Capitolo 34 Eyra


EYRA

"Grazie infinite per aver permesso a mio padre di restare" riempio Clint di baci, lo soffoco di tenerezze nella riservatezza della nostra camera da letto. Non mi aspettavo che controllasse l'acredine nei confronti del mio caro genitore, il rancore per i giorni in cui fu suo schiavo. Invece si è impegnato e so che vi è riuscito per l'amore che prova nei miei confronti e lo apprezzo moltissimo.

"Che foga" mi rivolta sotto di sé ridendo "Mica potevo mandarlo via. È tuo padre".

Dopo la ventata gelida e non casuale, l'arciere si è imbarcato in una lunga conversazione in cui ha raccontato a Loki della tramontana e del suo significato.

Sarebbe stata la prima cosa da svelare a papà; presa dall'emozione dell'esserci ritrovati e di fare da cuscinetto fra i malumori suoi e del Falco l'ho imperdonabilmente tralasciato.

La cena si è dipanata con serenità fino al gelato di frutta che ho servito nelle coppette di cristallo e che i due uomini della mia vita hanno consumato sul divano, correggendolo allo scotch.

Lo stesso divano dove papà dormirà con addosso una delle t-shirt dell'Avenger e che hanno preparato insieme con lenzuola e coperte.

"Almeno lo terrò sotto controllo".

"Il Dio degli Inganni in possesso del cubo magico? Mi sembra impossibile cercare di bloccarlo se volesse dileguarsi. Dimenticavo che sei armato di mazze da golf, scusa. Eri buffo ma molto carino" gli carezzo il torace sentendo il ginocchio che separa le mie gambe con misurata prepotenza.

"Volevo difenderti. Potremo amarci con lui presente nell'altra stanza?" le pareti sono sottili, non sottilissime, papà ha già usufruito della toilette annessa alla nostra camera e sarà stanco morto, per l'entusiasmo di rivedermi e di sapere che mamma è viva. "Dormirà come il bebè che sta per nascere".

"Dici? Il mio divano non è molto comodo e mi è sembrato su di giri, anche se lui lo è sempre" Clint non è convinto. Le sue mani saranno sganciate dal cervello, perché mi stimolano i sensi in un massaggio erotico sulla schiena nuda.

"Pensiamo a noi" sussurro mordicchiandogli il lobo dell'orecchio sinistro, mossa a cui non può resistere.

Un bussare robusto e improvviso mi fa sobbalzare.

"Permesso?" papà apre la porta di scatto e l'arciere mi copre col lenzuolo e in parte col suo corpo, accendendo la lampada sul comodino.

"Prima di entrare si aspetta di sentire la parola avanti in qualsiasi reggia o tugurio, Loki" Clint lo rimprovera, con le guance rosse.

Lo sguardo di papà è tagliente, ho la sensazione che si sia autoinvitato in camera nostra di proposito con un pretesto "Perdonate se vi ho disturbato in un momento d'intimità. Ci sarebbe un altro guanciale? Il divano di pelle è duro come la pietra".

"No, abbiamo solo quello!" il Falco gli aveva ceduto il suo, sottolineandolo. È una scusa bella e buona, ci avevo azzeccato.

"Desideri qualcos'altro, padre? Una tisana che concili il riposo? Ho una miscela asgardiana realizzata da Álmadis con tiglio, biancospino e fiori d'arancio" in un attimo di distrazione riesco a rimettere la t-shirt.

"Per carità degli dei norreni, non nominare la nostra famiglia sgangherata. Adesso il sonno mi è passato del tutto" scalzo, coi boxer a righe e la maglietta rossa dell'arciere, è spassoso.

Siede in mezzo al letto, davanti a noi, in cerca di compagnia. "La data presunta del parto?" indaga con espressione inquisitoria.

"Tra fine settembre e inizio ottobre" preciso, toccandomi la pancia attraverso il lenzuolo. Sono a metà della gravidanza e Banner mi ha aiutato con i calcoli connessi alle misurazioni delle dimensioni del bambino. E pare proprio che la data del concepimento sia stimata intorno al compleanno di Clint, la nostra prima volta.

