, ma lo vedo spesso." Dice lei.
Spero di non averla ferita con la mia domanda.
"Capisco, scusa."
"Tranquilla, non ti preoccupare." Dice lei.
"Qualcuno degli attori del film ti sembra... come dire... interessante?" Dice con una faccia maliziosa.
"Può essere." Dico.
"Anche a me. Perché non facciamo qualche ricerca su di loro?"
"Ok. Inizia tu."
Lei va sulla pagina del film.
"Dunque, a me piaccio molto la protagonista, la fidanzata del suo migliore amico, e perché no, anche sua sorella è molto carina." Dice.
Io rimango sorpresa.
È lesbica anche lei?
"Anche secondo me sono molto carine, ma quella che mi piace di più è la sorella del migliore amico. È davvero bellissima." Dico io.
Jeannie Pov.
Io... davvero non capisco.
È da quando abbiamo visto Trigon che Elisabetta non è più quella di prima.
Ho paura che sia successo qualcosa.
Le ho chiesto di uscire per parlarne, ma lei ogni volta dice di essere impegnata.
Sto andando a casa sua per parlare.
Busso e mi apre suo fratello.
"Oh, ciao Jeannie. Cerchi Elisabetta?" Dice lui.
"Sì, esatto, è in casa?"
"Ancora per poco. Ora è in bagno che si piastra i capelli, tra un po' esce. Aspettala in camera."
"Ok".
Vado in camera sua e la aspetto.
Dopo qualche minuto lei entra.
"Ciao Jeannie." Mi dice con faccia triste.
"Va tutto bene?"
"Sì."
"Devo parlarti."
"Non ora, sto per uscire, devo truccarmi."
"Ti prego, solo qualche minuto, anche mentre ti trucchi, non c'è problema."
"Dai comincia."
"Esci con Trevis percaso? Vi state frequentando?"
"No, perché?"
"Allora con chi esci? Mi stai rimpiazzando? Hai un'altra migliore amica?"
"Ovvio che no."
"E allora perché non hai tempo per me? Io ci sto male. Ci stiamo allontanando. Non ti sei neanche accorta che non riesco più a sorridere come prima. Mi dicevi che ero la persona più solare del mondo, e ogni volta che ero giù, anche solo per pochi minuti, tu ti preoccupavi. Ora non è più così. Sai da quanto è che non sorrido? Più di una settimana. E tu non te ne sei accorta. Vuoi sapere perché sono triste? Perché tu mi stai scaricando."
"Ma non ti sto scaricando Jeannie. Sto solo vivendo la mia vita. Non possiamo stare sempre appiccicate come due gemelle siamesi."
"Ma non riesci proprio a trovare mezz'ora per me?"
"No, Jeannie."
"Ma perché no?"
"Non te lo posso dire, ma un giorno capirai."
"No. Io voglio capire ora."
"No Jeannie."
"Ti prego, ho bisogno di saperlo. Sono io il problema? Dimmelo. Posso cambiare per te. Voglio sapere perché. Ne ho seriamente bisogno."
"Non posso dirtelo."
"Perfavore. Io... io sto male."
"Staresti più male a saperlo."
"Fallo per me ti prego."
"Smettila per favore."
"Ma non hai tempo neanche per me."
"Non posso stare con te Jeannie, sono impegnata."
"Non puoi, o non vuoi?"
"Ora basta Jeannie."
"Tu non ci stai male, vero?"
"Jeannie ti prometto che un giorno capirai."
"E fino ad allora? Non staremo più insieme? Che migliori amiche siamo?"
"Non lo so Jeannie. Ora devo andare."
"Posso venire con te?"
"No, scusa."
"Ti vergogni di me percaso?"
"Assolutamente no."
"E allora perché?"
"Ripeto, staresti peggio se ti dicessi perché tutto questo."
"Ma io..."
"Ti ho detto basta Jeannie. Basta ora. Devo andare. Vai anche tu."
Io esco di casa correndo.
Mi siedo ai piedi di un albero e mi metto a piangere.
