Capitolo 10

Lapis Pov.

Sto tornando a casa.

Io... ho aiutato Peridot.

Perché?

Avrebbe provato come sono stata io per due anni.

Però... avevo paura si facesse male.

Sono stata troppo gentile con lei.

Poi l'ho anche presa in braccio.

Non capisco.

Non volevo farlo in realtà.

Almeno credo.

Chissà come sta.

Si sarà fatta male?

E se tornassi indietro a controllare?

Forse... no.

Vorrei, ma no.

Io le ho detto che l'ho aiutata solo per non averla sulla coscienza.

Ed è vero.

Sarei stata male se non l'avessi aiutata, ma solo perché magari si era fatta male e nessuno lo sapeva.

Avrei avuto rimorsi a vita.

Va bene così.

Non ho rimorsi e ho fatto la cosa giusta.

Ma non mi importa se l'ho lasciata da sola davanti casa sua.

Ho già fatto tanto per lei.

E poi la odio.

Mi ha trattata di merda per un periodo che a me è sembrato infinito.

E poi in classe mi ha preso in giro.

La odio da impazzire.

Sento che mi scende una lacrima.

Inizio a piangere.

Voglio smettere.

Non riesco.

Devo pensare a cose belle.

Non mi viene in mente niente.

Corro verso casa piangendo.

Mi chiudo in camera mia.

Mi butto sul letto e continuo a piangere.

Non ce la faccio.

Non ci riesco.

Non posso continuare a piangere.

Forse potrei...

Ma ho promesso a Steven che non lo avrei più fatto.

Non ci riesco.

Scusa Steven.

Mi alzo e apro il cassetto della mia scrivania.

Prendo uno degli astucci.

Lo apro e rovescio tutto sulla scrivania.

Ci sono matite, penne, pastelli colorati, e poi... una lametta.

La prendo in lacrime e la appoggio sul mio braccio.

Chiudo gli occhi e la passo sulla mia pelle.

Apro gli occhi.

Mi esce un bel po' di sangue.

Faccio la stessa cosa sull'altro braccio.

Vodo in bagno e mi disinfetto le ferite.

Le fascio e torno in camera.

Apro il secondo cassetto del comodino e faccio la seconda cosa che avevo promesso a Steven di non fare più.

Vado in cucina e prendo un accendino.

Torno in camera e prendo una sigaretta dal comodino.

Mi affaccio dalla finestra e inizio a fumarla.

Mi pentirò di questo, ma sono le uniche due cose che mi possono rilassare in questo momento.

"Sono a casa tesoro." Sento da mia mamma.

"Cazzo" Dico sottovoce.

Spengo la sigaretta in tempo.

In quel momento entra mia madre in stanza.

"Lapis sono venuta in camera tua perché non mi hai risposto... ma... Lapis! Che ti sei fatta alle braccia? Non dirmi che hai ricominciato!" Mi dice mia madre preoccupata.

"Ma no mamma, tranquilla. Ero in giro e sono entrata in una strada piena di cespugli, e i rami mi hanno graffiata."

"Se lo dici tu, io ti credo." Dice sorridendo.

Spinel Pov.

"E poi cos'ha detto?" Chiedo a Connie.

"Mi ha detto che mi drogo! Ma ti sembra normale?" Dice lei.

Non riesco a trattenermi e scoppio a ridere.

"Secondo me Perla ha ragione."

"Ma ti pare? È una cogliona."

"Poverina."

"Non dico sul serio, le voglio molto bene, è come una sorella per me."

"E io?" Le dico con gli occhi dolci.

"Tu sei la mia migliore amica. Non ce la farei senza di te Spinel."

"Cucciola." La abbraccio.

Aww, ma che povera illusa.

Mi fa pena.

Chissà che le passa per la testa se pensa che siamo davvero amiche.

È passato un mese ma ancora non abbiamo parlato di Steven.

A me comunque sembra abbastanza strano che di punto in bianco sia voluta diventare mia amica.

"Hey Spinel, la prossima settimana Perla nella sua villa fa una festa per Halloween, e vuole dare gli 'inviti ufficiali' con dei biglietti, ma mi ha detto di chiederti se tu sei libera per il 31."

