Scoperte

Mi sono completamente rimessa apposto. Ora sono tornata a vagare per i corridoi dello S.H.I.E.L.D, o meglio, prima ero lì, adesso sono stata gentilmente ospitata alla Stark Tower.
Mi diverto a migliorare la giornata a quelle povere donne che fanno da segretarie a quel tipo senza speranza che è Tony Stark. Sono diventata una consulente per segretarie incazzate con Iron Man per il suo comportamento.
Ho scoperto che c'è uno studio di registrazione insonorizzato vicino all'ufficio di Pepper Potts, magari le piace cantare.
Ed eccomi qua, a cantare Love in The Dark di Adele, una canzone che adoro particolarmente.
Non sono una cima in canto, ma posso cavarmela niente male.
Mentre canto non penso a nulla, né a Charlie né a Smith, tabula rasa.
Indosso la mia fedelissima camicia verde a quadri con i fedelissimi jeans neri strappati e, attenzione, indosso pure le Vans verdi. Non lo avreste mai detto eh? Finisco le ultime parole e mi tolgo le cuffie, sto per uscire dalla sala quando l'aria dietro il mio collo diventa più calda. Un profumo pungente fa lavorare la mente per cercare a chi appartenga quel piacevole e anche forte odore.
Guardo davanti a me, non mi giro.
"Stark, inizio a pensare che tu mi voglia uccidere, mi segui in ogni dove."
Una risata sommessa mi fa girare, scontrandomi con due occhioni color nocciola.
"Mi assicuro solo che non ti cacci nei guai, ragazzina."
Sfoggia i centimetri in più di altezza che lo fa credere il re di tutti.
"A proposito, inizia a trattare meglio le donne che lavorano qua, altrimenti avrai un licenziamento di massa e credo che questo bel faccino sbaciucchino ne risentirebbe."
Gli stringo una guancia e esco, lasciandolo solo nei suoi pensieri.
Entro nella mia camera e accendo il computer, voglio scoprire di più sulla Fiamma.
"Jarvis, fammi una riproduzione in diretta della Fiamma."
"Subito signorina Watson."
Mentre Jarvis obbedisce io inizio a fare ricerche sul computer, un silenzio che trasuda dalle pareti interrotto solo dal rumore dei tasti. Mi alzo e osservo la mia Fiamma riprodotta in grande scala.
Ci sono delle parti che pulsano di più delle altre, come se fosse collegato da piccoli canali che creano figure geometriche sparse per tutta la superficie della Fiamma.
"Oltre il vibranio, trovi altri elementi?"
"Non riesco a decifrare i codici che proteggono il dispositivo."
La mia attenzione è tutta concentrata in quella frase.
"Codici? Vuoi dire che ci sono file o comunque documenti che possono dirci da dove proviene questo aggeggio?"
"Credi proprio di sì, signorina Watson."
Mi porto una mano sul mento, intenta a pensare come superare i codici. Poi, il genio esce dalla lampada.
Tocco con un dito la Fiamma che troneggia sul mio petto, ottenendo un effetto inaspettato: una tastiera appare sulla superficie, chiedendo un'impronta digitale.
Provo ad appoggiare il pollice ed ecco che sulla riproduzione davanti a me appaiono vari documenti e cartelle.
"Tutta questa tecnologia e io non lo sapevo."
"Sembra che i codici siano stati sbloccati dalla sua impronta, suggerirei di scoprire cosa dicono i documenti."
Sorrido anche se so che Jarvis non è una persona.
"Come siamo curiosi oggi. Bene Jarvis, lavoriamo."
"Mi dispiace ma il signor Stark mi ha chiamato, ha bisogno di un consiglio su cosa mettersi per stasera."
Sbuffo, quell'uomo senza Jarvis non vivrebbe nemmeno un giorno.
"Per una volta farà le cose da solo, mi servi adesso."
"Ma il signor Stark..."
"Sei o non sei a mia completa disposizione?"
"Ma..."
"Mi servi amico, è un ordine."
"Almeno posso riferire al signor Stark che lei ha insistito per restare al suo servizio?"
"Certo Jarvis."
"Credo che si arrabbierà con lei."
"Sai che paura, deve imparare a non dipendere da te Jarvis, ci hai mai pensato?"
"Veramente il signor Stark mi ha creato per obbedire ad ogni sua richiesta."
"Allora oggi faremo uno strappo alla regola."
Finì di convincere Jarvis a lasciare solo Tony e continuai la ricerca, leggendo i documenti.
"Ecco chi ha creato questo aggeggio infernale, questo tizio qua!"
Il mio sguardo si posa su un uomo dagli occhi freddi e calcolatori, una volta lo avevo visto su un giornale, ma non ricordo chi sia. Dalla foto sembra sia esistito negli anni 40.
"Chi è?"
"Howard Stark."
Sussulto, possibile che Stark mi abbia condannato già prima di aver incontrato il suo spocchioso figlio?
