Bisboccia

Sono in infermeria ed è notte fonda. Mi hanno ricreato il tessuto della pelle squarciata e ora sono tornata come nuova.
Non ho voglia di dormire, voglio farmi un giretto per lo S.H.I.E.L.D, da sola. Scendo dal letto e appoggio piano i piedi sul pavimento incerato. Indosso delle calze e mi infilo le Adidas che mi hanno lasciato. Controllo che non ci sia nessuno e cammino a passo felpato per il corridoio. C'è poca luce, ma riesco a vedere comunque, grazie al l'esperimento dei due geni della scienza. Ho due scelte: cercare la stanza di Tony e dormire con lui oppure farmi una gitarella fino alle cucine e mangiare qualcosa. Vada per la gitarella.
Mentre cerco le cucine, vedo nell'altro corridoio Tony mentre cammina con fare sospetto. Mi nascondo dietro una colonna e lo vedo passare mentre si guarda attorno. Inizio a seguirlo senza che lui mi veda, mantenendo una certa distanza tra noi due e usufruendo della mia vista per vedere cosa ha in mano. È un cerchio luminoso, molto simile al suo reattore, aspetta, lui non può vivere senza quel coso altrimenti muore o almeno, ho letto così su internet.
Noto che la sua testa tende a girarsi verso di me, cerco una colonna dove nascondermi e mi ci fiondo dietro, appena prima di essere scoperta. Lui continua per la sua strada e io continuo a pedinarlo. Ciò un adrenalina addosso che mi dà una sorta di coraggio che potrei anche combattere contro Hulk, mi piace questa cosa. Sono talmente presa da questo fatto che non mi sono accorta che stiamo scendendo delle scale. Uh, il caso si fa più interessante. Mi sento come Sherlock Holmes in un film con un attore identico a Tony, mi chiedevo se fosse lui a recitare. Lo vedo aprire una porta ed entrare in una stanza circolare con dei vetri che proteggono le sue armature. Voglio toccarne una, assolutamente.
Aspetto che lui apra un'altra porta per poi sparire ed entro in quello spettacolo per i miei occhi. Ci sono alcune armature che non avevo mai visto, ci sono armature gigantesche e altre piccole, è un vero spettacolo della tecnologia.
Una di esse attira la mia attenzione, è quella che ho visto di più in televisione: la Mark 42. Mi avvicino e noto che non ha il vetro e posso toccarla . Allungo una mano tremolante per l'emozione e, prima di toccare il braccio metallico, sento una stretta alla gola e il fiato mi viene portato via. Cerco di liberarmi invano, attivo i poteri del fuoco e afferro con entrambe le mani il braccio, facendo urlare il tizio che toglie subito il braccio. Passo una mano sul mio braccio destro. Mentre passo la mano, si crea una spada di fuoco, sorprendendomi di quello che so fare. Mi giro con la spada in mano e la punto verso... Tony Stark?
"Che ci fai qui?"
Chiedo, puntandogli la spada contro.
"Primo, dovrei chiederti io che cosa ci fai qui, secondo, toglimi quella spada di dosso."
Torno normale e lo guardo male.
"Eri tu che mi volevi strangolare?"
"Non appena ho visto qualcuno che toccava la mia armatura non mi sono neanche fermato a vedere chi era e ho agito d'istinto, scusami. Ma parliamo di cose importanti, perché mi stavi seguendo?"
Si avvicina fino a sfiorare il suo petto con il mio, sovrastandomi con la sua figura.
"Ero in infermeria e non volevo dormire così sono andata a farmi un giro per cercare le cucine e bermi qualcosa quando ti ho visto camminare con fare sospetto. Ho visto il tuo reattore che reggevi in mano e...come mai non sei morto? Quel coso ti tiene in vita."
Lui mi fissa negli occhi e io non posso evitare di distogliere lo sguardo, le venature dei suoi iridi scuri sono bellissime.
Lui mi mette le mani sulle spalle e inizia a spiegarmi che il suo reattore alimenta solo Iron Man e non rischia più di morire e che lui ha salvato il mondo, lui è un grande e bla, bla, bla, tutte cose da Tony Stark.