"Sì, mi sembra di sì."

"Perfetto."

"Hai bisogno di aiuto in scienze?" Continua lei.

"No, perché?"

"Domani abbiamo la verifica."

"Cazzo, me ne ero scordata!"

"Ci avrei scommesso qualsiasi cosa." Ride.

"Meglio che torni a casa. Ciao Connie!" Dico e corro via.

Lei mi saluta con la mano.

Bene, almeno ho una scusa per togliermela dalle palle.

Mi fermo e inizio a camminare verso casa.

"Hey Spinel!" Sento chiamarmi.

Oddio.

Riconoscerei quella voce a un miglio di distanza.

"Steven!" Mi giro.

"Hey, che ci fai qui?"

"Stavo tornando a casa, ero con Connie prima."

"Capisco. Mi fa piacere che andate d'accordo."

Sorrido.

"Ti posso accompagnare a casa se vuoi." Mi dice sorridendo.

Dio grazie.

Non avrei desiderato altro.

"Va bene, grazie."

È troppo difficile trattenersi dallo sclerare.

Potrei proporgli una cosa.

"Vedi, sto tornando a casa perché devo fare scienze per domani, me ne ero dimenticata. Se hai bisogno di ripassare puoi venire da me, tanto casa mia è qui vicino."

"Mi piacerebbe davvero tanto Spinel, ma devo tornare a casa, e comunque ho già studiato scienze, grazie lo stesso."

Ci rimango male.

Che cazzo però.

"Di niente Steven."

Vabbè, sarà per un'altra volta.

"Quindi devi ancora fare scienze? È tardi, sono le sei e il programma è difficile."

"Sì, devo farla. Non avevo mica capito che la verifica era oggi, sai? Anzi, non avevo proprio capito che c'era una verifica. Per fortuna Connie me lo ha ricordato poco fa'."

"Ah. Si, certo. Connie..." Sorride.

Perché sorride?

"Non ti fai aiutare da lei in scienze?"

"Me lo aveva proposto, ma no, non è molto difficile in realtà, quindi posso riuscire anche senza di lei. Dopotutto devo solo ripassare, non studiare. Ce la farò. Spero."

Lui ride.

È troppo carino.

Smette di ridere e guarda davanti a sé.

Io lo guardo, è di profilo.

Il suo naso è stupendo.

Noto una cosa.

Ha il naso molto simile al mio.

L'ho preso da mia madre.

Strano.

Vabbè, sarà una coincidenza.

"Ok, Steven, siamo arrivati, abito qui. Sei sicuro di non volerti fermare?" Chiedo.

Nota una cosa muovere la tenda del salotto.

Che cos'è?

"No, grazie Spinel. Ci vediamo domani."

"Va bene. A domani Steven." Dico e apro la porta.

"Mamma! Sono tornata!"

"Chi era quello?"

"Quello chi?"

"Quello che ti ha accompagnato."

"Intendi Steven?"

"È lui Steven?"

"Sì è lui. Ma perché me lo chiedi?"

"No, nulla."

"Ma non è entrato in casa. Come fai a sapere che mi ha accompagnato qualcuno?"

"Ho indovinato."

"No mamma, tu mi spiavi dalla finestra, vero?"

"Certo! Ho visto che ti accompagnava qualcuno e volevo sapere chi fosse, magari lo conoscevo."

"Ma tu neanche li conosci i miei amici."

"Basta Spinel. Piuttosto, mi hai detto che uscivi con la tua amica Connie. Quello non mi sembrava Connie."

"Ero con Connie, poi sono dovuta tornare a casa perché devo ripassare scienze, e ho ho incontrato Steven che si è offerto di accompagnarmi a casa. E poi, se ti avessi mentito secondo te mi facevo trovare davanti casa con lui?"

"Non lo so Spinel. E vai a fare scienze."

"Vado, vado." Sbuffo.

Che palle.

Ma perché non mi scrivo mai niente sul diario?

Prendo il libro di Scienze e inizio a ripetere.

Perché non mi sono fatta aiutare da Connie?

