Capitolo 13

Il giorno dopo...

Peridot Pov.

"Hai preso il panino?" Mi chiede mia madre.

"Sì, mamma. Ciao"

"Buona giornata"

Mi avvicino alla porta.

Mi fermo.

Torno indietro e vado da mia mamma.

Mi avvicino a lei e faccio una cosa che credo di non avere mai fatto.

Salgo su una sedia per arrivare alla sua altezza.

Avvicino in viso a lei e le do un bacio sulla guancia.

Lei rimane a bocca aperta e io la fisso.

Si gira verso di me. Io sorrido.

"Ehm... Perdot, scendi subito dalla sedia, la sporchi! E muoviti, o fai tardi a scuola."

Ci rimango male.

Scendo dalla sedia e vado via.

Non ci mostriamo quasi mai affetto, e per una volta, lei non collabora.

Forse perché non è più 'abituata'.

Non ne ho idea.

Cammino verso scuola.

Mi piacerebbe che però qualche volta mostrasse più amore nei miei confronti.

"Peridot!" Sento dietro di me.

Mi giro un attimo.

Non vedo nessuno.

Quindi ora sento anche le voci?

Bel modo di iniziare il lunedì mattina.

Cammino ancora un po' finché non sento in braccio di qualcuno attorno alla mia spalla.

Mi giro per vedere chi è.

Guardo in alto...

Jasper!

Mi allontano mettendomi ad urlare.

"Cazzo Jasper! Che ci fai qua?" Dico impaurita.

Lei sorride.

Ma che cazzo?

"Tranquilla Peridot. Va tutto bene." Dice sorridendo avvicinandosi a me.

Ma tranquilla un cazzo.

Continuo ad indietreggiare piano.

"Volevo solo parlare. Ti va di andare verso scuola insieme? Come alle medie quando eravamo ancora 'amiche', non ricordi?"

Ma ha bevuto questa?

"Ehmm... n-no grazie Jasper. Io... c-credo che... ecco..." Dico imbarazzata.

"Ehm..." Continuo sorridendo imbarazzata.

"C-ciao, credo." Dico allontanandomi camminando velocemente.

Mi giro e vedo Jasper seguirmi.

Inizio ad accelerare il passo fino a correre.

Prendo un'altra strada per andare a scuola.

Dopo che ho corso un po' mi fermo.

Mi giro.

Non la vedo più.

Faccio un sospiro di sollievo.

Grazie al cielo.

Connie Pov.

"Connie!"

Mi giro.

"Steven!"

"Come va?"

"Bene, tu?"

"Più o meno... stare alzato fino alle due di notte per studiare matematica non è proprio il massimo..."

"Già." Rido.

Iniziamo a parlare.

Arriva Spinel.

Non la voglio tra i piedi.

Non ho altra scelta.

"Steven, guarda! Perché non vai da Spinel?"

"Non vorrei lasciarti sola."

"Tranquillo, sta per arrivare Perla. Mi fa compagnia lei fino alle otto." Sorrido.

"Ok, se lo dici tu." Sorride.

Va da Spinel.

Potevi però insistere un po' di più per rimanere qui, dai.

Sbuffo.

"Ti devo troppo raccontare un mare di cose. Da dove comincio?" Dice qualcuno prendendomi il braccio.

"Perla! Finalmente." Ridiamo.

"Dai, racconta"

"Allora... come prima cosa, ma sorella è stata finalemte spostata di classe, e da domani, se non ci sono imprevisti, dovrebbe essere in classe con noi. Doveva arrivare già oggi, ma hanno avuto un problema con l'elenco, e quindi hanno rimandato."

"E poi...?"

"E poi cosa?"

"Sai cosa intendo." Faccio una faccia maliziosa.

"Ok, ho capito. Per farla breve, ci siamo messe insieme." Sorride.

Urlo.

Non ci credo!

Sono felicissima!

"Che bello Perla!"

"Lo so. Ti racconterò tutto nei minimi dettagli più tardi." Mi fa' l'occhiolino.

"E va bene... ma sappi che non ti perdonerò così facilmente per avermi creato questa suspense."

Ridiamo.

Adoro Perla.

Entriamo in classe.

...

È l'ora di matematica.

C'è verifica.

Che palle matematica.

Sono abbastanza brava a scuola, ma matematica non la sopporto.

A chi piace matematica, dai.

Elisabetta Pov.

Da quanto aspettavo questo momento!

Io amo la matematica.

Se ci fosse una scuola dove si fa solo e soltanto matematica, avrei scelto quella.

Anche mia madre era molto brava in matematica.

Lei mi ha insegnato ad amarla.

E ci è riuscita benissimo.

La prof arriva, fa l'appello e ci dà le verifiche.

La guardo.

Giro il foglio per vedere il retro con altri esercizi.

Ma sta scherzando?

Queste cazzate non le facevo neanche in seconda elementare.

Vabbè.

Inizio a fare la verifica.

Purtroppo non avrò un voto alto, perché per questo trimestre la prof ha detto che il voto massimo è sette.

Mi accontento.

Vedo tutti disperati.

Che massa di ignoranti.

In mezz'ora finisco e consegno.

Tutti mi guardano sorpresi.

Ma dai, lo sapete che sono brava.

Mi siedo.

Vorrei parlare con qualcuno, ma da quando Jeannie mi ha abbandonato non ho nessuno.

...

È finemente finito il lunedì mattina.

Sono a casa finalmente.

Mangio e mi arriva un messaggio.

Lo guardo.

Tony.

'Dobbiamo parlare. Alle 3.'

Quindi devo andare alle 3 al laghetto?

Penso di si.

Mi cambio ed esco di casa.

Chissà di cosa vuole parlarmi.

