capitolo 17 una leggenda urbana

Arrivati nelle vicinanze del locale, Kim inizia a rallentare.
Non le sembra il caso di farsi annunciare con una sgommata.

"Tre guardie all'entrata.
C'è un vicolo di fianco con una entrata di emergenza e una seconda entrata per arrivare all'appartamento."

Simon, come sempre comodamente nel suo ufficio, da indicazioni a Kim e agli altri, ormai in arrivo.
Il cielo senza stelle e la zona poco illuminata è chiaramente un segno che almeno una cosa stasera andrà bene.

Una volta fermata la macchina, Kim e Alex si stanno già armando di pistole e silenziatori mentre Sara si guarda intorno ansiosa e confusa sul cosa lei dovrebbe fare.
Sembrava una così bella cosa finalmente entrare in azione, ma ora non sa davvero che le è passato per la testa.

Per fortuna ogni angelo custode ha il suo demone protettore.

"Sara, tu sali su da Maria e le altre, Simon ti indicherà la via attraverso questo auricolare.
Rimani lì fino al mio arrivo e trova una bottiglia con cui difenderti."

La battuta di Kim sulla famosa scena della bottiglia, le ruba un sorriso.
Grata prende l'auricolare sfiorando le sue dita, come se così potesse trasmetterle quanto si sentirebbe persa senza di lei.

Sara se ne va e Kim dopo aver avvisato Simon di isolare dall'azione l'auricolare della biondina, chiude definitivamente il buonismo per questa sera.
Sorride illuminata dalle macchine degli altri che si fermano davanti a lei, dandole un aspetto ancora più infernale di quanto sia.

Le fremono le mani, ha aspettato questo momento per settimane e la speranza che ci sia davvero Fernandez le fa dilatare gli occhi e sorridere folle.

" Situazione?"

Chiede Carter sistemando anche lui l'arma dietro la schiena e un caricatore di riserva in tasca.
Aspetta che Simon entri nelle telecamere interne e intanto osserva lo sguardo sognante di Kim.
E perverso pensare a quanto sia sexy in questo stato di follia?
Forse si, ma ormai l'eccitazione che li accomuna già scorre nelle vene.

"In realtà poca roba, tre guardie fuori e una decina all'interno.
Il capo è probabilmente è quello che sta parlando con Kevin.
Disarmato."

Come è potuto succedere che Kevin sia stato preso così tanto in contrapiede?
L'ultima volta che sono stati qui aveva un numero esagerato di uomini a fargli da guardia, mentre ora che è davvero in pericolo sembra quasi essere da solo.
Carter si segna di fargli un bel discorso sulla sicurezza.

"E no Kim, nessun segno di Fernandez."

Il sorriso di Kim muore all'istante e quasi sul viso le si forma una smorfia da bambina delusa.
Mai una gioia nella sua vita, infondo voleva solo fare a pezzettini un uomo cattivello, non ha chiesto tanto.
Sospira, per stasera dovrà accontentarsi.

Attraverso lo schermo di un PC tra le mani di Massi, Kim studia un piano di azione e velocemente divide i ragazzi tra le diverse entrate in modo da arrivare alle spalle delle guardie.

"Ho guardato le registrazioni di stasera.
Sembra che ci sia stata una esplosione e dopo qualche secondo tutti gli uomini sono svenuti.
Dopodiché sono stati tutti legati, tranne Kevin."

Sicuramente hanno usato delle bombe ad effetto sonnifero, furbi non hanno nulla da ridire e questo spiega perché Kevin sia stato preso in contrapiede.
Sistemati le ultime cose, ci pensa Massi ad aprire loro la strada.

"Maria si è salvata perché era nel magazzino sul retro, deve essere uscita dal retro passando innoservata."

Finisce di spiegare Simon, chiudendo con le spiegazioni di come siano finiti in questa situazione.
Intanto Massi impugnando un fucile di precisione, bastano tre colpi veloci e silenziosi che le tre guardie sono al tappeto.
Sarà anche un nerd, ma Massi è il miglior cecchino nel gruppo, quasi la sua mira è paragonabile a quella di Kim.

"Resta qui Massi e controlla l'esterno, facci sapere se arriva qualcuno."

