capitolo 29 se è semplicemente felicità?

Una lunga tavolata è stata apparecchiata, forse per la cena più numerosa che villa the Queen abbia mai visto.

Nell'ultima settimana Kim e Carter hanno portato avanti la gravidanza in silenzio, gli unici a saperlo sono Stefano che la rapita per mezza giornata a fare analisi su analisi e la piccola Sara che si limita a sorridere ogni volta che Carter accarezzarle la pancia quando nessuno guarda.

Ci ha messo un paio di giorni a decidere Kim, il fatto che solo in due della loro famiglia sapessero della loro gravidanza, le dava quasi fastidio, un ipocrito fastidio.
Non è neppure questione di sincerità o fiducia, non è una prova di lealtà ma semplice condivisione.

Tutti insieme hanno condiviso rabbia, guerra, sangue e dolore ed ora che la felicità scorre nel suo ventre è quasi viscerale e essenziale condividere con la sua famiglia.
Così, dopo aver avuto l'ok di Stefano che la loro felicità sta bene, ha mandato un invito a suo padre per una cena importante.
E quella cena è stasera, tra pochi attimi.

Seduta sulla sua poltrona sospira, guardando i ragazzi spostare mobili e aggiungere sedie, le ragazze addobbare la lunga tavola in genere usata per le riunioni di guerra, ma non stasera, stasera questa tavola sarà culla di felicità.
Spera e sospira.

"Tutto bene tesoro?"

Le chiede Sara sedendosi sul bracciolo, guardandola con dolcezza e accarezzandole il dorso della mano che Kim tiene sulla coscia.
Vorrebbe toccarsi la pancia, ha questo istinto giorno e notte, forse se potrebbe la incollerebbe con la colla li.
Ma  invece la tiene sulla coscia, ancora per un po', almeno finché tutti non conosceranno la sua felicità.
Sospira e annuisce, non vuole parlare e Sara lo capisce, ma da brava amica non fa domande limitandosi ad avvicinarsi a lei.

Si abbassa posando la fronte sulla sua, occhi chiusi e sospiro dolci tra di loro, e come se respirasse la paura che Kim trattiene con ansia in gola, sente la sua anima tremare e accoglie ogni suo malessere con un bacio sulla fronte.
Come in genere invece da sempre Kim con lei.

"Te lo giuro, andrà tutto bene tesoro.
Hai una famiglia con te che ti ama e amerà felicità con te, con Carter, con voi."

È strano l'effetto calmante che Sara ha su di lei, quasi morfina che le fa tornare il sospiro lento e il battito regolare.
Annuisce, aprendo gli occhi, andrà tutto questa volta davvero, perché ha bisogno che vada tutto bene.

Vedendo che non c'è nessuno nelle vicinanze, si permette una carezza sulla pancia, cercando di trasmettere tutta la sua speranza a felicità.
Non sa il sesso della bambina o bambino, non vuole saperlo perché sinceramente non gliene frega un cazzo, per lei è pura felicità ed è così che la o la chiama, felicità e Carter, Sara e Stefano hanno preso lo stesso vizio.
A che serve un nome, il sesso, se è semplicemente felicità?

"Sono arrivati."

Le avvisa Carter fermo sulla porta, e Kim per la prima volta sente l'ansia, quel brivido di paura e incertezza che non ha mai provato in vita sua.
Si alza e si incammina verso l'ingresso, alla sua destra l'uomo che ama, alla sinistra la donna che ama e intorno a lei la famiglia che ama.
Semplice felicità, la porta viene aperta.

"Ecco la mia nuora preferita, dio Kim sei sempre più bella e più cazzuta."

Il primo a entrare è Albert che subito si lancia su Kim abbracciandola, nonostante sappia quanto lei odi le effusioni in pubblico o forse proprio perché lo sa.
Deve essere sicuramente così, perché quando Kim prova a scappare lui la stringe di più sussurrandole all'orecchio quanto sia cucciolosa.

"Questa cucciola ti sta per strappare l'orecchio a morsi, ti piace il look alla Van Gogh?"

Albert si stacca all'istante, alzando le mani in segno di resa, perché è bello giocare con un cucciolo ma quando inizia a ringhiare e meglio fare molti passi indietro.

Elia invece saluta con un semplice gesto del capo nella sua solita timidezza e gentilezza.
Kim osserva il cambiamento nel suo sguardo più sicuro, nella sua postura dritta e fiera e nel suo sorriso finalmente pieno di vita.
Sa con certezza, e non solo perché glielo ha riferito Albert, che Elia ha ritrovato la sua autostima nel ruolo che copre e che ha un altro carattere quando affronta le riunioni importanti.

