Capitolo 30 Eyra
EYRA
Clint mi ha chiesto di accompagnarlo al New Avengers Facility e ho accettato di buon grado, alla luce della nostra ritrovata vicinanza e della curiosità per il suo luogo di lavoro, che non ho potuto visitare il giorno del nostro arrivo.
La splendida e moderna struttura è stata distrutta dall'attacco di Thanos e del suo esercito, ma i lavori di ricostruzione procedono di gran lena. La parte centrale, fulcro del laboratorio di Bruce e degli uffici principali, è già in piedi ed è dove ci dirigiamo.
Ho deciso di mettere l'unico paio di jeans acquistati, una maglia con le maniche lunghe e la pashmina nera, le ballerine basse, in un outfit semplice e informale, dato l'abbigliamento che ho visto indosso agli amici del Falco.
E ho fatto bene; la battuta che mi dà Natasha è emblematica "Sei la finezza a un passo dallo snob persino con i jeans!".
"Velenosa come un ragno, non ti smentisci mai" l'arciere mi difende dai modi spicci di Vedova Nera.
Non ho bisogno della sua premura, l'apprezzo ugualmente perché da quando siamo entrati il suo braccio è rimasto sulle mie spalle in un atteggiamento al limite del protettivo.
"Nat è più sportiva! Benvenuta, Eyra! Da che parte vuoi cominciare? Avrei un'idea!" mia zia Álmadis, accalorata, una tuta elasticizzata scura indosso - segno che si stava esercitando in palestra - mi scocca uno sguardo complice che non colgo.
Clint sì "Il nostro percorso!".
"Certo, Falco. Nipote, io e il tuo compagno ci alleniamo tutti i giorni con arco e frecce in uno spazio, interattivo, allestito per noi con sagome e sensori. Lo chiamiamo il cubo. C'è una zona per gli spettatori da cui puoi vederci mentre ci esercitiamo. Vieni" l'ammiro, è una donna pragmatica che quando vuole diventa un guerriero.
La seguo nei corridoi, ubbidiente, con gli altri Avengers, fino a un'area modernissima. Ha la forma geometrica di un cubo dalle pareti bianche ma è enorme.
Thor mi mostra lo spazio dedicato al pubblico, da dove potrò osservare i due arcieri.
Clint è scappato; lo rivedo qualche istante dopo, cambiato di una tuta nera e viola, senza maniche, l'uniforme di cui mi aveva tanto parlato su Vormir. Sulle spalle porta una faretra piena di frecce e un arco, per tirarle. Guanti in pelle senza dita completano la sua uniforme!
Quando mi rivolge il suo sguardo, ho un brivido lungo la schiena.
Le sagome a forma di persona iniziano a muoversi in ogni lato del cubo, seguendo le più diverse direzioni. Hanno un piccolo segnale luminescente rosso che indica dove il Falco e Álmadis devono colpire, i punti vitali.
Clint inizia il suo spettacolo, per primo e da solo. E' velocissimo, nell'estrarre la freccia, posizionarla sull'arco e lanciarla.
E' pazzesco, penso; in azione è entusiasmante, non sbaglia un colpo. E' differente da vederlo trafiggere una lepre.
Non posso smettere di fissarlo; sento nella testa le parole di mio zio e di Bucky, ma vedo solo il fisico scattante dell'arciere, sperando che la mia presenza non lo distragga.
Credo sia l'opposto: ogni tanto si volta verso di me e mi sorride, mentre incocca la freccia e tira senza nemmeno puntare il bersaglio.
Ho compreso che si sta esibendo per me; quando colpisce l'ultima sagoma del percorso in una traiettoria perfetta, si gira dal lato del suo pubblico, con un inchino. E' un artista al termine di una performance pronto a ricevere un mare di applausi. Non ha nemmeno la fronte sudata, è soltanto contento di essere tornato ad allenarsi nel suo ecosistema perfetto.
Mi spello ancora le mani mentre viene da me. L'odore della pelle del guanto con cui mi attira a sé per un bacio mi dà alla testa "Piaciuto, principessa?".
"Moltissimo, mio arciere" lo contraccambio.
"Basta smancerie! Una sfida? Sei abbastanza caldo? Secondo me i mesi su Vormir ti hanno rammollito, mi sei sembrato più lento e impreciso del solito" Álmadis lo provoca e Thor alza gli occhi al cielo "Ci risiamo, ricominciano".
"Sono il miglior arciere dei Nove Mondi!".
"Perché arciere è un sostantivo maschile e maschilista" tra un battibecco e l'altro, prende vita una competizione fra due atleti eccezionali, che sembra non aver fine poiché nessuno sbaglia.
"Eyra, ti andrebbe un tè? Vorrei mostrarti una cosa e i nostri Robin Hood e Legolas rimarranno a giocare con archi e frecce per parecchio" con una scusa, Bruce mi invita nel suo laboratorio, limitrofo alla stanza dove mi ha visitato e accetto volentieri; non temo che Clint si offenderà della mia assenza.
Diviso dall'interno della base da pareti di cristallo trasparente, lo studio del professore contiene innumerevoli macchinari e pc; da una finestra affaccia sul cortile della struttura dove, sulla pista di atterraggio, risaltano il Quinjet e l'aeronave con cui siamo giunti da Vormir.
