capitolo 33 pseudo normalità
Sono passati circa cinque giorni da quella notte.
E la loro vota si rifugiata in una strana normalità.
Kim si alza tranquilla dal letto, lasciando alex riposare a pancia in giù, con le braccia nascoste sotto al cuscino, mettendo in mostra i muscoli rilassati della schiena nuda fino ai fianchi dove la coperta copre i boxer neri.
Dalla notte in cui hanno consumato l'attrazione che per mesi hanno trattenuto, lui non ha più lasciato le sue lenzuola, rimanendo da lei tutte le sere e dormendo ben poco.
Nuda, si dirige verso la doccia, pro ta a iniziare nei migliori dei modi questa giornata.
L'acqua calda le ustionato la pelle segnata da piccoli succhiotti un po ovunque sul suo corpo.
E Kim ammette che nel momento in cui la bocca di lui le succhiava la pelle fino a farla gemere, non le dispiaceva.
Il problema viene sempre dopo, quando poi deve usare kili di fondotinta per nasconderli tutti.
Non che a Kim gliene freghi molto se qualcuno glielo vede addosso, le persone che la circondano non sono così stupide da credere che lei e Alex la notte giocano a carte.
Semplicemente sono i segni di lui, i segni della sua passione, una intimità solo loro che agli altri non deve importare.
E poi, soprattutto nelle gare e negli incontri, non vuole che la genti pensi che lui sia sua.
Perche non vuole rotture di palle e poi perché lei non edi nessuno se non di se stessa.
Loro non sono una coppia, non si sono mai etichettati con il nome relazione e non c'è stato nessun fidanzamento ufficiale.
Vanno semplice a letto insieme, vivendo quasi completamente insieme la quotidianità, lasciando che gli altri credano quello che vogliono.
Ma su una cosa Kim è stata chiara fin dalla prima notte insieme.
Se vuole lei, deve avere solo lei, poiché se mai sentira l'odore di un'altra su di lui, lo caccerà di casa a calci nel culo.
Perché?
Perché infondo da valore alla sua prima volta, a questa cosa che c'è tra loro anche se continua a ripetere che non è una relazione.
Insomma sembrano una coppia, si comportano come una coppia, seguono le regole di una coppia, ma non lo sono.
Si, anche Kim si rende conto che i suoi pensieri non hanno senso.
E sta per iniziare a litigare con se stessa quando la porta della doccia alle sue spalle si apre.
L'ombra di lui la sovrasta, le sue mani sono già sui suoi fianchi come la notte appena trascorsa e la bocca bacia e sospira sui segni che le ha lasciato.
"Non mi piace quando mi lasci solo a letto, senza il tuo buon giorno."
Le esatte parole che userebbe un fidanzatino appiccicoso, anche se sono davvero rari questi comportamenti di Alex.
Nel sesso è premuroso e attento, ma poi i due dormono sui loro lati di letto, senza nemmeno sfiorarsi, per poi svegliarsi e iniziare la loro pseudo giornata lavorativa.
Ma, nonostante siano rari e davvero pochi questi momenti di romanticismo, Kim trema e non solo per la mano di lui che le sfiora l'interno coscia.
La consapevolezza che questa cosa si sta complicando, che rischia di sfociare in qualcosa di diverso.
E girarsi verso di lui di scatto, baciandolo con ardore, cancellando con la lussuria la dolcezza che queste labbra hanno osato pronunciare.
E tutto torna al suo posto, nella normalità che la mente di lei a creato, condividendo un battito solo nei momenti carnali.
La schiena che sbatte contro le piastrelle, le mani di Alex che afferrano le cosce alzandola e facendola aggrappare ai suoi fianchi.
Entrare dentro di lei e ogni tremore diventa fremito, ansimo.
L'acqua calda che sbatte su di loro, le bocche che non si separano, la passione che esplode e persino i vetri appannati segnati dalla mano di lei.
Tutto torna alla loro pseudo normalità, basata solo su fedeltà e attrazione fisica.
Arrivano in cucina in ritardo di un ora, con i capelli ancora umidi e una espressione rilassata.
Leggendo le loro espressioni che gridano "scopiamo", nessuno osa fare battute.
