Capitolo 16
Un mese dopo...
Rubino Pov.
Siamo oramai a fine trimestre.
È quasi finito novembre.
I prof ci stanno riempiendo di verifiche e integrazioni.
Ne abbiamo minimo 4 al giorno.
Fare scuola con i trimestri è una merda.
Siamo ragazzi, mica macchine cazzo!
Intanto noi alunni ci stiamo preparando per fare dei corsi dopo scuola, per aumentare il nostro livello.
Io faccio quello di geostoria.
È una materia un cui non vado molto bene.
Almeno è finita la giornata e tra meno di due minuti usciamo.
"Rubino?" Sento dietro di me.
Oddio...
Riconoscerei quella voce dappertutto.
"Si, Zaffiro?" Dico girandomi.
"A quale corso partecipi?"
"A quello di geostoria."
"Davvero? Anche io!"
Non ci posso credere!
"Davvero? Forte!"
"Ho sentito che alla fine dei corsi c'è un lavoro in coppie in cui si presenta quello che abbiamo imparato. Lo faremo insieme? Tanto noi non abbiamo difficoltà. C'è, viviamo lontane, certo, però non è la prima volta che studiamo insieme, e poi abbiamo un certa affinità noi."
Affinità...
Ti prego sposami!
"Certo! Per me va benissimo." Sorrido.
Suona la campanella.
"Ottimo! Allora ci vediamo lunedì al corso."
"Sì certo. Passa un buon fine settimana."
"Anche tu."
Usciamo da scuola.
Mi metto al telefono.
Il mio pullman passa tra venti minuti.
Vedo che anche Zaffiro sta aspettando.
Se ne vanno tutti.
È il mio momento per dichiararmi.
"Hey Zaffiro..."
"Prima che tu possa dire qualcosa, sto aspettando che mia madre venga a prendermi perché oggi andiamo in pizzeria." Mi interrompe.
"Cosa?"
"Volevi chiedermi perché sono ancora qua, dato che abito a due minuti da scuola, vero?"
"Oh, ehmm, si, si quello." Sorrido imbarazzata.
Cazzo! Ha rovinato il momento.
Ora non ha più senso dirglielo.
Vabbè.
"Cosa farai questo fine settimana?" Le chiedo.
"Vado da mio padre. È da un mese che non vado da lui. Mamma era abbastanza incazzata col nuovo fidanzato di papà."
Domanda scontata, la mia.
"Capisco. Divertiti."
Lei sorride.
Guardo l'ora dal telefono.
"Io vado alla fermata. Ciao Zaffiro."
"Ciao"
Jeannie Pov.
Voglio andare via.
Tony mi sta evitando da un po'.
Oggi voglio parlargli.
Gli ho scritto e abbiamo deciso di vederci nel parco dove c'è il laghetto.
È un bel posto secondo me.
Sto uscendo da scuola.
Voglio soltanto andare a casa e prepararmi.
Spero di riuscire a dirgli ciò che provo.
Magari lui ricambia.
Magari ci metteremo insieme.
Sono troppo felice.
Sento qualcosa prendermi il braccio.
"Jeannie..." Dice qualcuno piano dietro di me.
Mi giro.
Elisabetta.
Aspetta... ma sta piangendo!
Cazzo!
Che le è successo?
Vorrei chiederglielo, ma...
"Che cosa vuoi?" Le dico infastidita.
"Io-"
"E smettila di piagnucolare quando parli con me!" Urlo.
"Scusa..." Dice asciugandosi le lacrime.
Vorrei scusarmi anche io di averle parlato in questo modo, ma devo essere forte.
"Che volevi?" Le dico fredda.
"Solo... ti va di uscire questo pomeriggio? Mi- mi manchi."
Mi manchi anche tu.
Ma mi hai trattato da schifo.
Quindi non ti meriti le mie scuse.
"Tu invece non mi manchi per niente. Non uscirei con te neanche morta. E comunque stasera ho già un'impegno. Ciao" Dico andando verso la fermata del pullman.
Nonappena arrivo a casa corro in camera mia e scelgo cosa mettermi.
Poi vado in cucina e mangio.
Torno in camera a cambiarmi, ed esco.
Arrivo al laghetto.
Tony ancora non è arrivato.
Mentre lo aspetto inizio a pensare.
Forse Elisabetta ha già avuto la sua punizione.
Forse dovrei tornare sua amica.
Dopotutto mi manca tantissimo.
"Jeannie. Dovevi parlarmi?" Sento alle mie spalle e mi giro.
Oddio!
Tony è vicinissimo a me.
I nostri visi sono ad un millimetro di distanza.
Si allontana subito.
Cavolo...
