capitolo 23 cambiamenti
Sono appena alle otto quando Kim si sveglia dal breve riposo.
In genere quando fa tardi la sera, la mattina si permette di dormire fino al primo pomeriggio.
Ma la consapevolezza di avere estranei in casa, di cui uno non ferito, le ha consigliato di dormire lo stretto necessario.
La prima cosa che fa appena gli occhi incontrano il soggetto color ghiaccio della stanza, è fare il reso conto delle cose da fare e di trovare un modo per liberarsi dall'eccessiva folla in casa sua.
Per prima cosa manda un messaggio a Loredana, avvisando di prendersi un paio di giorni di ferie.
In modo da non doverle spiegare perché c'è un uomo ferito sul proprio divano, nella speranza di essersi liberato di lui quando tornerà in servizio.
Dopodiché si obbliga ad alzarsi, una doccia veloce e vestirsi con altrettanti fretta, sbuffando nel dover indossare il reggiseno.
Quando preferisce non farlo in casa propria, ma date le circostanze meglio evitare.
Una volta al piano di sotto, il silenzio regna sovrano.
Un piacevole silenzio che però Kim teme non durerà tutta il giorno.
Prima di entrare in cucina per un caffe, sposta lo sguardo verso il soggiorno, sentendosi in colpa per la scena che sta rubando.
Jek riposa tranquillo, mentre Sara è seduta a terra con la testa posata vicino a lui, in grado di dormire in quella posizione solo grazie alla stanchezza.
Con passo leggero si avvicina a lei, accarezzandole con dolcezza la guancia.
Deve tenere davvero tanto al ricciolino per essere rimasta sveglia tutta la notte.
Kim si chiede solamente se Jek merita il cuore puro che Sara le sta donando.
La biondina ancor prima di aprire gli occhi, cerca con la mano la mano di lui.
E solo quando si assicura di sentirlo vicino a se, apre lentamente gli occhi stanchi, un po arrossati, ma luminosi come sempre.
"Vai a riposare, penserò io a lui."
Sara vorrebbe rifiutare, non lasciarlo mai solo, ma la stanchezza che le fa tremare le gambe mentre si alza, le fa capire che ha bisogno di dormire un po'.
Così Kim la osserva salire al piano superiore e solo quando la vede scomparire verso le stanze, si dirige finalmente in cucina.
Ha urgente bisogno di un caffè.
La prima cosa che nota sono le due bottiglie ancora sulla tavola.
Sfiora la bottiglia di vodka ormai vuota, mentre quella di whisky è ancora mezza piena.
Non che Alex abbia bevuto meno di lei, semplicemente metà della sua bottiglia se le scolata Jek.
Ma forse è stato meglio così.
Solo quando la bottiglia di vodka è finita, i due hanno deciso di andare a dormire.
Altrimenti avrebbero bevuto fino all'alba e stamattina i loro fegati si sarebbero ribellati insieme agli stomaci.
"Ancora sete?"
La voce di Alex, fermo sulla porta, la risveglia dai ricordi della notte prima.
I suoi capelli sono umidi, segno che ha fatto una doccia, costretto però a rimettersi i vestiti della sera prima.
Tranne la camicia macchiata di sangue, preferendo rimanere in canottiera.
"Si, ma il tuo amico mi ha finito la vodka.
Me ne devi una cassa."
Ad alex non resta che sorridere, sedendosi allo stesso posto della sera prima, mentre la osserva preparare il caffe con una macchinetta italiana.
Perché si, per Kim l'unico caffe degno di essere bevuto è quello italiano, occasionalmente corretto con della sambuca.
"Mettimelo sul conto.
Insieme al buongiorno che non mi hai ancora dato."
È davvero strano quanto una bevuta notturna insieme può cambiare molto il modo di guardarla e pensarla.
Perché si, Alex la osserva pensando che sia bellissima, che sia sexy, che le piacerebbe piegarla a novanta su questo tavolo.
Ma non solo.
Dopo la nottata passata insieme, non riesce a guardarla solo carnalmente.
Non vuole, si spinge oltre, volendo scoprire quante storie nascondono i tatuaggi sulla sua pelle.