L'ultimo che ci ha provato è Cam dicendole semplicemente che scopare la rendeva più umana e rilassata.
E Kim ha risposto colpendolo più volte con una scopa, intimandogli di scopare tutta la casa, altrimenti anche lui avrebbe provato il piacere di essere penetrato dal palo della scopa.
Inutile dire che i modi di Kim sono sempre crudi e esagerati, ma con Cam funzionano che èuna meraviglia.
Comunque, arrivano in soggiorno, dove tutta la banda sta già facendo colazione.
Ma si, come se fossero a casa loro, pensa Kim strappando dalle mani di Cam i suoi biscotti, prima o poi li cosparge di peperoncino messicano, sicuramente poi ci penserà due volte prima di rubarli.
"Buon giorno ragazzi."
Loredana fa il suo ingresso, salutando tutta la combriccola al completo, ormai abituata a vedere la casa sempre affollata.
All'inizio Kim ha notato la sua titubanza e l'imbarazzo poiché tutti uomini.
Ma soprattutto sapendo bene chi sono.
Ma dopo che Kim le ha parlato tranquillizandola, non ha più mostrato disagio, anzi ormai non fa più caso a loro.
Si mette al lavoro subito, senza dare disturbo agli altri, mentre Kim la osserva mettere via i piatti sporchi.
Sorpresa di come la donna è elegante in tutto cio che fa.
Afferra il caffè, rubandolo dalle mani di Jek che nemmeno ci prova a fiatare, perché tanto Kim non lo cancolerebbe di striscio.
Si avvicina a Loredana solo quando la vede asciugarsi le mani mettendole davanti al viso, senza troppe parole, una busta bianca.
"Questa è la tua paga per questo mese, più un bonus natalizio."
Lorena osserva confusa i soldi soldi all'interno della busta, per poi alzare lo sguardo sorpreso e sconvolto su Kim.
" Ma no Signorina non posso accettarlo.
La mia paga è tra una settimana."
Risponde, con voce tremante a causa della somma nella busta, riporgendola a Kim .
Che però fa parecchi passi indietro, finendo il suo caffè e portandosi una sigaretta alle labbra.
" Hai due bimbe a casa, devi stare con loro queste feste.
Noi c'è la caveremo in qualche modo.
Ora finisci la giornata, poi ci vedremo il 2 gennaio ok?"
La donna ci prova a ribattere, cercando man forte guardando anche Sara, che però alza le mani in bandiera bianca.
Uno, perché sa che non deve mettersi in mezzo agli "affari" di Kim, due perché è completamente d'accordo con l'amica.
" Niente ma Lorena.
Il mio è un ordine ok?"
Non ci può fare niente, la sua voce, un attimo fa dolce ora è dura e autoritaria.
Ma Lorena non si lascia spaventare, ormai si è rassegnata ai metodi Kim,diciamo.
Anche perché la ragazza, dietro al suo solito sguardo di ghiaccio, nasconde una dolcezza che ha pochi è permesso vedere.
" Ok.
Grazie mille e che Dio la benedica."
Con un sorriso pieno di gioia, gli occhi lucidi per la felicità e la mente piena di quante cose potrà permettersi di donare alla sua famiglia, Lorena sale al piano superiore per cominciare a lavorare.
Mentre gli altri nella stazza, fissano Kim stupito e confusi.
Infastidendola e non poco.
" Volete una foto?"
Chiede scocciata, fumando la sua sigaretta seduta al suo solito posto.
Scocciata, perché non le piace per niente essere osservata.
Alex si avvicina, privandole una sigaretta dal pacchetto, rispondendo a nome di tutti.
"Perché con noi non sei così generosa e gentile?"
Gli altri annuiscono, sporgendosi verso di lei per dare man forte all'amico.
Mentre Sara si limita a sorridere, pensando a quanto follemente sia cambiata la sua quotidianità, anche grazie allargamento che questa famiglia ha subito.
" Perché è grazie a lei, se questa casa non cade a pezzi.
Mentre voi siete la causa se rischia di cadere a pezzi. "
Dopo di che si avvicina con il viso q quello di Alex, arrivando quasi a sfiorarsi le labbra, lasciando che il fumo le esci sensualmente dalla bocca mentre parla.
" E poi con te sono generosa in altre cose."
