Capitolo 10 libertà
"Che fine ha fatto Cam?"
Chiede Jek, una volta tornato alla realtà, senza sapere per quanto tempo quella biondina lo ha tenuto in apnea.
"Aveva un appuntamento con una.
Non c'è bisogno che dica altro.'
Ridacchia Massi, alludendo ad altro.
Comprendo alla perfezione la fuga del fratello, soddisfatto quando li vede annuire e tornare con lo sguardo sulle due donne, insieme ad altre decine di sguardi.
Che iniziano seriamente a innervosire Kim e far arrossire Sara.
"Sembra che non hanno mai visto una donna cazzo.
Che morti di figa."
Sbuffa Kim fermandosi al bancone, tenendo sotto controllo, con la coda dell'occhio, la biondina che ridacchia per il suo linguaggio scurrile.
"Cosa vi servo bellezze."
Chiede il barista, mostrando la sua dentatura perfetta e bianca.
Il problema è che sta usando il suo sexappel con la donna sbagliata.
"Per me una vodka liscia e meno movine.
Per lei qualcosa di leggero."
La voce fredda e dura di Kim sembra aver messo in chiaro la situazione.
Di fatto il barman si limita ad annuire e a riempire il bicchiere di vodka, in assoluto silenzio.
Il problema è quando si mette a prepare il cocktail a Sara, utilizzando alcolici abbastanza forti.
Così Kim si sporge dal bancone, prendendolo per il colletto, incatenando i loro sguardi.
"Forse non parli la mia lingua.
Ho detto qualcosa di leggero.
Ma dato che non vuoi capire, preparele un Malibu Cola e togliti dai coglioni."
Al Battista non resta che trattenere il respiro e petirsi di aver cercato di fare il furbo.
Al rifiuto della corvina aveva mal pensato di provarci con la biondina, magari dandosi una spinta con un cocktail forte.
Mai pensando che sarebbe finito per farsela sotto tra le mani di una donna.
"Io farei come dice, non è una donna paziente.
E nemmeno io."
A questo punto il Barrista davvero rischia di farsela addosso.
Perché non sta solo subendo lo sguardo di ghiaccio della donna, ma alle spalle di lei ci sono anche il king e il suo braccio destro.
Anche Kim riconosce subito la voce calda di Alex, portandola ad allentare la presa sul ragazzo.
Che non aspetta un secondo per fuggire, lasciando che il collega lo sostituisca.
Ma Kim se ne frega, preferendo girarsi verso il king, pronta a rimetterlo al suo posto.
Poiché non sopporta essere interrotta.
"Ti serve qualcosa?"
Gli chiede acida, nascondendo alla perfezione l'effetto che hnno questi occhi verdi su di lei.
Quanto la presenza di quest'uomo la faccia vampare dentro, fino a sentire il fuoco sotto pelle.
Il tutto sotto lo sguardo curioso di Sara, che si gode la scena ringraziando il nuovo Barista che gli serve il Malibu.
"Mi serve il mio personale tutto intero.
E ho avuto l'impressione che avresti fatto fuori il Barrista.
Una vera perdita per me."
Risponde con orgoglio, anche lui bugiardo perfetto.
Perché la verità è che si è segnato il nome del barista sul suo libro nero, solo per aver sorriso a lei.
Per averla guardata come solo lui può.
"Tu insegna l'educazione al tuo staff e sarà mio piacere non doverli ammonirli al tuo posto."
Jek e Sara si godono quasi divertiti la scena.
Osservando due titani che si tengono testa, senza piegarsi al proprio orgoglio.
Due leoni pronti a sbranarsi.
Alex si avvicina a Kim, respirando a un passo dalla sua bocca alla vodka e fumo.
Per non parlare di quanto si lasci drogare dai suoi occhi di ghiaccio.
"Noto che la tua lingua è sempre più affilata.
Mi chiedo quanto si piacevole sfidarla con la mia."
Il riferimento a un bacio Kim lo capisce chiaramente.