Almeno mi sarebbe stata utile per una volta.

Elisabetta Pov.

"Hey bimba, sono tornato! Sei sicura di non aver bisogno di niente?" Urla mio fratello appena tornato a casa.

Mi ha sempre chiamata così: bimba.

Non lo ha capito che ho quasi quindici anni.

"No Jhon, tranquillo!" Gli urlo da camera mia.

Non so che fare.

Ho ripassato scienze per domani, e non ho nient'altro da fare.

Mi piacerebbe che Jeannie fosse qui.

Lei ha sempre qualcosa in mente. Non mi posso annoiare con lei.

Sorrido.

Ma che cazzo ho combinato?

Quanto mi odio per questo.

Mi arriva un messaggio.

-Vabbè non importa. Quando vuoi io sono qui, lo sai :) -

Sorrido

Me lo ha scritto Tony.

Da quando ho parlato a Jeannie non l'ho visto più.

E non lo calcolo più.

Mi scrive praticamente tutti i giorni, ed io non gli rispondo.

È che mi sento troppo in colpa.

Ma fare così non mi aiuta.

E poi, se gli piaccio Jeannie non ha speranze con lui, quindi non è colpa mia se non si metteranno mai insieme.

Non sto dicendo che so di piacergli, ma se così fosse non posso farmene una colpa.

Ho bisogno di svagarmi, e non mi viene in mente nessuno se non lui.

'Hey Anthony scusa se non ti ho calcolato. Ho bisogno di parlare. Vediamoci al nostro posto' Scrivo e invio.

Ma ora che gli dico? Ho litigato con Jeannie perché piaci ad entrambe?

Porca puttana! Non ci ho pensato.

Ma perché continuo a fare una cazzata dopo l'altra?

-Si va benissimo. Sto arrivando- Scrive

Cazzo cazzo cazzo!

E ora che faccio?

Ormai devo andare. Penserò a qualcosa per strada.

10 minuti dopo

Entro nel cancello del parco.

Non mi è venuto in mente niente
.
E ora che faccio?

"Hey Tony!" Gli urlo.

Lui corre verso di me.

"Allora? Di che dovevi parlarmi?"

"Un mese fa ho litigato con Jeannie, e dal quel momento non sono più la stessa. Mi sento da sola, è come se non avessi nulla. Mi manca da impazzire. Lei è... è la mia metà, e non esagero. Senza di lei mi sento persa, mi sento inutile, mi sento una merda. Se lei fosse qui mi abbraccerebbe asciugandomi le lacrime e dicendomi di non preoccuparmi, che mi vuole bene, è che non mi lascerà mai. Ma lei non c'è, e se fosse qui non mi direbbe queste cose, perché se lei fosse qui è perché saremmo ancora amiche, ma non lo siamo." Dico piangendo.

"Capisco e mi dispiace da morire. Ma perché avete litigato?"

Non posso dirglielo.

Rimango con la testa abbassata.

"Capisco se non vuoi dirmelo. Mi dispiace tanto."

Continuo a guardare per terra piangendo.

"Non me lo aspettavo da Jeannie. Mi è sempre sembrata una brava ragazza, carina, gentile, sempre pronta per tutti. Qualsiasi cosa tu le chieda lei te la fa, come se fosse un genio della lampada." Dice

"Lo so, è fantastica, dovreste metterci insieme." Gli dico io.

Lui scuote la testa sorridendo.

"Rifuardo quello che hai detto prima..." Si mette davanti a me.

Mi abbraccia.

"Non preoccuparti, lo sai che ti voglio un mondo di bene, e sai anche che non non lascerò mai. Tu sei tutto per me." Dice staccandosi e asciugandomi le lacrime con il pollici.

Sorrido.

Ametista Pov.

Qualcuno bussa alla porta.

Mia madre apre.

Mi affaccio da camera mia per vedere chi è.

Jasper?

"Buongiorno Agata Blu. Ametista è in camera sua?"

"Sì è lì. Ma, Jasper, ti ho detto un sacco di volte di chiamarmi solo Agata. Vai da Ametista, forza, e non dimenticare quello che ti ho detto."