Come per esempio la rosa nera che le tinge il collo, nascondendo molto di più che limpida pelle.
Grazie a un gioco di ombre e luce, che pigra entra dal grande finestrale, Alex intravede cosa c'è sotto quel nero sfumato.
Una cicatrice di circa quattro centimetri pochi millimetri più sotto della testa.
Deve essere stato un taglio poco profondo, poiché altrimenti non sarebbe viva, ma comunque abbastanza da lasciarle il segno.
Quando la donna gli posa davanti un bicchiere d'acqua mischiata a quella che deve essere una aspirina, Alex si sofferma sul polso colorato con una splendida edera spinosa.
Notando sotto il colore chiaro e sfocato il segno di una corda che deve averle stretto la pelle per molte ore per aver lasciato un tale segno.
Kim, notando il suo sguardo concentrato e sentendosi nuda come se la sua pelle fosse rosea e spoglia di tatuaggi, allontana subito la mano.
Sentendo il bisogno di nascondersi, ma soprattutto di mostrarsi ancora.
Ed è questo a farle paura.
"Vado a controllare il tuo amichetto.
Tu non fare bruciare il caffè.
È italiano perciò quando senti la macchinetta fischiare, spegni il fornello."
Scappa via da lui, come ha già fatto altre volte.
Ma non perché si sente attratta sessualmente da lui, ma nuda e fragile.
Scuotendo il capo, decide di fingere di non aver sentito nulla, di non aver visto uno sguardo diverso nei suoi occhi troppo verdi e attenti.
Sedendosi sul tavolino vicino al divano, deve spostare la mano che Jek tiene sul bacino, per poter muoversi meglio nel controllo della ferita.
Afferrandogli il polso, si ferma pochi secondi, per poi posarlo sul divano.
Gli scopre la gambe, attenta a non scoprire più di quanto serva, sorridendo per la fasciatura perfetta e pulita fatta da Sara.
"Puoi smetterla di fingere di dormire, è inquietante ricciolino."
Jek sorride, aprendo gli occhi in una smorfia di chi è stato beccato in fragrante.
Senza che Kim lo calcoli minimamente, troppo impegnata a togliere la fascia dalla ferita.
È vero, è sveglio da quando Sara è andata via.
E stava per avvisare Kim, quando ha preferito osservare lei e Alex aver quello strano scambio di saluti e molti o troppi sguardi.
Li ha visti spesso conversare e guardarsi, ma sempre con sfida o attrazione.
Mai in un modo così...
Delicato, profondo, parlando civilmente e anche in modo piacevole.
"Come te ne sei accorta?"
Nasconde una piccola smorfia di fastidio quando lei gli passa un pezzo di cotone imbevuto di disinfettante.
Ha passato di peggio, sopratutto durante la notte appena passata.
Percio ormai il dolore ha lasciato il posto a semplice solletico.
"Avevi una pulsazione cardiaca leggermente irregolare.
Quindi o avevi la febbre o eri sveglio.
Il fatto che hai aperto gli occhi, ha fatto prevalere la seconda."
Ecco perché si è soffermata con la presa sul suo polso, ora Jek lo capisce.
Come capisce anche di essere stato fregato dalla donna, che non aveva notato che era sveglio, ma l'aveva semplicemente supposto.
Kim continua a controllare la ferita, per poi soddisfatta rifascialla con la stessa garza che aveva tolto dato che è perfettamente pulita.
"Sei sano come un pesce.
Una settimana al massimo e potrai correre felice tra prati verdi e uccellini."
Con la sua solita amara ironia, gli ricopre la gamba con la coperta e si alza, pronta a godersi finalmente il suo caffè.
E la speranza che i due se ne vadano presto a casa loro.
Ma non prima che Jek le abbia parlato.
"Grazie per avermi salvato la vita."
Jek sa che se Kim non avesse accettato di farlo entrare in casa sua, sarebbe probabilmente morto.
E il fatto di sapere quanto Kim odi avere estranei in casa, accentua di molto il suo gesto.
"Lo fatto per la biondina.
Non sarei sopravvissuta a mesi di pianti per la tua dipartita.
Perciò ringrazia lei."
