13 - Sempre sia lodata la salsa ai carciofi
Come avevo preventivato, sono sotto torchio.
Sorseggiando l'abituale cocktail alla frutta al bancone della mia cucina, Lisa e Marylu mi stanno sottoponendo ad un interrogatorio degno di Aaron Hotchner in Criminal Minds.
«Siamo pronte per i dettagli: vogliamo tutti i particolari» mi esorta Lisa, un bagliore malizioso negli occhi castani.
«Tutti, tutti: non tralasciare niente» le dà man forte Marylu.
Rimangono in silenzio e mi fissano.
Inizio a raccontare a partire dal viaggio sulla Chevrolet Matiz.
«Vuoi dire che gli sei scoppiata a ridere in faccia?» mi interrompe Marylu fingendosi esasperata.
Dopodiché, come se io non fossi lì a mezzo metro da lei, bisbiglia rivolta a Lisa: «saranno anche passati anni da quando ha provato interesse per un uomo, ma è sempre la nostra Sam: non è cambiata di una virgola.»
«Non ho detto di provare interesse» mi difendo pur sapendo che il mio tentativo è del tutto inutile di fronte a queste due.
Le mie amiche si limitano a lanciarmi un'occhiata scettica.
«Ti prego, Sam. Neanche ti conoscessimo da una settimana! C'è solo una circostanza in cui perdi il tuo amato controllo e inizi a ridere come un'idiota: quando sei in imbarazzo perché chi hai di fronte ti piace. E ti piace un bel po'.»
Non controbatto, consapevole che qualsiasi sforzo di dimostrare il contrario sarebbe sterile e improduttivo.
Continuo a raccontare del mio pomeriggio con Noah.
Lisa e Marylu ascoltano attente.
Si congratulano quando dico che si è preso la briga di fare la fila per la schiacciata e di averla offerta.
«Un vero uomo del sud!» approva Marylu che, essendo siciliana da parte di padre, coglie qualsiasi occasione per difendere il suo Meridione.
«Sì, è stato molto gentile. Sapete quanto odi fare la fila,» confermo.
Parlo ancora un po' e, appena arrivo a nominare Marco, vengo interrotta di nuovo.
«Uuuuuh, allora ti aveva vista! E dici che ti è apparso infastidito dalla cosa...» riflette ad alta voce Lisa rigirando la cannuccia sul fondo del bicchiere ormai vuoto.
«Sì, ma sarà stata sicuramente una mia impressione...»
«Non credo» scuote la testa Marylu «e della bionda, ti ha detto niente?»
Annuisco: «ha detto che è solo una con cui è uscito a cena.»
«Comunque» riprendo «mi ha anche detto che non vuole legarsi a nessuna per via del suo lavoro.»
Mi aspetto che a questo punto mollino la presa e mi consiglino di lasciar perdere.
Invece, sembrano entrambe compiaciute.
«Mi sembra un discorso molto maturo!» osserva prontamente Lisa «Non sei d'accordo, Marylu?»
«Più che d'accordo! Vuol dire che è una persona seria e responsabile» l'appoggia l'altra, decisa.
«Può darsi. In ogni modo, ciò taglia la testa al toro: non vuole relazioni. Questo esclude a priori che tra noi possa nascere qualcosa di diverso da una semplice conoscenza,» dico con voce incapace di celare una bella dose di abbattimento.
«Non la vedo come te, sai?» mi sorride Marylu, prendendo una manciata di noccioline tostate dalla piccola ciotola in porcellana davanti a lei «secondo me ti ha voluto far capire che si legherà a qualcuna solo quando sarà certo al cento per cento che la cosa possa funzionare. Non gli si può dar contro quando dice di fare un lavoro che può essere un ostacolo non da poco alla costruzione di un rapporto stabile.»
«La penso anche io allo stesso modo,» conferma Lisa.
«Magari, è stato deluso in passato e adesso è solamente più cosciente. Magari, adesso, vuole solo andarci con i piedi di piombo. Come te.»
Rimugino per qualche secondo sulle parole di Lisa poi, senza seguire un filo logico, dichiaro:
«Ha il sorriso storto» e sospiro con fare sognante.
Marylu inizia a battere le mani sul bancone seguita a ruota da Lisa per darsi, subito dopo, ad un balletto improvvisato fatto dì movimenti di bacino e occhiate lascive.
«Basta voi due!!!» le ammonisco, ma sono divertita.
«È fatta gente, è fatta! Serio, educato e ciliegina sulla torta, con il sorriso storto! Tre al prezzo di uno: impossibile resistere!»
Marylu prende il bicchiere, si versa un altro po' di cocktail e improvvisa un brindisi levandolo in alto: «all'uomo del sud che, con il suo sorriso storto e una schiacciata con prosciutto, ha fatto ricredere la nostra migliore amica sul sesso maschile!»
«E sempre sia lodata la salsa ai carciofi!» ulula Lisa, levando il bicchiere a sua volta.
Sono irrefrenabili.
La loro risata cristallina riempie la cucina.
Basta uno sguardo d'intesa e come sempre, ci ritroviamo noi tre, amiche ma quasi sorelle, a condividerci momenti di sguaiata complicità.
Cercando di riassumere un contegno, mi accorgo che ho ancora un particolare da confessare:
«L'ho invitato al compleanno di Mattia.»
Lisa e Marylu si immobilizzano. Nessuna delle due ride più.
All'unisono, si avvicinano a me e mi avvolgono in un abbraccio che mi libera di ogni paura.
Quando ci separiamo, siamo tutte e tre commosse.
Loro lo sanno che il gesto che ho fatto per me significa moltissimo.