"Va bene Agata, vado." Dice Jasper e viene in camera mia.

"Hey che vi fai qua? Ti avevo accompagnata a casa dopo che hai bullizzato Peridot e Lapis."

"Sì sì sì sì. Sono venuta per dirti di non preoccuparti per la tua Perla."

"Cosa? Non ti seguo."

In quel momento vedo mia sorella in corridoio uscire con i miei vestiti.

"Hey Corniola! Quello è il top che non trovavo da mesi? E quelli sono i miei jeans preferiti? E scarpe sono quelle che ho comprato la scorsa settimana?"

"Ehmm... no. Questo è il MIO top, i MIEI jeans preferiti, e queste sono le MIE scarpe nuove regalate da te. Ora devo uscire. Ciao ciao."

"Stronza." Dico mentre se ne va.

"Hai bisogno di aiuto aiuto con tua sorella? Vuoi che ci penso io?" Dice Jasper.

"Avvicinati a lei e ti uccido." Rispondo girandomi.

Lei ride.

"Piuttosto, riguardo l'argomento Perla..."

"Dimmi tutto."

"Ho visto Connie sotto casa mia con un'altra ragazza dai capelli rossi, mi sembra si chiamasse Spinel. Si volevamo molto bene, e magari qualcosa di più. Quindi non devi preoccuparti per la tua dolce biondina."

"Dici sul serio?"

"Certo. Perché dovrei mentirti."

"E sei venuta qui per dirmi questo?"

"Sì. Siamo ancora migliori amiche?"

"Ti adoro Jasper." Dico abbracciandola.

Ci stacchiamo dopo un po'.

"Però con Lapis e Perodot hai fatto davvero la stronza. Non mi piace quando fai la bulla, mi da veramente fastidio. Sei simpatica e tutto il resto, ma fai venire i nervi a chiunque quando ti credi superiore. Dovresti apprezzare Peridot che è riuscita a cambiare e che prova a rimediare ai suoi errori, dovresti prenderla d'esempio, non insultarlo e chiamarla santarellina.tu la dovresti stimare. Dovrebbe essere un'esempio per te. Dovrebbe essere la tua ispirazione. Hai visto che Lapis l'ha aiutata? È perché è riuscita a perdonarla. Si vede benissimo che Peridot è ferita per quello che ha fatto, e ha voluto rimediare ad ogni suo errore. Ha bullizzato solo una ragazza, ma le è bastato per capire che stava sbagliando, per capire che non doveva comportarsi in quel modo. Ha capito molto, e ha deciso di cambiare, ha deciso di essere una persona migliore. È  vero, magari ha deciso di fare la 'santarellina' come dici tu, ma ha fatto bene, è una cosa che dovresti valutare anche tu. Una cosa molto importante per te, per Lapis, per Peridot, per tutti, anche per me. Dovresti ragionarci bene, è un un seria. Non puoi fare così tutta la vita. Ti voglio molto bene Jasper, sei la mia migliore amica, e per molto tempo sei stata la mia unica amica. Perfavore, pensaci, lo dico solo per te, per il tuo futuro, per farti diventare una persona importante e onesta. Voglio che la gente ti guardi e ti ammiri, non che abbia paura di te, e nonappena ti vede cambia strada. Non sarebbe stupendo? Secondo me si. I tuoi genitori sono molto ricchi, e con quei soldi potresti avere la miglio istruzione che immagini, aprire una tua azienda, fare molti soldi, diventare famosa. Ma diventerete famosa per buoni motivi, non perché la gente ha timore di te. Fallo per me Jasper."

Lei mi guarda.

"Hai finito o devi stare qua tutta la notte ad aspettare che concludi il discorso?" Dice lei ironica.

"Jasper! Ho fatto questo discorso solo per te."

"Grazie mille, mi sento onorata."

"Jasper... ho solo sprecato fiato. È quello che faccio tutti i giorni con te, spreco fiato. Io spero che fu mi ascolti ma non lo fai mai. Sei davvero una stronza e non cambiarei mai."

"Lo so, lo so."

"Sono serissima Jasper."

"Sì, anch'io."

