Capitolo 3
La buon aria del mattino fu la ragione per la quale decisi finalmente di acconciare i miei lunghi capelli neri. Non amo ornare particolarmente la mia capigliatura, prediligo piuttosto lasciarli sciolti, soprattutto durante la caccia. Mi permette di entrare in sintonia con madre natura. È un po' come essere prima un'amica e poi il nemico della preda, lo ammalio per poi ucciderlo. Questa mattina però non caccerò, poiché è stata richiamata la mia presenza nel grande salone. La mia razionalità mi porta ad un'unica giustificazione, la stessa che mi portò dalla mia dolce casa a quella del re: il posto a corte.
Una volta giunto il luogo d'incontro la mia attenzione fu richiamata da un uomo da una presenza estetica singolare e magnetica.
-Così lei è la cacciatrice, onorato di far la vostra conoscenza, signorina Moor.
Disse l'uomo mantenendo lo sguardo arduo e distaccato.
-Piacer mio signore, mi allegra saper che la mia presenza qui è molto rinomata, ma mi dica, chi è lei?
Dal suo aspetto sicuro e perspicace ne dedussi che fosse uno dei consiglieri del re, o per lo meno qualcuno che occupasse un ruolo di un certo valore dato l'abbigliamento elegante e costoso. Il suo sguardo rimase serio fino al susseguirsi della mia ultima parola. A quel punto aggrottò le sue folte e scure sopracciglia fino ad assumere uno sguardo stupito che mi fece allarmare parecchio. Avrò forse assunto un tono troppo confidenziale?
-Signorina Moor, eccola finalmente! Vedo con piacere che avete fatto conoscenza di mio nipote, il mio futuro erede!
Esclamò il re.
-Vostra maestà..
Fu l'unica cosa che riuscì a dire.
-Salve zio, che piacere vedervi, come state?
-Sto piacevolmente, grazie figliolo, signorina Moor può andare, parleremo in un altro momento.
Feci un lieve inchino e mi diressi a passo veloce in direzione di Felicita.
-Felicita, mi dica, ero per caso la sola a non sapere dell'esistenza del nipote del re?
-Non penso cara Jennifer. Il signorotto fu portato via da qui quando era ancora nel ventre della cara sorella del re, la notte stessa dell'assassinio della regina Elisabeth. Si vocifera che Andrew sia tornato esclusivamente per aiutare sua maestà.
Disse l'anziana donna mentre puliva con particolare attenzione un vaso molto antico.
-..ma c'è chi pensa anche che sia venuto in cerca di moglie..
-Se fosse vero, non comprendo la fretta nel mettere su famiglia. Voglio dire, sembra piuttosto giovane, potrebbe far tutto ciò che desidera.
Dissi con una certa enfasi. L'argomento del matrimonio mi agita parecchio.
-Avete ragione, Andrew ha gli stessi anni del signorino Uday.
-Esatto Uday..non ho ancora ben capito il ruolo che egli occupa al palazzo, presta per caso servizio al re in cambio della sua permanenza?
-Siete molto astuta, ebbene, più o meno. Egli aiuta riempiendo i ruoli mancanti quando serve, ma solo per sua spontanea volontà. Anche se tutti lo trattano come se fosse il bastardino del re.
-Stavate parlando di me?
Ed ecco che una figura alta e snella emerge dalle nostre spalle ammaliandoci con un sincero sorriso.
-Si signorino Uday, stavo giusto dicendo a Jennifer che avete gli stessi anni di Andrew.
-E perché mai stavate discutendo di lui? È per caso arrivato senza che io ne sappia niente?
-Si è così..
Ripose Felicità con espressione colpevole.
-In questo momento sta parlando con sua maestà.
Conclusi io per evitar altri dispiaci alla povera anziana.
-Presumo che si sia già presentato a voi, Jennifer.
-In un certo qual modo si, lo ha fatto.
-Voglio sperare che non siate caduta anche voi in inganno dal suo fascino da uomo solitario.
-Ma che cosa insinuate? Per quanto egli possa essere un uomo dalla bella presenza, il mio unico obbiettivo qui è quello di essere la cacciatrice di corte a tutti gli effetti e aiutare la mia famiglia seppur da lontano.
-Mi solleva saper questo, anche perché mi sarebbe dispiaciuto parecchio rendervi informata del fatto che Andrew sembrerebbe intenzionato a non intraprendere alcuna relazione. Se dobbiamo proprio dirla tutta cara Jennifer, egli non ne ha mai avuta.
-Mille grazie per l'avviso, ma come ho già detto prima, questo non è un argomento che mi possa interessare.
-Mi rallegra. Che ne pensa allor di deliziarmi della vostra compagnia in giardino?
-Ne sarei onorata, ma devo attendere sua maestà.
-Capisco, allora vi lascio, la mia passeggiata quotidiana mi attende. A più tardi.
Dopo essere passato un indecifrato tempo dal suo congedo capii che attendere il re in compagnia del suo nipote prediletto era inconcludente e mi diressi verso quelle che sarebbero potute diventare le mie stanze per molto ancora. Nel momento stesso in cui arrivai capii di aver bisogno di aria fresca prima dell'esito finale. Al che mi cambiai e presi il mio arco.
L'aria del bosco mi scrollò immediatamente via tutte le preoccupazioni e mi riempì i polmoni di freschezza e di tenacità.
Afferrai il mio arco con una stretta ferrea e mi diressi verso la sede dei cervi. Mi sciolsi i miei lunghi capelli e lasciai che il vento li portasse con se.
Assetata mi avvicinai al fiume in compagnia di una famigliola di cervi, ma un brusio di voci alle mie spalle lo fece scappar via. Preoccupata mi nascosi anch'io dietro un imponente albero secolare, con la speranza di passar inosservata.
Con la coda degli occhi riuscii ad avvistare un gruppo di uomini armati. Aguzzai ancora di più la vista e intravidi nelle loro armature uno stemma al cui interno si susseguivano due corvi neri su uno sfondo rosso fuoco.
Senza esitazioni mi diressi al palazzo e con non poca irrequietezza chiesi di parlare col re.
-Mi perdoni sire, ma la signorina Moor ha chiesto con molta insistenza di parlar con voi.
Sentii dire da dietro la porta
-Sono impegnato, non vedi che sono in compagnia di mio nipote? Se ne vada.
A quel punto non potevo più ignorare la situazione ed entrai.
-No, mi perdoni, ma quello che ho da dire è molto importante.
Non potevo permettere che delle persone innocenti morissero solo perché il re era "impegnato".
-Come ti permetti ragazzina, io sono il tuo re! Devi eseguire i miei ordini! Dimenticati il tuo posto a corte,sei bandita dal mio castello per sempre!
-Lo farò, ma prima vi dirò ciò che ho visto.
-Non ho intenzione di ascoltare una parola di più! Guardie portatela fuori da qui.
A quel punto due possenti uomini mi strinsero le braccia pronti a trascinarmi via dalla stanza ma stranamente qualcuno li interruppe.
-Fermi!
Comandò il nipote del re.
I due uomini si fermarono di scatto e il mio viso si incurvò dallo stupore.
-Non credete di dover almeno ascoltare ciò che ha portato questa ragazza a perdere il suo miglior impiego? Voglio dire, nessuno sarebbe così sciocco da farlo. Quindi proporrei di conoscere prima il contenuto e se si dovesse rivelare una sciocchezza la bandirete con tutto il mio consenso, se per voi va bene.
Dopo qualche secondo riflessione emise il suo verdetto
-Acconsentito.
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