Capitolo 2 - Parte 1
«Sai cosa dicono delle persone che si fanno vedere da un solo individuo, Astrid?» le chiese il falegname, fingendo una faccia preoccupata.
La ragazza inghiottì la saliva che s'era formata nella sua bocca e guardò Alastair, non capendo il suo burlarsi di lei.
«Dicono che sono le anime dei morti, venuti a prendere un nuovo compagno...» continuò l'uomo, avvicinandosi di più al viso di lei dopo aver abbassato la birra sul bancone. Un brivido percorse la schiena di Astrid, il modo in cui lo aveva le fece accapponare la pelle. Poi Alastair scoppiò a ridere sommessamente.
«Ah! Ci sei davvero cascata!» la derise lui prima di riportare il boccale alle labbra.
Alastair pensò che Astrid fosse adorabile quand'era spaventata. In mezzo alle sue sopracciglia si formavano piccole rughe d'espressione che lo divertiva. La sua futura moglie era una ragazza molto intelligente, eppure non riusciva a distinguere uno scherzo da un atteggiamento serio. Era la seconda volta quel giorno che si angosciava per cose futili.
Astrid lo rimbeccò, dandogli uno schiaffo sulla nuca così forte da fargli andare la birra di traverso.
Non era di certo il comportamento che una ragazza avrebbe dovuto mostrare nei confronti di un uomo, nonostante ciò non si vergognò per il suo gesto: la virilità di Alastair era intatta, e questo a lui bastava. Lo vide arricciare il naso completamente bagnato.
«Tu sei l'unica ragazza che conosco che non sa stare a un gioco! Qualsiasi!» infierì il falegname prima di portarsi un lembo del suo mantello sul viso per asciugarsi. Astrid non rispose, sapeva che lui avrebbe potuto rigirare tutto a suo favore: lo conosceva fin troppo bene.
All'improvviso, dalla porta che conduceva al retro, spuntò un uomo ricurvo su se stesso e fedelmente appoggiato al suo bastone, il padre di Gretchen la Grassa nonché proprietario della taverna e di una piccola officina d'armi, Bjorn Helßin: era un uomo abbastanza minuto, così basso da sembrare un ramoscello al confronto con la figlia; indossava delle braghe marroni e una maglia, che all'inizio della sua vita doveva essere bianca. Ai piedi non portava nulla, camminava scalzo, e non si lamentava siccome era a suo agio.
Il viso era caratterizzato principalmente da un enorme neo in mezzo alle sopracciglia grigiastre, tanto da sembrare a tutti quanti un terzo occhio. Nonostante questo piccolo difetto, il suo aspetto non era così terribile, anzi: al contrario della figlia, sulla bocca riusciva sempre a disegnarsi un sorriso caldo e accogliente verso i suoi clienti nonostante il tempo di crisi, che aveva colpito tutta la piccola cittadina di Wönder, e la sua età avanzata. Proprio in quel momento, sfoggiava una linea ricurva in su.
«Alastair!» lo salutò Bjorn, avvicinandosi al bancone prima di salire su uno scalino per riuscire ad allungare il braccio e stringergli la mano. Il falegname si pulì il palmo sulla sua casacca prima di rispondere alla stretta. «Cosa devi chiedermi, figliolo?»
Alastair finì l'ultimo sorso di birra prima di rispondergli con un tono strano, decisamente cupo.
Astrid ascoltò la loro conversazione, senza capire.
«Ho bisogno del tuo aiuto per una battuta di caccia» rispose Alastair.
La contadina si chiese che aiuto avrebbe mai potuto fornire un vecchio zoppicante durante la caccia. Sarebbe solamente di intralcio. Nella foresta di Wönder bisognava essere veloci e silenziosi, e non si doveva mai abbassare la guardia.
Strane creature erano state avvistate vagare, tra gli alberi e le ombre di quel luogo tanto misterioso quanto affascinante. Ciononostante Alastair chiedeva l'aiuto di Bjorn.
Non appena i due uomini finirono di conversare, tra un sorriso cordiale del vecchio e un'altra birra del falegname, Alastair e Astrid si congedarono.
La ragazza si portò il cappuccio del mantello sulla testa prima di uscire dalla taverna subito dopo il suo amico che impugnava fiero la sua ascia.
Ripercorsero la strada per la fattoria insieme siccome fuori la luna aveva già occupato il suo posto nel cielo e Alastair non si fidava della notte, e nemmeno del luogo dove Astrid sarebbe a breve rientrata.
Camminarono fianco a fianco, qualche volta c'era un contatto tra i due, uno sfioramento di braccia innocuo che ogni volta infiammava l'animo di Alastair.
La desiderava così tanto, e la ragazza n'era solo imbarazzata.
Una volta raggiunta la fattoria, la coppia si divise a malincuore di entrambi. Il falegname aspettò che sparisse dietro il portone da cui iniziavano a provenire risate frizzanti e forti gemiti, poi si allontanò riluttante per ritornare nella sua dimora.
A qualche metro dalla piccola casa, Alastair si sentì osservato. Una sensazione simile all'ansia lo colpì proprio sulla bocca dello stomaco e lo costrinse a voltarsi. Non avendo nulla con cui illuminare il luogo, si costrinse ad aguzzare lo sguardo per rintracciare la minima forma di minaccia nella strada poco illuminata a causa della debole luce della luna.
Nonostante non avesse visto niente di potenzialmente pericoloso, sentiva su di lui gli occhi di qualcosa, o qualcuno. E il suo sesto senso gli faceva accapponare la pelle siccome immaginava quegli occhi perennemente fissi sul suo corpo.
L'ansia lo spinse ad accelerare il passo per entrare in casa e dimenticarsi dell'avvenuto.
Contemporaneamente, Astrid cercava di non badare ad un altro tipo di sguardo. L'uomo che nel salotto baciava e stringeva tra le braccia sua madre non smetteva di lanciarle occhiate maliziose mentre la ragazza puliva con uno strofinaccio bagnato il pavimento, dove un ubriacone aveva appena vomitato.
Quando poi sua madre Brynja si alzò per condurlo nella camera da letto, l'uomo si chinò per sussurrarle nell'orecchio.
Astrid capì che aveva chiesto anche la sua presenza quando sua madre girò il viso verso di lei. La ragazza la ringraziò mentalmente quando si oppose alla proposta dell'uomo. Brynja non riusciva a sopportare sua figlia nelle mani di un lurido verme che voleva solo soddisfarsi. Tutto il contrario della zia di Astrid, Cara, che ogni volta che poteva, le ricordava che c'era bisogno di corpi in più per quel posto. Astrid non trattava il suo corpo come un oggetto. Mai l'avrebbe fatto.
All'improvviso, un uomo entrò dalla porta principale, da dove Astrid si trovava distante di qualche metro.
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