Giro gli occhi

"Vabbè. Sushi?" Continua lei.

Sorrido.

"Andiamo." Rispondo.

Rubino Pov.

Sono a casa di Zaffiro.

Abbiamo ripassato insieme scienze e ora stiamo parlando.

Di colpo entra sua sorella nella stanza.

"Bismuth! Lo vuoi capire che prima di entrare devi bussare, sì o no?"

"Dai, scusa sorellina. Non pensavo voleste stare da sole, qui sul letto, insieme, a fare chissà cosa."

"Io giuro che ti ammazzo!" Urla Zaffiro perforandomi un timpano.

"Su, calmati. Non me la presenti la tua amica?" Continua Bismuth.

"Piacere, sono Rubino." Le dico porgendole la mano.

"Molto piacere. Quindi ti sei in classe di mia sorella?" Risponde stringendomi la mano.

"Sì, esatto."

"Allora mi presento, anche se credo tu abbia capito chi sono. Sono Bismuth, la futura ragazza della vostra amica Perla."

"Cooooosa?" Rispondo io.

"Non andare dietro a questa cogliona. Solo perché ha un appuntamento con Perla già si sente la sua ragazza."

"Vedremo poi sorellina. Intanto ha accettato di uscire con me. Non può che significare qualcosa."

"Ma certo. Significa che sei scema."

"Vedremo, vedremo. Tra un po' di giorni io avrò una fidanzata, e tu niente. Vedremo poi chi sarà la scema. A meno ché... a meno ché io ora esca dalla stanza, chiudo la porta, e voi vi mettete a pomiciare ritenedovi una coppia."

"Bismuth." Dice Zaffiro calma.

"Eh?"

"Esci immediatamente di qui."

"Sennò?"

"Mamma!" Urla Zaffiro perforandomi l'altro timpano.

"Va bene, va bene, hai vinto tu. Me ne vado. Ciao cognata." Dice riferendosi a me.

"No no no no no. Adesso vado ad ucciderla." Dice Zaffiro.

Non posso lamentarmi del suo tono, ormai mi ha bucato i timpani.

"Dai tranquilla." Dico ridendo.

"Ma scusa? Non l'hai sentita? Non hai visto che cogliona colossale? Adesso mi dici pure di lasciarla perdere dopo che si è messa a fare la stronza davanti a te?"

"Sì... perché no?"

"Ma da che parte stai?" Dice e io rido.

"Tanto lo so che ti piacerebbe."

"Cosa?"

"Che fosse vero."

"Che cosa?"

"Quello che ha detto tua sorella, di noi due. So che vorresti fosse vero." Dico con una faccia maliziosa.

"Certo come no." Dice lei girando gli occhi.

Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

"Non c'è nessuno meglio di te, Rubino." Dice lei.

"No... non c'è nessuno meglio di TE Zaffiro. Sei la mia migliore amica, anche se ci conosciamo da un mese e mezzo. Sembra di conoscerti da un'eternità, tipo... da cinquemila e settecentocinquanta anni."

"E otto mesi." Aggiunge lei.

Scoppiamo a ridere.

"Già, e otto mesi. Ma quello che voglio dirti è che sei sempre la migliore, la migliore amica che chiunque può desiderare. E sai perché?"

"Perché?"

"Perché sei perfetta! Tutti vorrebbero come migliore amica una persona come te, Zaffiro."

"Aww. Sei la migliore Rubino."

"No, tu sei la migliore Zaffiro." Dico e ci abbracciamo.

Dio, vorrei davvero baciarla.

Ci stacchiamo e continuiamo a parlare.
Poi sentiamo bussare.

"Avanti." Dice Zaffrio.

Entra sua madre.

"Ragazze, stavo pensando, perché Rubino non avverte i suoi per dirle che cena qua? Ho già preparato anche per lei."

"Davvero mamma?"

"Certo tesoro."

"Va bene Acquamarina, chiamo mia madre per vedere cosa dice."

La chiamo e lei mi dice che posso rimanere.

Nonappena lo dico a Zaffiro lei è felicissima.

È bellissima quando sorride.

No, è sempre bellissima.

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