Cosa ho fatto di male?
Spinel Pov.
È una settimana che sto meglio.
Passo i pomeriggi con Steven.
Non gli voglio mostrare che sto meglio però.
Quindi devo continuare a vestirmi di nero.
Sto andando davanti alla scuola per uscire con Steven.
È troppo carino.
Ma non riesco a stare con lui in classe.
Per quello c'è Connie.
Non è cambiata per niente, si mette sempre al centro dell'attenzione.
Perché deve stare sempre attaccata a
Steven?
Quando io e Steven siamo da soli sembra interessato a me.
Quando invece siamo in classe c'è sempre Connie.
A me non va bene.
Si vede a un miglio che Connie è cotta di Steven.
Chissà, forse conosce Steven da tanto.
Forse sono solo paranoica.
Devo smetterla di fare così.
Sono arrivata davanti alla scuola, e vicino al cancello c'è Steven.
Basta pensare a Connie. Ora siamo solo io e Steven.
Vai con la mia faccia depressa.
"Spinel!" Dice Steven correndo verso di me.
Ti prego, abbracciami.
Si ferma davanti a me.
Cavolo!
"Come stai?" Chiede lui.
"Secondo te? Come gli altri giorni." Rispondo fingendomi annoiata.
Forse sto un po' esagerando.
"Oh, chiedo umilmente scusa mia principessa." Dice Steven inginocchiandosi.
"Dai scemo alzati. Cosa siamo? Nel medioevo?" Dico ridendo.
"Visto, ti ho fatto ridere. Tutto merito mio." Dice con fare altezzoso.
Ok, questa l'ha vinta lui.
Io gli sorrido, e credo di arrossire anche.
"Ti va di andare a prendere un gelato?" Mi chiede.
"Certo." Rispondo.
Mezz'ora dopo
"Questo gelato è davvero buono, ma nulla batte i cookie cat." Dice lui.
Io sorrido guardando il cielo.
"A te piacciono?" Continua lui.
"Abbastanza."
Mi giro e lo guardo.
È molto carino.
"Andiamo nel parco?" Chiede Steven.
Annuisco.
Finiamo il gelato e andiamo nel parco.
Cazzo, c'è Connie sotto un albero a leggere.
Ma porca troia, proprio lei?
Non mi può rovinare anche questa giornata.
Non può farlo.
Lei ci guarda e sorridendo corre verso Steven abbracciandolo.
"Steven! È così bello vederti." Dice Connie.
Non so se mi abbia visto o meno.
Da come si comporta sembra che conosca Steven da tutta la vita.
Magari fare amicizia con lei può portarmi a qualcosa di buono.
Tanto vale provare.
"Ciao Connie." Le dico.
Lei mi guarda male.
"Scusa Connie, vorrei tantissimo parlare con te, ma sono con Spinel. Ci vediamo a scuola." Dice lui andando via.
Io lo seguo e dopo qualche metro mi giro per vedere se Connie è ancora là.
Sì, è là.
La guardo di traverso con un sorrisetto.
Potrà anche avere Steven a scuola, ma ora lui è mio.
Peritot Pov.
Sono sul letto a guardare il soffitto.
Anche se è passata una settimana sto ancora pensando al mancato bacio tra me e Lapis.
Non so perché ho provato baciarla.
Ma a quanto pare non era la scelta giusta.
Magari è anche omofoba.
Credo che mi stia iniziando a piacere.
Per me lei è tutto.
Non avrei dovuto fare così.
"Perodot! Sei ancora sul letto? Scendi!" Mi urla mia mamma dal piano di sotto.
"Arrivo mamma!" Le urlo anch'io.
Questo è il nostro rapporto, urla continue.
Ci vogliamo bene, ma non ce lo mostriamo.
Forse la gente ha ragione.
I bulli nascono perché magari in famiglia gli manca l'affetto.
È così nel mio caso.
Ho conosciuto Jasper e ho iniziato a fare la bulla con lei.