Il problema è che invece di sentire disgusto e fastidio, inizia a immaginare a quanto sarebbe bello assaggiare quella bocca.
A quanto sarebbe bello baciarlo fino a perdere il respiro.
E rimane senza parole, con lo sguardo fisso su quella dannata bocca.
Con la consapevolezza che Alex sta facendo lo stesso.
Sente la propria bocca ardere sotto lo sguardo di desiderio di lui.
Desiderio di averla addosso, di sentire ancora il sapore della sua pelle.
Di scoprire che sapore ha la sua bocca peccaminosa.
E la guarda ipnotizzato, socchiusa in un sospiro lussurioso.
E scivola sul collo macchiato con una rosa nera ancora non sbocciata.
E si schianta sul seno di lei, osservandolo alzarsi e abbassarsi furioso, può quasi sentire il cuore correre fuori controllo.
Ma è ormai preda dei suoi istinti più animali e riesce solo a Immagina sopra di lui, mentre lo cavalca con la stessa forza che ha visto in lei durante un incontro.
Con questo seno prosperoso che sobbalza ad ogni spinta.
A quanto sarebbe bello scoparla, lasciare che lei gli segni il petto con le unghie.
Lottare tra le lenzuola volendo solo raggiungere l'orgasmo e non una vittoria.
E immagina a quanto sarebbe bello vedere scomparire nella sua bocca il proprio ca...
"La gara inizierà tra poco, consiglio ai corridori di preparsi."
La voce del dj distrugge l'atmosfera che aveva creato una bolla su di loro.
Dando la forza a Kim di allontanarsi e riprendersi dall'effetto del suo veleno.
"Andiamo Sara."
Si limita a dire, lasciandolo lì con le sue frustrazioni scappando verso l'esterno.
Perché cammina a passo lento, ma sa di star fuggendo.
Dalla prigione che lui crea in lei ogni volta che si incontrano.
Incatenandola a lui.
Raggiunge l'esterno, con la mente offuscata dai mille dubbi, dal continuo chiedersi perché il suo corpo reagisca così a lui.
"Ei bella bionda, salì con me in macchina, sono sicuro che mi porterai fortuna."
Kim ferma il suo passo, chiudendo gli occhi e pregando che non sia la sua biondina quella di cui una voce biascicante e viscida parla.
Si volta di scatto, vedendo Sara che cerca di strattonare il braccio dalla presa di un uomo che sicuramente non tiene alla propria vita.
E sono pochi istanti di fuoco che scorre nelle vene.
Jek vede la scena e di istinto spintona l'ubriacone, tirando Sara dietro di sé.
"Amico la possiamo condividere, non mi dispiacerebbe per nulla."
Sara stringe la presa sulla camicia di Jek, disgustata dalla situazione.
Ma mai quanto Jek, che sente le mani pizzicare dalla voglia di spaccare questa faccia di merda.
Il pezzo di merda sta per allungare il braccio verso Sara, quando qualcuno gli tichetta sulla spalla.
Si volta, trovandosi una bella corvina davanti e sorride lo stronzo pronto a provarci con lei.
Se non fosse che un pugno sul naso gli fa incrociare gli occhi, prima di chiuderli e indietreggiare di qualche passo.
Kim sorride soddisfatta, soprattutto quando vede il sangue colare dal naso e la faccia incazzata del pezzo di merda.
"Brutta puttana."
Continua a sorridere lei, osservandolo alzare una mano pronta a colpirla.
E nella mente già crea un piano per fermarlo e per raggirare l'azione contro se stesso.
Se non fosse che è un'altra mano a fermarlo.
Un pugno sporco di inchiostro ferma il divertimento.
"Prova a toccarla e sarà l'ultima cosa che farai nella tua merdosa vita."
La voce furente del king fa tremare tutti i presenti.
Soprattutto del povero coglione che ha scelto la sera sbagliata per cazzeggiare.
"Si signore, non succederà più."
