capitolo 24 fuori dai piedi.

Vero, alex non aveva detto agli altri che è stata Kim ad avvisarlo che Astri era la spia.
Prima non gli è interessato farsi questa domanda, ma ora è curioso come Cam.

Cosi, kim si trova gli occhi di tutti addosso, come sempre senza mostrare un minimo di disagio.

Con la bocca piena di fumo per l'ultimo tiro fatto, risponde con fare persino noioso.

"Come ti ho già detto un po di tempo fa, qualcuno ha aggredito Loredana, minacciandola di pagare dei debiti inesistenti.
Ma all'appuntamento romantico non è andata Loredana, ma io.
E se non mi ha riconosciuto l'altra sera al locale, è perché all'appuntamento ero travestita."

La storia ha una sua logica, è plausibile.
E la naturalezza con cui Kim racconta lo scontro con circa cinque uomini a sconvolgere gli altri.
Soprattutto Massi.

La donna che hanno davanti, che tranquilla si fuma una sigaretta, mentre racconta di come cinque uomini sono entrati in casa sparando all'impazzata, mostra una tale tranquillità da essere quasi inquietante.

Un killer a sangue freddo.
Eppure non dovrebbe sorprenderli tanto.
L'hanno vista combattere su un ring, persino partecipare a una rissa insieme a loro.
Ma non hanno mai visto cosa uno scontro le lasci addosso, e la risposta è niente.
E questo a sconvolgere, persino Alex, il fatto che Kim non prova niente a riguardo.

Loro ci sono cresciuti in questa merda, ormai hanno le mani talmente sporche di sangue, da non distinguerlo dal colore della pelle.
Ma lei...
Chi è  lei?

"Sei una di noi."

Sussurra Cam, osservandola con occhio diverso.
Non vedendola come una straniera appena arrivata in città.
Ma come una persona che fa parte del loro mondo, forse da più tempo di loro.

"Non diciamo sciocchezze biondino.
Io sono io e con voi non voglio avere nulla a che fare."

Sorride Kim, spegnendo con calma la cicca nel posacenere, ipnotizzata da come il restante tabacco si sgretola sotto la pressione delle dita.

"Detto ciò, ora che vi siete parlati e fatto le vostre cose da maschietto, prendete il ricciolino e fuori dalle palle."

Finalmente kim arriva con soddisfazione al lieto fine che voleva.
Loro che se ne vanno per sempre fuori dai piedi.

Ma purtroppo Alex non è pronto a lasciarla andare.
Ad andare via senza avere una scusa per tornare.
Andarsene senza aver spogliato ancora di più la sua pelle.

"Dovremmo trovare un posto sicuro per Jek e per le nostre conversazioni.
Ho qualche dubbio che Astri non fosse l'unica spia."

Massi spiega che stanotte lui e il fratello hanno girato per la città per capire la situazione.
E hanno spesso notato sguardi insistenti, troppi nel loro locale.
Sarà paranoico, ma crede che Perez si sia infiltrato molto più di quanto credevano.
Paranoico, forse, ma è ormai una caratteristica che non si può non avere nel mondo in cui vivono.

"Be', dovreste cercare un bel posto al più presto.
Provate sulle pagine bianche, magari trovate un bel ristorante italiano."

A Kim non piace la piega che sta prendendo questa conversazione.
Sente come premere la richiesta di usare casa sua come base "militare".
E non le piace per nulla.

Si alza tranquilla, frugando nell'armadietto alla ricerca dei suoi biscotti preferiti.

"Pensate che bello, cibo buono e una bella chiacchierata.
È perfetto."

Trovati i suoi biscotti, si gira verso di loro, osservando con odio la mano di Cam che si insinua nella busta, rubando il suo tesoro.

"Odio mangiare italiano, mi appesantisce lo stomaco.
Meglio una bella villetta poco lontano dal quartiere."

Cam avvicina il biscotto alla bocca, ma prima che possa solo sentirne il profumo, Kim colpisce con il gomito il suo avambraccio.
Facendogli perdere dalle mani il biscotto che finisce in bellezza nella busta.
Tra le mani di Kim, dov'è è giusto che sia.