Utilizza il suo tono sexy intenzionalmente, perché sa che la cosa lo fa impazzire.
Per poi alzarsi, e lasciarlo lì come uno stoccafisso, sotto le risate di tutti.
"E a proposito di casa.
Siccome sembra che voi non abbiate una casa vostra, dato che siete sempre con il culo seduti sui miei mobili e mangiare il mio cibo.
E ora che partecipate alle spese di casa.."
Da le spalle a Alex, sbagliando dato che sa che non bisognerebbe mai dare le spalle, infatti il respiro di Alex le sfiora il collo, facendola ingoiare a vuoto.
Sussurando con tono malizioso.
" Io posso pagarti in natura se vuoi."
Stronzo, usare le sue battute contro di lei, senza pudore.
E Kim può solo fremere cercando di nasconderlo, finche puo.
Ma le sue labbra sul collo, bastanno per farla impazzire, ultimamente basta molto poco.
Ogni volta che le tocca le cicatrici di anni di violenza, la sua pelle si rigenera, risvegliandosi al piacere della carne.
Anche se i traumi restano e la fanno irrigidire, come purtroppo succede ogni volta che si avvicina troppi, fuori dalle lenzuola.
Lui inizialmente sembra un po' scocciato, perché trova assurdo non poterla toccare quando vuole senza che lei scatti allattenti.
Ma alla fine si calma, allontanandosi per farle riprendere respiro.
E frustrantenon sapere perché ha queste reazioni, sentire mille segreti sotto la pelle della sua donna.
Perché si, anche se Kim continua a dire che non sono una coppia, lui la sente sua come non ha mai voluto prima nessuna donna.
Ma sa, che finché lei non si aprirà a lui, rimarranno fermi in questa pseudo normalità.
Intanto kim si riprende in fretta, anche per non far notare a nessuno il suo strano comportamento.
" No, mi dispiace.
Solo assegni."
Tutti i ragazzi ridono, riempiendo la stanza di ilarità, che va ad uccidere l'atmosfera per un attimo diventata disagiante.
Tutti loro sanno bene cosa c'è tra i due, ma è comunque sorprendente vederli nella quotidianità, in questa loro pseudo relazione.
" Adesso che viviamo qui in quattro, tutti dovremo fare la loro parte, a partire dalla spesa."
Jek quasi si strozza con il caffe, non morendo solo grazie a Cam che negli da colpi ponderati alla schiena, davanti allo sguardo annoiato di Kim.
Nemmeno gli avesse detto che deve lavare il bagno dopo che lo ha usato Cam.
" La spesa?"
Risponde Jek, dopo essersi ripreso, con gli occhi ancora arrossati per i colpi di tosse.
E Kim alza gli occhi al cielo, trovando questa discussione davvero ridicola.
"Si, la spesa.
Hai presente tutta quella roba che vedi nel frigo?
Non è lì per magia, ma perché io e Sara andiamo a fare la spesa.
Che adesso farete voi."
Alex scoppia a ridere insieme a Cam pensando a uno scherzo, una battuta.
Ma il viso di lim è tirato in una espressione seria, che fa capire chiaramente che non c'è nulla da ridere.
" Noi?
Ma non abbiamo mai fatto una cosa del genere.
È una cosa da donne."
Parole più sbagliate, non le poteva usare.
E lo capisce quando Kim solleva un sopracciglio, con gli occhi che diventano fuoco.
E uomini che fanno i potenti e poi non sanno costruire la strada dove camminano.
Perché dietro di loro c'è sempre una donna che li nutre e li cura, rendendoli l'uomo che saranno.
È una cosa da donna?
Anche la vedetta è donna, ma gli piace.
Anche i vizi sono donne, ma ne diventano dipendenti.
Ma il punto non è nemmeno questo.
Semplicemente a Kim non frega un cazzo della differenza tra donne e uomini, e questa frase la irrita e innervosisce.
" Be', imparerete a fare le brave donnine allora.
E magari comprate anche un paio di gambriulini, vi staranno sicuramenteda dio."
La discussione inizia a darle seriamente i nervi.
Quella che prima era una semplice battuta ora si e tramutata in una guerra, una questione di principio.
Una guerra di sguardi affilati tra il suo sguardo di gelo e quello verde boscaglia di Alex.