Non è del tutto vero, Jek ora sa con certezza che ciò che ha nel petto la the Queen non è un cumulo di ghiaccio.
Ma preferisce darle ragione annuendo e sorridendo ripensando a ciò che si sono detti lui e Sara mentre l'alba sorgeva su di loro.
"Ci tiene davvero tanto a te.
Non farla soffrire."
Per la prima volta dal suo risveglio, kim lo guarda negli occhi.
E nel suo sguardo di ghiaccio, Jek ci legge preoccupazione per l'amica.
Ma anche un alone di minaccia.
"Non potrei mai farle del male.
E l'idea che il mio mondo possa nuocerle, mi terrorizza.
Ho paura di non riuscire a proteggerla."
Forse è la nottata d'inferno appena passata o qualche traccia della sbronza per anestesia che lo fa parlare.
Ma è la pura verità e mai ha avuto tanta paura per qualcuno.
Nemmeno per se stesso.
"Non essere sciocco, nessuno farà del male alla biondina.
Anche perché non sei solo a proteggerla.
Ed io non permetterò che qualcuno osi solo pensare di sfiorarla."
Le parole di Kim possono sembrare un insulto verso di lui, come a voler dire che non sarà in grado come potrà esserlo lei.
Ma invece è una muta dichiarazione di alleanza.
E la frase che dice dopo, ne è la prova...
"Da oggi hai una mano in più su cui contare.
Ma se le farai del male, quella stessa mano ti punterà un'arma addosso.
Ed io non miro alle gambe ma al petto."
...Nonostante la chiara minaccia finale.
Finalmente Jek vede in questa donna ciò che Sara ha cercato disperatamente di mostrargli.
Finalmente vede quel lato umano che non credeva esistesse, ma che forse vive solo per la biondina.
"Il caffe è pronto."
Sussurra dalla porta Alex, dimenticandosi il suo bisogno di caffeina quando vede l'amico con gli occhi aperti.
Tanto è romantica la scena, che Kim si sente il terzo incomodo.
Capendo di dover lasciare un po' di privacy alla coppietta.
"Vado a godermi il caffè e a prenderti qualcosa da mangiare per buttar giù l'antibiotico."
Con calma naturalmente, prima si godrà il suo amato caffè, una bella sigaretta e poi inizierà a pensare a preparargli qualcosa da mangiare.
Rimasti soli, i suoi uomini si guardano, senza dire una parola.
Alex ha il senso di colpa a fermare le sue gambe mentre Jek sente di averlo deluso ed è un peso che gli crea un nodo in gola.
Ma il tempo scorre, hanno molto a cui pensare e se non parleranno ora, perderanno la loro occasione.
Il prima parlare è Alex, facendo i primi passi verso l'altro e non solo fisicamente.
"Mi dispiace, ero così cieco dalla voglia di uccidere Perez che non ho valutato ogni opzione.
Rischiando di perdere mio fratello."
Finalmente lascia andare le parole, le colpe, che non gli hanno dato riposo tutta la notte.
Confuso quando vede l'amico negare con il capo, quasi con commozione.
"No, il piano lo abbiamo idealizzato insieme.
Nessuno poteva immaginare quanto quell'uomo può essere bastardo.
E mi dispiace averti deluso, sarei dovuto essere più prudente."
È stupido quanto i due uomini si siano lasciati schiacciare dal peso di colpe che non esistono.
Sensi di colpa che l'altro non gli riversa.
È semplicemente stupido e inutile.
"Facciamo che siamo pari?"
Gli sorride Jek, facendolo avvicinare del tutto con questa ultima frase.
Fino a far sedere Alex sul tavolino che poco prima occupava Kim.
E a proposito della The Queen.
"E com'è che ora tu e miss ti do fuoco, ora andate quasi d'accordo?"
Alex sorride al nomignolo dato a Kim ed è pronto a raccontargli cosa è successo stanotte.
Ma viene interrotto dal campanello e da un "merda", che sussurra tra i denti.
"E la volta buona che quella donna mi ammazza."
Ed è proprio Kim ad aprire la porta, prima confusa nel chiedersi chi possa essere, poi con sguardo incazzato verso Alex.