Forse ha parlato con Jeannie.

Non lo sopporterei.

Arrivo al laghetto e lui è seduto su una panchina.

Sembra pensieroso.

Mi avvicino a lui.

Non dico niente.

Mi siedo.

"Volevi parlarmi?"

Lui mi guarda e sorride.

"Sì..."

"Allora? Va tutto bene?"

"Sì, certo."

"Io ti ascolto."

Lui aspetta qualche secondo.

Mi guarda negli occhi.

Mette una mano sulla mia.

"Vedevo Jeannie come una ragazza fantastica, perfetta. Poi abbiamo iniziato la scuola, e tu hai avuto quel problema con lei. Non credevo che una ragazza come lei potesse comportarsi così. Ho deciso che mi sarei allontanato da lei, e mi sarei avvicinato di più a te, che avevi bisogno del mio aiuto. Avvicinandomi mi sono accorto che sei una ragazza speciale, fantastica, bellissima. Sei cento volte meglio di Jeannie." Dice.

Rimango a bocca aperta.

Lui mi guarda le labbra.

Si avvicina al mio viso, e io mi avvicino al suo.

Sento le sue labbra posarsi sulle mie, di nuovo.

Ci stiamo baciando.

Ci prendiamo le guance e continuiamo a baciarci.

Ametista Pov.

Mi arriva una chiamata da Jasper.

Che palle, sto studiando.

Rispondo.

"Dimmi."

'Ciao anche a te."

"Muoviti. Devo studiare."

'Cosa hai fatto con Peridot?'

Peridot?

"Che c'entra Peridot?"

'Hai detto che mi avresti aiutato.'

"Non vuol dire che lo faccio subito"

'Ti conviene, perché a me non da retta.'

"Prova a parlare."

'Ci ho provato stamattina, ma aveva paura. Provaci tu. Voi siete amiche.'

"Jasper, ho sempre meno voglia di aiutarti. Questa sembra una stupidaggine. Ti ho già detto che non credo tu abbia speranze con lei."

'Ma sei stata tu a dirmi che ci avresti provato.'

"Lo so Jasper, ma ho bisogno di tempo per elaborare questa idea."

'E va bene.' Dice sbuffando.

'La vuoi sapere un novità?" Chiede.

"Detta da te?"

'Si'

"Allora no"

'Ti interesserà, fidati.'

"Vai, parla."

'Riguarda Perla'

"Perla? Ah si, volevevo dirti che domani Perla ha organizzato una festa per Halloween a casa sua. Ha detto di invitate chi vogliamo. Io ci sono. Tu vieni con me? Ci sarà anche Peritod."

'Va bene, vengo. Però devo ancora dirti quella cosa'

"Spara."

'Abbiamo detto che riguarda Perla...'

"Sì. Vai avanti"

'Hai presente Bismuth?'

"La sorella di Zaffiro?"

'Esatto'

"Sì, ce l'ho presente."

Cosa c'entra Bismuth?

'Ecco, vedi... non so come dirtelo'

"Cosa? Dai, non tenermi sulle spine!" Dico un po' preoccupata.

'Volevo dirtelo di persona, ma è bene che tu sappia. Sabato sera sono uscite, e...'

"E...?"

'Si... sono messe insieme'

Messe insieme?

Come messe insieme?

Sento tutto il mondo crollarmi addosso.

Inizio a sentire le lacrime scendermi per il viso.

"Messe insieme?" Dico singhiozzando.

'Sì... mi dispiace Ametista'

Chiudo il telefono senza dire niente.

Messe insieme?

No!

No! Non può essere!

Mi metto a piangere sempre più forte.

Zaffiro Pov.

"Sono tornata sorellina." Dice Bismuth entrando in camera.

"Com'è andata?" Dico sorridendo.

"È molto meglio di quello che pensassi. Perla è fantastica, la amo così tanto. È perfetta. All'inizio pensavo che non le piacesse l'idea di uscire con me, ma poi... quando ci siamo baciate... non so che dire. La amo alla follia."

"Sono molto felice Bismuth, ma hai tralasciato un piccolo dettaglio."

"Quale?"

"La mamma. Ora che ti sei messa con una ragazza, ti odierà ancora di più."

"Tranquilla Zaffiro. Per ora devo tenere la situazione sotto controllo, poi ti ricordo che tra poco più di un anno diventerò maggiorenne, e potrò andare a vivere da sola senza preoccuparmi di ciò che pensa la mamma."

"Ed io? Vorrei tanto vivere con papà. Lui era felice quando ha saputo che sei lesbica."

"Tu glielo hai detto?"

"No."

"Capisco..."

Proprio in quel momento mi arriva un messaggio.

Guardo il telefono.

Papà!

"Bismuth, mi ha appena scritto papà."

"Cosa dice?"

Leggo il messaggio.

Dice: 'Guarda chi è venuto a vivere come me, tesoro'

Mostro il messaggio a mia sorella.

"E cosa vuol dire?" Chiede.

"Non lo so."

Mi arriva una foto sempre da lui.

La scarico.

Rimango a bocca aperta.

"Bismuth, ma papà è etero?"

"Sì. Perché questa domanda?"

Le mostro la foto.

Rimane a bocca aperta anche lei.

È la foto di papà che bacia un uomo.

Sulla bocca.

Arriva un'altro messaggio.

"Mi ha scritto di nuovo."

"Leggi cosa dice."

" 'Ho capito di essere bisessuale quando ho visto lui. Ci siamo innamorati, e conviviamo da oggi. Lui è Bill Dewey, il mio fidanzato.' "

Io e mia sorella ci guardiamo.

Sorridiamo.

"È stupendo!" Dice.

"Già" Rispondo.

È bello che papà ora sia felice.

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