Thor la indica "Dal tipo di scrittura riscontrata nel computer di bordo e dalla configurazione del velivolo, ho compreso che fosse appartenuto a dei pirati provenienti dal Regno degli elfi chiari, gli A'lfheimr".
"Era l'apparecchio più robusto del cimitero di aeronavi".
"Ottima scelta. Ha un'iperguida a propulsione per viaggiare più veloce della luce. E' stata la vostra fortuna che non funzionasse, perché vi ha permesso di imbattervi nel wormhole ed essere trasportati avanti nel tempo; tuttavia il danno è riparabile. Sto studiando la costruzione dei motori e presto i nostri tecnici e ingegneri si metteranno al lavoro per aggiustarli, potrebbe essere una valida alternativa al nostro jet. Ma desideravo farti vedere questo" Banner è in gamba, ciò che so di lui e delle sua intelligenza è riduttivo.
"Bruce ha estratto il cuore pulsante del computer di bordo perché il Falco ci ha spiegato che, nonostante lo studio delle mappe stellari, aveva sbagliato completamente rotta, e volevamo capirne la ragione. Non per colpa sua, non le ha lette o interpretate erroneamente. L'aeronave era malridotta e non si è reso conto che alcuni programmi non erano in funzione per pregresse avarie. Vai, Bruce" Wanda lo sprona e lui inoltra sullo schermo di un pc terrestre una delle cartine su cui era basata la nostra rotta per Asgard.
"Clint ha ritenuto che andassero decifrate bidimensionalmente, invece no" a un comando digitato da Banner la parti della mappa si separano come fogli, formando angoli e una figura geometrica che mi è diventata molto cara: un cubo, in cui la prospettiva cambia totalmente.
"Si dice che nell'arte e nella filosofia il cubo rappresenti la Terra e la sua perfezione in contrapposizione alla sfera, simbolo della perfezione celeste. Il cubo in qualche modo riproduce una forma rigida di perfezione: le sue facce sono tutte uguali tra loro, così come ogni quadrato è composto da lati identici e sovrapponibili. Anche Platone rifletté sulle figure geometriche perfette, tant'è che si parla di Solidi Platonici e il cubo rientra tra questi. E non è una coincidenza che il Tesseract rubato da Loki ne riprendesse la forma, lo chiamiamo il cubo magico" Bruce illustra ampliamente, poi si concentra sul nocciolo della questione "La rotta giusta doveva essere visualizzata in tre dimensioni; si tratta di una scienza piuttosto avanzata e comunque senza terminale attivo le mappe non possono essere interpretate" lo dice per difendere l'arciere, carinamente, affinché non ce l'abbia con lui perché non mi ha portato ad Asgard.
"Sono grata a Clint per l'impegno che ha messo nella missione, indipendentemente dal risultato; e comunque, anche se fossi giunta sul mio pianeta, sarebbe stato per pochi anni. Era destino che non tornassi a casa" bisbiglio.
"Asgard non è un luogo, Eyra, è un popolo" mio zio ripete un concetto che ho sentito innumerevoli volte dalla bocca del nonno "Se un giorno avrai piacere, potremo andare assieme a New Asgard. E' un piccolo e pittoresco paese di pescatori sulle coste del mare della Norvegia, dove abitano i nostri concittadini sopravvissuti" l'amarezza del suo tono di voce è la medesima che alberga nel mio cuore.
"Volentieri" non potrei negarglielo.
"Avete visto il pianeta X e attraversato il ponte di Einstein - Rosen, nulla è più incredibile. Da giorni i satelliti delle Industrie Stark avevano registrato instabilità inconsueta nella fascia di Edgeworth-Kuiper. E non è stata la sola anomalia. Hai mai ascoltato il rumore delle stelle, Eyra?" Bruce mi interpella e scuoto la testa.
"Nel plasma stellare avviene un meccanismo fisico molto simile all'emissione sonora. Non parlo dei suoni che ascoltiamo sulla Terra, naturalmente, dato che lo spazio è praticamente vuoto e le onde sonore hanno bisogno di un mezzo per propagarsi. Ma le interazioni della luce delle stelle generano una serie di impulsi di pressione. Il suono ha una frequenza di oltre un bilione di Hertz, e non è dunque udibile dall'orecchio umano né da quello di qualsiasi altro mammifero. I primi furono registrati dalla Nasa molti anni fa e Tony volle munirsi di strumenti più sofisticati del telescopio Hubble dell'Agenzia Spaziale Americana; sono racchiusi nei satelliti di Stark che orbitano nella Via Lattea" preme un pulsante e sentiamo un fruscio provenire dal sistema di amplificazione. "E' la musica delle stelle, una sinfonia meravigliosa".
Bucky lo deride "Banner, è lo sfrigolio del vento su un microfono, un graffio, tu vaneggi".
"Come sei poetico, Soldato. Comunque il graffio è notevolmente aumentato, Eyra, da quando tu e Clint siete atterrati alla base. E' tanto intenso e pulsa da Sirio: è una stella bianca della costellazione del Cane Maggiore, la più brillante del cielo notturno e anche una delle più vicine alla Terra".
Un altro rumore si diffonde nella stanza. Sembra un muscolo cardiaco in pieno movimento accelerato e comprendo la motivazione di Bruce di volermi informare, confermata dall'espressione di speranza di mio zio.
"Sirio è nota come Lokabrenna, la torcia di Loki!" il mio sussurro non sfugge a Clint, che, terminato l'allenamento, ci ha appena raggiunto in laboratorio.
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