L'amore è un bellissimo fiore, 

ma bisogna avere il coraggio di coglierlo sull'orlo di un precipizio.

Stendhal

Durante la vita sono stata chiamata in molti modi e, ancora oggi, al tramontare dei miei giorni, non riesco a ricordarli tutti. Ora sono solo una donna che attende che la fine sopraggiunga più velocemente di quello che i curatori e i miei sudditi sperano. Avrei potuto spegnermi così, senza lasciare null'altro che l'eco delle mie gesta a raccontare cosa fu la mia esistenza, ma adesso sento il bisogno di narrare la verità, prima che il canto dei bardi si alzi verso il cielo.
Non ho la pretesa che queste mie parole siano interpretate come la confessione di chi cerca la redenzione: ho le mani lorde di sangue e il cuore colmo di sentimenti che non hanno nulla di virgineo. Probabilmente le sacerdotesse di Ellaria inorridirebbero a sapere di quali colpe mi sono macchiata.
Non ho mai sperato di riposare nelle terre di Avalon, nemmeno quando credevo di avere qualcosa da dare al mondo. Ho regnato per più di mezzo secolo, cercando di essere la degna erede di mio padre, e ho visto accadere tante cose, molte delle quali troveranno compimento quando la mia anima cavalcherà i venti.
Sono stata figlia, sorella, amica, amante, guerriera, usurpatrice, regina. E infine sono stata una madre. Sono scappata, ho ucciso per sopravvivere, ho combattuto, ho assassinato un uomo per ascendere al trono e ho riportato agli antichi fasti la Britannia. Ho vissuto una vita degna di essere vissuta. Non mi pento delle azioni che ho compiuto, anche se nella mia anima si cela il rimorso per altrettante che, forse, non mi avrebbero portato a perdere ciò che avevo di più caro. Ma in questo frangente, con l'approssimarsi della mia ora, spero di poter fare ammenda confessando ciò che accadde.
Io sono Sigrid Pendragon, secondogenita di re Artù e figlia di Morgana, regina di Britannia e di tutte le sue isole. E questa è la mia storia.