Capitolo 38 Eyra
EYRA
"Sei sicura di voler andare tu? Potrei farlo io e sarebbe lo stesso, oppure potrei accompagnarvi" zio Thor sta cercando di dissuadermi dal viaggio spaziale con la Gemma, che affronterò domani.
Nel giardino della villetta unifamiliare nel Jersey dove vive con Álmadis ci ospita per una cena dallo strano sapore dell'addio. E ha assunto la sua tipica posizione regale, a braccia conserte con ogni mano su un bicipite.
Bucky e Sam sono stati assoldati per la gestione del barbecue a cui si dedicano con impegno e sudore stillato a causa dell'alta temperatura della griglia in una tiepida sera primaverile. L'odorino della carne è stuzzicante al palato, lo sfrigolio del grasso delle bistecche è il sottofondo aromatico di una lunga chiacchierata.
"Non la convincerai, signor marito" mia zia porta un paio di ciotole con un'insalata mista e siede accanto a me che annuisco, rigirando sull'anulare la fede di fidanzamento con le ametiste, il pegno d'amore del Falco.
"Oramai è deciso, fratello. Andremo in avanscoperta, per accertarci della correttezza della mia intuizione" papà è appoggiato alla staccionata di legno che adorna la veranda sotto cui mangeremo; suona un filo d'erba che ha raccolto dal prato, usando le labbra e il fiato, sullo sfondo della luce arancione del sole al tramonto, una palla di fuoco sfumata.
"Se hai ragione, certamente tua moglie è trattenuta contro la sua volontà, liberarla potrebbe essere complesso" Álmadis suggerisce la difficoltà della missione.
Il termine avanscoperta suona ambiguo dalle labbra paterne, tuttavia, perché se ci accadesse qualcosa, come potrebbe raggiungerci il re norreno senza la Gemma?
"Metti il carro davanti ai buoi anzitempo, sottovalutando le capacità mie e di Eyra" il Dio degli Inganni è molto potente, le mie abilità certamente armi utilizzabili contro qualsiasi nemico. Tuttavia non ho mai combattuto contro nessuno e non sono certa di riuscire a gestirle nel momento della battaglia, per l'emotività e la scarsa esperienza.
"Andrai alla grande e non è detto che vi sia bisogno di combattere" l'arciere telepate che legge nella mente distribuisce hamburger e bistecche con un vassoio, girando attorno al tavolo debitamente apparecchiato in stile country.
Gli Avengers affamati si servono ricoprendo la carne di molte salse; da un fusto di birra stillano la bevanda bionda con cui accompagnano il pasto proteico.
"I vostri vicini hanno messo in vendita la loro villetta?" Romanoff ha notato il cartello appeso al cancelletto di una casa speculare a quella dei miei zii, ubicata sulla destra.
"Si trasferiscono per motivi di lavoro" Thor spiega "Ville analoghe si liberano raramente, la zona residenziale è molto gettonata, si tratta di un buon compromesso fra i servizi della Grande Mela e la tranquillità del verde più periferico. E siamo a cinque minuti dalla base".
"Comprala, Clint. Non sarà la reggia di Asgard, ma tu, Eyra e il bambino stareste comodi; c'è un ampio giardino e scuole raggiungibili con facilità, è indipendente" Banner suggerisce al Falco un acquisto importante e logico.
"Così diventerà un quartiere di asgardiani o di Avengers e mi convincerò pure io a lasciare il mio centralissimo appartamento per la campagna sperduta" Natasha farcisce un panino rotondo ricoperto di semi di sesamo con un hamburger al sangue e uno spruzzo di maionese.
"È un bel posto, Falco. Piacerebbe alla mamma, Eyra. Fateci un pensierino e capirete che ho ragione, ovviamente! Adoro avere ragione, perché ce l'ho!" Loki si colloca accanto al fratello prendendo per l'osso una t-bone dal vassoio al centro del tavolo, direttamente con le dita.
"Dovrò comprarla per forza, è l'unica cosa di cui non ti sei lamentato da quando sei arrivato. Se ti va potremmo visitarla assieme, al vostro ritorno da Jotunheim" l'arciere intende noi tre e cerca il mio sguardo per un'approvazione di cui non ha bisogno. Il tentativo di conciliare la presenza di papà con le nostre vite è ammirevole, il più bel regalo che potesse farmi.