Alex molla di getto la presa, lasciandolo fuggire goffamente.
Sorridendo soddisfatto dell'effetto che ha sugli altri.
Ma poi si trova lei davanti, nervosa e furiosa.
E il sorriso si trasforma in confusione.
"Non osare più metterti in mezzo.
Fatti i cazzi tuoi."
Mai l'ha vista tanto incazzata, mai ha visto tanto fuoco in uno sguardo, se non nel proprio davanti al peggior nemico.
Rimane confuso, a guardarla andare via insieme a Sara.
Sotto lo sguardo di tutti.
Ecco cosa ha innescato la bomba dentro di Kim.
Non solo lui ancora una volta si è intrommesso nei suoi fatti, ma con questa scenata l'ha fatta finire sotto i riflettori.
E si, Kim non è una persona che si nasconde, anzi per i suoi modi di fare attira spesso l'attenzione.
Ma questa volta è stato diverso.
Ha visto negli occhi di tutti un messaggio ben preciso, cioè che lei è intoccabile perché ha un legame con un king.
E sta cosa le fa girare le palle.
Sale in macchina, stringendo con rabbia il volante.
"Quella enorme testa di cazzo.
Far credere a tutti che sono sua.
Come ha osato?"
Parla tra i denti stretti, senza far caso a Sara che sale in macchina in silenzio.
Capendo che non è il momento di parlare, nemmeno di respirare troppo forte.
"Enorme testa di cazzo.
Pensa che può fare di me ciò che vuole, può scordarselo."
Mette in moto la macchina, godendosi il rumore del motore che pompa quanto il suo cuore.
"Metti la cintura."
Sara esegue senza esserne mettere un fiato, davvero preoccupata per l'amica.
Poiché mai l'ha vista così emotiva anche se in negativo.
Fino ad ora ha sempre conosciuto una Kim fredda e razionale, impassibile e impenetrabile.
Ripensa alla notte in cui la difesa dal suo ex capo, ma anche lì era molto diversa.
Ricorda di averla vista fredda e razionale se non per quel sorriso sadico.
No, nulla in confronto a quello che ha davanti ora.
All'emotivita che le sta facendo tremare le mani.
La vista del battibecco con Alex, ha visto entrambi perdersi nei loro pensieri contorti e mischiati tra loro.
Ha visto qualcosa tra i due, non sa cosa, ma è tangibile.
Tanto presa dalla vita sentimentale dell'amica, non si rende conto che la gara è iniziata.
E si trova a trattenere un urlo mentre il suo corpo viene spinto contro il sedile.
Sposta lo sguardo sull'amica, conoscendo di lei un'ulteriore personalità.
La vista emotiva, la vista sadica, la vista fredda.
Mentre ora, non sa come definirla.
Rilassata stringe in una sul volante, mentre l'altra è impegnata con il cambio.
Un espressione sollevata, come se fosse un tutto con l'auto.
Come se fosse la sua anima a ruggire sotto il cofano.
Come se fossero le sue gambe a correre così velocemente.
Finestrino abbassato, il vento sul viso e lei sembra respirare come mai prima.
Forse ha trovato l'aggettivo per descriverla.
Libera.
Sembra così libera mentre corre su quattro ruote, nonostante sia chiusa in una scatola di ferro.
"Abbassa il finestrino e chiudi gli occhi."
Le sussurra Kim, senza distogliere l'attenzione sulla strada.
Rispondendo alla domanda di Sara.
Perché sembra così libera?
Sara si mette comoda sul sedile, abbassando il finestrino e chiudendo gli occhi.
Sentendo quello che prova l'amica.
Il vento sul viso che la sfida a fermarsi, sentendo il proprio corpo correre più forte.
Sente il motore ruggire sotto di sé, vibrare fino a sentirlo sotto la pelle.
Le ruote girare a un qtqle velocità da sembrare immobili.
Come se fosse il mondo a muoversi intorno a loro e non il contrario.