I prossimi sono Kevin, Maria e le bambine.
Lui si limita a un cenno di saluto, sempre con una certa riverenza, rispetto e soprattutto timore verso Kim e a lei questo piace da impazzire.
Diverso per quanto riguarda Mary che la saluta con un abbraccio e un bacio sulla guancia per poi lasciare posto alle bambine mentre lei va a salutare le altre.

Kim si piega leggermente baciando le bambine una a uno, sotto lo sguardo vigile di Carter che le sussurra più volte con lo sguardo di fare attenzione.

"Allora mia dolce nuora, chi manca?"

Chiede Albert dopo aver salutato gli altri, stringendo tra le braccia la piccola Miller e Kim sussulta.
All'improvviso lo immagina con Felicità Miller tra le braccia, a stringerlo con amore come ora sta facendo con Kessie.
Trattiene il fiato, osserva tutti, immagina mille scenari di Felicità con la sua famiglia, poi per fortuna qualcuno interrompe la sua ansia.

"Manca la persona più importante Albert, suo padre."

Black fa il suo ingresso, andando subito ad abbracciare la figlia con sguardo di sfida verso Albert.
Tra i due c'è un divertente battibecco tra chi dei due sia il preferito di Kim, considerando al fatto che al compleanno hanno giocato a chi fa il regalo più bello a Kim, lei non ha nulla di cui lamentarsi.
Ma si devono decisamente arrendere, nessuno dei due è il suo preferito.

"Poche parole, tanto vuole più bene a me."

Black si fa subito da parte e Kim si piega per abbracciare forte suo fratello Jordan.
Il piccolo è ancora minuto tra le sue braccia, ma Kim può solo sorridere nel sentirlo più in carne e più in forte rispetto a mesi fa.
Sembra passata una vita da quando lo ha stretto l'ultima volta e lei lo stringe forte affogando nel suo profumo di talco così diverso dall'odore di medicinali che aveva l'ultima volta.
Si allontana leggermente per prendergli il viso tra le mani, sfiorando con la punta delle dita i capelli corti che stanno iniziando a crescere, baciandogli tutto il viso facendolo ridere per il solletico.

"Mi dispiace amico, non c'è gara."

Albert consola Black, mettendogli una mano sulla spalla con una finta teatralità come espressione, alla fine facendo scoppiare tutti a ridere.

Alla fine anche Sharon la saluta con dolcezza, con un bacio sulla guancia, e gli occhi lucidi.
Kim non sa più tenere conto delle volte in cui gli ha detto grazie per aver salvato Jordan.
Ma dopo che all'ennesimo ringraziamento Kim ha alzato la voce dicendole che Jordan è carne della sua carne, sangue del suo sangue e che era quasi offensivo ringrazziarla, sharon si limita a sorridere coj gli occhi pieni di gioia.

"Direi che ci siamo tutti.
Vi invito a seguirci in sala, io e le ragazze ci abbiamo messo tutto il pomeriggio a preparare, perciò e meglio che non si raffreddi."

L'espressione severa di Mary non permette contraddizioni, così tra risate e chiacchiere tutti la seguono e prendono posto occupando tutta la tavolata, ci sono proprio tutti.

I coperchi vengono tolti da pentole e vassoi e appena anche le ragazze prendono posto la cane può iniziare.
Non ci sono camerieri, nessun cuoco stellato ha preparato la cena, in ogni prelibatezze c'è semplicita e amore e i vassoi vengono passati da mano in mano, proprio come in una Classica famiglia.

Kim mangia con piacere guardandosi intorno, le chiacchiere riempiono la sala, chi commenta l'ultima partita, chi a rammentare i vecchi tempi e chi racconta qualche barzelletta facendo ridere in molti, mentre le bambine parlano tra di loro sporcandosi il viso di sugo.

Mary e Sara corrono da loro per aiutarle a pulirsi e la mente di Kim scappa dalla realtà ancora una volta.
Felice è lì con loro, a giocare con il cucchiaio nel piatto facendo schizzare il sugo su di sé e sulla tavola, con il sorriso più bello del mondo in viso.

Kim è lì vicino, a pulire il visetto paffuto e a baciarlo con ogni scusa possibile, Black gli ha portato un giocattolo con cui gioca mentre Kim gli imbocca la cena, per poi essere preso in braccio da Albert è iniziare una competizione con Black su chi sia il nonno preferito.

Gli altri lo riempiono di coccole e vizzi e le ragazze litigano per chi lo prende in braccio, facendo sorridere Felicità.
Carter  sgrida quando fa i capricci ma Kim è già lì a consolare, non ce la fa davanti a un musetto così dolce.

