capitolo 16 incoerenza porta via
Maledetto, che lui sia maledetto per tutto ciò che le provoca.
Kim si porta nervosamente una sigaretta alle labbra, con le mani tremanti e una furia cieca nelle vene.
L' accende, osservando la fiamma consumare il tabacco e la carta.
Sentendosi anche lei come consumata dal bacio subito.
Ipocritica con se stessa, fa un lungo tiro, dandosi della ipocrita meschina.
L'ha voluto quel bacio, si è lasciata consumare e non ha subito niente.
Maledetto sia lui, lo odia per averla sconvolta e resa tanto umana.
Non lo vuole vedere mai più.
Mai più.
Da ora in poi gli stara lontano, lasciando che l'odio che prova verso di lui si consumi come questa sigaretta.
Un tiro tanto profondo da bruciarle le labbra, le stesse labbra che hanno toccato quelle di lui.
Nonostante il fumo che scivola dal palato ai polmoni, il sapore di lui è ancora vivido nella sua bocca e nella mente.
Menta e tabacco Marlboro rosso, impregnato da una nota amara in contrasto con il suo tabacco dal gusto più dolce.
Le è mancato il respiro in quel bacio,il suo tocco ha sprigionato sulla pelle il desiderio .
Un desiderio che all'improvviso è diventato dolore.
Catapultandola nel suo passato.
Ormai la sigaretta è bruciata fino al filtro, destinata a fare un'unica fine.
Cadere a terra.
Come le emozioni che ha provato tra le mani di lui.
Ora destinate a finire a terra, nel dimenticatoio.
Lo odia, con tutta se stessa.
E pronta a dimenticarlo per sempre.
Dividendo definitivamente le loro strade.
"Kim.
Alex è nei guai."
Ed è sempre più ipocrita, piu falsa persino contro se stessa.
Poiché appena sente queste parole urlate da Sara ,che sta correndo verso di lei, è contraddittoria contro se stessa.
"Fammi strada."
Tante belle parole sprecate, poiché appena sente il nome di lui, torna vittima delle sue emozioni.
Incoerenza portala via.
Abbandona ogni logica e odio verso di lui, per correre in suo soccorso.
Maledicendo la propria ipocrisia.
Alex era corso all'esterno, con l'intento di seguirla e parlarle.
Mai pensando che si sarebbe ritrovato circondato dagli uomini di Perez.
E sicuro che sono i suoi uomini, poiché riconosce l'uomo che ha davanti, Jim Peltroit, fidato di Perez.
"Ho ordine di portarti dal mio capo, preferibilmente vivo.
Ma anche il tuo cadavere impacchettato lo renderà felice."
I due uomini sono così impegnati a fissarsi, da non notare Kim avvicinarsi a loro, insieme a Sara.
Con passo tranquillo si finge uno dei tanti invitati, muovendosi indisturbata fino ad avvicinarsi alla cerchia intorno ad Alex.
"Be', dovrà accontentarsi dei vostri corpi senza vita."
Lo affronta Alex, con sicurezza, nonostante la mente dubiti, alla ricerca di un piano.
Non può avvisare gli altri, può solo sperare che uno degli invitati avvisi Jek e gli altri.
Speranza titubante dato che dove guarda e guarda, vede gente ubriaca o fatta.
Kim intanto bisbiglia a Sara di trovare Jek e avvisarlo, anche se si chiede perché lei non sia con lui.
Ma a questo risponderà più tardi.
"Lo vedremo mio caro ex king."
Ridacchia Jim, facendo un impercettibile segno a un uomo poco lontano.
Gesto che Alex nota, spingendolo a girare di scatto.
Trovando un uomo, che si era avvicinato, a terra svenuto.
"Colpire alle spalle, che noiosa codardia."
Alex spalanca gli occhi, osservando Kim scavalcare l'uomo, che lei stessa ha buttato giù, mettendosi al suo fianco.
Pronta a combattere con lui.
"Vattene da qui, ora."
Gli sussurra a denti stretti Alex, confuso sulla sua presenza qui.
Partendo dal fatto che è scappata via da lui, per poi...
Correre da lui in caso di pericolo?
E davvero tanto pazza e incoerente con se stessa?
"E lasciare tutto il divertimento a te?
Egoista."
