Black or White ‐ Il Concerto

Roma, Stadio Flaminio, 4 luglio 1992 - Dangerous World Tour

Un'estate e un Danilo sbiadito dopo, la vita di Eunice non è cambiata granché. Avverte sempre la netta sensazione di essere un topo in gabbia, intrappolato nella mediocrità di una città dalla mentalità provinciale che non le appartiene. Ovviamente ci sono le dovute eccezioni ma Eunice è una ragazza con gli occhi foderati di chimere giovanili fatte di miti a stelle e strisce e metropoli multietniche e non riesce ad apprezzare appieno il luogo che le ha dato i natali. È troppo giovane per comprendere cose che si capiscono solo con l'esperienza e il passare degli anni.

Dentro di lei si fa sempre più strada la convinzione di essere un'aliena proveniente da una galassia molto lontana: quella anacronistica nella quale è cresciuta grazie a una madre che incarna proprio gli ideali che Eunice ha fatto suoi: una grande conoscenza e insieme una semplicità schietta, senza gli artifici di forma tanto cari invece al padre, il generale De Giorgi, nonché imposti dall'etichetta militare.

Quando si confronta con i suoi coetanei deve constatare come i modelli di questi ultimi siano attori di serie tv o cantanti tutti rigorosamente italiani e questo crea non poco disagio a Eunice perché quando le tocca esprimere le sue preferenze, quelli, i suoi compagni, la guardano con aria interrogativa e poco importa se, in onore del suo artista del cuore, Eunice abbia imparato a truccarsi gli occhi con la matita nera, come richiesto dal canone punk-rock dagli anni settanta in poi. Poco importa che abbia convinto, ogni anno, gli insegnanti, a farsi affidare la coreografia dell'esibizione di danza moderna dello spettacolo di Natale e di fine anno, convincendoli a passo di demo improvvisati tra i banchi di formica della scuola, all'occasione, ai piedi, un paio di mocassini Lumberjack, perché mica si può performare un moonwalk con le Converse. Non scivolerebbero mai a dovere sui pavimenti in graniglia di marmo tipici degli edifici costruiti tra gli anni settanta-ottanta.

Così Eunice matura ben presto la consapevolezza di trovarsi molto più a suo agio con i professori che invece apprezzano il suo estro e le sue doti, a differenza del resto della sua famiglia troppo rigida e dei coetanei troppo ordinari.

Le calde estati pugliesi scorrono lente come le ore di luce che illuminano i terrazzi e le facciate dei palazzi adorne di file di bucato variopinte e ordinate che orlano i balconi.
Quando Eunice non va al mare, passa i pomeriggi incollata alla radio cercando di registrare, sul mangiacassette, i brani del suo cantante preferito, dal momento che suo padre non approva tale insana passione e mai le concederebbe di acquistare un vinile o uno dei nastri del famosissimo artista. Così la ragazza diviene talmente attenta, stando incollata alle frequenze radio, da capire che in alcune trasmissioni i brani sono riprodotti a intervalli regolari di un'ora circa. Quindi, facendo appello alla fortuna e a tutti i santi che non ci siano interferenze di sottofondo - sì perché il vecchio metodo di registrazione non permetteva l'esclusione dei rumori esterni - o interruzioni sul finire da parte dello speaker, preme per fede i tasti record e play e spera che Dio gliela mandi buona.

È in uno di quei pomeriggi di metà giugno quando, finiti con ansia e successo gli esami di terza media, Eunice riceve una delle migliori notizie che le sue orecchie possano udire.

Da sempre, la musica, per lei, è il mezzo per esorcizzare la sfiga di una esistenza nella quale si sente diversa dai ragazzi della sua età e irrimediabilmente lontana dalla sua famiglia, eccezion fatta per sua madre. La differenza d'età con i suoi fratelli non aiuta: troppi anni sono i responsabili del fatto che le sono toccati in sorte altri quattro genitori, come se il generale De Giorgi, da solo, non bastasse per un esercito intero.

