Atto II
Flôute Isseridê, piccolo villaggio a Sud-Est del regno di Demetrys
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Tra l'aria fresca del mattino che accarezzava lietamente i verdi territori della prateria, due giovani dai luminosi sorrisi si ergevano pronti per una nuova profittevole giornata.
Al fianco del giovane Péter Grand', amico di famiglia e compagno di avventure, Rosé sorrideva guidando il pascolo al suo seguito.
I due erano soliti incontrarsi ogni giorno al mattino presto per occuparsi del loro pascolo e per svolgere alcune mansioni al mercato.
In quella fresca giornata primaverile era piuttosto piacevole passeggiare insieme nei campi, osservando meravigliati le grandi distese che confinavano con i territori dell'Est, limite che non dovevano in alcun modo superare se non volevano scontrarsi con le tribù del confine, da sempre molto difensive nei confronti del loro territorio.
D'altronde dovevano stare molto attenti al bestiame, evitando persino l'altra estremità ad Ovest, dove invece si ergeva la foresta del silenzio, oscura boscaglia da cui tutti evitavano di entrarvi.
Fin dai tempi più antichi la gente del Sud-Est è sempre stata particolarmente ignorante nei confronti della storia del Regno di Demetrys, ma secondo alcune voci, al di là del mondo umano si nascondevano degli esseri immortali, non umani, che possedevano sembianze mostruose.
Questi esseri si diceva si nascondessero al confine con l'Est e l'Ovest, da queste assurde dicerie si diedero vita alle voci su possibili streghe muta forma.
Credenza al quanto bizzarra per Rosé, ma abbastanza inquietante anche solo per contorcere la propria mente in cerca di risposte concrete.
I segreti oscuri tenuti dalla capitale avrebbero insospettito chiunque, il timore di dover affrontare un problema al di fuori della propria portata è un pensiero straziante.
La conoscenza è un fardello troppo pesante da sopportare, tanto che rimanere nella miscredenza non portava alcuna angoscia nel cuore della giovane.
Péter stiracchiò leggermente le braccia in modo da distendere totalmente il suo corpo. Inspirò liberamente l'aria imperniata dalla fresca rugiada del mattino; l'orizzonte ancora tinto da leggere sfumature arancio fonava candidi riflessi dorati al prato, leggermente umido e morbido.
In un gesto veloce tolsi gli scarponcini e assaporai soddisfatta il morbido tocco della terra a contatto con i miei gelidi piedi.
<<sapevo l'avresti fatto Rosy>> sorrise il ragazzino lentigginoso.
<< la vera stranezza è non vederlo fare anche a te>> rispose Rosé sfidando il ragazzo.
<< Mia madre mi uccide se torno di nuovo con dei tagli nella pianta del piede. Non capisco perché tu riesci sempre ad evitare i rametti tagliati e le fosse che ci sono nel percorso, mentre io finisco sempre per ferirmi anche con un bastoncino>> sbuffò Péter.
<< Sei una delicata signorina, ecco perché>> lo prese in giro Rosé prima di prendere le sue scarpe e avvicinarsi al pascolo.
I due camminarono fianco a fianco, fermandosi per brevi soste al passo con le pecore.
Péter volle spingersi vicino alla brughiera, più a ovest del solito, lì vi era un fiume molto grande e soprattutto perfetto per stendersi vicino ad esso e godersi la mattinata.
Rosé si distese nel prato coperto da vivacissimi fiori, che dolcemente accolsero il corpicino della giovane.
L'aria aveva assunto un aroma più deciso, quasi speziato, un contrasto tra la freschezza della menta e il dolce profumo del gelsomino.
<<Mi sento molto meglio>> disse la ragazza rivolgendo gli occhi verso il flusso del fiume, sospinto dal fruscio del vento.
<< Già, ultimi giorni di tranquillità prima della tempesta>> sospirò Péter.
<< A quanto pare non potrò minimamente sperare di potermela svignare per il ricevimento che si terrà alla fine di questa settimana. Mia madre ha detto che sta per arrivare Theo, e non credo avrò molta scelta se non assecondare le volontà di mia madre>> disse inspirando esasperato.
<< Sta arrivando Theo?>> chiese Rosé voltandosi d'istinto verso l'amico.
Theodore Bernie Grand', fratello maggiore di Péter, nonché primogenito della famiglia Grand'. Theodore, ribattezzato Theo, era ormai diventato il capofamiglia dei Grand' dopo la morte prematura del padre. Era un ragazzo molto diligente, intraprendente e dedito alla famiglia e al villaggio, tanto da destare parecchio stupore quando cinque anni prima aveva deciso di partire per la capitale e arruolarsi nella guardia speciale del re a Demetrys.