Un sorriso sadico sulle labbra, mentre il gelo nei suoi occhi diventa fuoco.
Vede esplodere in lei quella sua natura combattiva che ha ammirato in lei molte volte.
Che lo eccita tutte le volte.
Si risveglia dagli ormoni che gli sono partiti in corpo, cercando di convincerla ad andare via.
Ma gli uomini che li circondano non gliene danno la possibilità.
"Basta con le chiacchiere.
Prendetelo."
I due si trovano schiena a schiena a combattere per coprirsi le spalle.
Alex stringe i pugni e colpisce con forza, brutale e violenta.
Mentre lei invece, anche quando combatte, mantiene la sua femminilità e sensualità.
Un contrasto che crea un movimento perfetto tra i due.
Alex si abbassa per evitare un pugno, lasciando che Kim scivoli sulla sua schiena, colpendo l'uomo con un calcio.
La gonna ha presente all'altezza della coscia uno strappo, che si allarga ad ogni movimento che fa.
Fino a diventare uno strascico dietro di lei.
Si piega sulle ginocchie, colpendo le caviglie dell'uomo, mentre Alex rompe un paio di costole all'uomo che ha davanti.
Kim strappa la pezza di stoffa ancora attaccata al vestito, girandola sulle mani, tirando per tenere tesa la stoffa tra le sue mani.
Un uomo alle spalle di Alex lo tiene fermo, mentre un altro gli colpisce lo stomaco.
Pronto a tirare il secondo colpo, si ritrova la stoffa di Kim intorno al collo, incrociata alla nuca per strozzarlo.
Preso dalla sorpresa, l'uomo alle spalle di Alex allenta la presa sulle sue braccia, prendendosi un testata sul naso.
Cade giù, mentre Alex colpisce con più pugni l'addome dell'uomo tenuto fermo da Kim.
Finché la stoffa non viene allentata, lasciando cadere l'uomo a terra.
I due si guardano intorno, convinti di essere a buon punto.
Contraddetti da un onda di uomini freschi come una rosa.
Sono nella merda, è ufficiale.
La maggior parte di invitati alla festa sono uomini di Perez, stupido Alex ad non aver previsto una trappola tanto basilare.
Si volta verso Kim, non trovando nemmeno l'alone di preoccupazione.
Questa donna è pronta a combattere fino alla morte senza timore.
Non sa davvero se è coraggio o stupidità.
O semplice menefreghismo verso la morte e la vita.
"Non ho mai sopportato gli imbucati alle feste.
Almeno che non sia io l'impostore."
Alex tira un respiro di sollievo quando sente alle sue spalle la voce di Cam, che si avvicina.
Finché il king non si trova i suoi amici di fianco, insieme a qualche uomo di scorta.
Ora si che si ragiona.
Il combattimento riprende, questa volta con più sicurezza.
Con più divertimento negli occhi di Kim.
Finché non sente un urlo in lontananza, distogliendo lo sguardo dalla rissa, nota Sara combattere contro due uomini.
Una folata di vento alle sue spalle, richiama il suo sguardo su un uomo che cade giù colpito da Jek.
"Va da lei."
Kim annuisce, osservando le mani di Jek unirsi davanti al bacino.
Non c'è bisogno di spiegarsi.
Kim appoggia le mani sulle spalle di Jek e il piede sulle sue mani.
Salta prendendo slancio, saltando all'indietro.
Atterra sulle spalle di uno degli uomini di Perez, solo di passaggio per atterra dietro la linea nemica.
Corre verso, osservando l'uomo tra lei e il suo obbiettivo.
Accelera il passo per poi far scivolare il piede sull'erba umida.
Uno scivolo che le graffia la schiena e che le permette di usare le gambe aperte dell'uomo come tunnel.
Lo supera senza dargli modo di girarsi verso di lei.
La stoffa girata sulle caviglie, mentre le mani di Kim stringono la stoffa, premondo sul terreno dandole la spinta per rialzarsi.
La stoffa ancora sulle caviglie dell'uomo, che viene tirata e le posizioni si invertono.
Kim è in piedi, mentre l'uomo si ritrova la faccia sporca di erba e terra.
Abbandona la stoffa sull'uomo, continuando a correre verso Sara.
Che in realtà non se la sta cavando male.