"Non amo condividere, figurarsi gli spazi vitali.
E poi, che combini biondino?
Prima non ti fidi di me, comportandosi da stronzo, e poi  ti auto inviti a casa mia?
Amico, fai pace con il cervello."

Cam ridacchia, rubandole dalla mano un biscotto, mettendolo subito in bocca prima che lei possa recuperarlo.
E sarà una strozzata, ma da soddisfazioni riuscire a fregare un biscotto a Kim.

"Diciamo che, ora mi sei molto più simpatica.
Pensa, potremmo diventare persino migliori amici."

Cam le fa l'occhiolino, fingendo di non sentire il suo sguardo di fuoco.
Possibile che in questa città sono tutti bipolari?

Forse si, ma Cam semplicemente, attraverso la sua freddezza, la riconosce come una di loro.
E ciò si plasma alla perfezione con la questione che ha salvato loro più volte la vita.

"Torneremo su questo discorso dopo."

Prova a mettere pace Alex, anche se non vede più tanto astio nello sguardo divertito di Cam.
E a compensare dall'altra parte, Kim non lo ha ancora ucciso.
È  già un grosso traguardo.

Comunque preferisce cambiare discorso, anche perché sa che ci vorra molto tempo e pazienza per convincere Kim.

"Torniamo a Perez, come staniamo quel pezzo di merda?"

Tutti tornano seri, lasciando alle menti di elaborare qualcosa
L'unica che sembra essere senza problemi è Kim, che tranquilla mangia i suoi biscotti al cioccolato.

Piccole briciole le rimangono sulle labbra ed Alex dimentica il piano da elaborare, soffermandosi a fissare la lingua di lei passare sulle labbra, rendendole umide e lucide.
E automaticamente il cavallo dei pantaloni si fa più stretto e fastidioso.

"Fammi capire, se trovate una soluzione, voi vi togliete dai piedi?"

Chiede Kim, per poi leccarsi via dalle dita i residui di cioccolato.
Lasciando Alex intontito ad ingoiare a vuoto.
E Kim ammette che le piacerebbe mordere quel pomo d'adamo che vede salire e scendere.

"Si, diciamo che è la conseguenza meno importante.
Come hai detto anche tu, perez sta creando grossi danni a questa città, Loredana ne è una prova.
Sarebbe una bella cosa per la cittadinanza togliere la vita a Perez."

E Massi a rispondere, poiché Alex sta ancora fissando la bocca sporca di lei.
Fa un bel discorso, sperando di mirare al senso civico della donna o alla sua pietà verso la città.

Ma a Kim non frega un cazzo, le interessa solo la prima parte,
Alex e i suoi amici fuori dai piedi.

Questo si che è di suo interesse.
Percio chiude il sacchetto di biscotti, spostandolo alla sua sinistra lontano dallo sguardo goloso di Cam.

"Ok, ho la soluzione."

Attira così l'attenzione di tutti, persino Alex si risveglia dal suo sogno erotico ad occhi aperti.

"Ho fatto qualche incontro fuori città, penso di essere capitata nel territorio di Perez circa un mese fa.
E ho sentito che il 15 dicembre sarà il suo compleanno e farà una grossa festa li."

Alex non sa nemmeno da dove iniziare.
Perché questa donna cerca così tanto il pericolo?
Perché non glielo ha detto prima?
Come funziona la sua mente criminale?
Perché l'idea di saperla in pericolo gli sta facendo stringere i pugni?

E soprattutto, perché lo sguardo divertito della donna non le piace per nulla?

"Perciò io andrò alla festa, lo convinco a seguirmi, lo porto da voi.
E voi gli fate una bella festa con un bel proiettile in testa per regalo.
È perfetto."

Cos'è che pensava prima Alex?
Che stringeva i pugni all'idea di saperla al pericolo?
Ora stringe mani, denti e gli occhi in due fessure.

Sa con certezza che un modo per attirare Perez fuori da lì, kim lo trova senza problemi.
E nella sua mente la immagina sensuale e invitante, una visione a cui Perez non potrà resistere.
E poi?
E se le facesse del male?

"Non esiste.
Troveremo un modo per infiltrarci alla festa."