Dunque la musica è la città dorata di Oz verso la quale la ragazza fa rotta, non battendo i tacchetti delle scarpe ma pigiando i tasti della radio, di giorno, quelli del walkman di notte. La musica è la soluzione di tutti i problemi.

Ebbene, in un pomeriggio di giugno, lo speaker di Radionorba, una delle più grandi emittenti per il sud Italia, annuncia che il secondo tour mondiale di Michael Jackson farà tappa anche in Italia, in un'unica data, a Roma.

A quattro anni di distanza dal primo giro del mondo che toccò Milano con il Bad World Tour, il Re del Pop tornerà in terra nostrana. Ora, è risaputo che attorno a Michael Jackson graviti un delirio insano di fan e stampa che contribuisce a erigere una prigione inespugnabile a protezione di questa iconica e controversa divinità della musica.

A Eunice poco importa. A quattordici anni anni non si rende mica conto che sta seguendo non solo uno degli artisti più famosi del momento, tantomeno può sapere che diventerà una leggenda. Non lo sa che sta vivendo gli ultimi decenni storici degli evergreen. Non lo sa che, dall'inizio del futuro millennio in poi, neanche dieci anni dopo, l'era del mordi e fuggi fagociterà tutto: non solo le celebrità patinate, che dureranno il tempo di un singolo o film in alto nei trend, ma i rapporti familiari, d'amicizia, sacrificati sull'altare dell'ego maniacale alimentato oltremodo dalla smania di popolarità social, espressa a suon di selfie ritoccati e like più falsi delle banconote del Monopoli, metro di misura dell'autostima di carta velina non solo della generazione dei duemila ma pure dei coetanei di Eunice, coloro che saranno genitori amici e avvocati delle cause perse di una prole annoiata, arrogante e indifendibile.

Eunice però questo ancora non può saperlo. Pensa solo a quante altre occasioni può avere di vedere di persona l'oggetto della sua venerazione. Sapere di avere colui che è il suo mito a così poca distanza la rattrista di più della consapevolezza che ci vorranno ancora molti anni di studio prima di spiccare l'agognato volo di sola andata verso gli Stati Uniti, all'inseguimento del sogno americano che forse potrà darle l'occasione di incontrarlo.

Pochi momenti dopo, lo stesso speaker comunica che l'emittente Radionorba manderà in onda un quiz, a orari prestabiliti, ogni giorno, con in palio un solo biglietto per lo show. Il fortunato che prenderà la linea, per primo e indovinerà la canzone di Michael Jackson che passa in etere, in quel momento, si aggiudicherà l'ambitissimo premio.

Eunice calcola, aggirato l'ostacolo Roma e biglietto vinto, che le possibilità di riuscita dell'impresa, a quel punto, sono di un sicuro cinquanta percento. Si precipita nella camera padronale da sua madre che sta riponendo i panni nell'armadio in stile inglese finemente intarsiato.

"Mamma, c'è Michael in concerto a Roma!" cinguetta la ragazzina in preda all'euforia.

La madre riemerge, col capo, dalle ante laccate a specchio guardando la figlia con un'espressione criptica.

"Ho pensato che papà, ogni estate, ci manda da Andrea. I biglietti si possono vincere. Potrei provare. Certo, me ne servirebbero due, non posso andarci da sola... Elena dovrebbe venire con me. Papà non se ne dovrà accorgere e l'orario, per giocare in radio, cambia ogni giorno. Bisogna ascoltare Radionorba dalle 14.00 alle 17.30 e appena annunciano l'evento, chiamare. Dici che Elena farà la guastafeste come al solito? Mi aiuterà, una volta tanto, per una cosa che non sia dovere, matematica e bla, bla?"

La signora De Giorgi esamina le possibilità di riuscita del piano della figlia minore mentre ripone nelle cassettiere di legno massello gli ultimi capi di bucato. "Si può fare, chiama tua sorella, falla venire qua." E che Dio benedica la moglie del generale perché è sempre stata una donna aperta di mente e lungimirante. Eunice si chiede spesso cosa ci abbia trovato in suo padre perché se immagina due persone tanto diverse tra loro queste sono proprio i suoi genitori.