Rimango a fissarlo.
È bellissimo.
"Allora? Mi dovevi parlare?"
"Eh? Cosa? Ehmm... si."
"Vai, spara."
"Ecco... è da un po' che non ci vediamo più e quindi..." Mi blocco.
Non riesco a dire nulla.
"Quindi...?" Dice lui un po' anniato.
"Ecco-"
"Allora, facciamo che ti do una mano. Non ti voglio più vedere. Lo faccio per la mia ragazza." Mi interrompe.
Ragazza?
Ha una ragazza?!
Sento che il mio cuore si spezza.
"Ha-hai una r-ragazza?" Dico balbettando.
"Sì."
"E perché non vuole che ci vediamo?! Io cosa le ho fatto?!"
"Ecco, non te lo dovrei dire..."
"Dimmelo perfavore!"
"Elisabetta mi ha detto che-"
Elisabetta?
"Cosa?! Ti sei messo con quella troia?!" Urlo interrompendolo.
Lui mi guarda un attimo stupito.
Non ho mai detto parolacce di fronte a lui, e lui non le dice mai di fronte a me.
Cambia subito espressione e diventa arrabbiato.
"Come ti permetti? Lei è fantastica, e ti non hai il diritto di giudicarla dopo quello che le hai fatto passare! Non ti voglio più vedere, perché la hai ferita! E non te lo perdonerò mai, perché io la amo!" Dice urlando anche e lui.
Vedo che gli esce una lacrima.
Corro via e mi metto a piangere.
Vado a casa e corro in camera mia.
Mi butto sul letto piangendo.
Allora aveva ragione quando ha detto che lui ricambiava.
Non ci posso credere!
La odio ancora di più!
Spinel Pov.
"Spinel devi aiutarmi!" Dice Connie.
Ovviamente siamo uscite insieme.
Ormai lo facciamo tutti i giorni.
Il nostro rapporto è cambiato.
O almeno... per me è così.
"Cosa c'è?"
"È un mese o forse di più che Perla non mi calcola. Non capisco come mai!"
"Perla non ti calcola?"
"No! È da circa una settimana prima che si mettesse con Bismuth. Iniziava a non essere appiccicata, in senso buono, a me come sempre. Poi ha iniziato a staccarsi sempre di più, ed ora è da un paio di settimane che non mi calcola."
"Non hai idea di quale possa essere la motivazione?"
"No! Io ci provo a chiederlo, ma nonappena sfioro l'argomento lei subito lo cambia. Non so cosa fare!" Dice disperata.
Non so davvero come aiutarla.
Se lo sapessi giuro che lo farei.
"Mi dispiace, Connie."
Sento una notifica.
Prendo il telefono.
Steven.
'Hey Spinel, ti va di uscire?'
Ci penso un attimo.
Rispondo.
"Scusami Steven, ma questo fine settimana proprio non posso. Ci vediamo lunedì in classe"
Volevo passare tutto il fine settimana con Connie.
Metto il telefono in tasca.
Penso un attimo a quello che ho fatto.
Che enorme cazzata!
Ho appena detto a Steven di no?!
Non che mi dispiaccia, ma non l'ho mai fatto.
Di solito anche se sono con Connie le dico che devo andare a casa perché mia mamma ha bisogno di me, e invece esco con Steven.
Ma non so perché stavolta ho rifiutato.
"Spinel? Ci sei?"
"Eh? Cosa? Si ci sono."
"Avevi una faccia strana..."
"No niente, ho pensato ad una cazzata fatta, però per un senso ben preciso." Sorrido.
Lapis Pov.
"Mi hai chiamata?" Dico ad Elisabetta entrando in camera sua.
È sul letto.
La vedo annuire.
Mi avvicino.
Oddio...
Dai suoi occhi esce praticamente un fiume.
"Cosa c'è? Che ti è successo?" Divo preoccupata.
"Jeannie- Jeannie mi ha- Jeannie mi ha detto-" Dice singhiozzando.
Prendo un fazzoletto dalla mia borsa e glielo do.
"Calmati ora. Lo sai che non devi parlare con quella."
"Ma mi manca!"
"Lo so, ma ora stai con Tony, giusto?"
"Si"
"E sei felice con lui?"
Annuisce.
"E allora fottitene di Jeannie! Se fossi ancora sua amica, non ti saresti mai messa con Tony!"
"Lo so, ma-"
"Niente ma!"
Lei si gira.
La sento singhiozzare ancora.
Non so come farla stare meglio...
Mi siedo sul letto accanto a lei.