I gemelli sanno bene che non riusciranno mai a infiltrarsi alla festa  e che l'idea di Kim è  ottima.
Ma non osano ribadire lo sguardo nervoso e infuocato di Alex.

"Certo, andate lì con un bel pacchetto regalo, entrando dalla porta principale.
Spero tu organizzi il tuo finale prima di andare, perché io non spenderò nemmeno un dollaro per la lapide."

Entrambi si alzano in piedi, fronteggiandosi come due alfa, sfidandosi senza pudore.

Kim non ha un vero interesse nell'uccidere Perez.
Se non che togliendolo di mezzo potrà garantire una sicurezza maggiore alle donne della sua casa.
Ma, a parte ciò, è ormai una questione di principio.

"Non ti manderò li a rischiare la vita per una questione che non c'entra con te.
Io sono il king, è una mia responsabilità, perciò chiudiamo qui la discussione."

Immobili uno davanti all'altro, posti ai lati opposti del tavolo, nessuno dei due abbassa la testa fissandomi intensamente.
Tanto da far credere ai due gemelli che presto assisteranno a una rissa tra i due.

Come già detto, è ormai una questione di principio.
La stupidità e l'orgoglio di Alex fa innervosire Kim, senza nasconderlo nei suoi occhi di ghiaccio.

Fino ad ora lo ha lodato per le sue capacità di capo, mentre ora ha davanti solo un bambino cocciuto e capriccioso.

"Io ci sono già in mezzo, che tu lo voglia o no.
Ho una ragazzina al piano di sopra che è innamorata del tuo amico.
E se prendessero lei di mira?
E se le facessero del male?
Tu hai la responsabilità della tua città, io delle donne che vivono in questa casa.
Perciò prima o poi dovrò fare qualcosa."

Ci sono tante altre ragioni in realtà.
La più futile e che Kim sente già i brividi dell'adrenalina.
Gia pensa a come sara divertente ingannare e uccidere.
Ma questo è un suo lato sadico troppo folle da esprimere, persino ad Alex.

"Ora, chiarita la mia posizione scomoda in questa storia, possiamo fare una scelta.
Collaborare o colpirlo ognuno per suo conto, sperando di non dover eleggere un altro re."

Cam ridacchia sulla sua ultima battuta, poiché Kim non riesce nemmeno a fingere di credere di poter fallire.
E a messo in conto solo il caso in cui Alex fallisca.
Ridacchia, fregandosene che Alex lo sta guardando male.

Inizia davvero a avere simpatia per Kim.

Intanto Alex è combattuto, non ave do nulla con cui contraddirla.
Sono mesi, se non anni, che cercano un modo per stanare Perez, fallendo miseramente.
E se si sofferma ad analizzare l'idea di Kim, sa che è la giusta cosa da fare.

Ma la sua razionalità si scontra furiosa con il pensiero di Perez che la tocca, che la bacia.
O peggio.

Scuote il capo  non volendo nemmeno immaginare l'ultima ipotesi.
Distogliendo lo sguardo da quello di lei, nonostante sia curioso di sapere cosa sia quella piccola scintilla che ha visto nei suoi occhi mentre spiegava il piano.

"Massi, notizie dal consiglio?
Possono intervenire?"

Spera di poter contare sul consiglio, la massima carica su tutti i capi.
Forse i veri imperatori del bronx, incoronati per equilibrare e mantenere la pace tra i capi.

Ma Massi nega, negandogli anche l'ultima speranza che lo ha sfiorato stanotte.

"Niente da fare, dicono che non ci sono prove concrete per accusare Perez.
Questa mattina gli ho detto dell'agguato debito stanotte e mi hanno persino detto che è colpa nostra.
Che siamo noi ad essere andati nel loro territorio.
Insomma se ne lavano le mani  alla  Ponzio."

Pezzi di merda, fanno tanto i giudici di giustizia e poi invece pensano solo a riempire le loro grasse pance.

Continua a pensare a mille piani, mille possibilità, ma l'unica davvero sensata è quella di Kim.
E la cosa lo fa innervosire ancora di più.

"Abbiamo ancora due settimane per decidere, vedremo di trovare un piano migliore.
Voi andate a fare il solito giro di perlustrazione, ci vediamo qui pomeriggio."