La ragazzina sgattaiola di soppiatto lungo il tratto di corridoio che collega la stanza della madre a quella delle sorelle maggiori. Bussa alla porta accostata di camera di Elena e Silvana che strimpellano le loro chitarre canticchiando un vecchio blues di Pino Daniele. "Elena, vieni di là. Mamma ci deve dire una cosa."

Quella, a malincuore, posa la Fender Stratocaster, il feticcio regalatole dall'ex fidanzato che rimpiange ancora. Nello, promessa del rugby nel ruolo di mediano d'apertura, figlio del maresciallo Castiello. Un antico astio correva tra la sua famiglia e il generale De Giorgi, a causa di invidie e della posizione di comando di quest'ultimo. Nello era diverso dalla sua famiglia però. Un buontempone, era sempre dai De Giorgi, specie quando il generale era in servizio, e stravedeva per la piccola di casa: Eunice, praticamente cresciuta in braccio a lui.

Ogni volta che Eunice sente vibrare l'inconfondibile suono delle corde della Stratocaster ricorda Nello con una punta d'amarezza. Sua sorella era diversa quando stava con lui, era felice e non arcigna. Una insicurezza sui suoi sentimenti per il rugbista ha incrinato irrimediabilmente il loro rapporto e poi è arrivato coso, piatto e grigio impiegato con lauto conto bancario, più vecchio di Elena e sistemato e lei, per non stare da sola, si trascina, ora, in un rapporto mediocre e infelice. A poco sono valse le raccomandazioni di mamma De Giorgi e sorelle per dissuaderla.

Una volta nella camera da letto della madre, Eunice spiega a sua sorella della possibilità di vincere i biglietti per vedere Michael Jackson a Roma. Elena, bastian contraria sempre e comunque, ma solo per convenienza, acconsente subito. Non si può certo rinunciare a un viaggio a Roma, al concerto di un'icona come il Re del Pop, per passare tutta l'estate al mare con coso, noioso e pedante come una zitella di paese.

La settimana successiva Eunice vince ben due biglietti! Il ditino più veloce del sud Italia compone per ben due volte il numero magico sfidando la forza di attrito del disco combinatore del mitico Bigrigio Siemens S62, il telefono Duplex condiviso con la vicina, la moglie del tenente colonnello Granata.

È sfacciatamente fortunata, Eunice, o forse solo determinata. Dall'età di undici anni ha capito che se vuole una cosa deve provare a prendersela perché nessuno lo farà per lei. Non ci saranno aiuti e pappe pronte, per cui chi fa da sé fa per tre.

La prima volta il quiz è a un orario impossibile: le 14.30, il momento in cui suo padre rientra dall'ufficio e, dopo aver dismesso la divisa d'ordinanza, in tenuta più comoda si dirige in cucina per una pausa caffè e una sigaretta fumata nella loggia della loro villetta, prima della pennichella pomeridiana delle 3.00.

Per telefonare bisogna chiedere il permesso al capofamiglia, così Eunice s'inventa la scusa di dover domandare dei compiti estivi mancanti alla sua alleata e storica compagna di classe, la figlia del capitano Nisco, Mariarosaria.

"E vedi di non cianciare più del dovuto," rimarca il generale mentre accende la sigaretta e stancamente si dirige nel patio verso il roseto che cura personalmente.
Solo quindici minuti, e sono già le 14.40. Il quiz dura quindici minuti, il tempo di sole tre telefonate. Nonappena il padre imbocca la portafinestra in direzione del giardino, il dito di Eunice scatta mentre prega che Jole, la moglie del tenente colonnello Granata, non sia al telefono per mezz'ore intere, come di sua abitudine.

Eunice ha tanti angeli in paradiso. Nei giorni precedenti non ha potuto chiamare, e già tanti altri hanno vinto. Le è venuta un sacco di rabbia perché era evidente che i fortunati non fossero fan sfegatati, dovevano arrivare oltre il ritornello per indovinare il titolo del brano prescelto, invece Eunice conosce tutto dalle prime note. È certa che se prenderà la linea azzeccherà immediatamente. Lei merita di vincere.

