capitolo 21 le sfaccettature dell'amore

I primi di novembre portano novità, progetti e soddisfazione.

Ormai è tutto pronto, Alex non può che essere soddisfatto del piano che ha idealizzato.
Ha chiesto ad Astri di vedersi nel suo magazzino, così da finire nella trappola di Perez.
Quando invece oltre ad Alex e Jek ci saranno i loro uomini, che entreranno in azione appena Alex darà il segnale.

Un piano dettagliato nei minimi aspetti, che non può fallire.

Salutando i ragazzi nel soggiorno di casa loro, si indirizza verso la camera.
Per una doccia rigenerante, vestirsi con calma e andare all'incontro con Astri.

Un punto sul lieve perimetro dei loro territori.
Zona che i suoi uomini hanno già coperto.
Come già detto, il piano è perfetto.

L'unica cosa che non ha programmato è la presenza di Mandy.
Vestita solo di un intimodi pezzo rosso, stesa sul suo letto.

"Che ci fai qui?"

Cammina fino ai piedi del letto, davvero confuso sulla sua presenza qui.
Uno perché non l'ha vista arrivare perciò deduce sia qui da molte ore in attesa del suo arrivo.
Due perché non le ha detto di venire e nella sua mente, nel suo modo malato di vivere il loro rapporto, non ha senso che lei sia qui ora.

"Sono giorni che  non ci vediamo.
Volevo farti una sorpresa."

Come una gattina che fa le fusa, gattona verso di lui, senza mai distogliere il suo sguardo seducente.

Ed è bella e sexy Mandy, per questo è la preferita di Alex.
Ed è maliziosa mentre si siede sui talloni, avvicinando il viso al collo di lui, macchiandolo di rossetto e saliva.
Mentre le piccole mani scivola sulla camicia, sbottonando bottone dopo bottone, sfiorando la pelle che viene scoperta dalla stoffa di raso pregiata.

Sensuale e passionale, con la sua bocca esperta che sa i punti giusti da sfiorare e le sue mani che tremano di voglia e ossessione sulla sua pelle.

Ed è bellissima Mandy, capace e sexy.
Ma quando la sua mano scivola sul cavallo dei pantaloni non trova reazione.
Il corpo di Alex è diventato immune alla sua bellezza.

"Mi dispiace Mandy.
Ma tra noi finisce qui."

E si stacca di scatto da lei e forse uno schiaffo le avrebbe fatto meno male.
Lui la rifiutata, abbandonandola mezza nuda su questo letto, senza mostrare nessuna attrazione verso di lei.

"Come?
Perché?"

Ed alex non sa come ben dosare i suoi pensieri.
Il problema è che da quando Kim la baciato in quel modo tanto passionale, Alex non ha avuto nessun'altra ossessione se non lei.

Ormai il proprio corpo è diventato cieco e sordo a qualsiasi altro corpo.
E anche se si concentra a rendersi duro, anche se riesce a scopare una donna che non è Kim, l'orgasmo è insoddisfacente e frustrante.

Quindi alla domanda perché, dovrebbe rispondere perché non è Kim.
Ma tanta sincerità lo spingerebbe a chiedersi perché l'unica ossessione che sente nella pelle è Kim.

Portandosi una sigaretta alla bocca, accendendola, fruga nell'armadio alla ricerca di qualcosa di comodo ma pur sempre elegante per l'occasione.

"Non c'è un motivo preciso.
Ci siamo divertiti, e tutte le cose divertenti prima o poi finiscono."

Mandy sprofonda nella disperazione, con mano instabile afferra i suoi vestiti posati qualche ora prima in un angolo del lato.
Portandosela al petto  come se la stoffa avesse il potere di proteggerla dalla realtà.

Lui non la vuole più, non la desidera più e tutto il suo mondo crolla.
Poiché ormai la sua vita era legata a un filo che lui passava tra le mani muovendola in base alle sue voglie peccaminose.
Ed ora quel filo si è spezzato e lei cade in un oblio oscuro e folle.

E si, non è una sciocca, sa che Alex ha avuto molte donne, con cui ha condiviso lo stesso letto su cui lei è ancora seduta.
Ma è da lei che poi ritornava, lei era la preferita.
Lui era suo, desideroso e bisognoso di lei tra le sue cosce.
Mentre ora non la vuole più.