Carter le sfiora la mano facendola tornare alla realtà con una espressione preoccupata, lei annuisce come a dire che va tutto bene, anche se è troppo confusa per dirlo con certezza.
È da giorni che queste visione, allucinazioni, la allontanano dalla realtà.
Il vero problema è che non sempre sono positivi e torna una leggera ansia.

La cena continua, Kim non riesce a sentire una parola completamente assorta nell'ansia con una leggera nausea che le sale in gola.
Il dolce viene servito, un dolce al cioccolato, il suo preferito a dirla tutta, eppure Kim non riesce neppure ad assaggiarlo.
Black prende la parola.

"Sono felicissimo di essere qui con tutta la  famiglia, ma Kim devo chiedertelo.
Perché siamo qui?"

Il silenzio cade pesante, tutti gli occhi sono su di lei che si alza all ricerca del coraggio che fino ad ora non le è mai mancato.
Prova a parlare, apre le labbra ma alla fine corre via verso il bagno più vicino con ormai la nausea diventata vomito.
Sente voci fuori dalla porta mentre riversa nel water tutta la cena e forse anche i biscotti che ha mangiato pomeriggio.
Restano i succhi gastrici nella gola e il sapore di schifo in bocca, le voci che chiedono cosa abbia fuori dalla porta.

Tira l'acqua, si sciacqua il viso e si guarda allo specchio.
Si sente ridicola, ha combattuto battaglie e ora ha paura di cosa?
Si posa una mano sulla pancia, ha giurato di amarlo e proteggerlo con la sua stessa vita.
E ridicolo, si guarda allo specchio un solo attimo e poi lascia la stanza.

Fuori dalla porta ci sono tutti, tranne le bambine che sono rimaste con Sara a giocare.

"Kim..."

Chiede Kessie preoccupata, facendo un passo avanti e Kim sposta lo sguardo su Carter poco lontano.
Non dice una parola, non lo farà, è stata proprio lei a dirgli che voleva dare la notizia.
È il suo compito, un lungo respiro...

"Sono incinta."

Nessun giro di parole, fan culo al bel discorso che si era preparata sulla famiglia, sull'amore e altre dolci cazzate ormonali.
Caccia fuori tutto, le mani finalmente sulla pancia come dovrebbe sempre essere ed è pronta a tutto.

E pronta alla confusione, a sentirsi dire che è una stupida a fare un figlio in un momento come questo, a quanto sia sconsiderato da parte sua creare una vita con tutti i problemi mentali che ha.
E pronta a combattere, a tutto, ma forse non era pronto a questa.

"Si, diventerò zio."

Urla Jordan lanciandosi su di lei, seguita poco dopo dalle ragazze che piangono di gioia abbracciandola e parlando già di quante cose compreranno.
Kessie la abbraccia più delle altre, con le lacrime a rigargli le guance e un sorriso pieno di amore.

Appena si stacca, viene stretta da Alex anche lui in lacrime come poche volte.

"Dio Kim, sono così felice.
Ti meriti questa felicità, ti meriti ogni cosa ed io sarò il suo zio preferito.
Zio Alex, cazzo se suona bene."

I ragazzi iniziano a litigare su chi sarà lo zio preferito, mentre abbraccio Kim e Carter, che intanto si è avvicinato a lei.
Kim non respira, vive della felicità che legge negli altri, di Felicità che è dentro di lei.

Si avvicina Simon, non la abbraccia, osa posare la mano sulla pancia e lei trema.

"Questa è la luce che serviva in questo mondo del cazzo.
Non è ancora nato o nata, ma ha già una famiglia pronta ad amare e proteggere.
Sempre Kim."

Forse le parole di Simon sono proprio quelle che lei sperava, quelle di cui aveva bisogno per tornare a respirare.
E piange, per la prima volta in vita sua piange, e non sono gli ormoni.
Ora sa cos'è la felicità, la vita, la più pura forma di amore che può esistere.

Anche Sharon la abbraccia sussurrandole quanto si una cosa bella e quanto sia felice per loro.
Albert arriva subito dopo, più attento e gentile a stringere delle altre volte

"Sarò bisnonno, cazzo se sono vecchio."

E tutti scoppiano a ridere, anche Kim asciugadosi le lacrime sulle guance.
Sono dolci queste lacrime, calde e piacevoli al tatto, ma avrebbe pensato che le lacrime potessero essere così piene di amore.

Poi silenzio, tutti si spostano e davanti a lei c'è Black.
Lui trema immobile davanti a lei, gli occhi pieni di tante emozioni che Kim non sa decifrare.
Si rende conto che questa era la sua paura maggiore, è questo confronto che le ha dato più ansia da quando lo ha invitato a cena.