"Non dire a nessuno che tengo le mie donne qua, altrimenti..."
Incrocio le braccia al petto e lo guardo per sfidarlo a continuare la frase.
Lui si mette di schiena e mi tira le braccia, facendomi trovare a cavalcioni dietro di lui. Lui afferra le mie gambe e io arpiono le sue spalle per evitare di cadere.
"Sei pazzo più di cavallo pazzo Stark!"
Lui ride e scalcia il pavimento come se fosse un toro.
"Ah, è così? Vuoi farmi da nobile destriero? Allora... AL GALOPPO!"
Col tallone faccio finta di spronarlo e lui corre verso l'uscita con me dietro che tento di non cadere.
Oramai siamo in corridoio e iniziano a circolare le persone.
"Veloce Stark, veloce!"
Lui fa una sorta di nitrito e corre più veloce, facendomi ridere come non mai per le facce delle persone che si spostano per farci passare. Io afferro la sua giacca come se fossero delle redini e faccio finta di stare su un cavallo vero.
Incontriamo Thor che quando ci vede inizia a correre per evitare di farsi prendere.
"Non mi prenderete mai, io sono Thor figlio di..."
"Ehi, ti stai dimenticando che il mio cavallo è Iron Man!"
Tony ride e continuiamo la nostra corsa pazza per afferrare il mantello di Thor. Metto un braccio attorno al collo del mio destriero, senza strozzarlo, e allungo l'altro braccio per tentare di afferrare il mantello rosso che svolazza davanti a noi.
"CARICAAAA!"
Urlo.
Stark pesta il mantello di Thor, sbilanciando me, lui e l'asgardiano. Cadiamo a terra di schiena, scivolando sul pavimento fino a fermarci davanti ad una porta da dove proviene un buon profumino.
Rimaniamo ancora a terra e ci guardiamo negli occhi, ridendo come dei matti da legare.
"Vi siete divertiti abbastanza?"
Una voce autoritaria ci chiama dall'alto, Steve Rogers e Natasha Romanoff ci fissano.
Thor mi offre una mano che io afferro e mi tira su. Steve ci guarda severo con la sua tuta blu e si sofferma su Tony.
"Chi ti ha autorizzato ad uscire dalla stanza?"
"Non c'è il coprifuoco Rogers, posso andare dove mi pare."
"La signorina Watson? Cosa c'entra lei con le tue uscite?"
Prima che possa dire qualcosa di compromettente, lo blocco.
"Avevo fame e stavo cercando le cucine e ho incontrato Stark che si è offerto di accompagnarmi e poi abbiamo incontrato Thor e abbiamo giocato a rincorrerci, so che è un atteggiamento non consono all'ambiente che ci circonda e mi scuso per questo Capitano."
Lo guardo negli occhi e lui arrossisce leggermente, annuendo e accettando le mie scuse.
Natasha mi dice che la prossima volta dovevano invitare anche lei e io sorrido, ogni divergenza fra noi si è tolta.
"Signorina, le dispiace seguirmi? Oggi inizia il suo allenamento e dopo le ricordo che è richiesta la sua presenza alla festa di stasera."
Ma quanto è dolce quando parla da gentiluomo? Vorrei strizzargli quelle guanciotte tenerose.
"Non puoi chiamarla Grace e darle del tu come tutti i comuni mortali, Capitan Ghiacciolo?"
Stark deve sempre dire la sua? Non può chiudere quella boccaccia?!
Steve lo ignora e inizio a seguirlo, osservando lo scudo dietro la sua schiena.
"Questa è la palestra, sulla sinistra troverai lo spogliatoio delle donne e io sarò fuori ad aspettarti."
Mi sorride timido e mi apre la porta dello spogliatoio, chiudendola dietro  di me.
Ci sono degli armadietti e delle panche su cui sedersi.
"Sembra di tornare alle scuole medie, solo con qualche supereroe in più."
Mi dico mentre inizio a spogliarmi e a indossare i vestiti che hanno lasciato per me.