I gemelli annuiscono, pronti ad andare via.
Ma prima si godono l'ennesima scenetta tra i due.

Kim è già in piedi e velocemente si avvicina ad Alex, ritrovandosi faccia a faccia.
Ora davvero indignata e furiosa.

"Che vuol dire ci vediamo qui pomeriggio?
Sei sordo o hai bisogno di amplifon, non vi voglio in casa mia."

I suoi occhi di ghiaccio si scontrano con uno sguardo profondamente verde.
Natura che si ribella al gelo.

Alex brucia i pochi passi che li separavano.
Lasciandosi imprigionare dal respiro veloce di lei e dal rumore del suo cuore che batte funesto.

Con le dita sfiora la sua guancia, scendendo verso il collo dove afferra una piccola ciocca ribelle alla coda.

"Sei tu ad aver detto che sei già coinvolta nel piano e che dovrai partecipare.
Percio, per la tua sicurezza e per la riuscita del piano, dovremmo stare molti vicini."

Merda, Kim si rende conto di essersi fregata con le sue stesse mani.
E per la prima volta, rimane senza parole, senza però sapere se è per la consistenza della frase o per il tocco di lui che le sfiora il collo.
In entrambi i casi la voglia di ucciderlo aumenta ogni secondo di più.

Allontanandosi di scatto, schiaffeggiando la sua mano, si sente con le spalle al muro.
Arrendendosi per ora.

Distoglie l'attenzione da Alex per riversarsi sui due fratelli, che cercano come possono di trattenere le risate.

"Scimione renditi utile e insieme al tuo capo spostate Jek al piano superiore, nella stanza dove hai dormito tu Alex.
E tu cucciolo di orsetto, comprami una cassa di vodka, una stecca di sigarette e tre vasetti di gelati, tutto sul conto del king."

Ordina indicando prima Cam, lo scimmione, e poi Massi paragonandolo a un cucciolo di orsetto.
Concludendo con lo sguardo su Alex, volendo vedere se osa contraddirla.

Naturalmente Alex alza le mani in cielo in segno di resa, trattenendo una risata genuina, eseguendo senza proteste i suoi ordini.

Lasciando così sola Kim in cucina.
Curiosa di sapere come cazzo è finita in questo guaio, eppure i propositi quando si è svegliata erano buoni.
Cosa è andato storto?

Accendendosi una sigaretta, sbuffa guardando l'orologio che segna solo le dieci.
Sicura che questa giornata di schifo non finirà mai.

Il suo momento di solitudine, passato a scrivere la lista della spesa e le diverse commissioni, finisce prima di quanto sperasse.

"Mi sembra così strano leggere nella tua lista pagare le bollette", e non "uccidere Alex Alex Sanders"."

Alex, una volta eseguito gli ordini, ha accompagnato i suoi amici alla porta, per poi tornare in cucina.
Curiosando davvero sorpreso nella quotidianità di Kim.

La corvina intanto non alza lo sguardo dalla lista, continuando a segnare le ulteriori spese.
Come per esempio pagare Loredana, cosa che dovrebbe fare domani.

"Quello lo segnato nelle aspirazioni future prossime nel mio diario con gli unicorni."

Alex sorride, apprendo il frigo alla ricerca di qualcosa da bere.
Come se fosse a casa sua e Kim e tentata di chiuderlo nel frigo nel reparto degli yogurt orribili di Sara.

Ma poi Alex beve da una bottiglietta d'acqua e Kim diventa scema.
Si imbambola a fissare il pomo d'adamo che sale e scende.
E una goccia d'acqua che sfugge dalla bocca, scivolando sul mento fino a nascondersi sul petto di lui nascosto dalla canottiera.
Dio santo, questo uomo è Viagra allo stato puro.

Aver fatto un simile pensiero, fa riprendere di scatto Kim.
Per fortuna prima che Alex se ne accorga.

"Be', è un onore essere nel tuo dolcissimo diario rosa."

Il fatto che Kim gli risponde semplicemente imitando un connotati di vomito, lo fa di nuovo ridere.
Infondo quando non lo prende in a pugni o non lo sfida, è persino simpatica.

"Posso fare qualcosa?"

