II - Non c'è niente di male
Data di pubblicazione: 13 febbraio 2022
Luglio 1995
"Tonks, attenta!" soffiò Autumn.
"Ops...!" fece quella, reggendosi per un pelo, riuscendo a non far rumore.
Dora per sbaglio era inciampata su un'asse del pavimento non ben assestata, rischiando di farle scoprire. Da quando Silente aveva formato nuovamente l'Ordine della Fenice, Autumn e Tonks svolgevano spesso diverse missioni assieme. Quella sera avevano il compito di spiare un gruppo di Ghermidori situati verso la zona magica della città di Bathel. I Ghermidori erano esseri piuttosto tocchi, Silente lo sapeva bene, ma data la loro abitudine "mercenaria", ovvero di schierarsi con l'offerente migliore, voleva riuscire a carpire più informazioni possibili. Se davano per certo il ritorno di Voldermorte se, in caso affermativo, come avevano deciso di muoversi. Avevano già preso contatti con il Signore Oscuro? Possedevano notizie importanti in merito? Così, Autumn e Tonks avevano seguito le loro"prede" dentro una casa abbandonata e si erano appostate all'ingresso, ben nascoste, per cercare di cogliere qualche informazione importante. Purtroppo, quella missione si stava scoprendo ben poco proficua: i Ghermidori, sbragati sul tavolo di una vecchia cucina, non facevano altro che blaterare su quanti soldi erano riusciti a rubacchiare a un tale signor Wilson, per poi perdersi in fragorose risate. Tonks alzò per l'ennesima volta gliocchi al cielo e si concesse un profondo, ma silenzioso, sbadiglio. Autumn non era da meno, era rimasta con la bacchetta tesa, pronta adun eventuale attacco nel caso i Ghermidori si fossero sfortunatamente accorti di loro. Ma ben presto si rese conto che tutto ciò era piuttosto inutile, i Ghermidori erano completamente immersi nei loro futili discorsi, e quasi si ritrovò a sperare che il gruppo notasse la loro presenza per poter finalmente entrare in azione. Dopo l'ennesima risata, i Ghermidori si spostarono al piano superiore, portando con sé il loro bottino, evidentemente pronti per coricarsi.
A quel punto Autumn lanciò uno sguardo di intesa a Tonks, e le due si dileguarono.
"Che nottata atroce..." "...e tediosa" concluse Autumn per Ninfadora. Erano le tre di notte – o forse sarebbe stato più appropriato dire le tre del mattino – e dopo aver abbandonato il covo dei Ghermidori, le due si erano smaterializzate a Londra, visibilmente stanche ed assonnate.
"Puoi dirlo forte" continuò Tonks "forse avrei fatto meglio a farci scoprire" aggiunse con un sorriso. "Oh, assolutamente sì" l'assecondò Autumn, ridendo. Le due, chiacchierando fitte, si trovarono poco dopo di fronte al Paiolo Magico.
"Sicura che non vuoi fermarti a Grimmuld Place? Almeno lì sarai nel covo dell'Ordine e non in questo..." Tonks diete un'occhiata pococonvinta alla locanda "...posto".
Autumn rise lievemente. "Sicura" le rispose. "Questa notte pernotto qui, e domani i miei genitori mi raggiungono nella Londra babbana, passeremo un po' di tempo assieme. Lavorando ad Hogwarts, nel mondo magico, non li vedo mai praticamente per tutto l'anno" aggiunse.
"Va bene Autumn, allora ci teniamo in contatto per la prossima missione?" "Assolutamente, sperando dia qualche brivido in più, e soprattutto sia proficua. Mi raccomando, tienimi aggiornata sugli sviluppi delle riunioni". Le due si congedarono con un abbraccio, e poco dopo Tonks si smaterializzò.
Autumn entrò nella locanda, fece un lieve cenno del capo al portinaio – se così si poteva definire il troll alla hall – e si diresse spedita verso la sua camera. Una volta entrata si lasciò cadere sul letto, esausta. Sbuffò. Quella settimana non era stata molto proficua per lei e Dora, avevano seguito diversi gruppi di Ghermidori, e solo in un paio di occasioni erano riuscite a carpire informazioni interessanti da comunicare a Silente, per il resto, un fallimento su tutta la linea.