"Tu non puoi darmi il ben servito così."

Ma la rabbia diventa disperazione, umiliazione dell'elemosina nemmeno amore ma volgare sesso.

"Ti prego sarò tutto ciò che vuoi, farò qualsiasi cosa la tua perversione desidera."

Ormai pronta a gettare ai suoi piedi la sua dignità, lancia via i vestiti togliendosi il reggiseno, pronta a qualsiasi cosa pur di stringerlo ancora tra le sue cosce.
Pur di in cambio della dignità, ricevere un po di calore.

Ma l'uomo che ha davanti non ha cuore né gentilezza.
E sorride deridendo il suo amore e calpestando la sua dignità sotto i piedi.

"Non rederti più ridicola di quanto tu già non sia, non mi servi più Mandy.
Va via e non tornare."

Senza cuore e gentilezza, entra nel bagno chiudendo la porta tra di loro.
Chiudendo questa relazione malata che ha ucciso uno dei due.

E Mandy, ormai vuota e con il cuore ridotto in polvere, può solo piangere sul suo animo defunto nelle mani di lui.

Rivestirsi di umiliazione e dolore e andar via da quella casa.
Andare via da lui.

Lascia su quel letto le sue lacrime impresse in un amore tossico che la consumata fino all'osso.
Portando con se la rabbia e la follia, le ferite che mai svaniranno dal suo cuore.
Il veleno che ha ingoiato in questi anni, pronta a sputarlo su chi la resa il nulla.

Alex ha provato il bruciore di un coltello sulla pelle, la puzza di un proiettile che lacera la carne, il rumore di un osso che viene spezzato.
Ma mai, come ora, proverà quanto può uccidere il dolore di una donna ferita.

Perché l'amore è un sentimento astratto che può diventare ossessione.
Oppure può semplicemente rendere felici e confusi.

Sintomi che Sara nemmeno prova a nascondere, lasciando che i suoi sentimenti le colorino di luce il viso o, nei momenti di confusione, le creino quella piccola ruga sulla fronte.
Dandole il bisogno di portarsi un dito alle labbra per distruggersi le pellicine.

Un altalena di emozioni, che inizia sinceramente a snervarsi Kim.
Come ore, che hanno finito di cenare e sono sul divano per guardare un film.
Ma mentre il viso il di Sara fissa lo schermo, la sua mente vole tra sorrisi senza Motivi ed espressioni confuse e combattute.
Ed ecco che si porta il terzo dito alla bocca, portando al limite la pazienza di Kim.

"Allora, mi dici cosa hai.
O vado a prendere la pinza e ti tiro fuori le parole a modo mio?"

Sara sorride per la battuta, anche se non crede pienamente che sia tale.
Lasciando andare il dito prima di poter cominciare il rito nervoso.

"E per via di Jek."

Sussurra, torturandosi le dita, un po vergognandosi ad esprimere i dubbi che tanto la tormentano in questo periodo.

Un silenzio pericoloso, che Kim intraprende sempre a modo suo.
Ed essendo una pessimista nata, la sua mente cede alle peggiori ipotesi.

Subito le prende il viso, facendo sussultare la più piccola per la propria reazione improvvisa.

"Ti ha fatto qualcosa?
Ti ha fatto del male?
O fatti fare qualcosa che non volevi?"

Kim, per la prima volta da quando Sara la conosce, va in panico.
Lo legge nei suoi occhi chiari che si colorano di paura e preoccupazione.
Nel suo respiro accelerato e nelle mani che tremano per l'attesa di metterle addosso a quel ricciolino.

E Sara può solo ridere, un po felice che Kim le mostri quanto davvero ci tenga a lei.
Reazione che fa sbuffare Kim  allontanandosi.
Sicuramente se sta sorridendo, nessuna delle sue pessime ipotesi è vera.

"Non mi ha fatto nulla.
E solo che in questi giorni ci siamo sentiti poco.
Lui ha avuto molto...
Lavoro da fare."

La parola lavoro la dice con un sospiro, poiché entrambe sanno di che lavoro parlano.
Perche Jek è stato così impegnato in questi giorni.
E a Kim non resta che sospirare, mentre si mette più  comoda sul divano.