"Hai per caso preso casa mia per un albergo con bar?
Poiché altrimenti non mi spiego perché ci sono due tuoi amici alla mia porta."
Di fatto ci sono Cam e Massi fermi alla porta, chiamati da Alex prima che scendesse al piano di sotto.
E voleva chiedere a Kim il permesso per farli tornare, ma poi la vista in leggings e maglietta quasi trasparente, e si è dimenticato di avvisarla.
Ha detto che vuole scoprire molto di più su di lei, non che abbia smesso di desiderarla.
Sta per fargli le sue scuse ma purtroppo Cam lo interrompe con i suoi soliti modi da fare del cazzo.
"Meno parole e prepara un caffè.
Non rompere i coglioni di prima mattina."
Entra con prepotenza in casa, in un gesto di presunzione di cui ne paga subito le conseguenze.
Ritrovandosi contro il muro, con Kim a portargli una pistola sotto al mento.
"Ascoltami bene testa di cazzo.
Questa è casa mia e se provi a dire un'altra parola, questo bar diventerà la tua veglia funebre."
Cam degrigna i denti, incazzato per essere ancora una volta trattato come una merdina da questa donna.
Nonostante, anche se non lo ammetterà mai, si meriti un tale trattamento dopo la sua entrata.
"Cerchiamo di calmarci.
Kim mi dispiace di non averti avvisato, ma ho veramente bisogno di un luogo sicuro dove parlare e di stare vicino a Jek.
Ti chiedo quest'ultimo favore."
Kim rimane con sguardo fisso su Cam, con la canna della pistola ferma sul suo mento, immaginando già come sarebbe trapassargli il cranio con un solo proiettile.
"Per favore Kim."
Perché mai dovrebbe accettare?
Non solo questo pezzo di merda si è comportato da stronzo.
Ma Alex pretende pure di fare i loro porci comodi.
Come si permettono e per chi l'hanno presa?
Per la loro cameriera?
La mano di Alex si posa sulla sua spalla e la voce le sfiora come un respiro la pelle per quanto è vicino.
"Per favore."
Mai si è sentito uscire dalla bocca di Alex queste due parole, figurarsi per due volte.
Ed è forse questo a spingere Kim ad abbassare l'arma, questo oppure il brivido che la sua vicinanza le ha provocato.
Abbassa la pistola, ma rimane immobile ad inchiodare Cam al muro.
"Finché sarai in casa mia pretendo rispetto.
Poi se il tuo orgoglio ti fa prudere tanto il cazzo, risaliremo sul ring.
Ma per ora, mia la casa, mia le regole."
Poi si gira verso Alex, che sente il peso dello sguardo di lei molto più simile a quello di quando si sono conosciuti, che quello che si sono scambiati fino ad ora da stanotte.
"E tu.
Risolvi i tuoi problemi, poi prendi il tuo amico moribondo e fuori dalle palle."
Alex si limita ad annuire, osservandola camminare verso la cucina, seguita da Massi mentre lui preferisce chiarire prima con Cam.
"Mi spieghi perché ti riscaldi tanto?
Possibile che ti da tanto fastidio che ti abbia sconfitto su uno stupido ring?"
Si, sembra stupido, ma è così.
E non solo perché quella donna lo ha mandato k.o più di una volta.
Ma per come ti guarda quando sei a terra.
Ogni volta che si è scontrato con Kim, lei non solo lo ha atterrato, ma gli ha rivolto uno sguardo gelido e vuoto.
Come se lui non esistesse.
Forse è questo che preme tanto il suo orgoglio, il fatto che Kim lo ha fatto sentire una nullità.
"Conosco i suoi modo, so quanto possa essere stronza e gelida.
Ma ci ha salvato più volte la vita e soprattutto quella di Jek.
Merita il nostro rispetto e tu lo sai."
Alex crede dell'amico, conosce il suo senso di lealtà e rispetto.
Ma conosce anche il suo lato testardo e orgoglioso, quello che vede Kim come una minaccia alla sua viralità.
Alex può solo sospirare quando Cam annuisce anche se non del tutto convinto.
Ma è già un passo in avanti.