"È impossibile che abbia creato una cosa del genere ai suoi tempi. Come mai l'ho trovata io e come mai si è attaccata proprio a me?"
Cammino avanti e indietro, ponendomi mille domande e mille problemi, trovando solo dei vicoli ciechi dove nessuna risposta si fa avanti per illuminare la nebbia che avvolge la mia mente.
"Secondo le mie analisi, la casa in qui l'ha trovata era di proprietà del padre del signor Stark."
"Questa come la chiami?"
"Coincidenza, signorina Watson."
Passano parecchi minuti in qui spremo i neuroni per bene per venire a capo di questa cosa, irritandomi perché non trovo soluzioni plausibili.
"Jarvis, controlla ogni singolo documento che si trova dentro la Fiamma, trova qualcosa che possa dirmi perché si è attaccata a me e scopri gli elementi che ci sono."
"Cercherò di fare del mio meglio."
"Devi superarti Jarvis, questo è un ordine."
Osservo i vari spazi che si sono tra i sottili canali che creano una ragnatela fitta e piena di intoppi, il cui centro è un cerchio luminoso, colorato in parte di rosso, in parte di verde, di azzurro e di grigio.
Porto il dito sulla Fiamma, premendo su quel cerchio luminoso mentre osservo la riproduzione davanti a me per studiarne gli effetti.
"Jarvis, interrompi le tue ricerche e ingrandisci questo puntino luminoso."
Osservo da vicino il dentro di quel coso, ammirando delle parti colorate degli elementi che assumo, ogni zona sembra avere un fumo denso che sfuma a contatto con l'altra zona fino ad assumere il colore dell'elemento che si trova in quella parte.
"Va bene Jarvis, elimina la riproduzione e riprendi le ricerche, avvisami appena scopri qualcosa."
"Provvedo immediatamente signorina."
Appena Jarvis obbedisce, la porta si apre con un tonfo tale da rischiare di farla uscire dai cardini.
"Insomma che cosa stai facendo? Mi rubi Jarvis?!"
Un Tony Stark adirato mi si para davanti, fronteggiando l'indifferenza e la spavalderia del mio volto.
"Non riesci a vestirti da solo? Povero piccolo."
Lo schernisco, appiccando un fuoco dentro i suoi occhi scuri.
Mi afferra un braccio e me lo stritola fino a fermare il flusso del sangue, io assumo il potere del fuoco e lo faccio allontanare subito, tornando normale per poi sbatterlo contro il muro con il colletto della sua maglia tra le dita.
"Ascoltami bene, io sto cercando di scoprire perché ho questo coso nel petto e il tuo caro Jarvis mi sta dando una mano, quindi lascialo in pace quando devi chiedere dei consigli futili su come vestirti."
Lui ribaltata la situazione e entrambi schieriamo l'odio che inonda i nostri corpi.
Stiamo per prenderci a pugni quando Pepper entra.
"Tony io...che cosa stai facendo? Lasciala stare!"
Allontana lui da me, prima che gli tiri uno schiaffo la blocco, altrimenti davvero non l'avrei passata liscia appena sarei stata sola con Iron Man.
"Ci stavamo prendendo in giro Pepper, niente di pericoloso."
"Stava per metterti le mani addosso!"
"Errato, stavamo per metterci le mani addosso, sai quante volte lo abbiamo fatto per gioco?"
Tony mi guarda e io gli dico che è il momento di dare spazio al suo ego.
"Ha ragione lei, non ci siamo mai fatti del male apposta Pep."
"Anche perché lui ne sarebbe uscito piuttosto malconcio."
Aggiungo io, adoro litigare con lui, non sapete quanto mi diverto.
"Vogliamo verificare?"
Mi sfida lui, sotto lo sguardo incredulo della Potts.
"Certo, andiamo in palestra, sempre che tu trovi il coraggio di seguirmi fino a lì."
Pepper sbuffa e si mette in mezzo prima che scoppi una rissa.
"Smetterete mai di punzecchiarvi?"
"Mai."
Rispondiamo insieme noi due, sorridendo un pochino per quella messa in scena che abbiamo creato.
Passarono le ore, sfogandomi in palestra sul sacco e anche un pochino su Tony che alla fine era venuto a sfidarmi, perdendo miseramente.
"Ti aspetto alla cena di questa sera, ci saranno gli Avengers."
Urla lui prima di entrare nello spogliatoio maschile.
Non appena usciamo dagli spogliatoi, camminando verso le nostre camere per vestirci adeguatamente, lui mi tira una frecciatina che mi colpisce a fondo.
"Comunque ho notato, quando eri in infermeria, gli sguardi che vi scambiavate te e il Capitano."

*okay, questo capitolo è un pochino incasinato ma voi non avete visto nulla. Sono ancora incavolata perché mia madre non voleva vedere Tropic Thunder per una tenera e misera scena di sbudellamento.
Ma come sempre non ve ne frega un ciufolo di quello che dico. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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