Con i pugni alti para e colpisce i gesti dei due uomini che provano ad afferla, utilizzando le tecniche che Kim le ha insegnato.
Ma solo le lezioni base non bastano contro questi uomini, ha ancora molto da imparare.
Cosi si trova un braccio sulla gola e una mano che immobilizza le sue dietro la schiena.
L'uomo davanti a lei le mette una mano sulle guance, stringendo le labbra a forma di culo di gallina.
Poi una mano sulla spalla dell'uomo lo richiama.
Ha Kim davanti, che lo colpisce con un pugno sulla mandibola per poi afferargli il ciuffo scuro tirandolo con forza verso il ginocchio.
Cade giù, ma Kim, non contenta, completa con qualche calcio tra le gambe, personale vendetta contro chi ha toccato la sua biondina.
Il secondo uomo lancia via Sara, non trovandola più interessante, gettandosi sulla corvina.
Kim schiva più volte la presa dell'uomo, che continua a muovere le braccia come un bambino che vuole afferrare una farfalla.
Quello che entrambi sicuramente non si aspettavano è Sara che afferra una bottiglia e lo colpisce con forza sulla nuca.
Facendolo crollare a terra con i cocci di vetro.
"Ben fatto biondina."
Kim si rende conto di essere vicini alla sua macchina.
Pensando che sicuramente Sara è corsa da questa parte per recuperarla.
Furbetta la biondina.
Le fa segno di salire, la festa è decisamente finita.
Mette in moto ed è pronta ad andarevia , ma il suo sguardo corre verso la rissa.
"Ora basta, il mio capo si accontenterà del tuo cadavere."
Vede gli uomini di Perez infilare la mano nelle tasche e capisce le intenzioni dietro la frase.
Abbassa il freno a mano, accelerando con forza verso di loro, facendo fischiare e sgommare le ruote sulla ghiaia.
Alex, come gli altri, segue l'istinto chiudendo gli occhi e alzando le braccia, come se fossero un buon scudo contro le pistole che si trova davanti.
Conta i secondi, perdendo il conto a causa del rombo di un motore.
Sente i proiettili partire e sbattere prepotenti contro qualcosa di metallico e no carnale.
Apre gli occhi, spalancando gli occhi davanti alla macchina di Kim, che sta parando tutti i colpi di piombo.
Kim si lancia su Sara, spingendola ad abbassarsi più che può, trattenendo una smorfia quando sente la carne bruciare e strapparsi a causa di un proiettile che ferma la sua corsa nella parte del braccio poco più sotto della spalla .
Ma non ha il tempo di lamentarsi.
Alza il freno a mano, accelerando con forza, smuovendo la ghiaia.
Gli uomini smettono di sparare a causa della polvere e delle pietre che li colpiscono come proiettili.
Giusto il tempo che permette ad Alex e gli altri di salire in auto e ai suoi uomini di fuggire.
Jim si tiene una mano sull'occhio, colpito da una pietra, mentre con quello buono vede il suo obbiettivo fuggire via.
Perez non sarà per nulla felice.
Ma non se ne deve preoccupare.
In macchina Jek ha già chiamato rinforzi, che non gli daranno modo di tornare a casa.
O meglio non vivi, ma in buste nere con tanto di fiocco.
Sara rimane in silenzio, mentre kim continua a guidare in direzione del locale e, i quattro uomini stretti nei sedili dietro, parlano al telefono o tra loro.
"Jim ci aspetta per un'ultima drink."
Le parole di Jek sono chiare per loro.
I rinforzi hanno fatto il loro dovere, tenendo come unico superstite Jim.
Ha parlato così tanto prima, perché non farlo parlare ancora un po.
La macchina frena bruscamente, facendo rischiare a tutti l'osso del collo.
"Cazzo donna.
Non sono sopravvissuto per farmi ammazzare da te."
Ringhia Cam, portandosi una mano alla nuca dolorante a causa del colpo contro il sedile.
Mentre Alex ridacchia per i modi poco delicati della donna.
Prima ancora che frenasse, si è reso conto di essere vicino al locale.
E Kim avrebbe potuto frenare con calma.
Ma sa che la corvina non gli avrebbe fatto la gentilezza di una fermata comoda.
"Grazie di tutto."
Si limita a lui, sapendo benissimo che se è ancora vivo è grazie a lei.