Due alfa che non sempre la pensano uguale e spesso e volentieri finiscono per aggredirsi nella lotta del più forte.
Gli altri ragazzi rimangono in silenzio, nessuno osa mettersi in mezzo a due leoni pronti a sbaranarsi.
"Kim cerca di ragionare, che figura ci farei se mi vedrebbero a fare la spesa?"
Immagina già di essere visto da qualcuno nel reparto dei surgelati, e l'imbarazzo lo assale.
La sua reputazione andrebbe a puttane e tutto cadrebbe in rovina.
E nonostante stia cercando di usare un tono tranquillo e uno sguardo ragionevole.
Kim non lo è per nulla.
" Non mi interessa.
La prossima volta eviti frasi del cazzo."
Per fortuna prima che una bomba nucleare esploda nella stanza, si fa avanti Massi afferrando dal braccio il gemello, che lo guarda confuso ma anche impaurito da quello che crede sta per fare il fratello.
" Come sempre devo sistemare io le cose.
Tranquilla, andremo io e Cam, a fare la spesa."
Cam subito nega, cercando di fuggire dalle grinfie del fratello.
Senza riuscirci, perché sa di dover un favore a Massi e che questo è il suo modo di riscattarlo.
Percio si limita a sbuffare, riempiendosi la bocca di biscotti e seguendo il fratello che già stringe in mano la lista passata da Sara.
"Perfetto.
Io devo fare qualche compera di natale.
Kim puoi accompagnarmi?"
Kim?
In un centro commerciale tra Babbi natali finti, decorazioni scadenti e pacchettini regalo?
No, non ci pensa proprio.
Guardandola negli occhi è pronta a dirle di no.
Ma, infondo, chi vuole prendere per il culo.
Tutti sanno che a Sara basta uno sguardo per convincere Kim, che però si prende la sua rinvicinta.
"Hai 15 minuti, dopodiché io esco con o senza di te."
Ed ecco il solito rituale che Jek e Alex guardano sempre con divertimento.
Kim che tranquilla recupera le sue cose, già vestita e pronta a uscire e Sara che corre da una parte all'altra maledendola.
Queste si che sono le cose belle della loro pseudo normalità.
"Inveve voi due.
Non so cosa dovete fare, ma andatelo a fare.
Non voglio trovarvi a poltrire sul divano quando torna."
A volte Jek pensa che in casa Alex non sarà mai il capo di nulla, al contrario di Kim che sa essere autoritaria in qualsiasi ambiente.
Tanto che entrambi si preparano ad andare via, per iniziare la loro giornata di lavoro.
Mentre kim, infilata giacca e stivali, si ferma davanti alla porta di casa, osservando l'orologio.
Sara arriva poco dopo, con l'affanno e i capelli in una coda alta che ha visto giorni migliori.
"In anticipo di due minuti.
Stai migliorando bionda."
Sara non le risponde, limitandosi a sbuffare.
Prima o poi cadrà per le scale e la colpa sarà solo di se stessa che ogni volta crede di averla incastrata e invece finisce per pagarla cara.
Tutti e quattro escono di casa, salutandosi e salendo sulle sue auto.
Niente baci o abbracci, come se fossero davvero una pseudo famiglia.
Kim intanto mette in modo, sapendo bene che la giornata è appena iniziata e che solo il meno è fatto.
E dopo ore, e ore, e ore, e ora a girare per negozi.
Kim non ne può più.
E da stamattina che sono in giro per il centro commerciale, concidendosi solo una breve pausa per il pranzo e poi tornare tra compere.
Ed ora sono già le 17 e Kim non ce la fa più.
"Sara, o ci fermiamo o me ne vado e ti lascio qui."
Sbuffa Kim lasciando cadere a terra le diverse buste, incrociando le braccia al limite della sopportazione.
Sara arrossisce, rendendosi conto solo ora del tempo che è passato.
Sorpresa in realtà che Kim abbia resistito fino ad ora.
Girandosi intorno, nota un bar poco lontano che, se non ricorda male, ha anche una piccola terrazza per fumatori.
L'ideale per i nervi tesi di kim.
"Andiamo lì, ci prendiamo un caffe e torniamo a casa.
