ARIA (Avventura)
Due mesi dopo l'entrata di Aiden nel Labirinto giunse il mio momento.
Toccava a me. Finalmente avrei rivisto Aiden fuori da questo posto.
Ancora non sapevo che avrei desiderato non averlo mai lasciato.
«Arianna, aspettami!»
«Talia, forza, è giunto il nostro momento.»
«Il nostro momento per morire?!»
«Non sei simpatica. Io voglio uscire da qui e scoprire che fine ha fatto Aiden.»
«Sei proprio sicura di volerlo scoprire?»
«Certo... non mi dire che tu credi alle parole di Alice! Non avrai mica paura?!»
«Sì! Cioè No! Emm... non so lo. So solo che anche lei è uscita da qui ma ho come la sensazione che la rincontreremo dentro il Labirinto.»
«A essere sincera... anch'io ho lo stesso presentimento. Ma non dobbiamo farci scoraggiare. È giunto il nostro momento ora.»
Mentre parlavamo gli altoparlanti avevano iniziato a radunare i 12 prescelti per affrontare il Labirinto, tra i quali vi era Talia ed io. Credevo sarei entrata sola, ma quando avevamo scoperto di essere finite insieme avevamo gioito come se questa coincidenza potesse essere una condizione favorevole per la buona riuscita.
Ma non vi erano coincidenze in questo posto.
L'entrata era un enorme blocco di pietra, che quando finì il conto alla rovescia degli altoparlanti, si sollevò come per magia facendoci entrare.
Una volta dentro il blocco si richiuse dietro di noi e ci lasciò nel buio più assoluto.
A un tratto il pavimento cedette e tutti iniziarono ad urlare.
Caddi per innumerevoli minuti nel vuoto finché mi accorsi che ora vi erano solo le mie grida a riecheggiare nel vuoto. Poi atterrai su un mucchio di foglie secche che attutirono la mia caduta.
Ero in una selva o forse una foresta. Tutto ciò che vedevo erano tronchi a perdita d'occhio in qualsiasi direzione in cui guardassi. Le fronde formava una tettoia che non faceva filtrare alcun raggio di luce perciò aspettai che la vista si abituasse all'oscurità prima di proseguire.
Iniziai a camminare, cercando di non inciampare nelle enormi radici degli arbusti, mentre la sensazione di essere seguita aumentava sempre di più.
Vedevo puntini gialli che sbucavano dietro ai tronchi; pensai che fosse solo la mia immaginazione a farmeli vedere ma, comunque, decisi di accelerare il passo.
A un tratto qualcosa, credevo un animale saltò da un lavo all'altro del sentiero che stavo seguendo. Allora mi fermai, nascondendomi dietro i cespugli che costeggiavano la via.
Rimasi immobile per un tempo che mi parve un'eternità e quando decisi che avrei dovuto affrontare quell'essere invece che nascondermi da esso mi feci avanti.
La creatura però era sparita. Non vi era nessuno perciò continuai il mio cammino.
Poco alla volta iniziai a notare che la vegetazione era sempre la stessa: stessi fiori violacei, stesse foglie striate.
Stavo camminando ma sembrava che non stessi avanzando minimamente.
Strappai una manica della divisa che ci avevano consegnato prima di entrare nel Labirinto, l'annodai a un ramo e ricominciai a camminare.
Dopo un'eternità vidi in lontananza delle ombre muoversi tra gli alberi e quando sentii una voce a me conosciuta decisi di raggiungerle.
«Dobbiamo cercare Arianna.»
«Talia, probabilmente Arianna sarà già stata sbranata da quella creatura mostruosa, è inutile preoccuparsi di lei.»
«Alice, non sei simpatica. Se tu sei resistita due mesi in questa giungla perché Arianna non dovrebbe farcela?»
«Semplice, perché io sono una Particolare mentre voi no!»
«Ehi! Io sono viva e vegeta.» Dissi spaventandole entrambe.
«ARIANNA! Finalmente ti ho trovata! Credevo che ti fosse successo qualcosa di orribile.» Talia mi saltò addosso e mi strinse forte come se stesse abbracciando qualcuno che credeva morto.
«Ahia! Così non respiro.»