Ed è pronto a ringraziarla come dio comanda.
Ma ora l'idea che Jim sta arrivando per la chiacchierata, gli offusca qualsiasi altro pensiero.
Scende dalla macchina, seguito dagli altri.
Tranne Jek, che si ferma davanti allo sportello di Sara.
Non c'è vetro da abbassare, quello è crollato a terra davanti alla villa.
Quindi appena si piega, si ritrova davanti il respiro tremante di Sara.
"Mi dispiace per quello che è successo.
Io..."
Lui cosa?
Non sa come continuare.
Non può dirgli che è stata una eccezione, sarebbe bugiardo e Sara non è stupida.
Perciò rimane li come un cretino a cercare parole che la tranquillizzano.
Ma è lei a calmare lui.
Si sporge dal finestrino, facendo attenzione ai vetri ancora attaccati e affilati, dandogli un bacio sulla guancia.
Gli sorride, mostrando il suo viso delicato completamente rosso, imbambolando Jek.
"Si, si, siete dolcissimi, da diabete.
Ma noi dobbiamo andare."
Kim interrompe il momento, accelerando senza preavviso, rischiando di mettere sotto Jek e far tagliare Sara.
Quest'ultima si volta verso di lei per chiederle spiegazioni di questa fuga.
Ma lo capisce con i suoi occhi.
La spalla scoperta è macchiata da una chiazza rossa che continua ad allargarsi.
Fino a gocciolare sul braccio teso verso il volante.
"Sei ferita."
Sussurra Sara, ricevendo in risposta uno sbuffo e uno sguardo annoiato.
"Ma va?
Non me n'ero accorta.
Chissà perché pensavo di essere nata con un proiettile nella spalla."
Che sia ferita o no, ciò non cambia la sua acidità e la poca voglia di parlare.
E Sara, data la situazione, preferisce rimanere in silenzio.
Potrebbe farle centinaia di domande ovvie su come si sente.
Ma, essendo ovvie, farebbero solo innervosire Kim.
Perciò, meglio stare zitta.
Costretta a ripensare a ciò che è accaduto in meno di un ora.
Stava ballando con Jek.
Quando lei, come tanto gli altri, si è ritrovata a fissare ammaliata Kim e Alex ballare.
Fino a trattenere il respiro quando li ha visti baciarsi.
Capendo che quel lato sentimentale che ha visto in Kim non è nella sua personalità.
Ma nasce dal rapporto che ha con Alex.
Fino a vederla scappare via da lui e, istintivamente, seguirla verso l'esterno senza dar spiegazioni a Jek.
Che, d'altro canto, si è reso del perché se ne sia andata via.
Mentre correva verso Kim, con l'intento di capire cosa sia successo e perché è fuggita in quel nome.
Ma, a metà strada, si è accorta che anche Alex aveva preso la stessa decisione.
Ed era quasi tentata di lasciarli parlare, mettendosi da parte, se non fosse che ha visto Alex venir circondati da un gruppo di uomini.
Non proprio amichevoli.
Cosa l'abbiamo spinta a chiedere aiuto a Kim, non lo sa.
Avrebbe potuto tornare dentro e avvisare Jek.
Sarebbe stato più logico.
Ma ha avvisato Kim.
Forse perché conosce la razionalità di Kim e quindi speranzosa che avrebbe trovato una buona soluzione.
O, ancor più semplice, la sicurezza che le da Kim non è minimamente paragonabile a quella che gli da Jek.
Kim, da quando la conosce, è diventata il suo punto di riferimento.
Ecco perché è corsa da lei.
E la osserva, scendere dalla macchina nascondendo una smorfia di dolore dovuta alla spalla.
Chiedendosi se abbia fatto la scelta giusta a chiamare lei e non Jek.
"Pensi troppo biondina, fai quasi rumore."
La risveglia Kim, mentre chiude la porta di casa alle loro spalle.
"E solo che...
Mi sento in colpa per la tua spalla.
E per il resto."
Parla con voce tremante mentre indica gli altri lividi.
Non ha solo la ferita alla spalla, ma anche innumerosi graffi sulla schiena dipinta di nero.
E qualche livido sul viso.