Tanto, grazie a te, ho quasi finito tutti gli acquisti."
Le afferra la mano, dandole appena il tempo di recuperare le borse per poi essere trascinata nel bar.
Trovandosi finalmente in pochi minuti seduta comodamente in una terrazza al coperto.
Ci sono solo loro nella stanza, accompagnate dalla musica di sottofondo, che in realtà è lì per nascondere le ventole dell'aria.
Le grandi vetrate che decorano i due muri più esposti, mostrano un giardino ricoperto di neve, sicuramente utilizzato in primavera per i tavolino esterni.
Kim trova comunque rilassante l'immagine oltre al vetro, questo manto bianco che ricopre ogni cosa come una coperta.
E i numerosi oggetti, come altalena e scivolo, che perdono i loro colori macchiati dal tempo, per mostrarsi bianchi e luccicanti sotto la luce del sole.
"Mi devi perdonare Kim, ma io amo il natale e quando è periodo di regali mi lascio un po andare.
A te piace il natale?"
Sorride Sara, con le sue solite guance arrossate e gli occhi luminosi.
Kim si limita ad una alzata di spalle, accedendo una sigaretta e ordinando una birra contro la ordinazione di Sara di una cioccolata calda.
Ama il natale?
In realtà non gli interessa, anzi non ha mai festeggiato nessuna festa, nemmeno il suo compleanno.
Non ha mai avuto nessuno con cui passare il cenone di natale, con cui aprire i regali, a cui regalare qualcosa.
Kim non ha mai avuto nessun motivo per festeggiare nessuna festa.
E questa sta diventando davvero una svolta per la sua vita, piena di prime volte.
"Io amo il natale, pensa che quando i miei erano in vita, mio padre si prendeva sembra qualche giorno di ferie per andare in un piccolo chalet in montagna, in affitto naturalmente.
E li passavamo tre o quattro giorni insieme, solo noi senza nessun impegno lavorativo o scolastico.
Papà ritagliava quei giorni per noi, rubandoli a una quotidianità che ci teneva sempre impegnati."
Sara quando parla del suo passato, è quasi più bella agli occhi di Kim.
La bionda si illumina di luce propria, emanando una dolcezza disarmante e invidiabile.
La loro conversazione è come sempre a monologo.
Ovvero Sara che parla e Kim che si limita ad annuire sorseggiando il suo drink.
Eppure, nonostante il silenzio della corvina, Sara con lei si sente libera di parlare di qualsiasi cosa.
Sicura che Kim la sta ascoltando e accogliendo, a modo suo.
Poi all'improvviso il suo sguardo si oscura, come attraversato da un brutto ricordo.
E negli occhi attenti di Kim, trova il coraggio di tirarlo fuori dopo tanto tempo.
"Ricordo l'ultimo natale passato con i miei, un mese prima che lo morissero
Non eravamo una famiglia ricca ma stavamo insieme ed eravamo davvero felici.
Mia madre qualche giorno prima della vigilia, mi portò al centro commerciale ed io ricordo che in una vetrina vidi una collana bellissima.
Non era niente di particolare, era semplicemente un filo d'argento con appesa un ciondolo a forma di foglia con effetto ghiacciato.
Me ne ero innamorata ma non mi permisi di chiedere a mia madre di comprarla, sapevo che non potevamo permettercela. Quindi non ci pensai piu."
La biondina si sfiora il collo nudo, come a immaginare di sentire sotto le dita un oggetto che non c'è più.
"La sera della vigilia aspettammo insieme la mezzanotte e alla fine mangiammo e ballammo fino alle 2:00 di notte.
Ballai con mio padre un lento come una principessa posata sui suoi piedi.
Fu una notte magica."
Una lacrima le sfiora la guancia, mentre gli occhi chiusi tornano a quella notte.
A come il padre sorridente la stringeva a se, facendole posare i piedi sui suoi, anche se non era più una bambina.
Facendola volteggiare come solo un principe azzurro sa fare.
'La mattina di natale ci trovammo davanti l'albero, per aprire i regali insieme.
E, come potrai immaginare, fui io ad aprire il primo regalo.