Lui annuisce facendo un passo indietro, lasciando agli altri il passo di fianco a Kim.
Osservando le armi di tutti, la the Queen avvisa tutti di usare il silenziatore, perché vuole un gioco pulito e soprattutto silenzioso.
Anche perché al piano di sopra ci sono delle bambine e non vuole spaventarle.

"Ci togli sempre tutto il divertimento.
Uffi."

Sbuffa Alex, seguendo gli ordini e facendo scoppiare tutti a ridere.
Ormai è quasi folle che in una situazione i ragazzi sembrano dei ragazzi al parco gioco e non uno scontro che farà sicuramente versare sangue.
È semplicemente la loro normalità, le altre famiglie organizzano gite in campagna o serate al cinema, loro invece sono persone semplici che si accontentano di ammazzare la gente insieme e in allegria.

"Poche storie bambini, cerchiamo di tornare seri.
Simon voglio che tieni d'occhio la porta dell'appartamento, Cam vai anche tu da Maria e porta con te un paio di ragazzi."

Tornati seri ognuno esegue gli ordini, nonostante l'ilarità nella loro natura Kim non permette mai errori, soprattutto non stasera.
Kevin è sotto mira, per non parlare delle bambine poco lontano dal loro appuntamento romantico.
Perciò dovranno essere veloci e molto precisi, per quanto l'interno è abbastanza sotto controllo.

Carter apre una delle porte d'emergenza facendo da strada a Kim.

"Stai perdendo il tuo tempo, puoi anche uccidermi ma non ti dirò mai dove sono le bambine e Maria."

La voce di Kevin risuona superando la musica rimasta accesa che fa da sottofondo, Kim nascosta dietro al bancone del bar, osserva attentamente i suoi uomini nascondersi dietro alle numerose collone così da essere vicino a ogni guardia sconosciuta.
Immobili in attesa del segnale di Kim.

Sta per dare l'ordine, quando l'uomo sconosciuto dice qualcosa di interessante.

" Lo vedremo.
Appena arriverà un caro amico di Fernandez, vedrai che ti si scioglierà la lingua.."

L'attenzione di Kim è completamente assorta ad ascoltare, cullata dal respiro sensuale sul collo del suo uomo.
Sesso e guerra, deliziosa energia che la carica sempre di più.

"Ti sei messo in un brutto guaio, il tuo vecchio capo ha molte conoscenze importanti in questa città.
Persone davvero di rilievo e importanza."

Interessante, davvero interessante, si dice Kim continuando a tenere d'occhio la situazione.
Con vecchio capo intendono sicuramente Fernandez e le informazioni che sta raccogliendo possono essere una risposta ai problemi che i loro affari stanno avendo ultimamente.
Ma le manca ancora un pezzo del puzzle.
Chi è il collegamento di quel bastardo con la sua città?

Nota Kevin diventare sempre più nervoso, sicuramente preoccupato per la sua famiglia al piano di sopra.
Così decide di muoversi, vuole saperne di più e il nervosetto potrebbe rovinarle i piani.

Fa segno a Carter di coprirla, così si muove lentamente con i suoi passi coperti dalla musica in sala.
Tenendo mente la mappa che ha mostrato loro Massi, cerca la giusta angolazione per farsi vedere solo da Kevin.

Lo stronzo credendosi un cattivo dei film continua il suo sproloquio di conquista della città e le solite cazzate ormai diventate noioso ed è così preso bene da non accorgersi di uno sguardo sfuggente.
Quanto basta a Kevin per vedere Kim e calmarsi completamente.

Lei è qui, conoscendola con un buon piano e un buon porto d'armi.
La sua famiglia è sicuramente al sicuro, perciò ora può prendersi anche un proiettile in fronte.
Non serve un genio per capire che se non è ancora intervenuta e perché vuole qualcosa e lui è ben disposto a prendere tempo.
Mette la sua intera vita, esistenza, nelle mani di questa donna ancora una volta.

" Non hai paura dell'Angel killer?
Io sono sotto la sua protezione."

Kim sorride, capendo il gioco di Kevin per capirne di più e per prendere tempo, non è allora così stupido.
Lo stronzo scoppia a ridere, teatrale si tiene anche lo stomaco e Kim inizia ad immaginare un bel coltello a estirpargli le budella aprendogli la pancia, naturalmente il tutto mentre è ancora vivo.