Posò gli occhiali sul comodino, si spogliò per poi mettersi il pigiama, ed infine si infilò sotto le lenzuola fredde del letto. In tutta sincerità, per un momento, aveva pensato di trascorrere la notte a Grimmuld Place, ma aveva poi cambiato idea in un baleno. A parte Tonks, con cui era molto amica dai tempi di Hogwarts, non conosceva molto bene gli altri membri dell'Ordine. I signori Weasley e il loro figlio Bill erano sempre molto cordiali, ma non poteva certo dire che ci fosse confidenza. Mondugus conosceva le persone giuste e forniva sempre le informazioni corrette ma, come la signora Weasley, Autumn anche lo guardava con sospetto, ritenendolo troppo avido e opportunista.
E poi c'era Black. Autumn aveva messo piede a Grimmuld Place solo una volta, circa una settimana prima, e quella era stata la seconda volta che i suoi occhi avevano incontrato quelli di Sirius Black, se non si voleva contare il loro incontro ad Hogsmeade a Gennaio. Autumn non sapeva definire Sirius... Quel giorno al quartiere generale aveva notato la sua profonda insofferenza al rimanere chiuso in quella casa, mentre gli altri membri dell'Ordine facevano avanti e indietro da un posto all'altro. Si era riuscito a mostrare totalmente burbero e indisponente, intollerante verso tutto e tutti– in particolare verso il suo elfo domestico ed il quadro della sua defunta madre. Autumn aveva notato che di tanto in tanto Sirius si assentava, e spostava il proprio sguardo verso una finestra, forse agognando la completa libertà. Quando parlava, il suo tono era costantemente ironico e pungente, così che il più delle volte era difficile decifrare se fosse serio o se stesse scherzando, ed anche se scherzava il suo sguardo era talmente beffardo e sfacciato da risultare alquanto insopportabile.
Inoltre – e al ricordo le sue guance si tinsero di rosso per un breve istante – durante il pranzo non aveva potuto fare a meno di notare che, tutte le volte che il suo sguardo si posava distrattamente su Sirius, lui la stava fissando. La prima volta pensò di essersel oimmaginato, o che fosse casuale, ma la seconda, la terza e la quarta volta capì che la prima impressione era stata quella corretta.
La giovane professoressa si rigirò nel letto, sperando che cambiare posizione le avrebbe conciliato il sonno. Tirò un sospiro, era inutile girarci attorno. Autumn era una ragazza di venticinque anni e di certo non era cieca, anzi, gli occhiali le servivano appunto per vedere meglio. Sirius Black aveva il suo fascino. Quando l'aveva rivisto la settimana prima, aveva notato come si stesse poco a poco riprendendo, fisicamente, dagli anni di prigionia. Aveva tagliato i lunghi capelli neri, che ora gli arrivavano a malapena alle spalle, la barba incolta era stata tagliata e ora era rimasta solo un'ombra scura sul mento. Gli stracci di Azkaban erano stati abbandonati, e al suo posto ora indossava abiti abbastanza eleganti, che forse aveva ritrovato nei vecchi armadi di famiglia. Gli occhi, di un grigio intenso, avevano sempre l'aria furba e intelligente, e la sua voce– lievemente roca – sembrava conferirgli una certa maturità che, a parere della professoressa, in realtà Sirius non possedeva particolarmente. Autumn si rigirò nuovamente nel letto, sbuffando .Sirius Black, semplicemente, la faceva sentire a disagio. Di conseguenza, il pensiero di dormire nella stessa casa – magari da soli – le metteva addosso una sorta di ansia, e il suo stomaco faceva una capriola. Si sbrigò a scacciare quei pensieri.
Remus forse, assieme a Tonks, era l'unica persona a frequentare il quartiere generale con cui si sentiva totalmente a suo agio. Appena Lupin aveva messo piede ad Hogwarts, loro due erano subito entrati in sintonia, e ad Autumn poco era importato del problema "lupesco" del professore. Ma Remus era molto amico di Sirius, così i due spesso si alienavano da tutto il resto e ci mancava poco che iniziassero ad andare in giro a braccetto, almeno questa era stata l'impressione che la ragazza aveva avuto quel giorno a Grimmauld Palace.
