Capitolo 1
Connie Pov.
Ok... primo giorno di superiori... che sarà mai?
Va bene, lo ammetto, ho un po' di paura.
Devo cercare di stare calma.
"Siamo quasi arrivati Connie, sei pronta?"
Mi dice mio padre.
"Sì papà, ho solo un po' di ansia."
"Tranquilla, è normale."
Gli sorrido e guardo fuori dal finestrino.
Mi manca l'estate.
Ad un certo punto la macchina si ferma.
"Eccoci Connie, siamo arrivati." Dice papà.
"Grazie papà, buona giornata." Gli dico, e gli do' un bacio sulla guancia.
Dato che è ancora presto vado al ciambellone, la pasticceria davanti alla scuola, per prendermi qualcosa.
È davvero affollato qui dentro.
Finisco per inciampare e andare addosso a qualcuno cadendo.
Che imbranata che sono.
"Scusami, non ti avevo visto." Mi dice un ragazzo porgendomi la mano per rialzarmi.
"Scusami tu, sono sempre distratta."
"Tranquilla. Ti è caduto questo." Mi dice porgendomi il portafoglio.
"Grazie mille e scusa ancora."
"Non importa." Mi dice andando via.
Mamma che carino.
Rimango ferma a fissarlo.
"Scusi signorina, tocca a lei." Mi dice la cassiera.
"Sì, scusi, ero distratta."
Brava Connie, prima figuraccia.
Perla Pov.
Cammino verso la scuola.
Ho appena attraversato la strada e sento qualcuno chiamarmi.
Mi giro e vedo Connie, una mia amica.
Connie è una ragazza che ho conosciuto facendo scherma, uno sport che piace a entrambe.
Devo dire che è molto simpatica, e siamo buone amiche.
Lei mi raggiunge correndo.
"Ciao Perla." Mi sorride abbracciandomi.
Odio glia abbracci.
Non è per lei, noi siamo come sorelle, semplicemente odio gli abbracci.
Poi lei si stacca.
Finalmente!
"Ciao Connie. Come stai?" Le chiedo.
Continuiamo a camminare parlando e arriviamo davanti scuola.
Entriamo subito nel cortile molto affolato.
Ad un certo punto arriva la preside che prende un microfono dandoci il benvenuto.
"Buongiorno ragazzi e ragazze, io sono la vostra preside, potete chiamarmi preside Garnet. Benvenuti e bentornati in questa scuola. Iniziamo facendo l'appello delle classi." Ci dice.
Sembra simpatica la preside.
Inizia facendo l'appello della 1ª A.
Poi fa il nome di Connie che è accanto a me.
Lei si gira verso di me sorridendo e va accanto alla preside.
Sento altri nomi, e sento anche il mio.
Evvai, sono in classe con Connie!
Senza esitare corro verso la preside e spingo un po' di gente per riuscire a mettermi accanto a Connie.
Abbasso la testa sorridendole.
Sono un metro e settanta, circa dieci centimetri più alta di lei.
Poi la preside fa il nome di una ragazza bassa con i capelli lunghi.
Lei arrossisce e viene verso di noi.
È molto carina.
Ametista Pov.
In questa classe sono tutti più alti di me.
Io sono poco più di un metro e cinquanta.
Mi giro per vedere chi c'è.
Già, qui non c'è nessuno che io conosca.
Qualche amico ce l'ho, però abitano lontano.
Mi sono trasferita qui a Beach City a marzo, e non riesco a fare amicizia, sono super timida.
Mentre mi guardo in giro vedo una ragazza alta che mi fissa a bocca aperta.
La guardo male arrossendo, e lei distoglie subito lo sguardo.
Mi sto annoiando.
Sono da sola.
"Ciao ragazza." Mi dice qualcuno.
Mi giro e vedo una tipa alta quanto me.
"Ehm, ciao?" Le rispondo.
Ma che vuole ora questa.
"Io mi chiamo Peridot, sono felice che siamo in classe insieme, spero potremmo diventare amiche".
"Ciao Peridot, io sono Ametista."
"Amentista, che bel nome."
Ma questa fa così con tutti?
Forse fa così perché mi ha vista alta, o meglio, bassa, come lei.
Però dai, è un po' simpatica.
La preside fa il nome di un certo Steven Universe.
"Scusa Ametista, devo andare da Steven, è un mio amico. Te lo farò conoscere un giorno. Ciao." Mi dice.
Non faccio in tempo a salutarla che subito se ne va.
Che ragazza strana.
La preside continua a fare nomi, ma quanti ce me sono?
Fa il nome di una ragazza bionda che fa un piccolo urlo di gioia e corre verso una ragazza con i capelli neri abbracciandola.
Elisabetta Pov.
Non ci credo!
Sono in classe con Jeannie!
Io e lei ci conosciamo da tutta la vita e siamo migliori amiche da sempre.
Potrei fare amicizia con altri, ma ora c'è Jeannie e voglio stare con lei.
La cosa buffa? Che ieri siamo state tutto il pomeriggio insieme, ho anche mangiato a casa sua.
Volevamo addirittura fare un pigiama party, ma mia mamma mi ha fatta andare a casa.
Siamo Inseparabili.