" Io non credo in queste cazzate.
È solo una leggenda.
Un uomo che nessuno a mai visto, affiancato da una donna che si fa chiamare la the Queen, ridicolo."

Fan culo, a parte che il suo sopra nome è colpa di Jek e della sua poca fantasia, ma dopo tutte le belle sanguinose cose che ha fatto essere definita una legenda è davvero un offesa.
Si porta due dita sotto al mento con aria pensierosa, forse dovrebbe prima tagliargli la lingua e fargliela mangiare, così imparerebbe l'educazione.

"Sta arrivando un po' di gente, un uomo seguito da quattro uomini.
Due si fermano fuori."

Li aggiorna Massi e pochi secondi dopo la porta si apre facendo entrare finalmente l'ospite donore.
E Kim sorride, dio che deliziosa serata, si segna mentalmente di mandare un cesto di ringraziamento a Kevin.

"Cazzo Garcia, c'è ne hai messo di tempo."

Ora il puzzle è sistemato a dovere, in una bella cornice.
Il collegamento di Fernandez è la talpa nella polizia, lo stronzo che ha messo le false prove a casa di Victor e che lavora per il bastardo che vuole incastrare Kim.
Il cerchio perfetto, o meglio due piccioni con una fava.

"Rilassati Hunt, dovevi avvisarmi prima di questa tua bella idea, ti ricordo che se non lavoro io in centrale tutti va a puttane."

Kim incrocia lo sguardo di Carter trovando nei suoi occhi la stessa determinazione, anche lui ha fatto gli stessi collegamenti ed è quasi sicura che anche gli altri hanno ormai il suo stesso quadro completo.

Intanto Garcia e il suo amico si scambiano un breve saluto e il poliziotto corrotto prende il suo posto davanti a Kevin puntandogli ora lui l'arma contro.

" Allora.
Dove sono le bambine?"

Kim, ormai annoiata, piena di informazioni, decide che è ora di terminare questa bella festa.
Attraverso l'auricolare ordina a Massi di creare un diversivo verso il magazzino tra qualche secondo per poi dare il via ai ragazzi che hanno già capito le sue intenzioni.
Ormai capaci di muoversi allo stesso passo, in qualsiasi occasione.

"Garcia è mio."

Sussurra in fine a Carter con un sorriso eccitato sulle labbra.
I suoi uomini si muovono veloce, quelli fuori hanno sicuramente già fatto pulizia, ora c'è solo da fare ordine all'interno.

" Ti dirò dove sarai tu tra poco."

Risponde strafottente Kevin, sorridendo sicuro di sé.
Hunt non capisce il suo cambiamento d'umore, perché fino ad ora lo ha visto preoccupato arrivando persino a sudare a freddo, mentre invece ora sembra immune all'arma puntata addosso.

Fa un passo in avanti allarmato, ma Garcia così pieno di sé lo ferma con un sorriso ancora più strafottente.

"A si?
E dove?"

Per puro caso, parte l'antincendio nelle cucine e nel magazzino.
Il tutto dura davvero molto poco, il rumore assordante copre i loro e la distrazione verso il retro è abbastanza da diventare le pedine sulla scacchiera della the Queen.

" Nel mio inferno."

Garcia vorrebbe girarsi verso la voce femminile alle sue spalle, ma la canna di una pistola sulla nuca gli crea un nodo in gola.
Con la coda dell'occhio cerca aiuto da Hunt, peccato che anche lui sia in ginocchio sotto la minaccia armata di Carter.
E i suoi uomini?
Morti a terra per mano degli uomini dell'Angel killer, la loro stessa trappola ora è diventata la loro tomba senza nome, una fossa comune.

"Chi sei?"

Che peccato, dove è finita tutta la sua superbia e arroganza?
Creature davvero fragili gli infami, basta la puzza di polvere da sparo per togliergli le palle.
Deludente.

Kim intanto sorridere, premendo il ferro sulla nuca del l'uomo fino a sfiorare la colonna vertebrale ora gelatina sotto la sua arma.

"Una legenda, di quelle brutte, di quelle che si nascondono sotto i letti o nei tuoi incubi peggiori."

