🌹Capitolo Uno- Sette giorni 🌹
Silenziosamente, aprii la porta della biblioteca e sgusciai fuori.
Ovviamente avevo lasciato il cellulare in camera mia, e ora mi toccava attraversare in silenzio mezza casa per non farmi sentire da mia madre.
Il rumore della BBC arrivava fin sopra le scale, così come il tintinnare delle posate sui piatti e dentro le pentole.
Stava preparando il pranzo, forse non mi avrebbe sentita.
In punta di piedi, senza pantofole per fare ancor meno rumore, passai nel corridoio.
Le pareti erano costellate di vecchi dipinti, addirittura ritratti delle persone che avevano abitato qui anni e anni or sono, i costruttori della casa.
Ammiccai a Térésine Von Ermen, amata figliola dei signori coniugi costruttori (avevo trovato il loro albero genealogico incorniciato in soffitta) e al suo sorriso scialbo.
Entrai in camera e, proprio accanto ad una pila di vestiti sporchi e in mezzo al cesto delle scarpe, individuai il cellulare.
Lo presi al volo e composi il numero della mia migliore amica, schiacciandomelo con forza contro un'orecchio.
Mi mordicchiai il labbro fino a scorticarlo, ma per fortuna non uscì sangue.
《Pronto?》
La voce sussurrante di Holly mi arrivò quasi come se stesse compiendo un'azione proibita.
《Hol! Finalmente hai risposto! Devo assolutamente dirti una cosa, e credo che sia necessario che tu venga a casa mia》
《Vi ma sei scema? Sono a scuola, esattamente dove dovresti essere tu! Che diavolo ti è successo?》
Mi battei una mano sulla fronte, in un gesto fin troppo teatrale.
《Caspita, hai ragione!》
《Perché non ci sei? Non ti ho vista in classe, ma Chris ha saputo da Alex che sei stata male in prima ora》
Che maledetta puntualità.
《È che sono stata male...》borbottai, sdraiandomi sul letto.
《Crisi da stress?》
《Già》
《Comunque per casa tua ci sto, ma dovrai aspettare la fine delle lezioni. Posso sapere cosa devi dirmi?》
Avrei voluto mordermi la lingua per la mia sciocca, stupida avventatezza.
Holly non sapeva assolutamente nulla delle visioni.
E se non mi avesse presa sul serio?
Forse mi avrebbe creduta pazza, avrebbe riso di me.
O, peggio, avrebbe raccontato tutto a qualcuno.
《Oh nulla di importante, davvero. Pensavo solo a Whitstable, alla nostra gita》
Percepii Holly sorridere rilassata, quasi avesse temuto una risposta differente.
《Hai ragione, dobbiamo assolutamente organizzarci per bene. Verrà anche Chris, ovviamente》
《Certo, può venire anche oggi pomeriggio. Avvertilo tu, per favore》risposi, sentendomi anch'io più serena.
《D'accordo, lo farò subito. Ora però devo andare, Mrs Jones si chiederà dove sono andata a finire》
Mi distesi a pancia in giù, come adoravo fare.
《Ehi aspetta, da dove stai chiamando?》
《Bagno delle ragazze, secondo piano》
Risi improvvisamente, quasi senza rendermene conto.
《A dopo, Hol》
《A dopo, Vi》
Chiusi la conversazione sentendomi molto più strana.
Era come se il mio corpo fosse indeciso se gioire per quel piccolo progetto, dimenticando così la lettera, oppure continuare a preoccuparsi per la missiva e ciò che implicava.
Ero così terribilmente confusa.
Scesi le scale cercando di stamparmi in viso la miglior espressione colpevole, nella speranza di non incorrere troppo nelle ire di mia madre.
Lei, con grembiule e capelli tenuti dietro le orecchie dalle forcine, preparava un'insalata, ascoltando distrattamente le parole del telegiornale.
Avevo nascosto busta e lettera sotto al guanciale, chiudendo per bene la porta per evitare che a qualche gatto rompiscatole venisse in mente la brillante idea di sdraiarcisi sopra.
Mi sedetti al tavolo, e cominciai a far roteare una mela tenendola per il picciolo, gesto tanto ipnotico quanto inutile.
《Come ti senti, Vi?》chiese improvvisamente mia madre, lavando con cura un pomodoro.
《Abbastanza bene, grazie. Mi dispiace per la giacca》dissi, decidendo per la soluzione più ragionevole che mi era venuta in mente.
Lei si voltò a guardarmi con quella sua strana espressione, che oscillava tra "Oh, sono felice che tu abbia compreso i tuoi errori!" e "Hai comunque disobbedito, quindi non aspettarti che ti sorrida!".
Il solito, più o meno.
《Che stai preparando?》chiesi, tanto per rompere il ghiaccio.
《Insalata di pollo, col pollo avanzato di ieri sera》
《Che schifo...》
Mia madre smise di rimestare nell'insalata e aprì il frigorifero, rimestando ancora.
Amava molto rovistare rumorosamente quando era arrabbiata.
《Non devi dire così, se è di ieri non significa che sia cattivo. Sarà solo più freddo》esclamò, aprendo il contenitore ermetico con un plop e versando i pezzi di carne fra le foglie.
《Pollo criogenico》borbottai, quasi tra me e me.