Stavo male, e volevo che anche gli altri sentissero il mio dolore.
Io insultavo, e Jasper picchiava.
Lei faceva bullismo fisico e io mentale.
A ripensarci oggi mi faccio schifo da sola.
Se avessi solo immaginato che mi sarei presa una cotta per Lapis non le avrei mai fatto niente.
Poi mi sono pentita di quello che avevo fatto.
Stavo male.
Pensavo che nessuno avrebbe aiutato una bulla come me, invece Steven mi ha aiutata.
Solo lui mi è stato accanto in quel periodo.
"Perodot scendi o no? Decidi, o scendi tu o salgo io. Non so quanto ti convenga farmi salire." Urla di nuovo.
"Un minuto mamma! Ho capito." Rispondo.
Sendo subito le scale.
So che tutte le mamme sono così, ma lei è diversa.
Lei non mi mostra mai tanto amore.
Non so cosa aspettarmi da lei.
So che mi vuole bene.
Dopo che sono nata mio padre è morto, e mia madre ha risentito tanto di questo, non sorride quasi mai.
Arrivo giù.
"Dimmi mamma." Le dico.
"Mettiti ad apparecchiare, e poi lava questi piatti. Ho fatto il tuo dolce preferito e ho sporcato tante cose. Per me poi sono tante da lavare, e sono anche stanca, quindi questi piatti li lavi tu." Dice.
"Che palle." Dico sottovoce.
"Che hai detto?" Dice mamma con un mestolo di legno in mano.
Dove lo ha preso quel coso se sta tagliando l'insalata? In tre secondi, poi!
"Niete mamma, faccio subito."
Perla Pov.
Sono al parco per Connie.
È la terza volta che giro tutto il parco e non la trovo.
Vado in strada e la vedo fissare Steven e Spinel che vanno via insieme.
"Connie, perché li fissi?" Dico io mettendomi accanto a lei.
"Secondo te a Steven piace Spinel? Sono sempre insieme." Chiede lei.
"Io... non lo so... perché?" Chiedo confusa.
"Sono io che voglio stare appiccicata a Steven 24 ore su 24. Lei non ha il diritto di avvicinarsi."
"Se lo dici tu."
Poi spalanca gli occhi.
"Peeeeerla." Dice girando lentamente la testa verso di me con gli occhi spalancati e un sorriso che neanche Joker.
Cazzo, è posseduta.
"Potrei avere avuto un'idea." Mi dice con la stessa faccia.
"Ok, ma non mi guardare così o chiamo un prete. Un po' di acqua santa non ti fa male, lo sai?"
"Ok, scusa. Ecco il mio piano: diventare amica di Spinel."
"Così a caso?"
"Si"
"Ah, chiaro. E perché?"
"Perché forse lei conosce Steven da tanto tempo, e sa che tipo di ragazza gli piace. E io mi farò dire tutto. Come devo vestirmi, come devo comportarmi, come devo parlare, cosa devo fare. Tutto."
Io la guardo male.
"Sì, sei posseduta."
"Dai Perla! Sono seria."
"Anche io."
"Tu adesso mi aiuti."
"Anche no."
"Eddai Perlina."
"Non mi chiamare Perlina."
"Perfavore." Dice con gli occhi dolci.
"Connie, mi stai spaventando."
"Sono solo innamorata. Non vedo l'ora di vedere che farai tu con Ametista."
"Non c'entra nulla."
"Sì invece. Ti prego, aiutami."
"E va bene. Ti aiuto. Basta che la smetti e che non mi abbracci."
"Va bene, grazie mille Perla." Dice venendo verso di me con le braccia allargate.
"Cosa ti ho appena detto?"
"Non me lo ricordo. Ero troppo impegnata a pensare a Steven."
"Dai Connie."
"Corri se non vuoi un abbraccio."
Mi metto a correre come se fossi in un film horror.
Lei mi segue a braccia aperte ridendo.
Rido anch'io.
Siamo solo amiche, non migliori amiche come pensano molti, ma ci vogliamo un modo di bene.
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