Gli sussurra all'orecchio con un mix di sensualità e crudeltà, Garcia ingoia a vuoto pietrificato da questa voce che gli ha scavato una voragine nel cervello.
Kevin poco lontano, mentre si sistema con tutta calma i polsini della camicia, sorride divertito.
Lui stesso ha avuto a che fare con questa versione di Kim, sa che quell'uomo se non avrà la morte, avrà sicuramente molti incubi.

"Non bisogna mai giocare con i demoni mio caro, perché rendono ad essere vendicativi."

Continua Kim, dandogli un colpo dietro alle ginocchia facendolo finire ai suoi piedi.
Lo sente tremare, respira la sua paura, pura estasi e quando dopo un colpo di pistola il corpo del suo amico finisce a terra di fianco a lui con un bel buco sulla fronte, lo sente sobbalzare.
Sublime.

La musica ancora di sottofondo la rende quasi arte agli occhi degli altri, Kim piega leggermente il capo, gli occhi dilatati e quel sorriso terrificante.
È questo il problema delle legende, quando diventano realtà si portano dietro tutti i loro incubi.

"Sai, potrei semplicemente ucciderti e finirla qui.
Ma tu hai messo in pericolo la mia famiglia, capisci da te che ora devo insegnarti una lezione.
Altrimenti che Angel killer sarei?"

L'uomo è ormai diventato un bambino che piagnucola con tanto di moccio dal naso, disgustoso.
Kim fa un passo indietro, dandogli così la possibilità di guardarla dal basso, osservandolo strisciare verso di lei pregando per avere pietà.
Lo ammette, non le dispiace vederlo subblicare e posare il capo ai suoi piedi.
Almeno finché non gli sporca le sue adorate scarpe di lacrime e muco, con un calcio sul viso lo allontana subito da se guardando disgustata i suoi stivaletti preferiti.
Cazzo questo lavoro le sta facendo fuori il guardaroba di questo passo.

CAM e Teo lo hanno già recuperato da terra e con calma lo stanno legando a una sedia, mentre Kevin si avvicina a Kim.

"Grazie, mi hai salvato il culo."

Ma Kim non lo sta davvero ascoltando, solo osservando in modo strano.
Si avvicina a lui, mandandolo completamente in confusione quando gli accarezza il collo, soprattutto perché ha ancora la sua espressione da Killer.
Il tocco dura uno o due secondi, quanto basta per afferrare e tirare via dolorosamente la cravatta graffiandogli la pelle.

Scatta all'indietro lui, portandosi la mano sulla parte graffiata, osservandola pulirsi la scopa con la sua cravatta di Armani importata direttamente dall'Italia.
Costa forse dieci volte quelle scarpe, eppure lei la sta usando come se fosse uno straccio buttandola a terra una volta finito.

E lo guarda, con gli occhi a chiedergli se ha qualcosa da ridire o una lamentela.
Ma Kevin ci tiene alla sua pelle, sa che potrebbe usare le sue palle per pulire il tacco delle scarpe, così tace limitandosi ad annuire.
Bene, ha capito.

"Non ringraziare me, ma la tua ragazza che mi ha chiamato terrorizzata.
Anzi, falle almeno una chiamata, è con Sara ma sarà comunque molto preoccupata."

E lo supera senza dare ulteriori spiegazioni, portandosi una sigaretta tra le labbra.
Kevin all'inizio rimane freddato dal suo tono di voce distaccato, anzi persino indifferente a tutta la situazione.

Se lei non fosse intervenuta, adesso il suo cranio sarebbe spaccato a terra al posto di quello di Hunt e solo Dio sa cosa serebbe successo alla sua famiglia.
Eppure a lei sembra non fregare una cazzo, anzi può anche togliere il "sembra".

Si accarezza il collo immerso in una sensazione di disagio e piccolezza, una mollica sul cammino polveroso di questa donna.

"Lei non ragiona come noi lei è..."

Gli sussurra Nik, capendo il suo disorientamento, tutti loro hanno subito il primo impatto con Kim, sanno che è devastante.
Ma allo stesso tempo non sa come continuare.

Lei è cosa?
Fredda e calda, indifferente ma poi si incendia quando si tratta della sua famiglia, non gliene frega nulla delle persone estranee, ma la vista difendere chi ne aveva bisogno per poi essere annoiata dei ringraziamenti.
Lei è rotta dentro, come se la sua umanità fosse stata strappata via dal suo corpo con violenza, ma poi stringe a sé sarà come una mamma farebbe con suo figlio.

