Capitolo 6 - Scusi, ma ha per caso detto qualcosa?

Leonie era l'ultimo dei suoi problemi, certo, ma ormai si era offerto di accompagnarla dallo scienziato e, ne andava del suo onore (di quel poco onore che gli era rimasto), doveva mantenere la parola. Già, ma lui non ci voleva proprio tornare da quel pazzo! Piuttosto avrebbe preferito girovagare per la foresta senza meta in eterno! Inoltre lo scienziato gli aveva dato una borsa da riempire, ma era ancora vuota. E che dire? Non aveva imparato proprio nulla, se non che i topi possono essere molto pericolosi e che a sedici anni i suoi capelli erano inguardabili! Come poteva tornare da quel pazzo così? Inoltre non aveva ancora capito a chi appartenesse quella voce, quella che aveva sentito prima di incontrare Leonie. 

- Samuel, sei sicuro che sia la strada giusta? - gli domandò la donna, riportandolo alla realtà. 

- Certo, l'ho percorsa centinaia di volte! - esclamò Samuel, dimenticandosi di pensare prima di rispondere così istintivamente, specialmente perché non voleva assolutamente che qualcuno sapesse del suo lavoro come assistente dello scienziato. 

- Davvero? Conosci lo scienziato? - chiese, dimostrandosi improvvisamente curiosa, Leonie. Aveva preso Samuel così alla sprovvista che involontariamente si ritrovò a parlare proprio di quello che voleva tenere nascosto : - Bah, sì... Mettiamo subito in chiaro che è uno psicopatico che tenta in tutti i modi di uccidermi... Però potrebbe anche essere considerato una persona intelligente, se solo si comportasse più normalmente, invece che scrivere con mozziconi di matita, fare scarabocchi anche sul legno della scrivania, far dormire nella foresta il suo assistente se sbaglia anche una minima cosa, punirlo in modi assurdi, rimproverarlo sempre... Devo continuare?! -. 

Leonie ascoltò tutto lo sfogo senza fiatare, aspettando che finisse. Ma, quando finì, Samuel si rese conto di quello che aveva appena detto. 

- Capisco. Se vuoi puoi aspettarmi fuori... Beh, certo, a meno che tu non abbia altri impegni e non abbia fretta... Ascolta, ho saputo la tua storia, e so benissimo perché ti trovi qui. Anzi, sono venuta apposta a cercarti. Rune ti lascerebbe volentieri dallo scienziato a morire, ma Aleideen è stata più clemente e mi ha mandata a dirti che, se volessi, potresti pure vivere da noi al castello... - disse la donna. Samuel si voltò di scatto verso di lei e smettendo di camminare. Cosa che portò anche lei a fermarsi. Non poteva credere alle parole che aveva appena sentito! Una persona che finalmente si interessava a lui e gli prestava aiuto! E quella persona era la strega sexy che aveva sposato Rune... No, inutile che si facesse strane idee, con lei non aveva possibilità. Non faceva altro che ripeterselo, ma a volte si convinceva che, magari, la bionda potesse essere interessata a lui. 

- E non farti strane idee, Samuel, Ale ha solo provato pietà nei tuoi confronti! - aggiunse Leonie, vedendo l'espressione dell'uomo. 

- No, certo che no... - mormorò Samuel, ma la sorella di Rune non gli stava più prestando attenzione. Era già corsa avanti e lui l'aveva persa di vista. 

La rincorse e riuscì a raggiungerla, trovandola ferma davanti al laboratorio, che ormai era diventato la casa di Samuel. Lui lo odiava, ma non aveva altri posti dove andare. 

- Allora addio, mia cara - disse, voltandosi per tornare nella foresta. Ma Leonie lo richiamò indietro. 

- Scusa, ma ho ancora il mio orgoglio... - si giustificò freddamente. E detto ciò se ne andò, lasciandola perplessa sulla soglia del laboratorio. 



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