capitolo 26 bambolina

Ritornare ai vecchi ritmi, Kim ci sta provando.
Se non fosse che ormai la sua dolce abitudine di dormire fino alle tre del pomeriggio, è andata in fumo.

Come stamattina, che Kim vorrebbe ancora dormire dato che è rientrata alle quattro.
E invece alle undici c'è Sara nella sua camera che cerca di svegliarla.

"Kim, Alex ha avvisato che tra un quarto d'ora sono qui."

Ecco come iniziare malissimo la giornata.
Sentire nominare quello stronzo e company.
E fan culo alla voglia di dormire.

Sara scappa prima di ritrovarsi a schivare cuscini e vari oggetti, come è già successo negli ultimi giorni.
E Kim sposta il cuscino da sotto la testa, sul viso, cercando di soffocare la frustrazione.

"Quella sera non dovevo aprire la porta.
Dovevo lasciarli fuori dalle palle."

Sono passati due o tre giorni dal "incidente" di Jek.
E da quel  giorno tutti i giorni si ritrova il bel gruppetto a casa sua.

E tentata di tornare a dormire e lasciarli fare.
Ma ci tiene troppo a casa sua e sopratutto alle sue scorte di cibo.
Percio si alza, maledicendo se stessa per essere finita in questa situazione del cazzo.

Da soli, si stava di gran lunga meglio.
E tutta colpa di quella biondina, tutto è iniziato da lei.

Una doccia veloce e vestirsi in fretta con quello che gli capita tra le mani, con ancora gli occhi chiusi e troppo sonno arretrato.

Prima di scendere al piano inferiore, deve anche passare da Jek per controllare la ferita, richiesta a mani giunte in preghiera da Sara.
Lo ripete se non è abbastanza chiaro, è tutta colpa sempre della biondina.

"Ma buon giorno raggio di sole."

Al saluto ironico di Jek, lei risponde con un semplice testo dito.
Linguaggio esplicito a cui ormai Jek si è abituato.

Tra gli amici e la sua ragazza, la compagnia non glie è sicuramente mancata.
E la sua permanenza qui gli ha permesso di avvicinarsi a Sara sempre di più, mentre con Kim è tutta un'altra storia.

Lei si è occupata principalmente della sua salute, minacce se fa danni, messaggi da parte di Alex e qualche conversazione sulle informazioni di altre gang.

Jek ha scoperto così che a Kim piace conoscere non solo il quartiere dove si trova, ma anche quelli che circondano la zona.
E Jek deve ammettere che la corvina sa informazioni a cui nemmeno lui era arrivato.
Ma Kim si è giustificata dicendo che due paia di tette fanno parlare più di un paio di pugni.
E Jek si è trovato completamente d'accordo, forse con troppo entusiasmo dato che Kim gli ha risposto con uno sguardo di fuoco.

Ma, per quanto riguarda il suo passato, Kim non dice una parola.
Perciò Jek si limita a conoscerla da lontano, facendole qualche domanda, a cui kim ha sempre risposto o a monosillabi o con occhiate di fuoco quando si andava sul personale.

Comunque, i due tornano alla solita routine.
Kim gli scopre la gamba controllando la ferita e Jek è incantato da come questa donna si guardi intorno, studiando ogni cosa, mentre gli controlla la salute con attenzione chirurgica.

Infatti Kim ha già notato un piattino vuoto con un bicchiere pieno a metà sullo stesso vassoio, segno che ha gia preso l'antibiotico.
Si sofferma sulla valigia che gli ha portato Alex il primo giorno qui, portandola vuota nonostante sia chiusa.
E dallo sportello leggermente socchiuso dell'armadio, deduce che Sara ha sistemato i suoi vestiti lì.

Ma si, diamogli anche le chiavi di casa.
Kim cerca di mandarlo via e Sara lo mette a suo agio, nemmeno stessero facendo il gioco del poliziotto buono e quello stronzo.

Torna sulla ferita, non trovando rossori e notando la cicatrizzazione a buon punto, così gli rimette la fasciatura e risposta la coperta sulla gamba.