Le chiede sedendosi poco lontano da lei, rubandole una sigaretta dal suo pacchetto.
Chesterfield, lontano dal suo gusto Marlboro, ma se lo fara andare bene.

Intanto lei ha finito con la sua lista e avvicina il pacchetto a se, stufa dall'indole da ladri di questi ragazzi.

"In primo, tu e i tuoi amichetti potreste smettere di prendere le mie cose.
Poi c'è una cosa che potresti fare per me."

Con un sorriso malizioso dal potere di far ingoiare a vuoto Alex, si avvicina leggermente verso di lui, quanto basta per illuderlo.

"Andare via da casa mia."

Non sa nemmeno quante volte ha ripetuto questa frase, che però sembra non essere comprensibile agli uomini di questa città.
Soprattutto ad Alex, che tranquillo continua a fumare la sua sigaretta, nella sua cucina, in casa sua.

La situazione sta diventando assurdamente imbarazzante.
E sta per fare l'ennesima sceneggiata, ma Alex con sguardo serio la interrompe.

"Perché cerchi sempre il pericolo?
Perché rischiare sempre tanto?"

Era da tanto che voleva farle questa domanda, forse da prima  della sua intrusione nella rissa al compleanno dei gemelli.
Forse da quando la vista la prima volta.

Per Alex è diverso, le dinamiche della sua vita lo spingono in situazioni spiacevoli e pericolose.
Ma per Kim non è del tutto così, a lei piace tuffarsi in situazioni pericolose, anche se fa di tutto per nasconderlo.

"L'ho visto il tuo sguardo prima.
Quando parlavi del piano per attaccare Perez..."

Kim lo interrompe, forse in una tattica di distrazione, per fuggire da questo argomento scomodo.

"Direi ottimo piano per attaccare Perez e..."

Ma il piano fallisce e Alex spinge la conversazione sul suo interesse.
Nella consapevolezza che ora o mai più.

"Sarà, ma non cambia che ho visto bene quella scintilla.
Come ho visto altre volte l'adrenalina pompati in corpo fino a risplendere nei tuoi occhi."

Cazzo, Kim non credeva di essere tanto nuda davanti ai suoi occhi.
Non pensava che la stesse guardando è non solo vedendo.
Ed ora si sente alle spalle al muro, tra i suoi occhi verdi davanti e un muro di bugie alle spalle.

Pronta a dire l'ennesima cazzata, da brava attrice conosce la battuta di una splendida bugia.
Eppure gli occhi di lui esigono la verità e per la seconda volta in vita sua, la prima con Sara, si piega.

"Per sentirmi viva.
Perché se il cuore pompa adrenalina è perché è vivo.
Se il mio corpo sanguina è perché esiste.
Se sfioro la morte, anche solo con la punta delle dita, vuol dire che sono ancora viva.
Sono dipendente dalla adrenalina che sfiorare la morte mi da."

È talmente semplice e vera la sua spiegazione, da lasciare Alex senza parole.
Sconvolto dal costatare che lei è come lui.
Poiché entrambi accolgono la stessa dipendenza, per sentirsi vivi.

"È strano trovare una persona così simile a me.
Ed è assurdo quanto invece tu cerchi di autoconvincerti che siamo cosi diversi."

Alzando dalla sedia si avvicina a lei, piegandosi lentamente alla sua altezza, attrappolandola tra il suo corpo e i suoi occhi verdi smeraldo.
La mano che dolcemente le accarezza la guancia, spostando una ciocca ribelle come ha fatto altre volte.
Un vizio, una dipendenza, da cui non si vuole disintossicare.

E Kim rimane inerme, immobile, mentre lui si avvicina posando la bocca sulla sua.
Un bacio appena sfiorato, tanto delicato da non credere alla sua esistenza.
Un bacio fatto di brividi e sospiri.

"Non ti libererai facilmente di me."

Come suona dolce la minaccia respirata dalla bocca di lui su quella di lei.
Un veleno che le ha bruciato le labbra e la guancia dove la sua mano è ancora posata.

E anche quando lei se ne va, fuggendo con la scusa di controllare Jek, allontanandosi verso il piano superiore, i brividi non la abbandonano.

In quel bacio appena sfiorato Kim ha sentito più vita di quanta ne abbia mai provato fino ad ora.

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