"Ascolta... vorrei tantissimo aiutarti, ma non riesco se tu non mi dai una mano. Io ti voglio aiutare, si, ma ti voglio aiutare a dimenticare Jeannie. Tu invece vuoi che io ti aiuti a fare esattamente l'opposto. Ma così non va bene. Pensaci un attimo. Per tornare amica con Jeannie dovresti rinunciare a qualcosa. Sai a che cosa? A Tony, perché Jeannie tornerebbe tua amica solo in quel caso. Ma tu non vuoi lasciare Tony, e lo capisco, perché voi vi amate. E poi se lo lasci stareste entrambi male. Invece, pensa la situazione in cui sei ora. Se riesci a dimenticare Jeannie sarai felice, hai Tony, e già questa è una cosa bellissima. E poi a Jeannie non importa nulla di te ormai, senza offesa. Quindi non ha senso cercare di ricostruire il passato, se poi si deve fare male. Pensala così: questa storia che si è creata è come uno specchio rotto, quindi ora non ti puoi più guardare nello specchio. Allora cosa fai? Lo aggiusti, come vuoi aggiustare il tuo passato. E dopo che aggiusti lo specchio, è come nuovo? No. Non potrai più guardarti cone facevi prima, perché ora nello specchio che sono delle crepe, e non riesci a guardarti bene. Le figure sono tutte strane, e lo specchio è da buttare. Quindi il lavoro che hai fatto è stato inutile. Così è il tuo passato. Invece, torniamo all'inizio. Lo specchio si è rotto e tu sei triste. Cosa fai? Cerchi di aggiustarlo sapendo che le cose non torneranno mai come prima? No. Lo butti e ne compri uno nuovo, uno più bello. Tu lo stai già facendo da quando ti sei messa con Tony, ma devi ancora buttare qualche pezzo di vetro dello specchio di prima, e solo a quel punto sarai in grado di specchiarti in quello nuovo e sorridere dicendo 'cazzo sono bellissima vista in uno specchio intero!' ."
Che poetessa che sono.
"Hai ragione. Ci voglio provare anche se è difficile. Ma posso chiederti una cosa?" Chiede.
"Sì."
"E per questo che non dai un'altra opportunità a Peridot?"
Annuisco.
Ametista Pov.
Bussano alla porta.
Jasper ha rotto i coglioni.
"Vai tu Ametista!" Dice mia madre.
E che cazzo!
"Sì..."
Vado ad aprire la porta.
Ma...
Peridot?
"Ametista possiamo parlare?"
"Ehmm... si"
La faccio entrare.
"Mamma, io e Peridot andiamo a parlare in camera." Dico a mia madre.
La porto in camera mia.
Mi siedo sul letto.
Lei è dietro di me.
"Allora? Mi volevi dire qualcosa?"
Chiude la porta della camera.
"Sei impazzita o cosa?!" Mi urla senza preavviso.
No qui la pazza sei tu se pensi di arrivare in casa mia e di urlare a caso senza motivo.
"Eh?"
"Quale parte di 'Io e Jasper bullizzavamo i nostri compagni alle medie, compresa Lapis. Poi abbiamo smesso e io mi sono accorta di avere fatto una cazzata. Così ho cambiato la mia mentalità e mi volevo scusare con Lapis. Poi mi sono accorta che Lapis mi piace, e volevo cercare di farglielo capire in tutti i modi, ma a lei non importa niente perché è super incazzata con me. Ma dopo aver abbandonato Japer dovevo sempre stare attenta, e anche ora, perché ora bullizza anche me, quindi ora ho paura a stare dai venti metri ai due centimetri da lei' non ti è chiara?" Urla ancora.
Eh?
Mi sono persa.
"No aspetta, mi sono persa. Puoi ripetere?"
Lei si sbatte la mano sulla fronte per cinque volte.
Che ci posso fare io se lei fa discorsi senza senso?
"Per farla breve..." inzia calma.
Finalmente si è tranquillizzata.
"Tieni Japer lontana da me!" Urla ancora.
"Allora Peridot, ora mi hai rotto il cazzo." Dico alzandomi e andando verso di lei.
"Come prima cosa non arrivi in casa mia a caso e ti metti ad urlare come una drogata. Seconda cosa, tu non consci Jasper. Lo so che è una stronza ed è una bulla senza cuore, ma può cambiare. E poi tu la conosci da più tempo di me, e dovresti darle una possibilità. Tu vuoi che Lapis ne dia una a te?"
"Sì, però-"
"E allora danne una anche a Jasper."
"Ma che senso ha cambiare idea in questo modo?"
"Ha un senso ben preciso, fidati."
"Ma quale?"
"Bhe... io non posso dirtelo."
"Ma-"
"Lo capirai solo se andando avanti le darai una possibilità."
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