Fin da bambina, Autumn aveva sempre avvertito come una sorta di "ansia" nel relazionarsi con persone sconosciute, a meno che con queste non sentisse subito una forte sintonia, come era stato per Tonks, Remus e pochi altri. Educata, riservata e gentile, aveva in linea di massima- eccetto per qualche caso – buoni rapporti con tutti, ma veramente con pochi, se non pochissimi, instaurava quel profondo legame chiamato 'amicizia'. Proprio per questa sua indole introversa, alla tenera età di undici anni, mentre Autumn leggeva "Storia di Hogwarts" sull'espresso che l'avrebbe portata al castello, lei aveva creduto profondamente che Corvonero sarebbe stata la sua Casa. Leggeva il loro motto, la descrizione, e pensava: "Sì, è questa". Eppure, una volta sedutasi su quello sgabello, il cappello parlante l'aveva smentita nell'arco di pochi secondi, assegnandola ad una Casa ben diversa. Autumn sorrise fra sé e sé, facendosi cullare dai dolci e bei ricordi della sua adolescenza trascorsa ad Hogwarts mentre le palpebre, poco a poco, calavano.
Solo un pensiero la trafisse, per un secondo: "Fra pochi giorni... fra pochi giorni è il compleanno di Harry".
*
La vita da recluso non faceva per lui, decisamente no. Un'insofferenza costante l'accompagnava e, nonostante ringraziasse Merlino e Morgana per non essere più ad Azkaban, si sentiva come di nuovo prigioniero. Le quattro mura della sua casa d'infanzia – da sempre profondamente disprezzata – lo facevano sentire in gabbia, e talvolta gli sembrava che i lunghi corridoi di pareti in legno si stringessero sempre di più al suo passaggio, volendo schiacciarlo. Forse l'unico conforto era la presenza di Remus che, conoscendo Sirius molto bene, comprendeva questa sua inquietudine e cercava sempre di renderlo partecipe, per quanto possibile, alle missioni dell'Ordine, discutendo assieme delle decisioni prese durante le riunioni o cercando consiglio sulle eventuali missioni da compiere. Era ben poco, ma sapeva che tutto ciò aiutava Black ad uscire dal suo totale isolamento, almeno in parte.
Successivamente, verso il mese di luglio, si erano trasferiti a Grimmuld Place anche gli amici del suo figlioccio, Hermione e Ron, senza dimenticare gli altri figli dei signori Weasley. I gemelli probabilmente erano gli unici che riuscissero a strappargli seriamente una risata all'internodi quella casa, ma allo stesso tempo il loro modo di fare, la loro continua ilarità e propensione agli scherzi, tendevano spesso a ricordargli lui e James durante gli anni ad Hogwarts, e tutto ciò finiva per renderlo tremendamente malinconico e nostalgico.
In quel lungo periodo di reclusione, che non sarebbe terminato a breve, vi era stata solo una nota che, beh, Sirius aveva trovato, come dire...decisamente interessante. La settimana scorsa, sua cugina Tonks e Malocchio erano venuti a fare capolino al quartier generale per l'ora di pranzo. Sirius li aveva accolti con un frettoloso saluto, non staccando gli occhi dal libro che stava leggendo, finché una voce non aveva attirato la sua attenzione: con loro c'era la giovane professoressa Morgan. Stava salutando calorosamente Remus, per poi passare a stringere la mano ai signori Weasley e Bill, con un sorriso. Sotto il mantello era vestita alla babbana, con jeans scuri stretti a vita bassa, che la facevano sembrare ancor più bassa, e una maglietta semplice bordeaux. I capelli erano lunghi, sciolti, ed il viso tondetto, un po' da bimba, era sempre incorniciato dai fini occhiali. Quando lei posò il suo sguardo su Sirius, l'uomo notò che la ragazza, un poco imbarazzata, non sapeva come salutarlo, allora si era limitata ad un semplice e atono: "Ciao". Per tutta risposta, Sirius le aveva fatto una specie di cenno con la mano, senza smettere di guardarla negli occhi, palesemente preso alla sprovvista dalla sua presenza. Black sapeva che Autumn faceva parte dell'Ordine ed era spesso in missione, ma non si aspettava di ritrovarsela in casa sua così, all'improvviso.