Indosso dei leggins neri e lunghi fin sotto il ginocchio, un reggiseno nero e una canottiera abbastanza larga e delle scarpe da ginnastica nere con delle strisce bianche di lato.  Esco dalla stanza e mi ritrovo un Steve Rogers con addosso una maglia a maniche corte che mi permette di ammirare i suoi muscoli e dei pantaloncini corti.
Distolgo lo sguardo dai suoi muscoli e lo seguo fino ad un salone enorme con un ring, dei sacchi da boxe appesi qua e là
e dei pesi. Lui mi mette dei guantoni e mi accompagna sul ring.
"Allora, tu dovrai colpirmi e io parerò i colpi."
Gli mostro tutte le mosse che ho imparato e alla fine mi ritrovo con un pugno sul suo petto, tirato con tutta la forza che avevo.
"Bene, sai già molte mosse che confondono l'avversario. Adesso proviamo il corpo a corpo e tranquilla, non ti farò male."
Finalmente posso combattere, non aspettavo altro. Sono sudata come non mai ma è quel sudore che ti fa piacere avere addosso.
"Io non mi fiderei troppo."
La voce odiosa di Stark arriva dal fondo della palestra. Mi giro e lo vedo mentre indossa una tuta aderente e colpisce un sacco con ripetuti pugni.
"Ti ricordo chi ti ha fatto il culo pochi giorni fa, Iron Man?"
"Allora non avrai problemi a combattere con me."
"Certo, finisco con il Capitano e poi sono subito da te."
Steve ci guarda confuso e poi sposta la sua attenzione su di me.
Ci mettiamo in posizione e iniziano a volare pugni e calci. Lui si limita a parare e a schivare, io cerco in tutti i modi di farlo reagire e con un colpo basso, ottengo una gomitata da lui.
"Scusami."
Dice, avvicinandosi a me che sono distesa a terra. Prima che possa fare qualcosa, mi do la spinta con le braccia e faccio un salto alto quanto lui, stringo le braccia attorno al suo collo e lo sbatto a terra, facendo rimbombare il terreno.
Ho appena fatto una mossa di wrestling, non è da me. Lui si tiene la testa e io mi affretto ad aiutarlo ad alzarsi.
"È stato magnifico."
Dice, alzandosi e congratulandosi con me, stringendo la mia mano.
"Adesso vai a farti una doccia, ti aspetto alla festa."
Ci sorridiamo a vicenda e la solita voce fastidiosa ci raggiunge.
"Ehi, prima deve battersi con me."
Stark, mi ero completamente dimenticata di lui.
"Sentito il genio? Devo ancora combattere."
"Stark, è stanca e poi non credo sia il caso..."
"Non sono idiota, non gli farò del male."
"Sul fatto che sei idiota io avrei qualcosa da dire."
Steve ride alla mia battuta.
"Stark, in ogni caso, vacci piano."
"Disse l'uomo che tirava gomitate alle ragazze."
Cap sbuffa e si dirige verso gli spogliatoi maschili, sussurrando qualcosa a Tony.
Sono stanca, ma quando mi ricapiterà di umiliare Iron Man?
Stark si avvicina a me e mi guarda.
"Beh, che c'è? Colpiscimi avanti."
Lui tira un destro che paro col gomito e mi da la possibilità di tirargli un sinistro sui pettorali scolpiti.
"Che male!"
Mi schernisce, tirandomi un pugno sul fianco, guadagnandosi così un bel calcio in pancia.
Andiamo avanti a pugni e calci, destri e sinistri, fino a ritrovarci a terra, grondanti di sudore e con la voglia di umiliare l'altro. Io sono cotta, basta. Mi perseguiterà all'infinito per avermi battuta ma io ci rinuncio altrimenti non riuscirei più a muovere un muscolo. Lascio che salga a cavalcioni su di me per sferrarmi un pugno e lo blocco col braccio a mezz'aria.
"Basta, hai vinto. Levati di dosso e finiamola qua."
Lui fa un sorriso enorme e si alza tutto fiero.
"Chi è che ti ha fatto il culo eh?"
Io mi alzo lentamente e lo fronteggio.