"Seii sano come un pesce.
Percio renditi presentabile, manderò qualcuno ad aiutarti a scendere giù."

Per Jek è davvero una grande notizia.
E da quando è arrivato che è stato obbligato a letto, poter almeno scendere al piano di sotto è già un traguardo.

"Certo capo."

La prende in giro e lei lo saluta esattamente come a fatto al suo arrivo.
Con un bel dito medio e uscendo dalla stanza senza nemmeno guardarlo.

Una volta vicino alle scale, sente già un chiacchiericcio in cucina, segno che la compagnia della rottura di palle è arrivata.
E che se non si sbriga non troverà il caffè, com'è già successo ieri.

Trovarsi a casa sua e non trovare il caffè, è assurda questa situazione.

Per fortuna Sara è previdente e volendo evitare la scena del giorno prima, dove Cam ha rubato l'ultima tazzina di caffè rischiando che Kim lo tramutasse in chicchi di cacao, ha preparato due macchinette, così che Kim abbia il suo amato caffè è inizi la giornata in modo decente.

I ragazzi intanto chiacchierano tranquilli seduti al tavolo, come se fossero a casa loro.
Persino Loredana si muove tranquilla nonostante la loro presenza, Kim la persino beccata a ridere a qualche battuta di Cam e ad arrossire ad altre più osé.

"Ma buon giorno bella addormentata."

Kim ancora una volta alza il terzo dito, iniziando a credere che a furia di usarlo lo consumerà, oppure gli rimarrà alzato.

Sara gli passa la tazzina di caffè, ma ciò non basta a distogliere la sua attenzione di Cam.

Perché sopratutto su di lui?
Sorseggiando il suo caffè gli punta un dito contro.

"Invece di rubarmi i biscotti, va su dal tuo amichetto e aiutalo a scendere."

Mentre parla gli strappa dalle mani il pacco di boscotti, motivo della sua completa attenzione appena è  entrata.

Che senso ha che ogni giorno gli porta due o tre pacchi di biscotti, se poi li mangia tutti lui?

"Vado Queen, ma ricordati che sono anche i miei biscotti."

Le ruba il biscotto dalle dita per poi scappare verso le scale, facendo sorridere e ridere tutti  persino Sara.

"Se sono tuoi.
Allora mangiali a casa tua."

Gli urla dietro, sapendo di star parlando con un muro, questi ragazzi non vogliono proprio andare via da casa sua.
Forse c'è un tabellone con scritto bar sopra casa sua e non ne sa nulla.

Sara invece sorride, nonostante Kim la guarda mentre si siede al solito posto.

In realtà alla biondina  non  dispiace l'ilarità che i ragazzi hanno portato in questa casa.
E a persino scoperto che sono simpatici e piacevoli, soprattutto Massi che la persino aiutata a prepararsi per una verifica.

La cosa divertente è che sa per certo che nemmeno a Kim dispiace così tanto la loro presenza.
Spesso la vista parlare con Cam di macchine e corse, con Massi di commercio, come per esempio la discussione che hanno avuto sull'incrementare la vendita di armi verso New York.

E poi Kim non li ha ancora fatti fuori, in tutti i sensi.
E si, non è normale dichiarare che gli sono simpatici solo perché non gli ha uccisi, ma è di Kim che si parla.

"Io vado a fare la spesa, non fate arrabbiare Kim mentre sono via."

Saluta con un bacio sulla guancia Kim mentre quest'ultima le passa i soldi per la spesa.
Prima che vada via, sente la risposta.

"Ma se è lei che cerca qualsiasi scusa per litigare e cacciarci via."

La non battuta, poiché è pura verità, di Alex richiama l'attenzione della corvina.
Ecco il vero problema di questa convivenza forzata, Alex.

Fra i due si è creato uno strano gioco tra conversazioni serie e battutine maliziose.
Fortuna per Kim, o due non si sono ritrovati più da soli, perciò non ce6stato nessun ravvicinamento fisico.
Ma ciò non sminuisce gli sguardi di sfida tra i due, che fanno accrescere la tensione sensuale che è ben visibile a tutti.