Annuisco: riesco a immaginare facilmente il nostro bambino sgambettare sull'erba, magari con un arco giocattolo fra le manine, correndo incontro a suo padre o al mio.
Che mette le cose in chiaro "Non ho dote per Eyra per contribuire all'acquisto. Ti sei già preso tutto ciò che mi era rimasto, Barton, il bracciale d'oro e il mio fiore" si riferisce a me.
"E non potresti abbassarti a lavorare, è troppo plebeo?" Vedova Nera sottolinea l'ovvio.
"Lavorare per vivere? È volgare".
"Ti pareva! Sappi che non ci sarà una stanza per gli ospiti fissi, bensì la camera delle torture" il Falco tira fuori un'espressione truce e diabolica.
"Non focalizzarti su di me, arciere dei miei stivali, pensa che la casetta ha tutte le caratteristiche di un nido d'amore, usando un gergo che ti è congeniale. Nel retro potresti organizzare un percorso di tiro con l'arco. Sarebbe il secondo del quartiere dopo quello della mia talentuosa cognata" dà per scontato che il nostro viaggio avrà un esito positivo, ma in fondo allo specchio verde non c'è positività. È più angosciato del Falco: sorride, tuttavia le rughe intorno agli occhi rimandano un differente presagio, segnando il millennio della sua età anagrafica.
E non mi aiutano a gestire l'agitazione per il passaggio temporale di domani.
Clint, accortosene, prova a distarmi e invece di portarmi direttamente a casa, al termine del momento conviviale, devia per un gelateria di Manhattan famosa per il cremoso italiano. Poiché è affollata di avventori, entra da solo a fare la fila e riesce vincitore con due coppe miste ricoperte di granella di nocciole e di cioccolato fondente fuso al momento.
"Il gelato è una delle scoperte migliori di Midgard" ho una vera passione per la prelibatezza culinaria a bassa temperatura e il bambino ugualmente. Ad ogni cucchiaiata, scalcia e si fa notare da me e suo padre che alterna bocconi a carezze alla mia pancia nel punto in cui i piedini tamburellano la pelle.
"Andrà tutto bene" finite le coppette, mi stringe il collo sotto i capelli e le nostre labbra si fondono in un bacio freddo al gusto pistacchio e fior di latte.
"Sei un bugiardo, mi accorgo quando menti" poso la fronte sulla sua spalla e le sue dita inanellano i capelli, scoprendo la profezia "Gli eroi alati delle principesse asgardiane non mentono, sono perfetti" un bacio alla base del collo mi fa sciogliere "Quando c'è tuo padre di mezzo, non va mai tutto bene".
"Non è così, non ripeterlo. I miei genitori mi hanno insegnato cos'è l'amore; vedendo la loro felicità sono cresciuta consapevole dell'esistenza del grande amore. E non sono scappata a gambe levate quando me lo sono trovata davanti. Sei tu, eroe alato".
L'orecchio sul suo petto in un abbraccio struggente, mi culla anche con le parole "Il tuo è un carattere che lascia il segno, la tua dolcezza interiore è nascosta da un involucro di forza e bellezza. Tu sei il mio amore, che nemmeno credevo esistesse, la donna con cui voglio passare il resto della vita, che voglio corteggiare e conquistare ogni giorno".
"Mi hai già conquistato, Clint, completamente" alzo il viso.
Il colore dei suoi occhi è virato verso la tristezza e la preoccupazione, il lucido delle iridi è sintomo del suo sentimento stasera tormentato, lo avverto nonostante la scarsa luce nell'abitacolo della jeep. La mano con il tatuaggio del Ronin stringe la mia, le dita si incasellano le une con le altre.
"Torna da me, Eyra, ti prego, non lasciarmi solo" è una preghiera accorata che mi disintegra il cuore nel petto e a cui posso replicare momentaneamente con un bacio.
Stavolta non è dolce, ha il sapore salato e amaro delle lacrime di un arciere, la cui discesa non riesco a fermare.
💘
Shahin Golizadeh ha realizzato il ritratto di Angelina Jolie che apre il capitolo, reperito su Pinterest, crediti all'artista.
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