Sospira, la vista torturare nemici, distruggere locali, uccidere uomini senza fare una piega.
La vista amare le persone che ha deciso fare entrare nella sua vita.

Lei è rotta, lei è distruzione e lei è creazione.
Ma non sa ancora come continuare la frase.

"Lei è giustizia, semplicemente questo."

Continua per lui Kevin ed è la santa e maledetta verità.
Non è una legenda o una favola, non c'è cattivo, drago da sconfiggere, cavaliere senza macchia o principe pronto al sacrificio.
C'è Kim e quello che è giusto fare, nulla di più.

"Ti prego, ti dirò tutto quello che so, ti dirò chi ha provato a incastrarti."

La loro conversazione viene interrotta dalle urla suplochevoli di Garcia.
Kim lo osserva curiosa, non lo capisce, entrambi sanno che non uscirà vivo da questa stanza perché quindi perdere tempo a pregarla.
Lei non è mica Dio.

Dolce sfila dallo stivale il suo amato coltello, girandoselo tra le dita con espressione divertita.

"Se i tuoi uomini sono deboli di stomaco, ti conviene mandarli via."

Gli consiglia Alex superandolo senza guardarlo andando ad affiancare Kim.
Kevin non sa cosa fare, si sente un codardo ad andare via insieme ai suoi uomini, il problema è quando incrocia lo sguardo di Kim.

Ha già visto quella espressione, la subita lui per primo sapendo benissimo che quella sera lei non voleva ucciderlo ma solo avvisarlo.
Non osa immaginare cosa farà con quel morto che ai illude di essere ancora prima.

Ingoia il suo orgoglio e dopo aver dato ordine ai suoi uomini di ripulire l'esterno, se ne va dando le spalle alle urla disumane di Garcia.
E nessuno lo giudica per questo.

In silenzio raggiunge l'appartamento, ancora offuscato da tutto ciò che è Kim.
Sospirando, senza ancora risposte, apre la porta di casa e in pochi secondi si ritrova stretto tra le braccia di Maria.

"Dio ti ringrazio, stai bene.
Sei tornato a casa."

Le lacrime di Maria gli bagnano la camicia mentre i suoi capelli ricci e dal profumo di cocco gli solleticano la guancia.
La stringe a sé, assorbendo il suo battito in tempesta e il calore di chi è casa, dimenticandosi qualsiasi cosa sia successa al piano inferiore.

"Alex ha detto che Kim sotto sta risolvendo la cosa.
Sara ti accompagno io a casa?"

Chiede Cam ormai inutile li, offeso di non aver partecipato alla festa, ma si ripromette di farsi dare il cambio la prossima volta.
Sara, con un sorriso dolce tra le labbra annuisce commossa dall'abbraccio della coppia.

Kevin alza lo sguardo ringraziando in silenzio Cam, con ancora Maria stretta al petto, per poi spostare lo sguardo su Sara.
Se Kim è l'indifferenza più totale, Sara ha un mondo nei suoi occhi azzurri, una empatia tale che sembra soffrire la stessa sensazione di vuoto di Kevin, come se la stesse subendo da lui.

Prima di andare via, sospira comprensiva, avvicinandosi a lui e posandogli una mano sulla spalla.

"Andrà tutto bene, lei sa cosa fare ed è pronta a tutto pur di salvare Maria e le bambine."

E se ne va, senza sapere di aver lasciato in lui poi dubbi che risposte.
Ma forse con Kim non deve avere risposte, semplicemente deve crederci proprio come si fa con la fede o le leggende metropolitane.

Intanto la diretta interessata si sta lavando con cura le mani, osservando il sangue colare dalle sue dita al lavello.
In una scatola poco lontano da lei ha conservato con cura un paio di orecchie, degli occhi e una lunga lingua.
Un bel regalo di benvenuto per chi sta osando pulirsi le scarpe nella sua città.

Una volta che l'acqua è limpida, si sente abbastanza soddisfatta e si porta una sigaretta alle labbra lasciando agli altri il compito di Garcia.
Perché si, è ancora vivo.

Si lascia alle spalle il suo teatro palco di sangue e carne, con un solo pensiero in testa.

"Adesso tocca a te Anderson Richard entrare nel mio inferno.
Ti aspetto..."

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