Il pranzo trascorse tranquillamente, fra una chiacchiera e l'altra, un breve riepilogo della situazione – senza entrare nei dettagli davanti ai ragazzi – e le battute pungenti dei gemelli Weasley. Sirius aveva notato come i giovani studenti fossero entusiasti, Ron ed Hermione in particolare, dell'arrivo della loro professoressa, e a tavola non le avevano lasciato un momento di tregua cercando spesso di attirare la sua attenzione. Aveva anche potuto notare, però, come Autumn e Tonks fossero legate, come scherzavano e ridevano assieme. Sembravano conoscersi da diverso tempo, e la confidenza fra loro era palpabile: Autumn, di evidente indole introversa, in presenza di sua cugina sembrava quasi un'altra persona. E fu qui che Sirius, diverse volte, si ritrovò a fissarla. Sorrideva ai suoi studenti e parlava animatamente sia con loro che con Tonks e, talvolta, ad un "mutamento facciale" di Dora che scatenava sempre un'ilarità generale, rideva divertita mostrando i denti, ed i suoi stessi occhi sembravano sorridere. In quella circostanza, Autumn pareva come brillare di una luce propria: dolce, solare – a suo modo –, spiritosa, autoironica, intelligente e così giovane. Sirius, in quel momento, vi rivide la ragazza incontrata a gennaio ad Hogsmeade, che gli era venuta incontro con l'entusiasmo infantile di una bambina. La giovane spezzata e distrutta che aveva incontrato il mese prima al castello sembrava come svanita, ma Sirius, che aveva colto fin troppo bene la sensibilità di Autumn, capì al volo che la giovane professoressa aveva chiuso a chiave il dolore da qualche parte nel suo cuore, e ora lo stava vegliando, ben attenta a non farlo emergere nuovamente.
Black aveva compreso che la ragazza aveva notato gli insistenti sguardi che lui le rivolgeva, ma poco gli era importato. Gli piaceva guardarla, punto. Doveva scostare i suoi occhi grigi dalla esile figura della fanciulla per una cosa così innocente? Si disse di no, che non viera nulla di male. Non vi era nulla di male ad osservare meglio i suoi capelli biondi, che non erano solo mossi, bensì terminavano in dei fini boccoli; non vi era nulla di male ad aver notato come la sua pelle diafana fosse, di tanto in tanto, costellata da qualche piccolo neo, anche sul viso – in particolare ve ne era uno, piccolo, sottol'occhio sinistro; non vi era nulla di male ad aver notato che, in base alla luce, i sui occhi viola apparivano di un colore ancor più intenso e sovrannaturale; non vi era nulla di male ad aver notato che aveva un bel sorriso e che le sue labbra non erano affatto fini – come gli era parso il mese scorso ad Hogwarts – bensì belle piene.
"No, non c'è nulla di male. Sono anni che non sono così a contatto con una ragazza in carne ed ossa, non c'è nulla di male" si ripeteva con una certa convinzione. Ma allora perché non appena lei aveva lasciato la sua dimora – anche con una certa fretta, decidendo che non poteva fermarsi né a cena né tantomeno a dormire – Sirius aveva sentito come una sorta di fastidio fossilizzarsi alla bocca dello stomaco? Come una pungente insoddisfazione, come se gli fosse stato appena sottratto qualcosa. Ripeté a sé stesso che, semplicemente, gradiva la presenza di una ragazza carina che portava un po' di colore in quella squallida casa, tutto qui. E con tale pensiero giustificava quel suo desiderio nascosto, che sempre più spesso, ultimamente, faceva capolino nella sua mente: rivederla. Si era ritrovato spesso a sperare di veder tornare Tonks, Malocchio, Remus o Bill assieme ad Autumn, ma ancora non era mai successo, e ciò lo rendeva abbastanza frustrato e peggiorava il suo umore. A tutto ciò si univa il suo pensiero fisso: Harry. Per volere di Silente, era stato tenuto all'oscuro di tutto, e Sirius non vedeva l'ora di potergli raccontare ogni cosa e averlo di nuovo con lui. Avendo ben compreso l'indole del ragazzo, il padrino già prospettava la reazione del giovane una volta messo a conoscenza di ogni cosa, come si sarebbe sentito escluso ed isolato. Sirius si lasciò andare ad un lungo sospiro mentre accarezzava Fierobecco. "Inoltre, fra pochi giorni è il suo quindicesimo compleanno" disse fra sé e sé.
