La nuova me (5)

Passata qualche oretta uscii dal bagno con l'asciugamano in testa.
-Cosa hai fatto tutto questo tempo in bagno?- Chiese mia madre, mentre si asciugava le mani con lo straccio della cucina.
-Niente di che, ho solo fatto lo shampoo.- Mi girai di scatto e mi avviai verso camera mia con la tinta e le forbici ben nascoste dagli occhi indiscreti della mia famiglia. Li misi nel cassetto del mio mobiletto , e tra me e me pensai
-Sono un vero genio.- Con tono sarcastico.
Aprii l'armadio e decisi che era tempo di cambiare anche il mio modo di vestire. Sistemai accuratamente quello che avrei voluto tenere, e buttai quello che ormai considerato inutile e infantile per i miei gusti.
-È pronto a tavola!- Urló mia madre dalla sala da pranzo.
Chiusi tutto in fretta e in furia, misi i vestiti vecchi in una busta della spazzatura nera come la pece e alta più o meno quanto la sottoscritta.
Aprii la porta di camera mia e raggiunsi i miei che stavano facendo la preghiera della benedizione, alzai gli occhi al cielo e mi sedetti.
C'era tensione nell'aria , sapevo benissimo che entrambi mi avrebbero voluto sapere sul mio incidente avvenuto a scuola.
-Vogl...- Non finii di parlare che subito mio padre mi riempì di domande.
-Come sei caduta !?- Con tono preoccupato e arrabbiato mi rivolse lo sguardo.
-Insomma... 17 Punti al braccio, non è possibile che tu sia inciampata.
-Senti papà...- Continuai a mangiare mantenendo la più totale calma -Non ti preoccupare papà , è stata solo una stupida caduta- Dico mangiando un pezzo di cotoletta.
Mio padre sospiró e appoggiò la mano sulla sua fronte strofinandola.
Fui la prima che si alzó dalla tavola e con passo tranquillo ma deciso mi barrai in camera mia. Aprii il mobiletto vicino alla porta e presi le forbici , sfilai l'asciugamano e incominciai a tagliare i capelli , pian piano le ciocche cadevano a terra e si disperdevano per la camera. Ero soddisfatta del risultato, girai la testa a destra e a sinistra per ammirare meglio l'opera , e per notare dove dovevo migliorare, vidi che non c'era nulla fuori posto e così decisi di asciugarli. 15 Minuti dopo finii , spazzai a terra , riposi i vari utensili nei loro posti assegnati e andai a dormire aspettando euforicamente il giorno dopo.
La sveglia delle sette suonò e lentamente mi alzai con un sorrisetto tra le labbra.
Aprii la porta dell'armadio e presi una maglia nera con il logo della band metalcore degli Asking Alexandria , aprii il cassetto e presi dei pantaloni con alcuni strappi sul ginocchio destro, sulle gambe e sulle ginocchia, afferrai una camicia a quadri bianchi e neri, infilai gli anfibi in fretta e in furia e andai in cucina per la colazione.
Lì incrociai lo sguardo dei miei genitori seduti al tavolo per la prima colazione
-Come diamine ti sei vestita -Mi guardó mia mamma dalla testa i piedi scuotendo la testa in segno di disapprovazione
-Cosa ti interessa, basta ch'io vada a scuola no? - afferrai un toast e lo addentai
-Più che altro cosa hai fatto ai capelli ora sono ...-
-Oh cazzo è tardi credo che dovró correre- Presi il mio zaino, presi le cuffie e mi diressi a quello squallido istituto.
Vicino al muretto mi aspettava Karly senza Luke, probabilmente o in ritardo oppure malato a casa. Appena la mia migliore amica mi vide restó di sasso
-C-co.... - Indicò i miei capelli rossi come il sangue che scorre nelle vene.
-Beh gli ho dato una spuntatina - Dissi toccandomi una ciocca -E in fine li ho solamente cambiato colore. Sto così male ?- Gli domandai perplessa.
-No insomma ... Ti stanno una favola , è solo che al primo impatto fa strano.
Gli sorrisi leggermente e l'abbracciai come una sorte di ringraziamento verso il "complimento" se si può ben definite così ,che mi aveva riposto. Pian piano entrammo a scuola e mentre salivamo le scale per arrivare al nostro piano incrociammo lo sguardo di Alexander che rimase sbigottito dal mio drastico cambiamento.
-Ciao cavia - Gli dissi sarcasticamente.
Non ebbi risposta da lui ma solo lo sguardo dei suoi occhi indiscreti.
Entrando in classe notai immediatamente Derek che ci provava con Lilly anche se nel suo piccolo sapeva benissimo di non avere nessuna opportunità.
-Ricciolino...-Posai la mia cartella sopra al banco- Dovresti tornare nella tua aula prima che la professoressa arrivi...- Spostai la sedia con l'intento di sedermi , ma Der mi precedette e me la tolse da sotto al culo, facendomi cadere a terra.
-Ma che diamine ti prende sei forse impazzito idiota ?!- Gli dissi spintonandolo.
Lui mi guardò sbigottito come se non mi avesse riconosciuto.
-Emily ... - Strofinò gli occhi- S-Sei tu ... Non ti avevo riconosciuto scusami .... -Sorrise imbarazzato dall'accaduto.
-Ah quindi chiunque ti rimproveri gli fai del male , complimenti -Dissi sarcasticamente.
-No è solo che ... -lo zittii e gli indicare di andare fuori alla porta. Senza esitare il ricciolino uscì e subito dopo entró il professore di storia dell'arte che diede inizio alle interminabili sei ore scolastiche.
Passate quelle dannate ore L'unica cosa che aspettavo era il suono della campanella . Misi le cuffie e aspettai
... 1
... 2
... 3
Via!!
Le porte di ogni singola classe dell'artistico si spalancarono correndo all'impazzata verso l'uscita.
-Hey nanetta. - Mi girai di scatto e trovai Der al mio fianco.
-Riccioli d'oro cosa c'è?!-
-Ti volevo chiedere scusa per sta mattina ma mi erano partiti i nervi in nervi quando mi avevi chiamato in quel modo e non ti avevo riconosciuto per mezzo di ...- Mi squadrò dalla testa ai piedi
- Per mezzo di ...? -Lo incoraggiai a finire la frase.
-Insomma per questo!! I capelli rossi il modo di vestire , cosa ti è accaduto non sei più tu.-
Mi fermai di scatto mentre dopo un po Derek si fermò davanti a me.
-Mi dispiace , ma questa sono io , che ti piaccia o no -Mi rivolsi con tono arrabbiato - Ora è terminato il tempo dell'ubbidienza -Strinsi i pugni- Voglio divertirmi anch'io.
Detto questo ripresi il passo superandolo e uscii da scuola pensando alle sue parole.

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