Come in questo momento, immobili sui lati opposti del tavolo, persi nell'unione dei loro sguardi.
Senza che nessuno capisca cosa frulli nelle loro teste.

"Finalmente fuori da quella stanza, mi è mancata questa cucina."

L'ingresso di Jek rompe il filo che si crea ogni volta che i due si guardano.
Reggendosi su una stampella, Cam gli sposta la sedia per sedersi comodo.

"Ben tornato tra di noi amico, spero che la vacanza ti sia piaciuta, perché ora si torna a lavoro."

Alex lo prende in giro, concentrandosi su di lui per non tornare con la sua attenzione su Kim.
O meglio, sulla maglietta quasi trasparente che non lascia nulla all'immaginazione.

Pensava di sfruttare questi giorni insieme per conoscerla, un po per liberarsi dalla ossessione verso di lei.
Invece l'attrazione, fisica o no,  è aumentata conoscendo un'altra bellezza di lei.
La bellezza di vederla nel suo mondo, nella sua famiglia.

Nonostante qualche discussione proprio con lui, o qualche battibecco con Cam per quei maledetti biscotti, lei ci sta bene in mezzo a loro.
Coordinata perfezione al suo stile di vita e questo forse lo spaventa.

"Parla per voi fannulloni, io mi sono dato da fare anche dal letto."

Sbuffa Jek, tirando fuori dalla borsa scesa con lui, il PC e diverse chiavette.
Per poi spostare lo sguardo divertito su Cam, seduto poco lontano.

"Non come qualcuno che ha lavorato nel letto.
Te la sei spassata con un vampiro?"

Ridacchia, osservando due segni ben visibili sul collo di Cam.
Avranno qualche giorno, ma sono ancora ben visibili.

E mentre tutti si lasciano andare a battute e aneddoti che poco adatti a un pubblico femminile, Cam sente lo sguardo curioso di Kim addosso.

Il biondino non ha mai provato disagio a parlare delle sue conquiste a letto, anzi spesso ha superato anche i limiti della  decenza.
Mentre ora, perché abbassa lo sguardo mentre nasconde i succhiotto con il colletto della camicia?

Le risposte sono due, o è stato con una donna di cui non va fiero.
O la situazione è poi interessante di quanto sembra.

Le piacerebbe indagare, ma Jek sembra avere notizie i.portanti sul loro  piano.
Percio decide di dedicarsi al ricciolino, per ora.

"Comunque, sono riuscito a recuperare la piantina del " nightmare", il locale dove Perez Perez festeggerà il compleanno."

Gira lo sfondo del PC verso gli altri, senza dire una parola.
Kim, nonostante sia la più lontana, nota subito il punto principale della situazione.

Ci sono tre uscite d'emergenza, ma tutte e tre sono chiuse esclusivamente dall'interno e troppe lontane dalla zona VIP dove sarà Perez.
In più ogni uscita è controllata da più guardie, sicuramente a stretto contatto telefonico con gli altri.
Per non parlare delle numerose telecamere in tutto il locale.

Insomma l'unico modo per avere Perez è tirarlo fuori da lì.
Per tirarlo fuori da lì, lo stronzo dovrà uscire sulle sue gambe.

"Nessuna possibilità di entrata."

Sussurra Massi, guardando più e più volte la piantina.
Mentre Alex sente il nervoso saltargli sulle mani e iniziare a prudere all'idea che tutti hanno in testa.
Infatti.

"E come dicevo io.
L'unica è fare a modo mio."

Sorride Kim, portandosi una sigaretta alla bocca, fingendo di non sentire lo sguardo contrariato di Alex addosso.

Ecco uno dei principali motivi di discussione tra i due, il folle piano di Kim di fare da esca per arrivare a Perez.
Idea che continua a fargli girare le palle.

"Jek tu pensa solo ha crearmi il tragitto più corto da lì a qui.
Al resto penso io."