«Ops! Scusa.»
«Bene, ora che vi siete ritrovate possiamo tornare a pensare a come uscire da questo posto?» s'intromise Alice.
«Tu sei qui da molto più tempo di noi. Entrambe abbiamo avuto la sensazione che ti avremmo incontrato ma pensavo che ci avresti aiutato tu dato che sembri sapere tutto.»
«Bhe... come uscire da qui non lo so. Ma posso dirvi con assoluta certezza che...»
«... che stiamo girando in tondo.» Conclusi riafferrando la striscia di stoffa che avevo legato al ramo che ora si trovava proprio dietro Alice.
«Forse dovremmo provare a proseguire nelle altre direzioni.» suggerì Talia.
«E' inutile. Ci ho già provato: ovunque tu cammini, ti ritroverai sempre nella stessa zona. Questa è una foresta incantata e per uscire dovremo provare le nostre abilità, o almeno credo.» Spiegò Alice.
«Sshh! Ho sentito dei rumori di passi.» Mi volsi nelle varie direzioni ma nulla tutto pareva immobile e silenzioso eppure credevo di aver sentito qualcuno muoversi.
«Sarà stata un allucinazione. Probabilmente l'aria che stiamo respirando è piena di gas tossici che ci fa vedere e sentire cose che non ci sono realmente.» Alice mi tranquillizzò.
«Se lo dici tu mi fido.» Disse Talia.
«TROVATO!» urlai «Forse non è avanti che dobbiamo andare ma indietro!»
«Cosa stai farneticando?!»
«Io credo che qui sia tutto al contrario» e così dicendo iniziai a camminare all'indietro.
Anche Talia e una poco convinta Alice mi seguirono fino a che non andammo a scontrarci con qualcosa di duro fresco.
Mi voltai e vidi due porte identiche: l'unica differenza era che una aveva il pomello a destra mentre l'altra ce l'aveva a sinistra.
«Cosa dovremmo fare?» si domandò Alice « Almeno un'indicazione potevano lasciarla!»
«SALVE VIAGGIATORI. BENVENUTI ALL'ENTRATA DEL LABIRINTO. AVETE DUE SCELTE: UNA VI PORTERÀ ALLA SALVEZZA MENTRE L'ALTRA A MORTE CERTA.» Non capii subito chi avesse parlato, ma poco a poco mi convinsi fossero state proprio le porte.
«Sono le porte a parlare! Dobbiamo convincerle a dirci qual è quella giusta.» Sussurrai alle altre; dopodiché mi rivolsi alle porte «Come facciamo a decidere, dateci almeno una aiuto»
«NOI SIAMO PORTE GENEROSE E VI CONCEDIAMO DI PORRE UNA SOLA DOMANDA A UNA DI NOI DUE, MA SAPPIATE CHE UNA DI NOI DICE SEMPRE LA VERITÀ MENTRE L'ALTRA SOLO IL FALSO».
Meditai a lungo su quale domanda porre per imbrogliarle, ma alla fine fu Talia a prendere la parola «Bene. Ho io la domanda per te» disse rivolgendosi alla porta di sinistra.
«Se chiedessi all'altra porta se dietro a te si trova la salvezza, l'altra porta mi risponderebbe di sì?» La porta di sinistra rispose subito «Sì, ti direbbe che sono io quella giusta.»
«Perfetto, allora credo proprio che noi attraverseremo quella a destra. Forza ragazze!»
«No! Aspetta Talia. Sei sicura?»
«Sicurissima. E' tutta questione di logica e probabilità: se volete vi spiego il ragionamento che ho fatto. Allora se la porta a sinistra dice il vero e quella a destra dice il falso allora la prima avrebbe dovuto dire Sì (come ha fatto) sapendo che quella a destra dicendo il falso indicherebbe la porta sbagliata (quella di sinistra), quindi la porta che conduce al castello è quella a destra. Facile, vero?»
«Se lo dici tu mi fido.» le dissi avvicinandomi alla porta di destra.
La oltrepassammo e nulla ci successe sentore che avevamo scelto quella giusta.
Ma presto avremmo dovuto affrontare qualcosa di molto peggio di un semplice enigma da risolvere.
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