Il mattino seguente erano tutti assieme attorno al tavolo e stavano consumando la colazione, prima di rimboccarsi nuovamente le maniche per ripulire la casa da ogni tipo di essere. C'era anche Tonks, che era passata a prendere Remus per la prossima missione, e ne aveva approfittato per mettere qualcosa sotto i denti. Tutti erano decisamente concentrati sul proprio pasto e l'unico suono era quello delle mandibole che masticavano o del caffè che veniva sorseggiato, finché Lupin non ruppe il silenzio.
"Pensavo che Autumn sarebbe venuta qui ieri sera, dopo la vostra missione". Sirius ad un tratto appizzò le orecchie, come un segugio. "Ha preferito fermarsi di nuovo al Paiolo Magico?"
"Sì" rispose Tonks, mentre infilzava un pancake "Ho provato a chiederglielo nuovamente, ma niente" fecce alzando le spalle. "Mi ha detto che era più comodo rimanere al Paiolo perché il giornodopo avrebbe rivisto i suoi genitori nella Londra babbana".
"Perché nella Londra babbana?". Sirius aveva fatto quella domanda di getto, senza pensarci, e in un attimo ebbe gli occhi di Remus e Tonks su di lui, mentre la signora Weasley rassettava la cucina ed i giovani studenti di Hogwarts avevano iniziato a scambiare qualche chiacchiera, chiedendosi chi sarebbe stato quell'anno il professore di Difesa contro le Arti Oscure.
"Beh" fece Tonks "E' lì che vivono i suoi genitori, Autumn è una Nata Babbana". "Nata e cresciuta nella Londra Babbana" aggiunse Remus, mentre prendeva del succo di zucca. "Non lo sapevo" fece Sirius con finta indifferenza, ma tale scoperta sinceramente l'aveva solo che piacevolmente colpito. Inoltre, così si spiegavano gli abiti indossati dalla giovane insegnante la settimana precedente.
"E' normale, non mi sembra vi conosciate granché" disse Tonks con schiettezza.
"Al contrario tuo, ho notato" fece con un sorrisetto il cugino. "Sghignazzavate senza ritegno la settimana scorsa a pranzo". A Remus scappò un sorriso divertito, Dora si imbarazzò un po', ma poi sorrise: "Ma è normale, ci conosciamo dai tempi della scuola! Siamo sempre state molto legate, passavamo gran parte del tempo assieme".
"Autumn era una Tassorosso?" fece Sirius inarcando un sopracciglio, dando per scontato che evidentemente lei e la cugina erano appartenute alla stessa Casa per essere così amiche, dato che avevano anche due-tre anni di differenza. Era vero, non conosceva granché la ragazza in questione – anzi, si poteva dire che avevano parlato una volta solamente – ma da quello che aveva potuto vedere, percepire, non avrebbe mai detto che quella fosse stata la sua Casa.
"Per Merlino, sei matto?" esclamò la cugina, ridendo forte "Assolutamente no! Si vede che non conosci Autumn. Nonostante sia un'insegnante, la pazienza non è propriamente una sua virtù..."Remus rise, mentre sfogliava la Gazzetta del Profeta.
"Autumn è una Grifondoro fino al midollo" disse Ninfadora prima di addentare l'ennesimo pancake. "Oh sì" confermò Remus, bevendo il succo.
Non seppe neanche lui perché, ma Sirius si aprì in un sorriso compiaciuto pensando che, in fin dei conti, il suo intuito non sbagliava mai.
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Nella speranza che WP non mi dia nuovamente problemi con l'HTML, ecco qui - finalmente - il secondo capitolo!
Segnalatemi refusi senza timore, e anche se alcune cose appaiono poco chiare. Attendo i vostri pareri!
Un abbraccio <3
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