"Sapevi Sara a cosa andavi incontro.
Ne abbiano già parlato."

Prima di spingerla verso Jek, Kim le ha spiegato più volte che non sarebbe stato facile entrare in quel mondo.
E sopratutto cosa comportava una relazione con Jek.

È dispiaciuta nel vederla tanto combattuta e confusa sul cosa deve fare.
Ma questa è una decisione che può prendere solo lei.

E per come vede illuminarsi i suoi occhi ogni volta che è con lui, prevede che sarà una scelta difficile.

Ma lei sorride, lasciando che i suoi pensieri le rendano rosse le gote, confondendo Kim.

"Non si tratta del suo lavoro."

Kim sbuffa, chiudendo la televisione che è ormai diventato solo un fastidio.
Chiedendosi cosa frulliamo in quella testolina bionda.
E perché sia diventata tanto impacciata e rossa mentre parla.

"Io non ho mai...
Ecco, io non so...
Ho paura che lui cerchi un'altra donna che possa...
Ecco..."

Balbetta, cercando di controllare il suo imbarazzo, non riuscendo a guardare l'amica negli occhi.
La stessa che cerca di analizzare le sue parole, in modo da non fare altre domande che possano darle disagio.

Utilizzando il suo solito controllo, l'analisi da usare con logica.
Si ripete nella mente le sue parole.

Io non ho mai, io non so, cercare un'altra donna.

Queste frasi disponesse unite al suo imbarazzo possono solo significare una cosa.
E forse, su questo argomento, lei è la persona più sbagliata a cui chiedere.

Ma il suo silenzio, la mancanza di ulteriori domande, spingono Sara ad aprirsi finalmente con tutta sincerità.

"Come si fa a capire che lui è  quello giusto?
Come si fa a non avere paura di sbagliare?
O a capire che si è pronti?"

Fare l'amore, ecco di cosa parla Sara.
Non si tratta di volgare sesso o attrazione fisica.
Ma di amore e di chiedersi quando e con chi condividere un tocco tanto intimo e profondo.

Ecco cosa da giorni tormenta Sara, quali dubbi la fanno sorridere e perdere il sonno.

Jek non le ha fatto insistenza, non la spinta a fare qualcosa che non voleva e non le ha detto nulla.
Ma lei ha sentito il suo desiderio in ogni bacio, in ogni tocco.
Lo stesso desiderio che sente lei.

E ripensa agli.ultimi baci che si sono dati, alla passione che ha sentito nella sua bocca.
Alle mani di lui che l'hanno sfiorata con dolcezza, facendole sentire la sua voglia di andare oltre e la sua durezza contro la coscia.
Per poi allontanarsi di scatto, scusandosi e facendole capire di volerle fare fretta.

Senza capire che quel fuoco sotto pelle lo sente anche lei.
E ne ha paura.

"Non si può."

La risposta fredda e concisa di Kim, richiama il suo sguardo su di sé.
Non si può?
Perche non si puo?
Perche non si possono avere risposte alle proprie domande.

"L'amore non ha nulla a che fare con la logica.
Non ci sono risposte giuste o sbagliate, come neppure domande.
Si puo solo vivere il momento, senza pensare se il futuro ci si ritorcerà contro.
Se è amore."

Kim si volta verso di lei, sorridendole e aprendo le braccia per ospitarla.

Accogliendola sul suo petto, mentre le mani passano tra i suoi capelli biondi, coccolandoli come un contadino fa con il proprio grano crescente.

"Se lo ami e senti che lui ti ama, hai le tue risposte.
E quando sarà il momento giusto, lo saprai.
E solo quando quel momento arriverà, capirai che queste domande non possono avere risposta."

Sara si lascia cullare dalle parole e dalle carezze della sua amica, felicemente sorpresa da quanta saggezza e sentimento possono rinchiudere due occhi di ghiaccio e fuoco.

Si solleva dalla posizione, per poterla guardare e purtroppo ricredersi dei suoi pensieri.
Poiché negli occhi di Kim non vede né luce né calore.

Ma solo uscurita, dolore e sofferenza.
Tante belle parole quelle che ha dedicato a lei, ma Sara si chiede se Kim abbia mai conosciuto l'amore.
Se ha mai sfiorato il calore di un un'abbraccio, o la dolcezza di una carezza.
Ma ha seriamente di no.