"Ei, vengo anch'io in cucina, voglio parlarne anch'io."
Gli urla dietro Jek, sentendosi messo da parte.
Anche lui è parte della gang, anche lui vuole pianificare la loro vendetta.
Si solleva leggermente, cercando un modo per scendere giù dal divano.
Ma in pochi secondi Kim lo rimette al suo posto, affacciandosi furiosa dalla cucina sul soggiorno.
"Tu rimani lì e non ti muovi.
Se lo farai, i punti si lesioneranno e io dovrò rifarli tutti e sette.
E questo che vuoi?"
Riprovare il dolore di un ago nella carne a crudo?
Jek nega con il capo, tornando nella posizione precendente, dando segno che non si muoverà nemmeno per andare in bagno.
Da bravo bambino rimane immobile, ringraziando Kim quando gli porge una brioches e una tazza di buon the.
Il resto lo faranno il forte antibiotico e l'antidolorifico che lo faranno presto addormentare.
Intanto il gruppo è seduto comodamente intorno al tavolo, con Kim che offre il caffè maledicendosi per la confidenza che ha permesso ad Alex.
Se fosse rimasta a farsi i cazzi suoi, da sempre, non avrebbe questi stronzi in casa.
Di negativo c'è che se non li avesse aiutati alla festa, nel caso di Astri o salvando Jek, a quest'ora loro sarebbero già morti e sepolti.
Ma sarebbe davvero una grande perdita?
Si chiede Kim che, norvosa per lo scontro con Cam, ci fa seriamente un pensierino.
Mettendosi seduta lontano dagli altri, si accende la prima sigaretta della giornata, finalmente oserebbe dire.
"Bene, la situazione è questa..."
Alex spiega agli altri la questione Perez, sperando così di fare ordine nei suoi pensieri.
Mentre Kim invece si concentra su ognuno di loro.
Il primo su cui si sofferma è Massi, osservando la sua postura composta e tranquilla.
Notando quanto diversi siano i due fratelli, non solo fisicamente, ma anche caratterialmente.
Poiché mentre Massi si mostra tranquillo, rilassato e razionale, il gemello è tutt'altro.
Lo osserva mentre si muove irrequieto sulla sedia, muovendo ritmicamente la gambe e stringendo i denti fino a notare la mandibola dolorosamente contratta.
Solo quando lo vede leggere un messaggio appena arrivato, l'uomo cambia completamente.
-vieni da me stasera?
Ho bisogno di te. K*-
Un semplice messaggio gli cambia completamente l'umore, rilassandosi all'idea che stasera potrà andare da lei e avere un po di calore e amore dalla sua ragazza.
E Kim non sa cosa il messaggio dice o chi lo ha mandato.
Ma gli basta osservare la smorfia di fastidio di Cam, diventare serena per arrivare alla conclusione che è qualcuno di importante per lui.
Qualcuno che deve rimanere segreto dato che il biondino si impegna tanto a leggere di nascosto il messaggio.
In fine, si sofferma su Alex, felice di poterlo osservare mentre è troppo impegnato a parlare con gli altri per notarlo.
Ha visto molte sfaccettature di lui, alcune davvero pessime, ma non lo ha mai visto in queste vesti.
Nella migliore immagine di sé di capo.
Il vero king.
La sua postura dritta e fiera, accentuata dai tanti tatuaggi che si estendono sulle braccia e sulle mani.
Il suo sguardo fiero e la sua voce sicura di sé.
Finalmente conosce il lato di Alex che gli ha permesso la nomina di buon capo.
Molto diverso dal solito cretino con cui si è scontrata spesso Kim.
Anche se deve dubitare dei suoi stessi pensieri, poiché dopo stanotte non riesce a guardarlo come ha sempre fatto.
Non riesce ad odiarlo per essere un presuntuoso testa di cazzo.
E ciò la spaventa molto.
"E ti come cazzo facevi a sapere che Astri era una spia?"
La voce dura di Cam la richiama alla realtà, con una smorfia infastidita per il dito che l'uomo gli sta puntando addosso.
Inizia a pensare che questa storia non le permetterà di liberarsi presto di loro.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top