Ma Alex sbatte il pugno sul tavolo, negando con il capo e facendo preparerò tutti all'ennesima sfuriata tra i due.

"Questa casa è troppo lontana dal locale.
Troveremo il magazzino più vicino e Kim lo porterà lì."

I gemelli annuiscono, alzandosi dal tavolo già pronti a fare i loro giri e iniziare a cercare il posto giusto.

Ma forse tutta sta fretta è dovuta al clima tesa che all'improvviso si respira nella stanza.
Sicuramente ad anticipare una bella litigata tra i due.

"Io vado q riposarmi sul divano, intanto cerco qualche contatto che sostituisce brown."

Anche quello è un problema serio.
Da quando hanno perso il loro rinfornitore di armi, hanno difficoltà a trovarne un'altro.

Ma ad Alex ora la questione interessa meno di un cicca.
Troppo preso a non smuovere lo sguardo di sfida da quello di Kim, non sente nemmeno i suoi amici andare via.

"Te lo già detto, questa storia di te con lui mi piace meno di zero.
Anzi mi fa girare proprio le palle."

La guerra tra i due è appena inizia e si spera solo che le tazzine sul tavolo rimangono integre allo scontro.

Con la sigaretta accesa tra le labbra, kim si mostra tranquilla mentre si alza e si avvicina a lui.
Ma è una calma terribilmente finta ed inesistente nei suoi occhi di ghiaccio.

"Allora vedi di mettere un freno alle tue palle, perché come avrai notato, non ci sono altre possibilità.
Si fa a modo mio."

Alex abbassa lo sguardo, solo per negare e sorridere un modo amaro e quasi folle.
Alzando di scatto il capo, Kim sussulta per la sfumatura che gli occhi di lui hanno preso.
Ritrovandosi ad arretrare, fino a sbattere con la schiena al lavello, non potendo fuggire dal corpo di lui che la sovrasta.

"Tu non capisci.
La sola idea di lui che ti guarda, o peggio, ti sfiora."

Le sue parole guidano le dita che vanno a sfiorarle poco più sotto del collo, poco distante dal seno.
Kim sente la pelle bruciare sotto il suo tocco e trattiene il respiro senza riuscire al distogliere lo sguardo dalle sue labbra, su cui passeggia la lingua.
Un predatore che si lecca le labbra prima di azzannare.

"Mi fa uscire fuori di testa.
E continuo a immaginarlo come sono io ora, che respira la tua stessa aria e ti desidera..."

La mano sale sul collo fino a posarsi aperta sotto l'orecchio, sfiorando con il pollice la guancia e le altre dita a premere sulla nuca.
Mentre le labbra si avvicinano al suo orecchio.

"... come ti desidero io."

La sua voce calda e rude, la fa scattare all'indietro, peggiorando la situazione.
Poiché si ritrova seduta sul lavello, con le cosce oscenamente aperte e Alex immobile tra esse.

Come c'è finita in questa posizione?

Con la mano ancora ferma li, allontana il viso dal suo collo, solo per sprofondare negli occhi di lei.

"E da quando te ne sei uscita con questa splendida idea che sto uscendo pazzo.
Che continuo a pensare a quanto mi faccia incazzare l'idea che lui possa anche solo pensare che sei sua."

Kim è completamente stravolta e sconvolta da ciò che sta accadendo.
Sente l'altra mano afferarle il fianco, bruciare sotto al suo tocco fermo e la guancia tremare sotto il suo pollice.
La posizione in cui si ritrovano le fa scorrere un brivido sulla schiena che le blocca il respiro.

"Io non sono di nessuno."

Come se fosse possibile, alex si fa ancora più vicino, lo sente ancora più addosso mentre la presa che ha su lei non le da via di fuga.

E ormai a un respiro dalla sua bocca...

"Tu sei mia."

Per poi baciarla con tutta la follia che la sua immaginazione sadica gli ha provocato.
Sfoga sulla sua bocca la preoccupazione e la rabbia, come se potesse lasciare su di lei i suoi segni.
Come se potesse renderla davvero sua.