"Siamo pari Stark, non ti esaltare troppo."
"Ammettilo che non accetti la sconfitta!"
"Lo ammetterò solo quando mi innamorerò di te, quindi mai."
E così dicendo cammino verso il mio spogliatoio e mi faccio una lunga doccia rilassante.
I muscoli e i nervi si sono rilassati, anche se sono ancora ammaccata da qualche parte, funziono ancora.
Noto che i miei vecchi vestiti sono stati sostituiti da un paio di jeans attillati , le solite Adidas e una maglietta grigia con un aquila stilizzata in alto a sinistra. Mentre attraverso il corridoio e mi diverto ad osservare ogni particolare delle persone che camminano, una voce gentile e timida mi affianca.
"Stark ti ha fatto male?"
"Ci siamo menati per bene, comunque no, non mi ha fatto male se è questo che ti preoccupa Rogers."
Cap si mette davanti a me e mi sbarra la strada.
"Se ti ha fatto male io.."
"Calma Capitano, abbiamo pareggiato i conti tutto qua."
Lui si trattiene dal chiedere altro e fa cadere il tutto in un silenzio imbarazzante. Io aspetto solo che si sposti.
"Posso andare o devi chiedermi altro?"
Lui distoglie lo sguardo dal mio e fa un mezzo sorriso, grattandosi la testa.
"Oh, no, non ho altro da chiederti, ti lascio passare."
Detto questo si sposta e non posso fare a meno di notare un pizzico di sudore sul bicipite.
"Sei sudato sul braccio comunque."
Detto questo, mi dirigo a passo di marcia verso la mia stanza, cioè, la stanza che condivido con quello là.
Appena entro, un forte odore di  alcol mi fa storcere il naso.
"Non può averlo fatto davvero."
Sussurro, dirigendomi verso la cucina e trovando Tony con la camicia aperta, i suoi muscoli in bella vista e una bottiglia in mano. Giuro che lo uccido prima o poi. Il suo sguardo perso si concentra sul mio e fa per alzarsi.
"Stark, abbiamo una festa questa sera, come pensi di venire conciato così?"
Lui barcolla verso di me e mi cade addosso, letteralmente. Il suo peso aumenta il dolore alla schiena per la botta e cerco di tirarlo su in tutti i modi. Lui biascica cose senza senso che non sto neanche a sentire.
"Ti aiuterò solo questa volta, poi ti ucciderò e danzerò sulla tua tomba okay?"
Lui grida un "la vita è strana" e continua a ridere come un ubriacone, cosa che lui è.
Delle radici avvolgono le mie braccia e faccio uscire due liane da esse che si avvolgono alle caviglie di Tony.
Mi giro e afferro le due liane e inizio a tirare Stark verso il bagno, ha bisogno di rilassarsi.
Con uno sforzo disumano riesco a spogliarlo e a metterlo nella vasca, senza guardare troppo di lui, è già abbastanza imbarazzante dover passare una spugna sul suo corpo. Lui si rilassa e si riprende, lo aiuto a vestirsi e lo trascino verso il letto, odiandolo fino alla morte per avermi fatto faticare ancora dopo due combattimenti. Mentre lo poso sul letto, noto un pacchetto dal lato dove dormo io. Guardo Stark e lui mi guarda.
"Se mi hai regalato qualcosa, io lo prendo e lo brucio va bene?"
Lui apre piano la bocca per parlare ma io lo blocco, mi sta mandando sui nervi il fatto di essersi ubriacato prima della festa.
"Apri quella bocca e te la strappo a metà."
Lui la richiude con un sospiro dolorante.
"Si, fai pure quello che soffre."
Afferro il pacchetto e lo apro, notando il biglietto azzurro con una scrittura elegante ed ordinata.
Abbiamo deciso di darti il benvenuto nel modo migliore possibile.
                                                                         Natasha Romanoff & Tony Stark.
Mi trattengo dal bruciare il contenuto solo perché è anche da parte di Nat.