《Pollo che?》
《Niente, nulla di importante》
Mentre affettava le carote e apriva il barattolo del mais, pensavo intensamente ad un modo per farle due domande molto importanti.
Primo, se Holly e Chris potessero venire a trovarmi.
Secondo, chiedere con tutta la nonchalance possibile, se qualcuno avesse ordinato un vaso di rose in mattinata.
La seconda domanda era decisamente più complicata.
《Sai, oggi pomeriggio Holly e Chris passeranno a vedere come sto. Pensavo fosse carino invitarli per la merenda》
Mia madre mi fulminó con lo sguardo.
《Ti senti abbastanza bene per farlo, Violet?》
Mi passò per la mente la visione che avevo ricevuto pochi minuti prima, e rabbrivii.
《Certo che si! Sto bene, davvero》
Mi osservò ancora per un po', prima di sorridermi debolmente.
Per fortuna avevo passato il suo esame.
Mangiammo quella sottospecie di insalata pollosa in silenzio, con il sottofondo dell'ennesimo documentario sui pinguini imperatore che piacevano tanto a mia madre (oltre ai gatti, quelli erano davvero la sua passione).
Kurtz non si era fatto vedere neanche un secondo per il pranzo, e ne fui particolarmente felice.
《Mamma?》
《Sì?》
Mi morsi le labbra per un po' prima di rispondere.
《Ecco... non è che qualcuno ti ha ordinato delle rose stamattina in negozio?》
Mia madre mi guardò, sorpresa.
《No, perché?》
《Oh, niente! Curiosità...》
Lei mi guardò come se fossi un'aliena dalle orecchie a punta, ma abbassai lo sguardo.
《Ora salgo in biblioteca, devo studiare delle cose per Storia》dissi, tanto ero ansiosa di riprendere in mano la lettera.
Mia madre afferrò i piatti che le porsi e annuì, mettendoli nel lavandino.
《E per i tuoi amici va bene, Vi. Solo... non devi stancarti, d'accordo?》
Le sorrisi nella maniera più rassicurante che conoscevo, prima di salire di nuovo le scale.
Entrai in camera, chiudendo per bene la porta.
Era molto silenziosa, il letto in ordine, la divisa di riserva appesa a una gruccia pendente dall'armadio e la lettera sotto il cuscino.
Kurtz non l'aveva individuata, per fortuna.
Il gattastro si era sistemato al lato opposto, e mi osservava come al solito; non aveva nemmeno pranzato, pur di rimanere qui ad aspettarmi.
Mi sedetti sul letto a gambe incrociate e tolsi di nuovo la lettera dalla busta.
Stavolta avrei letto anche il secondo foglio.
Misi da parte quello parlante e presi l'altro, ancora ben piegato.
Segreteria Redwood Academy
Responsabile: Miss Robinson
Caro/a studente/essa
Sei stato/a amesso/a con successo in questa prestigiosa Accademia.
Complimenti!
Ma veniamo al dunque.
In questo foglio, potrai trovare tutte le informazioni necessarie per raggiungerci, tutto ciò che dovrai portare e dove dovrai recarti.
1- Potrai portare un massimo di tre valigie di vestiario e oggetti personali, mi raccomando!
2- A bagaglio pronto, dovrai farti trovare a mezzanotte in punto, al limitare del bosco (qualsiasi sia il bosco più vicino alla tua abitazione) e attendere l'arrivo del Cocchiere. Dovrai portare la presente per mostrare la tua identità. Prestabilito per la partenza è tra i giorni 22-23 di settembre.
3- Ti ricordo che è SEVERAMENTE PROIBITO rivelare a qualcuno di questa lettera, o raccontare in giro dell'esistenza dell'Accademia.
Le conseguenze potrebbero essere assai poco piacevoli
Mentre leggevo la seconda parte della missiva un gran mucchio di pensieri mi si aggrovigliavano dentro, più o meno all'altezza dello stomaco.
Probabilmente era anche un po' il pollo.
Comunque tutto quello non era normale, su questo nessun dubbio.
Che cosa avrei dovuto dire ai miei, ammesso che avessi accettato?
Oh, sai che c'è mamma? Andrò a studiare in un'Accademia strana per gente con le crisi da stress! Non è fantastico?
Oppure Papà! Ho ricevuto una lettera bizzarra da gente ancora più bizzarra che mi invitano a frequentare la loro scuola bizzarra! Sono così felice!
Sentivo che il cervello mi stava letteralmente esplodendo.
Lanciai un'occhiata al calendario di gatti (mamma), proprio sotto l'orologio a muro a forma di gatto (ancora mamma); il 21 era esattamente tra sette giorni!
Come caspita avrei deciso in così poco tempo?
E con la scuola normale come avrei fatto?
Dovevano essere avvertiti anche loro della stramberia che vivevo?
E i miei amici?
Forse per loro sarebbe stato divertente sapere tutto, ma mi era stato espressamente vietato di dire alcunché.
Realizzai in quel momento di essere assolutamente sola.
Kurtz si diede da fare a morsicare per bene un orecchio del mio peluche preferito, guardandomi con occhi torvi.
Bene, non ero del tutto sola.
Ero io, un gatto pulcioso e una lettera assurda.
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