Capitolo 1
I miei genitori si amavano.
Sono sempre stati legati da un filo invisibile. Anche quando ancora non si conoscevano, sapevano di appartenersi.
Quando la scintilla è scattata entrambi l'hanno percepito. E da quel momento in poi sono sempre stati inseparabili.
Dal loro amore sono nate due bellissime bambine: io e mia sorella.
Io e Dafne abbiamo pochi anni di differenza, quasi impercepibili per noi. Nonostante siamo caratterialmente opposte e abbiamo interessi completamente differenti siamo migliori amiche.
L'unica cosa che ci accomuna è la bellezza. È una cosa che ci viene detta fin da quando siamo piccole, ne siamo entrambe consapevoli.
Tra le due Dafne è decisamente quella più vanitosa.
Quando le persone del villaggio fanno osservazioni sulla nostra bellezza naturale le sue labbra si aprono, formando un sorriso a trentadue denti.
Altre volte è così egocentrica da mettersi a discutere di come le piacerebbe essere la donna più bella e desiderata del mondo. Io, invece, annuisco e faccio dei sorrisi tirati.
Due inverni fa tra me e Dafne è scoppiato un litigio. A Dafne piaceva il figlio del panettiere da qualche mese ormai e, com'è sempre stato, me ne parlava apertamente.
Era fortemente presa da questo ragazzo, nonostante avessimo tra i dodici e dieci anni. Però venne fuori che il figlio del panettiere non ricambiava i forti sentimenti della mia sorellina.
Un freddo giorno d'inverno, alla Vigilia di Natale, Jason bussò alla porta della nostra porta. Dafne sbirciò subito dalla finestra del salotto e riconobbe il cappotto del figlio del panettiere come un tempo riusciva a sgamare le medicine che io e la mamma le nascondevamo nel suo panino al formaggio e prosciutto per fargliele prendere di forza.
"O mio dio, Syria. Apri la porta, corri!". Mi spintonò fino all'ingresso e si nascose subito dietro la porta sogghignando. Aprì lentamente la porta di legno cigolante e lo studiai attentamente. Era piuttosto alto per essere un ragazzo della nostra età; fu la prima cosa che notai.
Cresceva più velocemente degli altri ragazzi. L'albero l'avevano soprannominato, per la sua sviluppata altezza.
Indossava un cappotto invernale, un paio di guanti blu scuro e degli stivali. Aveva le guance arrossate per il freddo e qualche lentiggine sparsa sul naso, proprio come me.
Gli occhi color cioccolato e i capelli biondo scuri.
"Ehi." Quando mi salutò mi resi subito conto del freddo che faceva.
"Ciao." risposi.
In quel momento notai che tra le mani teneva un piccolo pacchetto con un fiocco blu.
"Come stai?" chiese.
Uscì altro vapore dalla sua bocca. Era decisamente tardi.
"Bene." Alzai lo sguardo sulla su chioma. Non aveva i capelli lunghi, ma nemmeno tanto corti.
Alcuni ciuffi gli ricadevano sugli occhi. Fece un passo avanti alla sprovvista e mi porse il pacchetto che teneva saldamente con i guanti.
"Ti ho fatto...un regalo per Natale."
Non mi mossi subito. Dafne fece un sussulto e in quel momento mi ricordai che mia sorella si era nascosta tra i cappotti, dietro la porta, per ascoltare la nostra conversazione.
Dal sussulto capì che non se l'aspettava neanche lei.
Non conosco Jason come lo conosce lei; loro sono amici.
Dopo un momento di esitazione presi il pacchetto, facendo attenzione a non sfiorargli le mani.
Era rivestito in un giornale ed era rettangolare. Non avevo mai ricevuto un regalo da un...ragazzo.
"Grazie." Arrossì prima di allontanarsi e salutarmi.
"Ci vediamo a scuola, Syria."
Chiusi la porta e cercai subito lo sguardo di mia sorella tra i cappotti; stava piangendo.
Dopo quel giorno Dafne non mi confidò più niente; e tutto cambiò.
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