Quello che tiro fuori è uno splendido abito verde con una scollatura a V che arriva appena prima del petto, la parte dietro è il continuo della scollatura che lascia parte della schiena scoperta. La parte sotto è collegata da una sottile cintura di pelle che da inizio ad una gonna lunga fino alle ginocchia. Lo tengo ancora in mano, beandomi della seta che scorre sotto le mie dita e mi da i brividi per tutto il corpo. È bellissimo, il verde è il mio colore preferito quindi ci hanno azzeccato in pieno. Non ho mai indossato una cosa del genere. Guardo Tony che mi fa un sorriso sghembo, facendomi ridere per la sua faccia buffa. Con uno slancio lo abbraccio e lui mi dà delle pacche sulla spalla, dicendomi che gli sto facendo male. Lascio che si riprenda e gli preparo un caffè alla Watson, quello che preparo sempre io per far tornare in pista ogni persona, che sia ubriaca o meno. Dopo un po' mi ritrovo mentre mi specchio in camera da letto con il vestito addosso che mi calza a pennello.
"Te lo strapperei."
Il commento di Stark mi fa spaventare e imbarazzare allo stesso tempo. Lui è ben ingessato nel suo completo da pinguino: giacca nera, cravatta nera, pantaloni e scarpe neri e camicia bianca, un classico.
"Io non te lo strapperei neanche sotto tortura."
Lui ghigna malefico e si avvicina a me, accarezzandomi il fianco. Il suo respiro caldo che accarezza il mio collo mi fa rabbrividire da capo a piedi.
"Vedi di non stare troppo a contatto con altri maschi, potrei ingelosirmi."
Non mi lascia il tempo di scandalizzarmi che le sue labbra sul mio collo mi fanno irrigidire di nuovo, come una corda di violino. Mi guarda ancora e sorride alla mia espressione da pesce lesso, riuscirò mai ad avere l'ultima parola?
Io lo fulmino con lo sguardo e lascio che pettini i miei capelli lisci, accarezzandomi di tanto in tanto la schiena.
Mi lascia i capelli e mette un braccio attorno alla mia vita, spingendomi dolcemente verso la porta.
Io non sono mai stata così agitata, sembra di partecipare al ballo scolastico di fine anno, è un susseguirsi di momenti già vissuti. Appena entro nel salone delle feste, le decorazioni e le statue di ghiaccio che ritraggono animali marini, catturano la mia attenzione. Mi avvicino con Tony verso un tavolo dove gli Avengers sono seduti attorno.
Non posso fare a meno di arrossire quando tutti rimangono a bocca aperta, guardando il mio corpo.
Iniziamo a parlare del più e del meno fino a quando le persone presenti nella sala iniziano a ballare un valzer.
Clint e Nat si sono uniti a loro, Thor balla con una ragazza e io, Bruce e Steve ce ne stiamo lì a guardare.
"Vieni a ballare."
Tony mi porge una mano che io rifiuto, non dico che non so ballare ma qua è diverso dalla scuola.
Prima che possa trascinarmi in pista, una biondina si avvicina a lui e gli sussurra qualcosa, facendolo sorridere malizioso.
"Ci vediamo dopo."
Dice, andando a ballare con l'oca giuliva di turno.
"Mi concede questo ballo?"
Non è Stark che me lo sta chiedendo, neanche Bruce o Clint o Thor, è Steve. A primo impatto direi di no ma signori, è di Captain America di cui stiamo parlando, non Stark che è un bimbo viziato, lui è uno che si può definire uomo.
Io dico di sì e afferro la sua mano e mi faccio accompagnare in pista.
Metto una mano sulla sua spalla e l'altra la unisco alla sua.
Quando sento il suo braccio attorno alla mia vita i brividi raggiungono ogni parte del corpo.
Lui è imbarazzato, avrà fatto uno sforzo enorme per chiedermi di ballare.
Io sono imbarazzata per causa degli sguardi sorpresi che le persone ci stanno rivolgendo.
Ci guardiamo negli occhi, verde e azzurro.
Continuando a danzare fino a notte fonda.

*saaalve! Il vostro incubo è tornato e vi tormenterà fino alla morte. Io ho occhi dappertutto e le orecchie anche, state attenti. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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