Eunice è la versione reale di Charlie Bucket quando vince il magico biglietto della Fabbrica di Cioccolato, come nel libro di Roald Dahl, uno dei suoi autori preferiti dell'epoca.
Uno squillo, due e un click al quale le sue orecchie non possono credere è seguito da una brillante voce maschile che enuncia fiera "Ciao, abbiamo il piacere di giocare con?"

Eunice cerca di non parlare troppo e a voce alta. La sigaretta di suo padre dovrebbe durare il tempo di quella telefonata galeotta. In un angolo del soggiorno, la madre e le sorelle di Eunice trattengono il fiato quando sentono la ragazza rispondere "Sono Eunice, piacere mio." Lo speaker pronuncia le frasi di rito che alle orecchie della ragazza arrivano ovattate e lontane ma chiare. Non sembra vero nemmeno a lei. Alle prime note - non si può perdere tempo, il generale può rientrare da un momento all'altro - schizza fuori "Man in the mirror!"

"Guarda che hai tempo fino al ritornello," comunica il simpatico conduttore.

"Non ne ho bisogno, sono più che sicura."

"Biglietto aggiudicato, Eunice. Sei una vera fan di Michael Jackson, complimenti. Dacci per favore i tuoi dati per spedirti il premio appena chiuderemo il collegamento, attendi in linea."

Il cuore a mille, la testa tra le nuvole, due giorni dopo Eunice vince, nella medesima modalità, il secondo biglietto, da casa della sua amica, facendo chiamare quest'ultima e indovinando la canzone che le suggerisce. Le conosce tutte e memoria, è la prima della classe in inglese e non solo. Tutto questo perché i biglietti sono nominali, ma quelli acquistabili sui canali ufficiali di vendita si sono polverizzati in meno di un minuto all'apertura delle prevendite segnando un sold out da trentamila posti, prato compreso.

Tutto va come deve. Liscio e senza intoppi. Il viaggio in Intercity, prima classe, per Roma è prenotato a nome di Elena ed Eunice De Giorgi il primo luglio. Il concerto si terrà il quattro. La moglie del generale ha provveduto a telefonare ad Andrea, il figlio maggiore che vive e lavora nella capitale già da diversi anni, e lo ha erudito pure circa il concerto e che dovrà accompagnare le ragazze, tutto rigorosamente all'insaputa del generale che resterà all'oscuro di un dettaglio trascurabile in fin dei conti.
Si tratta del consueto mese di vacanze romane, regalo estivo per la piccola Eunice così studiosa e meritevole. È solita andare da sola da suo fratello, che viene a prenderla ogni fine giugno. Quell'anno, stranamente, anche Elena si accoda e l'ufficiale non batte ciglio. Si fida dell'unico figlio maschio, ciecamente. E si fida di Elena: sua fedele copia e ruffiana di prim'ordine, ha da tempo capito come accattivarsi il padre compiacendolo in ogni ruchiesta, pure le più strambe, veri e propri atti di spionaggio ai danni delle altre sorelle pur di ottenere favore.

Eunice è in una doppia botte di ferro, pensa il generale, immaginando la piccola di casa scortata a vista da un erede maschio responsabile e una sorella maggiore pignola più di una guardia svizzera.
Non sa di essere stato giocato dai suoi tre pupilli.

È un pomeriggio caldo il quattro luglio del 1992, fuori dallo stadio Flaminio. Andrea si avvia con le sorelle verso il Lungotevere. Sono le 14.30. Eunice ed Elena hanno appuntamento con due amiche, vicine di casa dei De Giorgi e coetanee di Eunice. Sono venute da Bari, in macchina, con il padre, riuscendo a comprare i biglietti a un prezzo triplicato. Arrivati fuori lo stadio è un delirio di roulotte che vendono i gadget più disparati. L'adrenalina è a mille. I cancelli ancora chiusi, Eunice ed Elena con gli amici di Bari sono in fermento. Durante le ore in fila si susseguono scene di ordinaria follia, di quelle che Eunice vede nei video musicali su MTV: svenimenti, sirene di ambulanze si susseguono. Comitive di ragazze e ragazzi in lacrime che si sgolano a suon di -Michael, Michael, Michael -. È tutto troppo grande e frastornante a metà tra realtà e un bellissimo e caotico sogno ad occhi aperti.