Ma soprattutto, la stanchezza che mostra nel sedersi senza eleganza su una sedia in cucina, lanciando i tacchi in giro per la stanza, senza usare le mani.
"Eri nella folla che ha sparato e non me ne sono accorta?"
Le chiede con ironia retorica, mentre scioglie il nodo dietro al collo.
Lasciando cadere il vestito fin sotto al seno.
Amareggiata di doverlo buttare nella pattumiera, le piaceva questo vestito.
Torna con lo sguardo su Sara, che nega con il capo mantenendo uno sguardo basso, sicuramente imbarazzata dalla nudità del seno abbondante e tatuato dalla corvina.
"Allora smettila di dir cazzate e prendimi la cassetta del pronto soccorso in bagno.
Questa ferita non si risolve da sola."
La biondina si da mentalmente della stupida, correndo a recuperare l'occorrente.
Quasi si era dimenticata della gravità della ferita, forse perché Kim non mostra un minimo di dolore o preoccupazione.
Da sotto il lavandino afferra la grande valigetta, sicuramente attrezzata per qualsiasi evenienza.
Anche meglio di quella di un dottore.
Con difficoltà, a causa del peso, la porta in cucina.
Spostandola goffamente sul tavolo davanti a Kim.
"Premdi uno specchio non troppo grande. "
Continua a dare ordini, mentre tira fuori dalla grande valigia ciò che le osserva.
Ammirando la velocità di Sara, che torna in pochi secondi con lo specchio che in genere è situato nella sua camera.
"Non sarà meglio andare in ospedale?"
Chiede Sara, ricevendo solamente uno sguardo stranito con tanto di sopracciglio alzato.
Facendola sentire una stupida a non aver pensato prima di parlare.
L'ospedale in questa città funziona poco e niente.
E poi un colpo di pistola avrebbe attirato le orecchie di qualche piede piatto.
E sicuramente Kim è l'ultima cosa che vuole.
Senza nient'altro da dire, si siede vicino a lei, aspettando ulteriori ordini.
Osservandola sorpresa di quanto Kim sembri così tranquilla e naturale in ciò che fa.
Tira fuori un cordoncino che lega con forza sopra alla ferita, per fermare l'emorragia.
Per poi versare una abbondante quantità di disinfettante senza fare una minima smorfia di dolore o fastidio.
E a Sara non resta che guardarla ammirata, mentre il liquido sporco di sangue scivola dalla ferite sporcandole il braccio e il seno.
Soffermandosi su esso, rimane attratta dal tatuaggio che lo macchia.
Una fenice di fuoco le che ali accolgono i seni, mentre il corpo e tra essi e la testa si posa su quello sinistro.
"Rinascita."
Parla kim, scegliandola bruscamente.
Imbarazzata quando si rende conto di aver fissato forse per minuti il seno della amica.
Non trovando disagio però sul viso della corvina.
"È il significato del tatuaggio.
Ora tieni su lo specchio."
Sara si alza di scatto, facendo cadere la sedia alle sue spalle.
Sospirando imbarazzata quando vede Kim ridacchiare.
Si sente davvero un disastro in queste situazioni delicate, al contrario della freddezza e sapienza in ciò che fa di Kim.
Rimanendo immobile, tiene lo specchio, maledicendo le mani che di star farmene non ne vogliono sapere.
"Sara, se continui a tremare rischio di tagliarmi l'intero braccio."
Abbassa lo sguardo mortificata, cavolo non ne fa una giusta.
E Kim sospira, sentendosi un po in colpa.
È normale che Sara sia nervosa dalla situazione.
Lei non ha visto e ne ha vissuto come Kim.
Perciò posa il bisturi, accarezzando la guancia della biondina facendole alzare lo sguardo.
"Chiudi gli occhi, rilassati e ascolta."
Sara annuisce, chiudendo lentamente gli occhi.
Come ad estraniarsi dalla realtà.
Sentendo lo specchio tornare tra le sue mani,ora ferme e sicure.
"In un tempo lontano, in un piccolo villaggio, viveva una ragazza.
Bella e piena di vita, amata dalla sua gente e amante di essa."
Sara si lascia cullare dalla favola, ignara della mano di Kim che stringe un bisturi.
La lama taglia la pelle fino a incidere la carne, allargando il buco che fa da culla al proiettile.
"Ma un giorno la sua vita cambiò drasticamente.