Il decapolo blu, cacciatori esperti alla completa dipendenza del re.
Theo aveva lasciato tutto senza dire nulla, solo dopo sei mesi aveva mandato sue notizie con alcune lettere.
Non vi era certezza sulle vere intenzioni di Theo, ma d'altronde il suo lavoro lo teneva occupato tanto da riuscire a ricompensarlo egregiamente per i suoi servigi.
La madre di Péter, Nora Grand' aveva più volte disapprovato la decisione di Theo, ma quanto più lei dimostrava il suo disprezzo più il figlio si allontanava dalla famiglia.
Nonostante Theo continuasse a tornare per più volte l'anno era davvero raro poterlo rivedere ancora prima che potesse concludersi la primavera, soprattutto perché il suo ritorno significava una nuova ramanzina da parte di Nora e continue prediche sul ristabilirsi al villaggio e cercare moglie.
Theo aveva già compiuto venticinque anni, diventando uno degli scapoli più richiesti dell'intero villaggio. Molti si chiedevano il perché della mancanza di interesse del giovane verso l'altro sesso, non era di certo normale alla sua età non farsi trascinare dai piaceri carnali o cercare una donna con cui stabilirsi, tant'è che più volte al villaggio giungessero strane voci sul possibile coinvolgimento sentimentale verso altri interessi romantici che non fossero le belle signorine imbellettate del villaggio.
Péter scostò leggermente lo sguardo verso l'orizzonte mostrando una leggera esitazione. La relazione con il fratello maggiore non era stata mai semplice per lui, né tantomeno i paragoni sdegnosi nei confronti del ragazzino.
<< Eh già, tornerà questa settimana, anche se non ci è dato sapere quando precisamente. Mio fratello è proprio imprevedibile>> sorrise amaramente.
Rosé sapeva molto bene quanto tra Péter e Theo ci fosse un rapporto complicato. I due si volevano molto bene, ma con il tempo la perfezione del fratello maggiore avevano oscurato quasi completamente Péter.
Péter era un ragazzo molto gracile, bassino, minuto tanto da sembrare una ragazza, viso aggraziato e lentigginoso, riccioluti capelli castani, lunghi abbastanza da essere raccolti in una codina, aspetto cozzante con quello possente del fratello.
Theo era altissimo, più di una stazza rispetto a lei, viso squadrato e mascolino, voce bassa, dal carattere forte e grintoso.
Erano estremamente diversi, tanto da sembrare persino due estranei, ma cosa più importante Péter era considerato l'ombra di Theo.
Rosé si sedette stringendosi le gambe al petto. Riflettere sui due fratelli Grand' era sempre troppo strano per lei, anche il solo paragonarli la faceva sentire indecente.
I due erano senz'altro diversi, ma quale coppia di fratelli al mondo poteva anche solo minimamente essere identica e la copia della propria orma. Pur nascendo dallo stesso grembo materno le due persone erano diverse, entità e caratteri opposti era la normalità e non il contrario.
Produrre due bambini dello stesso codice morale e caratteriale avrebbe dovuto allarmare piuttosto che alterare il proprio comportamento.
<< Anche se lo fosse non hai bisogno del suo consenso>> disse facendo voltare Péter verso la sua direzione.
<<Cosa...>>
<< Non hai bisogno della sua opinione Péter, per quanto mi riguarda sei abbastanza grande da poter fare le tue scelte. Se non desideri partecipare non farlo. Inoltre non credo di voler partecipare neanch'io>> disse giocherellando con alcuni sassi al suo fianco.
Non ricevette risposta per alcuni minuti, tanto lunghi da sembrare interminabili, poi un sospiro e una piccola risata.
<< Oh Rosy, sei davvero gentile a preoccuparti della mia autostima. Non preoccuparti non può abbassarsi più di quanto già non lo sia. Inoltre trovo sarà divertente poter partecipare a questo ricevimento. Potremo esplorare la capitale e finalmente scoprire perché quello scansafatiche di mio fratello abbia scelto di vivere lì>> disse porgendole la mano e mostrandole un fiero sorriso.
Uno di quei sorrisi per cui Rosé ammetteva di perdere lucidità, una delle ragioni per cui aveva una cotta per Péter, un ragazzino pelle e ossa che ogni giorno di più le stregava il cuore.
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