La mano sulla nuca sale leggermente stringendo la cute me tre l'altra mano scivola sulla coscia coperta da un misero leggings che non nasconde la morbidezza della sua pelle.

Dio quanto gli sono mancate le sue labbra, quanto cazzo ci sta bene qui tra le sue cosce.
La sua bocca che sa di tabacco e quei maledetti biscotti che ama tanto consumare, quando lui invidioso avrebbe voluto essere consumato con la stessa goduria che vede sul viso di lei ogni volta che li mangia.
Come cazzo si è ridotto a invidiare dei biscotti.

La mano lentamente risale, passando dal fianco al fondoschiena.
E cazzo che culo, sodo e pieno, continua a immaginarlo con il segno delle sue cinque dita.

Lascia la sua bocca, solo per scendere sul collo, solo per scoprire che sapore ha la sua pelle.
Ed è fottutamente buona, da mordere e succhiare fino a lasciare i segni.

Mentre kim?
Kim è persa tra il suo tocco e la sua bocca, persa nel piacere e nei brividi che mai ha sentito così forti sotto pelle.

"Sei fottutamente mia bambolina."

Ma la mente è una fottuta puttana che non sa spegnersi.
E quando Alex le preme l'erezione tra le cosce e geme oscenamente vicino al suo orecchio, dicendo queste parole, la mente torna nei suoi incubi.

In una stanza piena di pupazzi, su un letto coperto da lenzuola rosa e lei che piange mordendo il cuscino.

Sei mia bambolina.
Ti fotto bambolina
Bambolina.

Stringendo tra i denti la stoffa del cuscino per il dolore incessante che il suo corpo subisce.
Prega di essere salvata, mentre sente una mano toccarla dove nessuna bambina dovrebbe essere toccata.
Mentre una bocca le morde il petto dove il seno non è ancora nato.

Stringe tra le dita le lenzuola, fino a strapparlo e infilzare le unghie nel palmo della mano.
Ma nemmeno il dolore e il sangue che cola dal suo corpo le danno sollievo o pietà.

L'odore di tabacco scadente  alcol e sudore che le infettano la pelle.

"Sei la mia bambolina."

E se credeva che non poteva esistere dolore maggiore, si sbagliava.
Poiché nemmeno il cuscino può attutire le urla disumane che la sua gola sfoga tra fuoco, sangue e dolore.
Mentre anima e corpo vengono profanate.

"NO."

Urla come se fosse ancora in quell'incubo, spingendo con una tale forza Alex da allontanarlo del tutto e fargli sbattere la schiena contro il tavolo.

Sconvolto dell'improvvisa reazione, prova a fare un passo in avanti, ma si ritrova il piede nudo di Kim sulla gola.
E il suo sguardo pieno d'odio addosso.

"Non toccarmi mai più e non chiamarmi in quel modo."

Non osa risponderle, non sa che dire, semplicemente affoga nell'odio e nel dolore che legge nei suoi occhi.
Mentre l'urlo che ha tirato poco fa ancora gli rimbomba nelle orecchie.
Straziante e devastante.

Era lì, la stava baciando e sentiva che lei lo voleva quanto lo voleva lui.
Che cazzo è successo?

Lui non lo sa, ma rimane pietrificato guardandola andare via.
Scappare via come se avesse un demone alle calcagne.

"Che cazzo è  successo?
Cos'era quell'urlo?"

Chiede Jek, arrivando zoppicante in cucina, guardando confuso l'amico.
Non sa se è più inquietante l'urlo che ha sentito o l'espressione sulla faccia di Alex.

Cos'era?
Alex non ne ha idea.
Ma mai in vita sua ha sentito tanta angoscia in una voce umana.

E forse dovrebbe andare da lei, chiederle spiegazioni.
E invece no.

Negando all'amico facendogli capire di non avere risposte, se ne va, uscendo di casa e prendendo la macchina senza una destinazione precisa.

A volte è più semplice scappare via.
Ma ricordandosi che il passato è appena un passo dietro di te.

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