Sospirando, torna tra le sue braccia, nascondendo il viso nel suo collo.
Ritrovandosi molto vicina all'orecchio.

"Ti voglio bene Kim."

E Sara non lo sa.
Ma con quelle parole, ha dissolto ogni propria paura.
Poiché in questo sussurro Kim ha sentito il calore di un abbraccio, la dolcezza di una carezza, l'amore che pochissime parole possono donare.

Momenti di piena beatitudine, che però durano troppo poco, poiché il campanello alla porta inizia a suonare impazzito e insistente.

L'orologio segna le undici e mentre si alza, kim si chiede chi possa essere a quest'ora.

Fa segno a Sara di nascondersi dietro il divano, mentre lei arriva davanti alla porta con la pistola nascosta dietro la schiena e il suono del campanello che continua a suonare incessante.

Guardando nello spioncino, guardando il viso di Alex in preda alla disperazione.
Accentuata dalla camicia sporca di sangue.

Spalanca la porta, capendo in parte la situazione.

"Non sapevo dove andare e cosa fare .
E..."

Balbetta Alex, mentre insieme a un ragazzo castano cerca di tenere in piedi Jek.
Che sanguinante e dolorante si tiene una mano sulla gamba, sicuramente la fonte di tanto sangue.

"Muovetevi, mettetelo sul divano."

Urla kim, facendogli segno di entrare sera.
Incrociando immediatamente lo sguardo impaurito di Sara.

Alex e l'altro posizionano Jek sul divano e Sara è già in ginocchio di fianco a lui.
Per poi guardare Kim con supplica.

"Ti prego..."

Salvalo.
Non lo dice a parole, ma i suoi parlano più della sua bocca.

Kim si leva di dosso il maglione che indossa, rimanendo in canottiera e sedendosi sul divano vicino alla gamba di Jek.

"Sara, prendi la cassetta del pronto soccorso.
Alex prendi un paio di forbici nel primo cassetto in cucina e la bottiglia di vodka nell'armadietto sopra al frigo."

Si lega velocemente i capelli in una coda alta, per poi spostare lo sguardo sul terzo uomo nella stanza, sconosciuto.

"E tu chi sei?"

Massi ingoia a vuoto davanti alla donna di cui a sentito tanto parlare e che ha visto solo una volta di sfuggita.
Ma non ha tempo di parlare perché Alex arriva veloce con le forbici e un quarto uomo entra in casa.

Perfetto, ora si che può iniziare la festa, pensa kim sbuffando.

"Ho spostato la macchina a qualche casa da qui.
Dovrebbe bastare."

Kim riconosce l'ultimo uomo che è entrato in casa sua.
E lo stesso biondino con cui ha combattuto circa una settimana fa.

"Non basterà, se siete seguiti chiudetela in garage oppure andate via."

Parla Kim, mentre con la forbice taglia il pantalone di Jek  strappandogli un piccolo grido quando la stoffa si strappa dalla ferita bruciata.

"Non prendo ordini da te."

Ed ecco il solito Cam, che non capisce quando deve stare zitto.
Ma Kim nemmeno lo guarda impegna a rovistare nella cassetta del pronto soccorso.

"Sara mi serve acqua calda, asciugamani puliti.
E devi disinfettanti questi attrezzi."

Ordina mentre gli passa aghi, pinze e un piccolo bisturi.
Poi si volta verso Cam, indicandolo e fulminandola con lo sguardo.

"E tu.
Renditi utili facendo quello che ti dico e togliti dalle palle."

È in piena emergenza, non può badare anche un uomo che sembra avere seri problemi di mestruazioni.

Cam sta ribattere, ma alex lo prende per le spalle, spingendolo a trovarsi faccia a faccia.

"Tu e Massi fate un giro, controllate la situazione e tornate a casa.
Non è il momento di fare i coglioni."

Appena finisce di parlare, sentono l'urlo di Jek riportarli alla realtà.
E Cam, mordendosi la lingua, si lascia trascinare dal fratello fuori da questa casa.

Un problema in meno per Kim, che versa per la seconda volta il disinfettante sulla ferita, facendolo di nuovo urlare.

"Alex renditi utile e fallo bere."