E si toglie la cintura, rimanendo ancora ad occhi chiusi, lasciando che la guida sicura di Kim la trasporti.
Sente ogni curva, ogni accelerata, ogni cambio di marcia come se fosse lei a guidare.
Come se fosse lei a correre, sentendo persino le gambe pizzicare.
E poi trattenere il respiro, mentre la macchina gira intorno al magazzino senza diminuire la velocità.
E un vortice che stringe lo stomaco e la gola, finché non tornano sulla retta via, rilasciando di colpo il respiro.
Fa male la gola, i polmoni, il petto eppure mai Sara si è sentita tanto euforica.
Libera.
E Kim la osserva con un sorriso sulle labbra.
Felice di vederla lasciarsi andare così tanto, lasciarsi trascinare dall'adrenalina e da quel sentimento selvaggio di libertà.
Di vincere questa gara, ormai non le importa più nulla.
Tanto che anche se supera la linea di arrivo per prima, non deccellera, continuando la sua corsa.
Non volendo svegliarla dalla sensazione che sta vivendo.
Elascia che gli altri la guardiano andare via, accelerando e seguendo una strada senza avere una meta precisa.
E osserva la bionda sollevarsi leggermente dal sedile e affacciarsi sul finestrino.
Sara trattiene il respiro, sentendo l'aria sempre più forte sul viso.
Spalancando gli occhi.
E lo stomaco che si stringe, i polmoni che respirano come mai ha sentito.
Ed è libertà.
Nell'oscurità della notte, su una strada illuminata solo dai fari della macchina.
Sente dentro di sé una voce che le si ferma in gola.
"Lasciati andare Sara."
Sii libera vorrebbe dirgli, ma non ha bisogno di parlare.
Sara a già capito.
Ed urla, lasciando andare tutte le catene che l'hanno imprigionata fino ad oggi.
Un grido disperato eppure felice.
Felice di vincere contro il vento che gli tempesta contro.
Di aver il coraggio di urlare di esserci anche lei a questo mondo.
Di ogni ricordo felice che ora gli rende lucidi gli occhi, lasciando che quelli brutti brucino tra l'asfalto e la gomma delle ruote.
Lontano da lei.
E Kim urla insieme a lei, lasciando che l'adrenalina si impossessi di lei, dandole l'euforia.
Sapendo bene che l'effetto finirà appena il motore sotto di sé smetterà di ruggire.
Ma non importa, non è importante dirlo a Sara.
L'unica cosa davvero essenziale e urlare esuefatti come se fossero sotto l'effetto di una dose massiccia di droga.
Abbandonando il passato, il presente e il futuro a un alba che arriverà tra molte ore.
E Alex?
In questo momento non è sicuramente nei pensieri di Kim.
Anche se quest'ultima non vuole lasciare i suoi.
È rimasto immobile, senza riuscire a dare fiato nemmeno a una imprecazione verso quella demone.
La guardata correre, rimanendo rapito come molti altri.
Conoscendo finalmente la bravura della donna che ha già vinto molte altre gare.
Da dov'è uscita questa donna?
E come fa a conoscere questo mondo tanto quanto Alex?
"So cosa ti stai chiedendo.
Ma non ci sono risposte."
Lo affianca Massi, riuscendo a leggere nei pensieri dell'amico.
Anche perché è una domanda che si fanno tutti.
Chi è Kim Dich?
"Ho girato in tutti i sistemi possibili.
Da quelli fiscali, penali, persino scolastici.
Nulla fino allo scorso anno, di cui non si sa niente comunque."
Alex ora è davvero preoccupato.
Conosce le capacità di hacker dell'amico e gli sembra quasi assurdo che non abbia trovato nulla su di lei.
"L'unica cosa che so, è che è cresciuta in casa famiglia.
Ma qualsiasi cosa sulla sua permanenza in casa famiglia è top secret."
Non sono notizie nuove, già Jek gli ha dato le stesse informazioni.
Ciò che lo stordisce è che nonostante Massi stia lavorando da quasi un mese, su quella donna non si sa nulla.