Non vuoi dire che sono pronta ad una storia, vuol dire che sto provando a fidarmi ancora e questo conta infinitamente di più.
«Bhe, già che ci siamo, adesso ve la rivelo anche io una chicca!» ci avvisa Marylu in quel turbine di risate e lacrime.
Si arrotola la ciocca di capelli blu tra le dita affusolate richiamando il nostro interesse: è una mossa che fa quando vuole fingersi tranquilla, ma dentro è un vortice di nervosismo ed emozioni.
«Giorgio mi ha chiesto di uscire. Gli ho detto di sì.»
La fissiamo.
Un momento dopo, ci stiamo abbracciando di nuovo tutte e tre.
Lisa e Marylu se ne sono andate e io decido che è meglio avvisare anche Mattia della presenza di Noah alla sua festa di compleanno.
Se c'è una cosa che può mandare in crisi un bambino altamente sensibile, è l'effetto sorpresa.
Mattia è nella sua stanza, intento a giocare con l'albo degli attacca-stacca delle Hot Wheels.
La porta è aperta e io busso sulla parete per annunciare la mia presenza.
«Ciao, mamma» mi saluta lui, alzando la testa dal giornalino.
Entro e mi accomodo sul suo letto.
«C'è una cosa riguardo la tua festa che vorrei dirti» inizio accarezzandogli la testolina bionda.
Lui alza lo sguardo, gli enormi occhi celesti improvvisamente preoccupati:
«Non si può più fare, mamma?»
«No amore no: certo che si può fare» lo tranquillizzo.
«Accipicchia! Mi hai fatto venire un colpo!» mi ammonisce puntandomi un adesivo contro e io mi chiedo quando sia diventato così grande anche negli atteggiamenti.
Se c'è una cosa che ho capito da quando sono diventata madre è che il tempo è un' illusione.
Polvere argentata che ti sfugge via dalle mani.
Per quanto tu provi a stringere la presa.
«Volevo dirti che ci sarà una persona che non conosci. Si chiama Noah. Fa il militare.»
Mattia corruga la fronte, pensieroso.
«Wow: il militare!!!» esclama «è il tuo fidanzato mamma?«
«No, amore mio: solo un amico. Penso che ti piacerà» gli sorrido.
«A te piace?» mi domanda lui con fare solenne.
"Mi piace molto.»
«Allora, sono sicuro che piacerà molto anche a me,» sentenzia e poi, sospirando, aggiunge: «speriamo mi porti un bel regalo!»
Sono le 22 e ho appena addormentato Mattia leggendogli per la milionesima volta il libro di "Cars".
In piedi, davanti alla credenza della cucina, sono intenta a prepararmi la mia tisana di conforto, quando il cellulare si mette a squillare a tutto volume dall'altra parte della casa.
Imprecando tra me e me e pregando che Mattia non si svegli dato il suo sonno leggerissimo, mi catapulto a cercarlo.
Per fortuna lo trovo subito, buttato tra i cuscini del divano: lo prendo e silenzio la suoneria.
A questo punto, guardo chi è.
Noah. Noah, a quest'ora.
Rispondo.
«Ciao, Sam. Scusami per l'ora» mi saluta.
«Ciao Noah. Tranquillo: mi stavo giusto preparando una tisana calda. Mi fai compagnia?» rispondo colpita dalla mia stessa audacia.
«Volentieri!»
Torno in cucina e, tenendo il cellulare tra spalla e orecchio, metto su il bollitore e preparo la mia tazza preferita, quella rosa antico con le orecchie a forma di gatto, con la bustina.
«Tu cosa stai facendo?» domando.
«Lavoro.»
«Lavori? Adesso?»
«Già. Turno di 24h: stacco domani mattina alle 8,» sbuffa lui.
«Ma deve essere massacrante! È legale questa cosa?»
Lo sento ridacchiare dall'altro capo del cellulare.
«Purtroppo sì: la guardia ai fantasmi fa parte dell'ebrezza della vita del militare.»
«Grazie per aver risposto» mi dice «avevo bisogno di una nota positiva in questa serata stonata. È bello sentire la tua voce.»
Parliamo a lungo, quando guardo che ore sono, l'orologio segna le 23:30.
È un altro aspetto che mi dà di che riflettere: non amo stare al cellulare. Le mie conversazioni sono sempre brevi ed essenziali.
Eppure, con Noah parlerei per ore.
Lascerei passare la notte cullandomi tra le sue parole e i suoi sporadici sbadigli.
Purtroppo non è possibile.
«Devo andare» mi comunica ad un certo punto «le matricole stanno rientrano dalle uscite serali e devo segnare i loro nomi sul registro.»
«Certo. Buonanotte, Noah.»
Ma prima che chiuda la chiamata, fa in tempo a chiedermi:
«Colazione domani mattina?»
«Vuoi fare colazione dopo che sei stato sveglio 24h di fila?» domando, incredula.
«Sì. Dormirò meglio a stomaco pieno e con l'immagine del tuo bel volto impressa nella mente, dopo tante facce piene di acne giovanile.»
Se fossimo uno di fronte all'altra mi vedrebbe arrossire fino alle radici dei miei capelli spettinati.
«Va bene, allora. Se non ti dispiace possiamo vederci al bar vicino al posto dove lavoro: ho un paziente alle 9:30.»
«Aggiudicato. Mandami l'indirizzo. Ci troviamo lì verso le 8:45. Vado a mettere a nanna i bambini. Ciao Sam.»
La tisana è ancora per tre quarti nella tazza.
La porto alla bocca: fa schifo, ma a me sembra di non aver mai assaggiato niente di più delizioso.
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