Capitolo 29 Clint


CLINT

Le parole di Eyra sul futuro nome del nostro bambino hanno rallegrato la conversazione, virata sul viale dei numerosi ricordi di Stark.

Ognuno dei colleghi, la lingua sciolta dalla birra e dallo champagne, aveva un aneddoto o un episodio da raccontarle e lei ha ascoltato con pazienza per ore finché Bruce ha notato che fossero le due passate e ha invitato i nottambuli a tornare a casa propria.

"Sei diventata teledipendente" l'asgardiana fa uno zapping compulsivo, stesa sul letto a pancia in sotto con le gambe sollevate e i piedi incrociati.

Indossa la maglietta del torneo di tiro con l'arco che vinsi molti anni fa, più sexy delle camicie da notte che ha rifiutato di acquistare al grande magazzino, dicendomi che preferiva la t-shirt.

"La tv è una droga" ammette.

"Sei stata una padrona di casa perfetta" seggo accanto a lei, ospite presente e disponibile con i miei amici strampalati.

"La mia famiglia riceveva spesso su Asgard, in modo diverso ovviamente; mi hanno insegnato le buone maniere ma soprattutto che esiste un unico segreto nella socialità: far sentire gli invitati a proprio agio".

È un concetto semplice e molto azzeccato, non posso che concordare tranne per un piccolo punto "Sei stata gentile con Steve, sinceramente affettuosa. Non l'hai imparato da nessuno, è perché tu sei così" possiede le doti per cui l'ho apprezzata dall'inizio, non sono affatto finte.

"Il Capitano racchiude una saggezza tipica dell'età senile e del suo carattere; in caso contrario non avrebbe potuto guidare voi Avengers".

Le tolgo il telecomando dalle mani per spegnere "Si è fatto tardissimo".

"Hai ragione" si infila sotto le coperte "Grazie della macchina per cucire, è il più bel regalo che abbia mai ricevuto".

"Figurati, tu su Vormir hai condiviso con me ogni piccola cosa. Davvero ti farebbe piacere chiamare nostro figlio Tony? Anthony in realtà, Tony era un diminutivo" non mi capacito e torno sull'argomento.

"Anthony Barton suona bene. Professione arciere!" commenta nel buio della stanza dove vedo il suo profilo nell'oscurità stemperata dal tenue bagliore del riflesso delle luci della città. Sono certo che sorrida.

"I tuoi genitori potrebbero aversene a male?". Loki: il suo solo pensiero mi inquieta. A me, scapolo incallito, che ha sempre bandito relazioni amorose toccherà in sorte Loki come suocero?

"Sull'esistenza in vita di mio padre non c'è certezza, purtroppo".

"Per esperienza è un tipo caparbio, che non molla, e ha molti assi nella manica. Comunque il vento freddo da nord è arrivato anche ieri sera" eravamo impegnati in un round di coccole intense ma l'ho sentito con chiarezza "Il che significa che tua mamma è ancora viva nonostante siano passati undici anni dal 2014". Ci ho riflettuto "Dove può essere?".

Eyra si copre fino al mento "Non lo so".

"Vuoi parlarmi un po' di loro?" l'amore che nutre per Loki e Sigyn è un nodo cruciale, se è diventata una donna siffatta il merito è anche dei suoi genitori.

"Clint, mio padre non era asgardiano né figlio legittimo e carnale di Odino, ma un neonato abbandonato su Jotunheim, discendente dal re dei Giganti di Ghiaccio; mio nonno lo adottò per pietà e con la speranza di un'armonia fra regni in perenne conflitto dalla notte dei tempi. La strategia di menzogne di Odino, l'avergli celato a fin di bene la vera natura, aver percepito odio, paura, indecisione e ombre ha provocato l'effetto contrario, portandolo sulla strada più cattiva e sbagliata".

"Anch'io mi sono comportato così con te, ho mentito perché non soffrissi" cerco la sua mano sotto le lenzuola, ho bisogno di essere assolto a mia volta "Credimi".