Niente.
Un fantasma con forse un passato talmente scomodo da essere cancellato dallo stato stesso.
"Il resto direi che è poco utile.
Vive con la biondina in villa Queen.
Frequenta una palestra poco fuori città, l'unica pulita in circolazione.
Per il resto passa da gare a incontri di lotta."
Alex stringe le mani frustrato, perché ancora una volta sono notizie inutili che già sa.
Il problema è quello che non sa di lei.
E soprattutto scoprire se l'effetto che ha su di lui, lo subisce anche lei.
Sente il rumore delle auto tornare indietro ed è lì ad aspettarla, pronto a discutere di nuovo con lei.
A chiederle perché di quella reazione.
Se non fosse che lei supera il traguardo per prima e non si ferma.
Anzi accelera andando via, lasciando solo la polvere dietro di sé.
Alex stringe ancora di più i pugni, fino a sentire le nocche sbiancare e duolergli i palmi delle mani per le strette.
Lei è andata via lasciando una discussione a metà, senza dargli la libertà di ribattere.
Ma infondo sa che non è colpa di lei.
È lui che non ha saputo rispondere.
Si è ritrovato con le spalle al muro, inchiodato da due lastre di ghiaccio, senza pietà.
La difesa davanti a tutti, mettendo in chiaro che lei è intoccabile.
Avrebbe dovuto ringraziarlo, invece gli ha ringhiato contro indemoniata.
Cancellando quel leggero flirt che si era creato nel locale prima dell'annuncio.
La sentita sospirare per la presenza, pronto a baciarlo.
Per poi finire per fulminarlo con uno sguardo.
È assolutamente assurdo, non glie mai successo prima.
E in più, non gli resta che la polvere rilasciato dalla sua fuga.
Ma non è l'unico rimasto immobile e confuso.
Anche Jek non ha ancora fiato in gola per sospirare.
In un angolo dietro a tutti gli altri, fissa l'angolo della maglia che poco prima era stretto nelle mani di Sara.
Stava per uccidere a mano nude il verme che ha osato toccarla, ma questo pezzo di stoffa stretto nelle mani di lei l'ha distratto.
Era dietro lui, protetta dal suo corpo, a stringerlo a se come se fosse l'unico per lei.
Facendolo sentire potente come mai si è mai sentito.
Ha stretto in mano una pistola, ha visto paura e rispetto negli occhi della gente che lo guardano.
Eppure non si è mai sentito così potente come quando lei si è stretto a lui.
Già la notte che Sara è andata a vivere da Kim la stretto a se.
Ma non in questo modo, non con tanta forza e senso di bisogno verso di lui.
Lei aveva bisogno di lui, di stringerlo a se, di essere protetta da lui.
Facendolo sentire l'unico uomo per lui, un uomo davvero.
Entrambi gli amici non osano guardarsi intorno, non osano fare vedere cosa hanno dentro di sé.
Cosa si rispecchia nei loro occhi.
Possono solo rimanere prigionieri nelle sensazioni che quelle donne hanno lasciato in se.
Chiedendosi se quelle donne li renderanno mai liberi, legandosi a loro.
Ed è strano questo concetto di libertà.
Come può una scatola chiusa di ferro dare un senso libertà.
Come può un sentimento astratto dare un senso di prigionia.
Eppure è così.
L'unica certezza che si ha è che siamo tutti alla ricerca della libertà, nonostante non si sappia come raggiungerla.
Nonostante a volte la si confondi con l'euforia.
Con una droga che rende dipendenti e prigionieri di un vizio.
E allora, cos'è la libertà?
Può davvero essere la dipendenza da adrenalina, da un sentimento che si lega a un'altra persona, da un vizio?
Forse si, o forse ci si illude di essere liberi guidati da un'illusione astratta e euforica.
La verità è che tutti cerchiamo la libertà.
Ma la cerchiamo in un qualcosa che ci lega e ci imprigiona a un'altra persona.
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