"Ancora ricordo i momenti di attesa di tua mamma, è stato il periodo più bello della nostra vita" un sorriso sereno gli illumina il viso, inarca le labbra sottili nella sua smorfia caratteristica.

Mi è mancata più della tazza di latte caldo col miele di castagno e i biscottini alle mandorle, ha un sapore dolceamaro.

"Come lo chiamerete? Il nome di tuo padre non è gradito in questa casa" si riferisce all'arciere del cui passato conosce ogni avvenimento dal 2012 a ritroso, scoperto attraverso la Gemma della Mente; gli abusi della famiglia sono troppo pesanti perché possa usare appellativi rimasti su una lapide abbandonata mai ossequiata "Quindi non resta che il mio".

Strizzo la mano di Clint che caracolla, stendendosi sul letto col braccio ripiegato sopra la fronte, disperato "Anche tuo fratello l'ha proposto e vale la risposta che ti ho fornito per il cuscino e che ho dato a lui. No".

"Thor è saggio, dovreste ripensarci. Eyra, non hai voce in capitolo?" sistemando i capelli scuri dietro l'orecchio, papà mi scruta in cerca di appoggio.

Mi faccio coraggio "Padre, avevo pensato ad Anthony, il nome dell'Avenger Iron Man, recentemente scomparso. Tony Stark, lo hai conosciuto" so di dargli un dolore e temo la sua reazione, che si rivela spropositata.

"Ti ripudierò per l'onta che mi stai infliggendo, figlia ingrata" si alza in piedi nell'attimo in cui una folata di vento polare spalanca le ante della finestra e lo avvolge in volute tanto fredde da essere visibili. Soltanto lui.

La raffica è di brina impalpabile. Il twister lo ricopre del vestito di un soffio gelato e se ne va con la stessa velocità con cui è arrivato. Ha la pelle d'oca, posso vederlo, l'alito caldo crea una nuvola bianca quando si esprime "Moglie, non credere di farmi cambiare idea, ovunque tu sia" parla con l'illusione di Sigyn, arrabbiato.

"L'ha presa male" il Falco lo guarda preoccupato, io richiudo la finestra con un altro sbuffo di corrente.

Clint ha minimizzato, papà è fuori di sé.

"C'è tempo prima del parto, sinceramente mi interessa solo che il bambino sia sano" credo che l'affermazione non basterà a placarlo.

Poi strabuzzo gli occhi portando entrambe le mani sul ventre; ho percepito un rimbombo simile a un tocco netto.

"Eyra?" l'arciere mi interroga.

"Ha scalciato, il piccolo ha scalciato".

"Ne sei sicura?" papà mi si affianca.

"Sì" prendo le loro mani e le pongo sulla pancia in contemporanea "State zitti e aspettiamo, potrebbe rifarlo così sentirete anche voi".

Restano muti alla mia preghiera e il calcio si ripete.

"Sì, si è mosso, che bello" la sinistra calda dell'Avenger è rassicurante. Mi dedica un bacio in cui mi perdo.

Il materasso si piega e cigola; Loki si alza, andando in soggiorno, preso da un'intuizione.

"Forse potremo tornare a dormire, amore" il Falco è ottimista.

"Eccomi" papà ricompare col cuscino e la coperta. Mette il guanciale accanto al mio e si piazza sul letto sopra le lenzuola.

Io mi ritrovo nel mezzo fra lui e Clint, sotto il telo.

"Il vostro letto è grande, ci staremo in tre e non vi darò fastidio. Anzi in quattro!" con la coperta tirata su, esorta l'arciere "Spegni la luce. Buonanotte a tutti".

"Buonanotte, Loki" il mio paziente compagno esegue e mi stringe a sè, spostandomi dalla sua parte del talamo.

La sinistra resta fissa sulla mia pancia "Domani dovremo trovare un'altra soluzione. È innegabile siate parenti" il russare di papà, immediatamente addormentatosi, è fastidioso.

Il caldo delle braccia di Clint e le carezze delle sue labbra mi portano in un oblio di felicità, il ritmo dei movimenti nel mio ventre è la base musicale del mio sonno; che l'amore, magico e misterioso, sia tutto diviene una certezza e il mio ultimo pensiero prima di socchiudere le palpebre. 

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