"Lo so e ti amo di più per questo, Falco, perché so quanto ti sia costato, schietto come sei".

La sua frase mi toglie il respiro più dei suoi baci.

"Sono situazioni diverse. Papà si era sempre sentito inferiore al fratello; col suo intuito e la sua intelligenza aveva già capito che fossero molto diversi, le somiglianze fisiche e caratteriali erano ben poche. Vistosi relegato a un ruolo di eterno secondo, e scoperta la verità, la sua anima ha virato verso sotterfugi, inganni e dispetti, diventati quotidiani. Incompreso dall'intera corte, un giorno, durante una passeggiata a cavallo, sentì una melodia provenire da una casa circondata da uno splendido giardino, le cui siepi erano rampicanti simili a odorosi gelsomini bianchi. La seguì e dalla finestra vide una giovane ragazza dai lunghi capelli lisci biondi e gli occhi azzurri che suonava l'arpa".

"Era tua mamma".

"Sì, era lei. La spiò ogni giorno dal cortile senza il coraggio di dichiararsi. Mia mamma si era accorta della sua presenza ma la fama del Dio degli Inganni precedeva il principe di Asgard ovunque andasse, lui incuteva un grande timore e inquietudine alle altre dame di corte".

"Inquietante è il termine giusto per Loki, devi ammetterlo" non dovevo dirlo ma le strappo un risolino.

"In occasione del suo compleanno, nonna Frigga organizzò una festa e invitò anche mia madre perché gli appostamenti all'arpista non erano sfuggiti e le chiacchiere erano giunte alle sue orecchie. Papà aprì le danze invitando la mamma. Lei accettò e ricevette una richiesta particolare: suonare per lui come regalo di compleanno. Non poté esimersi e utilizzò l'arpa presente alla reggia. Nella tradizione le arpiste sono donne dal forte carattere che impiegano lo strumento preferito dagli dei. La breve esibizione è ancora ricordata dai presenti. Odino disse che la strumentista conosceva una nota in più rispetto agli altri musicisti passati di là. E mio padre completò la frase. Era l'ottava nota, quella del cuore".

"Conosceva la nota per aprire il suo cuore" aveva trovato la chiave per l'anima nera di Loki "Però se l'è tirata, tua mamma, intendo che si è fatta desiderare".

"Che espressione terrestre e villanzona riferita a una dama asgardiana... Clint, mia madre non è una donna qualunque, è una dea" Eyra sbotta a ridere e ficca la testa sotto il cuscino.

"Non sono colto come te o Banner, non offendere, sono stato spontaneo".

"Meno male che non sei pesante come Bruce, lui batte tutti sul quoziente intellettivo a compensazione della logorrea".

"Smettila di sfottere o ti richiederò indietro la maglietta" ringhio.

"Falco, il motivo per cui pretendi la t-shirt sono le prese in giro? Non che mi desideri e mi vuoi sempre nuda nel tuo letto? Se ti proponessi direttamente, saresti meno sfacciato e poi credevo me l'avessi regalata" non ride più e nemmeno io.

Le carezze della sua mano potrebbero accertarsi dell'effetto della nostra contiguità sul mio corpo. Invece, spostato il cuscino, tiene le falangi incastrate alle mie. E le mani di una persona non ingannano mai, il modo in cui ti tocca svela le reali intenzioni del suo spirito.

"Sei certa che leggere la mente non sia fra i tuoi poteri?".

"Posseggo anche tale abilità. Però è assai limitata, funziona solo con te".

"Cosa sto pensando in questo preciso istante? Sentiamo!".

"Che mi ami" bisbiglia nel tono di una bambinetta insicura.

Devo allontanare l'orgoglio, il peggior consigliere che ci sia. "Hai indovinato. E più di quanto tu creda" detesto bugie e falsità, e manca ancora un piccolo gradino per perdonarla del tutto per non avermi raccontato la verità su di sé e la profezia. Tuttavia sono certo del suo amore e di più del mio. E che non vi sia nulla di meglio che una compagna con cui condividere anche allegria e risate.

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