Alex ormai non fa neppure più domande e segue alla lettera tutto ciò che dice.
Intanto Sara posizioma sul tavolino la vicino un vassoio con tutti gli strumenti che Kim le ha dato da disinfettare, ora pronti per essere usati.

Una volta pulita la ferita, kim usa la pinza per allargare leggermente la ferita e capire la situazione.
Non è grave ma non sarà una passeggiata.

Pulendo la ferita da ulteriore sangue uscito, alza lo sguardo verso Jek.

"Ok ricciolino, non ho morfina però bevi più che puoi.
La pallottola non ha colpito per fortuna arterie importanti ma è  abbastanza in profondità e non sara piacevole."

Jek si limita ad annuire, facendo un lungo sorso dalla bottiglia mentre Sara gli bagna il viso sudato a freddo con un asciugamano bagnato.

"Ora, vedi di fare l'uomo e stringi i denti."

Lo avvisa Kim, impugnando il bisturi che lascia scorre a crudo sulla sua pelle per allargare di poco la ferita, fiera di Jek che trattiene il fiato, stringendo i denti ma senza emettere un lamento.

Una volta ben allargata, kim passa ad Alex il bisturi che non serve più.
Afferrando la pinza sottile, si scambia uno sguardo con il ricciolino che annuisce prendendo un altro lungo sorso di vodka.

La pinza che entra entra nella carne è allucinante ma il peggio arriva quando il metallo della pinza tocca il proiettile, muovendo leggermente dando una scossa al corpo dalla coscia al cervello.
E Jek si ritrova a stringere i denti talmente forte da aver paura di spaccarli.

"So che fa male, ma durerà poco."

Kim fa un lungo respiro, stringendo le pinze che tengono ferme il proiettile.
Conta mentalmente fino a tre, per poi strappare via dalla ferita il pezzo di ferro.

Tanto è il dolore che Jek alza leggermente la schiena, in preda a scosse di dolore che gli bloccano i muscoli per qualche secondo.
Mentre Sara trattiene le lacrime, fingendo di essere sicura di sé, ma le mani gli tremano mentre passa asciugano sul suo viso, sperando di dargli un minimo di sollievo.

Non come Kim, non come Kim che si muove sicura mentre passa la pinza ad Alex.
Non come lei che impugna ago e filo con una calma quasi disumana da rendere immobile la sua mano che infila il filo nell'ago.

"Ok questo farà male, spero solo di essere veloce."

Ma ormai Jek è incosciente tra il dolore e le cure di Sara.
E Alex mai si è sentito così impotente, terrorizzato di poter perdere il fratello che ama.
Puo solo affiancare questa donna, l'unica risposta che si è dato quando disperato si è ritrovato il sangue di Jek sulle mani.

Il silenzio si diffonde nella stanza.
Il rumore dell'ago che buca la pelle si confonde con la voce di Sara.
La bionda, immobile vicino al suo uomo, gli sussurra la storia del tatuaggio di Kim, come quest'ultima ha fatto con lei.
Nella speranza di tenerlo vicino a se nonostante abbia gli occhi chiusi e il respiro a tratti irregolari.

Kim cerca di essere più veloce e precisa possibile, sospirando quando alex le passa una pezza umida sulla fronte, asciugando il sudore dovuto alla troppa concentrazione.

Ci mette esattamente trecentocinquanta secondi, chi e6nella stanza li ha contati una ad uno.
E finalmente taglia il filo, abbastanza soddisfatta del suo operato.

Alzandosi in piedi, mette tutti i ferri usati nella bacinella, lasciando a Sara il compito di fasciare la ferita, come ha chiesto proprio la biondina.

Una volta lavati i ferri, le mani e il viso, si sistema la coda che ha ceduto, tornando in soggiorno dove vede la coppietta ma non Alex.
Lui è  in cucina, in preda ai pensieri, mentre fissa fuori dalla finestra il cielo impreziosirsi di stelle.

Una notte nata tranquilla, per poi investirli nell'oscurità di un cielo nuvoloso e nascondiglio di una luna assente.
Ma ora il suo amico è salvo e il cielo è tornato luminoso.

Kim lo guarda, rimanendo ferma sulla porta e, forse succube delle troppe emozioni avute stasera, vorrebbe avere una moneta d'oro per ogni suo pensiero.

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