Non mancano, a intervalli regolari, ragazzi e anche persone adulte che si avvicinano a implorare di vendere loro i preziosi biglietti, pronti a elargire cospicue cifre, fino a duecentomila lire sventolate cash sotto i nasi divertiti dell'incredulo gruppetto pugliese.

"Vi prego, veniamo da Milano" un ragazzo supplica Elena.

"Ci dispiace, anche noi veniamo da Bari," replica la maggiore delle De Giorgi realmente dispiaciuta per il malcapitato restato a bocca asciutta come tanti.

È felice Eunice e realizzare come tanti siano restati fuori da quel sogno e che anche lei sarebbe stata tra quelle facce tristi e affrante non può che farle provare l'ebrezza indescrivibile di sentirsi, per una volta, fortunatissima.

Il primo anno delle superiori inizierà col botto! Nuovi compagni, una scuola lontana e notoriamente difficile: le sfide che le piacciono. Si ripromette che non sarà la sfigata, la diversa, alle superiori. Sarà tosta, perché sta crescendo e iniziando a trovare una dimensione sua.
Non sarà quella che resta in disparte alle feste, quella che non viene scelta nel momento dei lenti.
Insomma, il primo giorno di scuola arriverà con indosso la maglia del Dangerous World Tour e si presenterà come quella che ha visto il Re del Pop dal vivo a quattordici anni appena compiuti. Quanti coetanei possono vantare un simile evento? Una privilegiata.

Ne è certa, l'anno scolastico inizierà coi fuochi d'artificio, gli stessi che accompagnano MJ che salta fuori da una botola, in mezzo al palco, sfilando i mitici Ray-Ban Aviator che lancerà sulle prime note di Jam.

Il concerto è un ottovolante di emozioni. Eunice ricorderà di quanto ha ballato, con le ragazze venute da Bari, di quanto ha urlato a squarciagola ogni singola parola di ogni canzone. Ricorderà, negli anni a venire, di aver chiesto a sua sorella maggiore, durante una pausa, perché la gente intorno piangeva, in preda all'isteria.

"È una cosa tanto bella. Non c'è da piangere, solo da divertirsi," strilla a sua sorella nel mezzo della confusione.

È ingenua Eunice. Vive in un mondo dai colori Black or White che non conosce ancora le sfumature degli adulti di nome cinismo e compromesso.
La sua vita è come quella di Macaulay Culkin, il Kevin McCallister di Mamma ho perso l'aereo e come quella del ragazzino che si ribella al padre che odia Michael Jackson e alza il volume dello stereo fino a far saltare in aria il genitore, spedendolo direttamente in Africa mentre MJ canta e danza davanti agli occhi increduli e sprezzanti dell'uomo.

Un mese dopo, con il beneplacito di Eunice e mamma De Giorgi, Elena racconta al generale, incredulo e contrariato, del concerto. Mai una soffiata ha avuto il sapore tanto dolce della rivincita.

Spazio Autrice:

Il Bigrigio Siemens S62, il telefono Duplex è il mitico telefono con la rotella. ☎️ La storia di come Eunice ha vinto i biglietti per il concerto di MJ realmente tenutosi a Roma, presso lo stadio Flaminio, è una storia assolutamente vera accaduta alla sottoscritta. L'immagine che apre il capitolo è la foto del mitico biglietto.

Per la privacy sono stati cambiati alcuni nomi. Tutti gli avvenimenti descritti sono realmente accaduti.
Prometto di aggiornare in tempi brevi questa minilong.
Spero vi siate divertiti insieme alla nostra protagonista.

A prestissimo.

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