Lessi il biglietto 'da mamma e papa che tu possa essere una foglia libera nel vento. libera di trovare la tua liberta.' Queste erano le esatte parole"
Quelle parole forse solo oggi le capisce, perché solo ora si sente libera come i genitori sognavano per lei.
E quanto vorrebbe che loro fossero qui per vedere la sua bellezza di libertà, felici sicuramente di vederla serena e libera come mai è stata in vita sua.
"Quando lo apri tratteni il fiato.
Era proprio la collana che avevo visto la mattina prima.
I miei mi sorrisero e io scoppiai in lacrime stringendoli a me, perche il loro regalo era fatto con l'amore che solo un genitore può provare."
La sua voce è piena di tristezza, trema in attesa della parte davvero importante di questa storia.
Come se tutto quello detto fino ad ora fosse solo un introduzione alla vera storia che conserva con dolore e amarezza.
Kim continua a rimanere in silenzio, avvicinandosi a lei e prendendola la mano tremante, come a dirle di continuare, che ci sarà lei a sostenerla.
Ed è forse il sorriso dolce sulle labbra dell'amica a spingerla a continuare.
Con lo sguardo fuori dalla vetrata, come per rivedere un scena che può ancora vedere prendere vita sul manto bianco che ricopre la città.
Passano secondi di silenzio prima che lei cominci a raccontare, con un'altra lacrima a segnarle il viso.
"Un mese dopo, morirono in uno stupido incidente d'auto.
Era il 27gennaio e, come da abitudine, mio padre ci stava portando al lago per un gita famigliare.
Lo facevamo spesso.
Era come se mio padre sapesse che non saremo stati insieme per sempre, perciò ritagliagliava spazi per noi, per stare insieme.
Eravamo in macchina, io e mia madre a cantare gridando come delle pazze, mentre mio padre rideva dicendoci che non eravamo normali.
Poi non stavamo cantanto piu.
Ricordo solo una macchina venirci addosso, le urla di mio padre, poi piu nulla."
Il cuore che si stringe, le orecchie che si riempiono del frastuono di urla, il rumore delle ruote che fischiano sull'asfalto, i vetri che si infrangono, il ferro che si piega e si spezza.
Poi il silenzio, spezzato solo dal suono tintennante di una macchinetta cardiaca.
"Mi svegliai una settimana dopo in una stanza di ospedale, legata a una flebo e con degli strani oggetti sul petto collegati alla macchina che suonava impazzita.
Non c'era nessuno con me, ero sola e confusa."
Trattiene il respiro ricordando l'odore di medicinale, il bianco delle pareti, il cuore perdere molti battiti nella solitudine.
" Pochi secondi dopo arrivo una assistente a darmi la grande notizia, ero diventata orfana. Per colpa di un ragazzino ubriaco che aveva sbagliato corsia.
Che non venne né meno arrestato, poiché il padre era un poliziotto e tutto fu insabbiato.
La sera stessa la stessa assistente sociale mi porto in quella casa famiglia.
Sequestrandomi ogni avere.
Ma riuscì a nascondere la collana in una scarpa, stringendola a me per notti intere, piangendo e litigando con dio per avermeli portati via."
E strano immaginare una Sara arrabiata, me è anche comprensibile.
Perdere le persone che poi amiamo e con loro tutto il nostro mondo, spinge l'anima a dar la colpa a qualcuno.
In questi casi, dio è colpevole perfetto.
Torna a guardare Kim, asciugandosi con il palmo le lacrime arrivate ad unirsi sul mento e cadere sul petto, sul cuore.
"Un anno dopo però, una mia compagna di stanza fece la spia e la direttrice mi sequestro la collana.
Penso che quel giorno mi hanno tolto l'ultimo pezzo dei miei genitori, l'ultima cosa che mi lega a loro."
Finisce il suo racconto, asciugandosi le lacrime e sorridendo amaro.
Sta cercando dentro di lei la forza di rialzarsi dal dolore che le ha provocato questo ricordo.
Kim ancora una volta non dice nulla, ma si avvicina a lei, abbracciandola e lasciandola sfogare tutte le lacrime che ha sempre trattenuto dentro di sé fino ad oggi.
Le bacia il capo, stringendola a se e accarezzandole la schiena.
Trovando in Sara il suo scopo natalizio, la luce che porterà a questa festa il vero dolce sapore delle feste.
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