Come si comporta un padre scoprendo che la figlia è incinta?
Come si comporta una figlia nel dire a un padre che è incinta?
La sgriderà?
Le dita che non è il momento?
Se ne andrà indignato come troppe volte a visto padri abbandonare le figlie?

No, lui crolla in ginocchio, con gli occhi rivolti alla figlia.

"La mia bambina avrà un bambino."

Sussurra, sorride e anche le sue guance rigate da rughe e anni si macchina di lacrime.
Kim annuisce e rilascia il respiro trattenuto per troppo tempo quando il padre posa la pronte e le mani sulla pancia ancora troppo piatta.
Nessuno osa parlare, nessuno ora rovinare il momento, un momento solo loro.

"Sono il tuo nonno e non so se sei maschio o femmina, se avrai gli occhi di madre o tuo padre e non so neppure il tuo nome, ma ti amerò con tutto il cuore.
Spero che tua madre possa perdonare la mia assenza nella sua e che possa fare ammenda con te piccola felicità."

Maledetti ormoni, Kim e di nuovo in lacrime e di slancio prende le mani del padre e lo aiuta a tornare in piedi per poi lanciarsi tra le sue braccia.
E la prima volta che è lei ad abbracciarlo di sua iniziativa e Black sente finalmente sua figlia.

La stringe a se sentendola tremare e assorbendo fino alle ossa le sue emozioni.
Prova con Jordan queste sensazioni ogni volta che lo abbraccia, ma con Kim è diverso.
E come se in questo abbraccio sentisse ogni anno della sua vita insieme mancata, tanto poco basta a sentirsi finalmente suo padre e sentirsi degno di esserlo finalmente.

E Kim si sente figlia prima di essere donna e madre, torna bambina tra le braccia di suo padre.
Ecco cosa si sente a essere figlia, sentirsi una bambina nonostante sia una adulta, una donna che presto a sua volta diventerà genitore, ma per ora è una bambina che piange tra le braccia di suo padre.

Un ginocchio sbucciato che viene guarito da un bacio sulla bua, una bicicletta tra le mani forti del padre mentre lei pedala e grida di lasciarla andare, un brutto voto a scuola da consolare e un bel voto da festeggiare, ogni cadelina di compleanno spenta insieme, correre da lui a causa di un brutto sogno.
Essere figlia, finalmente essere semplicemente figlia e lui semplicemente padre, semplice felicità come Felicità che vive nel suo ventre.

"Ti ho già perdonato papà."

E vale più di mille ti voglio bene, appena un sussurro che rimarrà nel loro abbraccio e tanto basta a sentirsi felici e completi.

Appena il momento finisce, tutti si spostano in soggiorno, chi seduto sui divani, su sedie e alcuni anche per terra mentre Kim è comoda sulla sua poltrona e Carter seduto sul bracciolo vicino a lei.

Gli altri hanno iniziato a parlare di culle da comprare, seggiolini da montare in macchina, tutine viste ultimamente in qualche vetrina e la mente di Kim vola ancora una volta, ma questa volta è semplicemente un sogno ad occhi aperti.

Felicità è lì tra loro che gioca a vola vola con zio Alex mentre zio Cam gli fa le boccacce.
Massi e li attento che non cade mentre Jek e Nik fanno tante anzi troppe foto per poi pretendere di prendere anche loro Felicità ma non c'è gara.
Kessie lo ha già rubato dalle loro mani per portarlo a fare pappa mentre Sara avvisa che dopo farà il bagnetto.
Jordan giocherà con lui dopo, lo vuole portare al parco e i nonni partono protettivi a dire che è troppo piccolo per andare al parco e Stefano con Camilla si fanno avanti dicendo che l'aria all'aperto fa bene ai piccoli.
Per fortuna c'è Sharon a placare i due nonni.
Simon invece...

"Te lo avevo detto che sarebbe andato tutto bene."

E guarda Carter, loro due nel lettone con Felicità in mezzo a loro, a fare le notti in bianco, a preoccuparsi per la prima febbre e applaudire ai suoi primi passi.
Ha gli occhi di suo padre, il suo sorriso quando fa le marachelle e i suoi capelli biondi grano.

Simon che lo prende in giro perché ha scambiato serate in discoteca per serate con pannoloni e biberon e...

"Kim."

Il Simon del presente si ferma davanti a lei, la faccia preoccupata e i pugni tanto stretti da sbiancare le nocche.
Cala il silenzio, la preoccupazione assale tutti, la felicità del momento viene messa da parte e Kim capisce che i suoi sogni su Felicità devono aspettare.

Si alza in piedi, Simon stringe un telefono in mano, una chiamata che non può aspettare.

"Fernandes."

La felicità dura sempre troppo poco, per ora...

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