"Elisabetta!" Sento da qualcuno dietro di me.
Strano.
Mi giro per un solo attimo a vedere chi è, ma non vedo nessuno che conosco.
Vabbè, mi sarò sbagliata.
Mi giro e torno a parlare con Jeannie.
La professoressa di matematica ci accompagna in classe.
Poi esce per parlare con le sue colleghe.
Noi questo momento dovremmo usarlo per conoscerci meglio, ma io preferisco parlare con Jeannie, anche se siamo compagnie di banco.
"Hey Elisabetta." Sento qualcuno chiamarmi.
Ok, non posso essermi sbagliata due volte.
Mi giro e vedo Trevis.
Mi alzo di scatto e vado ad abbracciarlo.
Lui mi prende in braccio e mi fa girare.
Adoro quando fa così.
Lui è il mio migliore amico, ma devo ammettere che un po' mi piace.
Non ci siamo visti tutta l'estate.
Lui è andato in un altro Stato a trovare i suoi nonni.
"Ciao Trevis." Gli dice Jeannie.
"Oh, ciao Jeannie." Risponde lui.
Loro si conoscono.
Ovviamente le persone che conosco io le deve conoscere anche Jeannie e viceversa.
Lapis Pov.
Mi siedo in un banco.
Accanto a me c'è una ragazza che legge un libro.
Provo a fare amicizia.
"Ciao, io sono Lapis."
"Ciao Lapis, io mi chiamo Zaffiro."
Iniziamo a parlare e a fare amicizia.
A quanto pare ad entrambe piace il blu.
Poi vedo un mio amico.
"Scusa Zaffiro, devo andare a salutare un mio amico, torno subito."
"Certo vai."
Sorrido e corro verso di lui.
"Ciao Steven." Gli dico.
Lui si gira.
"Ciao Lapis, come va?"
"Bene grazie, tu?"
Prima che risponda sento una voce dietro di me.
"Hey Lapis."
Oh no.
Non è chi penso che sia.
Mi giro e vedo Peridot.
Cavolo, quanto la odio.
Lei e una ragazza di nome Jasper mi bullizzavano alle medie.
Poi ho conosciuto Steven, e lui mi ha aiutato a uscire da quella situazione.
La guardo dall'alto al basso con un'espressione arrabbiata.
"Lapis, sto parlando con te." Mi dice.
Che palle questa.
"Che ci fai qui?" Le dico.
"Sono venuta a parlare con Steven e..."
"Cosa?" Dico stupita senza farle finire la frase.
Mi giro verso Steven.
"Siete amici?" Gli dico arrabbiata.
"Bhe, si." Mi risponde lui.
"Cosa?! Ti sei dimenticato quello che mi ha fatto fino all'anno scorso?" Gli urlo.
"No che non me ne sono dimenticato, ma vedi, tutti possono cambiare, e lei è cambiata. Prova a darle una possibilità."
"Non mi interessa se è cambiata, non la voglio vedere." Dico andandomene.
Rubino Pov.
Qui in classe sto facendo subito amicizia.
Vedo una ragazza che sta leggendo un libro.
Prima era con una ragazza, la sua compagna di banco.
Meglio se vado a farle un po' di compagnia.
Mentre mi avvicino a lei noto una cosa.
Ha una maglia con le maniche lunghe?
A settembre?
Ma dove vive questa? Al polo nord?
In un attimo mi ritrovo davanti a lei senza accorgermene.
Continuo a pensare alla sua maglia.
Lei alza lo sguardo dal libro e mi vede.
Devo parlare.
Dico la prima cosa che mi viene in mente.
"Perché hai un maglia con le maniche lunghe?" Le dico senza pensare
Oh no!
Cosa ho appena detto?
Che figura.
Ora sicuro mi insulta.
"Sai, sono una tipa davvero freddolosa." Mi dice sorridendo.
Sorrido anche io.
"Posso sedermi?" Le chiedo indicando il posto accanto a lei.
"Sì, la mia compagna di banco è andata a parlare con dei suoi amici." Risponde lei.
Io mi siedo.
"Comunque sono Rubino." Dico per rompere il ghiaccio.
"Piacere, Rubino, io sono Zaffiro."
Ha una voce stupenda.
Mette a posto quel libro e ci mettiamo a parlare.
Vedo davanti a me una ragazza triste, seduta da sola.
Mi dispiace che sia sola, dopo andrò a parlarle.
Dopo un po' vedo la compagna di banco di Zaffiro tornare.
La saluto e mi alzo andando via.
Poi mi ricordo di quella ragazza.
Vado a parlarle.
"Ciao, io sono Rubino." Le dico sorridendole.
"Spinel." Dice fissando il banco.
"Come?" Le dico.
"Mi chiamo Spinel". Dice lei alzando lo sguardo.
Ha gli occhi rossi, avrà pianto da poco.
Poverina.
"Va tutto bene?" Le chiedo preoccupata.
"Sì, è ora vattene." Dice lei.
"Ma..."
"Ho detto vattene!" Mi urla arrabbiata.
"Ok ciao." Le dico.
Lei non risponde continuando a fissare il banco.
Non ha neanche una compagna o un compagno di banco.
Torno a posto.
Che strana ragazza.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top