Capitolo 11 Eyra


EYRA

Il mio battito non mente. Il cuore rimbomba come un tamburo nel mio petto, il bacio che ho scambiato con Clint ha fatto pulsare ogni mia cellula. Emozione, ansia, paura: lo hanno reso magico e indimenticabile, è stato un istante unico che ricorderò a distanza di anni.

Il mio primo bacio e perfetto, come lo volevo, come lo cercavo, come lo desiderava l'uomo che è ancora al mio fianco e che mi fissa in attesa.

Non c'è nulla di falso malgrado le bugie che gli ho raccontato: è stato un momento intimo che ha riassunto la complicità instauratasi fra noi, le affinità elettive che abbiamo in comune nonostante le diversità. Apparteniamo a specie differenti, ma in fondo simili.

E per una persona come Barton baciarsi è stata una potente forma di comunicazione non verbale con cui ha finalmente potuto esprimere l'affetto e la tenerezza che sente per me.

"Ci siamo interconnessi" sorrido e lo guardo, sfiorando il contorno della sua bocca con la punta delle dita.

Il tocco delle nostre labbra aveva poco di sessuale: era amicizia, amore e romanticismo.

Nonostante ciò, è stato un terremoto emotivo.

Non ho mai avuto un promesso sposo. Diversi corteggiatori, quando ero su Asgard, le cattive compagnie che i miei nonni aborrivano, ma per un cavaliere del mio regno l'approccio a una dama da conquistare è differente e più rigido, niente affatto naturale e spontaneo. E viceversa.

Mi sento impacciata, non so chi debba fare il prossimo passo, se esistano dei tempi da rispettare. Nuda, sotto una coperta, mi ritrovo a stringere l'arciere a me, con le mani salde sulla sua schiena, da femmina adulta e consapevole e non da bambina.

"Più che interconnessi" prende il mio margine superiore fra le sue labbra, con delicatezza, lo mordicchia. Percorre la sagoma della mia bocca con tanti piccoli bacini frenetici, senza staccarsi mai da me, in una progressione continua.

Gli occhi si cercano; non li teniamo chiusi, vogliamo vedere che effetto ci provochiamo. E' un bell'effetto!

Con un impeto passionale che non immaginavo, il bacio di Clint diviene più intenso. La sua lingua conquista la mia e ogni area sensibile a sua portata, in una stimolazione di sensi che mi evoca piacevoli sorprese e un calore al basso ventre e scatena ancora impulsi neurali potenti che si dipanano dal cervello verso l'esterno del mio corpo.

Scopro che un bacio può essere rivelatore dell'effettiva chimica fra due esseri viventi. Se mi chiedessero di valutare il compagno giusto attraverso il gusto o l'olfatto nel contatto di un bacio sarebbe Clinton Francis Barton. Si rafforza la mia convinzione che sia lui l'eroe alato della profezia.

Elaboro tantissime sensazioni che diventano una commistione unica: l'odore del mio partner, degli umori personali e del sapone creato dalla cenere con cui si lava, il suo sapore forte di maschio, i movimenti che compie con il viso e con le mani, il modo di toccarmi, sensuale e casto allo stesso tempo, dilaniato tra la fiamma della sua brama e il rispetto della mia illibatezza, la sua voce ferma e gentile che pronuncia il mio nome "Eyra".

E' un suono che ho ascoltato provenire con così tanto amore solo dalle labbra dei miei genitori.

E il piacere è immenso, tale da generare un circolo vizioso che ci spinge a ripetere il gesto, tale da creare una dipendenza l'una dall'altro.

E nonostante l'arciere mi abbia rivelato le rappresentazioni mentali del suo passato riaffacciatesi a causa del sortilegio di mio padre e della presenza nella sua memoria dei tragici ricordi familiari alla base della sua insicurezza e diffidenza, so che non ha avuto paura di rischiare.

E' un uomo che sa gestire le sue pulsioni, e forse insieme a me potrà cercare di costituire il legame affettivo che gli è mancato. Perché il modo in cui mi sta donando tutto se stesso è la prova della sua vera natura, di ciò che si nasconde dietro la corazza, dietro l'arco teso contro il mondo e le frecce che lancia a chiunque.

"Lo porterò sempre, il tuo bracciale, e ne avrò cura" si stacca da me, affannato, scuotendo il polso destro.

Gliel'ho donato perché desideravo lo avesse; non è stato prematuro, era una dimostrazione di stima e di fiducia. Un pezzo della storia di mio padre, che ha scombussolato Clint asservendolo, anche se per interposta volontà del Titano viola. Confido possano trovare un equilibrio quando si incontreranno.

"Sei nobile d'animo, degno di indossarlo" non è un caso che sia stato incaricato di recuperare la Gemma dell'Anima.

Mi scruta, in bilico come sullo strapiombo. "Ogni cosa a suo tempo, non ho fretta" si riferisce alla nostra contiguità che potrebbe sfuggire al suo controllo se abbassasse completamente le sue difese.

Quando le abbasserà, perché accadrà.

"Nemmeno io" mi rivolto di spalle e lui si accoccola dietro di me. Sposta i miei capelli e posa la bocca sulle scritte della profezia, percorrendole con le labbra "È bellissima, mi affascina perché è parte di te".

Le sue mani si pongono sul mio ventre, incrociate. Clint mi racchiude in un bozzolo di protezione di cui non credevo di aver bisogno ma che mi rassicura. Finalmente non sono più sola, l'esilio emotivo e fisico è terminato.

Il corpo dell'Avenger si plasma col mio.

Mentre albeggia odo il sussurro del vento freddo di Vormir che soffia in un vortice di musicale armonia, la stessa che circonda me e Clint.

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