E tutto ciò che conosceva, crollò ai suoi piedi."
Butta il disinfettante sulla ferita, stringendo i denti mentre la carne quasi frigge al contatto del liquido.
Fino a scivolare a terra, lasciando la ferita aperta e pulsante.
"Un gruppo di briganti attaccò il villaggio, saccheggiando case, uccidendo bambine e dando fuoco alle abitazioni.
Una a una, senza che la gente potesse difendersi."
Si porta un panno alla bocca, stringendo i denti, mentre con una pinza scava tra carne e nervi, gocciolando sangue sul proprio corpo.
Utilizzando lo specchio come unica fonte visiva e mezzo di guida per ciò che fa.
E nonostante la voglia di urlare e di tacere, continua il racconto.
"La ragazza fu legata a un palo, obbligata a vedere e a piangere la sua gente che moriva.
La sua terra che veniva devastata dal sale.
Il fuoco che bruciava qualsiasi cosa che testimonianze l'esistenza di questo villaggio.
E nonostante chiudesse gli occhi, le sue orecchie non potevano essere cieche alle urla della morte."
Stringendo i denti, sente il metallo della pinza tintinnare contro il ferro del proiettile.
Si riporta il panno in bocca, conta fino a tre prima di estrarlo in un colpo solo.
La carne che si lacera, il sangue che le sporca il corpo, i nervi nel proprio cervello che impazziscono per il dolore.
Mentre la ferita pulsa e brucia incontrollata.
La fronte è ricoperta di gocce di sudore che scivolano sulle ciglia, per poi cadere da esse come se fossero lacrime.
Ma, con una voce più incrinata e sofferente, dopo aver buttato ancora disinfettante sulla ferita.
Continua.
"Alla fine, quando tutto fu cenere, anche lei venne bruciata al rogo.
Legata, senza possibilità di fuga, mentre le fiamme si baciavano del suo corpo.
Brandello dopo brandello."
Lunghi respiri, concentrazione assoluta mentre passa un filo biodegradabile in un ago sottile e lungo.
Maledicendo i tre punti che dovrà cucire.
Un panno in bocca, uno sguardo verso il cielo, poi lago entra crudele nella carne.
Capendo come si sentono le bambole di pezza quando vengono cucite.
Se non fosse che lago non sta formando stoffa e cotone, ma carne e nervi.
E quest'ultimi schizzano dritti al cervello ogni volta che sono a contatto con il metallo del l'ago.
"Passarano due giorni prima che l'intero villaggio estinguesse le fiamme.
Diventando cenere che macchia la terra.
Un intero villaggio ridotto a un mucchio di polvere, solo per ingordigia e prepotenza."
Finito il primo punto, tira il filo spingendo la carne a chiudersi su se stessa.
Attrito e fuoco il contatto tra le labbra della ferita, con un senso di disagio e.fastidio a causa del filo che graffia il foro da cui è passato.
"Ma, nascosta tra i rami di una boscaglia, una bambina è sopravvissuta l'abominio che il suo villaggio ha subito.
Passeggia tra le strade che un tempo percorreva con la sua famiglia.
Fino ad arrivare sulle ceneri della ragazza, piangendo su essa tutte le persone perdute e il dolore della solitudine."
Chiude il terzo punto, facendo un piccolo nodo.
Ringraziando che sia finita, solleva per la prima lo sguardo su Sara, trovandola immobile.
Persa nel racconto che le sta sussurrando.
"Dalle ceneri bagnate di lacrime, nacque una creatura di fuoco e vento.
Una fenice, rinata dalle ceneri di tutto ciò che ha perduto, grazie a lacrime innocenti.
Un essere di puro fuoco e passione."
Mette sulla ferita un cerotto, infastidita dal contatto della colla sulla pelle sudata.
Per poi fasciare con cura il braccio per tenere il tutto fermo.
In fine, con il resto del rotolo di garza si crea una fascia da far passare intorno al collo e al braccio, un metodo provvisorio per tenere il braccio fermo.
Con la mano sana toglie lo specchio dalle mani di Sara, posandolo a terra, per poi accarezzarle il viso dolcemente.
"Nessuno però sa se quella passione è la fiamma dall'amore.
O arde per il bisogno di vendetta e giustizia."
...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top